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19.00. Santa Caterina. da Siena. A Pietro. cardinale Portuense. Lettera 177. Con desiderio di vedervi un agnello umile e mansueto. imparando dall'Agnello immacolato. Al nome. d i Gesù Cristo crocifisso e di Maria dolce. - PowerPoint PPT Presentation

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19.00

Santa Caterina

da SienaA Pietro Lettera 177 cardinale PortuenseCon desiderio di vedervi un agnello umile e mansuetoimparando dall'Agnello immacolato

Al nome di Ges Cristo crocifisso e di Maria dolce

A voi, dilettissimo e reverendissimo Padre e fratello in Cristo Ges,

io Catarina, serva e schiava dei servi di Ges Cristo, scrivo a voi nel prezioso sangue suo;

con desiderio di vedervi un agnello umile e mansueto, Imparando

dall'Agnello immacolato, che fu umile e mansueto in tanto che non fu udito il grido suo per veruna mormorazione; ma come agnello che non si difende, si lasci menare al macello della santissima e dura Croce.O inestimabile fuoco d'amore! la carne ci ha data in cibo, e il sangue in beveraggio. Tu sei quell'agnello che fosti arrostito al fuoco dell'ardentissima carit.Non vedo altro modo, padre, a potere avere virt, se non ponendoci questo Agnello per obietto agli occhi della mente nostra;

perch in lui troviamo la vera e profonda umilt, con grande mansuetudine e pazienza. E poniamoch sia Figliuolo di Dio, egli non viene n sta come re, perch la superbia e l'amore proprio di s non in lui;

e per viene come servo vile: e non cerca s per s, ma attende solo a rendere onore e gloria al Padre, e a rendere a noi la vita, la quale per il peccato perdemmo. E questo fa solo per amore, e per adempire la volont del Padre in noi.

Che, avendo Dio creato l'uomo allimmagine e similitudine sua solo perch godesse e gustasse lui nella vita durabile, per la ribellione che l'uomo fece a Dio, gli fu rotta la via;

sicch la dolce volont di Dio, con la quale cre l'uomo, non s'adempiva, cio d'avere vita eterna: ch non fu creato per altro fine.Mosso dunque da quella pura e smisurata carit con la quale ci cre, per adempire la sua volont in noi, ci diede il Verbo dell'unigenito suo Figliuolo.

Sicch dunque il Figliuolo di Dio non guarda a s ma solo d'adempire questa dolce volont. fatto dunque tramezzatore tra Dio e l'uomo; e della grande guerra ha fatto pace, perch con l'umilt ha vinta la superbia del mondo.

Per disse egli: Rallegratevi, che io ho vinto il mondo cio la superbia dell'uomo. Ch non veruno tanto enfiato, superbo, e s impaziente, che non diventi umile e mansueto quando considerer e vedr tanta profondit e grandezza d'amore, vedere Dio umiliato a noi uomini.

E per i santi e veri servi di Dio, volendogli rendere cambio, sempre si umiliano; tutta la gloria e la lode danno a Dio: riconoscono loro, e ci che hanno, solo avere da Dio. Vedono loro non essere. E ci che amano, amano in Dio, siano in stato o in grandezza quanto si vuole.

Ch quanto pi grande, pi si deve umiliare, e conoscere s non essere: ch nel conoscimento di s egli s'umilia e non leva il capo o enfia per superbia;

ma china il capo e riconosce la bont di Dio adoperare in s. E cos acquista la virt dell'amore e dell'umilt: ch l'una blia e nutrice dell'altra; e senza esse non potremmo avere la vita.

Oim, oim, chi sar quello stolto bestiale, che, vedendosi amare, non ami, e che al tutto non levi e tolga da s l'amore proprio perverso, che principio e radice d'ogni nostro male? E non so vedere che sia veruno s indurito, che non ami, vedendosi amare; purch egli non si tolga il lume coll'amore detto.

Che segno d colui che ama? Questo il segno che appare di fuori. Domandiamone, e vedrete Jeronimo, che fu nello stato vostro:

mortificava la carne sua con digiuni, vigilie e orazione, con abito sempre despetto; uccideva in s la superbia, e con grande sollecitudine, non cercava, ma fuggiva ogni onore e stato del mondo. E pur Dio, coloro che s umiliano, li esalta; avendo lo stato, non perde per la virt sua, ma raffina, come l'oro nel fuoco, aggiungendovi la virt della carit.

Diventa mangiatore e gustatore dell'anime; non teme di perdere la vita del corpo suo, per che egli ha presa la forma e il vestimento dellAgnello dolce, Ges. Perch non ama s per s, n il prossimo per s, n Dio per s, ma ogni cosa ama in Dio.

Non si cura n di vita n di morte n di persecuzione, n di veruna pena che sostenesse; ma attende solo all'onore della somma ed eterna Verit.

Or questi sono i segni dei veri servi di Dio. Di questi cotali vi prego e voglio che siate voi, padre.

Portatemi il segno della vera umilt, non curioso nello stato vostro, ma despetto. Non impaziente per veruna pena o ingiuria che sostenessi, ma con ferma virt di pazienza sostenete nel corpo della santa Chiesa fino alla morte, annunziando e dicendo la verit, o consigliando, o per qualunque modo l'avete a dire, senza veruno timore;

attendendo solo all'onore di Dio, e alla salute delle anime, e alla esaltazione della santa Chiesa, siccome figliuolo vero suo, nutrito da s dolce madre. Or in questo dimostrerete la divina dolce carit insieme con la pazienza.

Siatemi largo, caritativo spiritualmente, come detto , e temporalmente.

Pensate, che le mani dei poveri v'aiutano a porgere e recare la divina Grazia.

Voglio che cominciate una vita e un vivere nuovo.

Non pi dormite nel sonno della negligenza e ignoranza: siatemi campione vero. Io v'ho detto che io desidero che siate un agnello a seguire il vero Agnello.

Ora vi dico, che voglio che siate un leone forte a gettare il muggito vostro nella santa Chiesa;

e siate s grande in voce, e in virt, che voi aiutiate a resuscitare i figliuoli morti, che dentro ci giacciono. E se diceste: dove avr questo grido e voce forte?

Dall'Agnello, che secondo l'umanit non grida, ma sta mansueto,

e secondo la divinit d potenza al grido del Figliuolo con la voce della smisurata sua carit; sicch per la forza e potenza della divina essenza e dell'amore che ha unito Dio con l'uomo, con questa virt fatto l'agnello un leone;

e stando in su la cattedra della Croce, ha fatto s fatto grido sopra del figliuolo morto dell'umana generazione, che gli ha tolta la morte, e data la vita. Or da costui riceveremo la forza: perch l'amore che trarremo dell'obietto del dolce Ges, ci far partecipare della potenza del Padre.

Ben vedete che cos, che n dimonio n creatura ci pu costringere a un peccato mortale; perch ha fatto l'uomo libero e potente sopra di s. Nell'amore partecipiamo il lume e la forza dello Spirito Santo,

il quale un mezzo che lega l'anima col suo Creatore,

e illumina l'intelletto e il conoscimento,

nel quale lume partecipa la sapienza del Figliuolo di Dio. O carissimo padre, scoppino e si divellano i cuori nostri a vedere in che stato e dignit linfinita Bont ci ha posti, s per la creazione dandoci limmagine sua, s per la ricomperazione e unione che ha fatta la Natura Divina all'umana.

Pi non poteva dare, che dare se medesimo a coloro che per il peccato erano fatti nemici di Dio. Oh ineffabile consumato amore, bene sei innamorato della fattura tua;

perch non potendo tu, Dio, sostenere pena, e volendo fare pace con l'uomo,

e la colpa commessa si voleva pur vendicare,

non essendo sufficiente puro uomo a soddisfare alla grande ingiuria che fatta era a te, Padre eterno; tu ora coll'amore che hai a noi, hai trovato il modo, vestendo il Verbo della carne nostra, sicch insieme t'ha reso l'onore, e ha placata lira tua sostenendo la pena nella propria carne, cio della massa d'Adamo, che commise la colpa.

Or come dunque ti puoi tenere, uomo, che tu non abbandoni te medesimo? Tu vedi che egli ha giocato alle braccia in su la Croce, e si lasciato vincere, avendo vinto.

Perch la morte vinse la morte e la morte vinse la vita, e la vita vinse e uccise e distrusse la morte:

fecero un torniello insieme e al tutto la morte fu sconfitta, e la vita resuscit nell'uomo. Or oltre dunque correte, e non si tenga pi il cuore vostro. Arrendasi la citt dell'anima vostra: se non s'arrende per altro, per fuoco si debba arrendere!

Egli ha messo il fuoco da ogni parte: non vi potete voltare n spiritualmente n temporalmente, che non troviate fuoco d'amore.Vi prego, dunque, e voglio che amiate Cristo in terra. E pregatelo dell'avvenimento suo: e che tosto drizzi il gonfalone della santissima Croce sopra gl'Infedeli.

E non mirate, n voi n gli altri, perch i Cristiani si levino e siano levati, come membri putridi e ribelli al loro dolce capo; perch questo sar il modo a placarli e farli tornare figliuoli. Pregatelo, e fatelo pregare che tosto si faccia.

Perdonate alla mia ignoranza, che tanto presumo di favellare; mi scusi l'amore e il desiderio che io ho della salute vostra e della rinnovazione ed esaltazione della santa Chiesa, ch' tanto impallidita, che il colore della carit pare che sia molto venuto meno. Perch ognuno la ruba, e toglie il colore a lei, e lo pone a s, cio, per amore proprio di s medesimo, dovendo solo attendere al bene e alla esaltazione sua.

Questo il segno dei superbi che, per essere bene grandi e enfiati, non si curano che la Chiesa sia distrutta, e il demonio divori l'anime. Molto contrario il segno loro, che sono lupi rapaci, ai servi di Dio, che sono agnelli e seguono il segno dell'Agnello.

E cos desidera l'anima mia di vedervi agnello.

Non dico pi: ch se io andasse alla volont, anco non mi ristarei. Raccomandatemi strettamente in Cristo Ges al nostro Cristo in terra, e confortatelo che non tema per veruna cosa che avvenga.

Permanete nella santa e dolce dilezione di Dio. Ges dolceGes amore

16 Vespro BVM - Magnificat II Selva Morale e SpiritualeClaudio MonteverdiMonteverdi: Vespro della Beata Vergine 2, track 12000Classical630288.0