Baldini Lippolis Statuaria Pagana e Cristianesimo

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  • 8/2/2019 Baldini Lippolis Statuaria Pagana e Cristianesimo

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    Alma Mater Studiorum - Universit di BolognaDipartimento di Archeologia

    Centro per lo studio delle antichit ravennati e bizantine

    Giuseppe Bovini

    IDEOLOGIA E CULTURA ARTISTICA TRA ADRIATICOE MEDITERRANEO ORIENTALE (IV-X SECOLO)

    IL RUOLO DELLAUTORIT ECCLESIASTICAALLA LUCE DI NUOVI SCAVI E RICERCHE

    Atti del Convegno InternazionaleBologna-Ravenna, 26-29 Novembre 2007

    a cura diRaffaella Farioli Campanati, Clementina Rizzardi,

    Paola Porta, Andrea Augenti, Isabella Baldini Lippolis

    Studi e Scavinuova serie

    ESTRATTO

    19

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    Per le abbreviazioni delle riviste si sono seguite le norme dellArchologische Bibliographie

    2009 Ante Quem soc. coop.

    2009 Dipartimento di Archeologia dellUniversit di Bologna

    Ante Quem soc. coop.

    Via C. Ranzani 13/3, 40127 Bologna - tel. e fax +39 051 4211109

    www.antequem.it

    redazione e impaginazione: Valentina Gabusi, in collaborazione con Sara Tamarri

    ISBN 978-88-7849-036-9

    Volume realizzato con il contributo di:

    Fondazione Flaminia Ravenna

    Con il patrocinio del Ministero degli Affari Esteri

    Comitato scientifico della Serie Tarda Antichit e Medioevo:

    Raffaella Farioli Campanati, Clementina Rizzardi, Paola Porta, Andrea Augenti, Isabella Baldini Lippolis

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    INDICE

    Saluto del Presidente del Comitato scientifico-organizzatore del Convegno

    Raffaella Farioli Campanati 9

    Levergetismo ecclesiastico

    Jean-Pierre Caillet 13

    GRECIA E CRETA

    Mosaici con iscrizioni vescovili in Grecia (dal IV al VII secolo)

    Panajota Assimakopoulou-Atzaka, Magda Parcharidou-Anagnostou 25

    Creta, scavi della basilica scoperta a Gortyna, localit Mitropolis,

    e la committenza episcopale in et giustinianea

    Raffaella Farioli Campanati 45

    Le scoperte alla rotonda di Mitropolis a Gortina, Creta

    Maria Ricciardi 55

    Statuaria pagana e cristianesimo a Gortina

    Isabella Baldini Lippolis 71

    Santa Sofia di Salonicco: il problema della prima faseAristotele Mentzos 87

    TURCHIA

    Nuove ricerche archeologiche a Elaiussa Sebaste

    Chiara Morselli, Marco Ricci 99

    SIRIA

    Gli scavi di Bosra (Siria) e la chiesa dei SS. Sergio, Bacco e Leonzio

    (Progetto Pilota MAE, Restauri: finanziamento U.E., project 12 Bosra, DGAM)Raffaella Farioli Campanati 113

    Gli scavi di Bosra e la chiesa dei SS. Sergio, Bacco e Leonzio (saggi 1995-2005)

    Rachele Carrino 121

    Bosra, complesso di Bahira: Basilica Nord, campagne di scavo 2004 e 2005

    Giovanna Bucci 133

    Arredi liturgici in marmo provenienti dagli scavi di Bosra (Siria)

    Simonetta Minguzzi 141

    CIRENAICA

    Le ricerche archeologiche a Cirene. A proposito della Basilica Orientale

    Rosa Maria Carra Bonacasa, Francesco Scir 153

    3

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    Ideologia e cultura artistica

    GIORDANIA

    Progetto di restauro, musealizzazione e conservazione del mosaico della Chiesa

    dei Santi Martiri nel villaggio di Tayyibat al-Imam-Hama (Siria), 442 d.C.

    Michele Piccirillo 163

    The End of the Roman Temple and the End of the Cathedral Church of Jerash

    Beat Brenk 173

    EGITTO

    Excavation of the Justinianic Basilica

    on the Holy Summit (Jabal Ms) at Mount Sinai

    Maria Panayotidi, Sophia Kalopissi-Verti 187

    I testi magici in copto tra paganesimo e cristianesimoSergio Pernigotti 191

    Insediamenti cristiani non monastici nel Fayyum tra

    letteratura e archeologia: conoscenze acquisite e questioni aperte

    Paola Buzi 199

    ALBANIA

    La basilica paleocristiana diPhoinike (Epiro):

    dagli scavi di Luigi M. Ugolini alle nuove ricerche

    Sandro De Maria, Marco Podini 207

    RAVENNA

    Massimiano a Ravenna: la cattedra eburnea

    del Museo Arcivescovile alla luce di nuove ricerche

    Clementina Rizzardi 229

    Dalla villa romana al monastero medievale: il complesso di San Severo a Classe

    Andrea Augenti 245

    Un tesoretto di oggetti in argento da Classe (Ravenna)

    Maria Grazia Maioli 261

    Il sito archeologico della Ca Bianca

    e la cristianizzazione delle campagne ravennati

    Massimiliano David, con la collaborazione di Chiara Casadei Parlanti 269

    Committenza e reimpiego nellarchitettura ravennate

    tra Tarda Antichit e Alto Medioevo

    Rita Zanotto Galli 283

    AREA ADRIATICA

    lites ecclesiastiche e renovatio: tradizioni tardoantiche

    nellarte di VIII e IX secolo in Istria

    Miljenko Jurkovi, Ivan Basi 289

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    Il nucleo del complesso vescovile paleocristiano di Zara

    NikolaJaki 303

    Tra Aquileia e Spalato: fenomeni dellarchitettura cristiana a confrontoFabrizio Bisconti 313

    Epigrafia episcopale di Ravenna nei secoli V e VI. Note preliminari

    Carlo Carletti 333

    Influssi della chiesa di Ravenna nel territorio forlivese:

    edifici di culto e fortificazioni

    Barbara Vernia 345

    Nuove ricerche a Colombarone (PU)

    Pier Luigi DallAglio, Cristian Tassinari 365

    Per una fruizione on line degli apparati musivi alto-adriatici dellet romana

    e bizantina: la Banca Dati Mosaico del Cidm di Ravenna

    Linda Kniffitz 377

    Iscrizioni di committenza ecclesiastica nellAlto Adriatico orientale

    Giuseppe Cuscito 389

    Liniziativa vescovile nella trasformazione dei paesaggi urbani e rurali

    inApulia: i casi di Canusium e di San Giusto

    Giuliano Volpe 405

    Evergetismo ecclesiastico tra medio e alto Adriatico:

    sculture altomedievali del territorio ferrarese

    Paola Porta 425

    La cattedrale di Taranto: nuove ricerche archeologiche

    Cosimo DAngela 443

    Tavole 449

    5

    Indice

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    STATUARIA PAGANA E CRISTIANESIMO A GORTINA

    Isabella Baldini Lippolis

    Il confronto con la tradizione pagana il problema centrale dei primi secoli delCristianesimo, unepoca di cambiamenti culturali e nuove elaborazioni in cui si defi-niscono i termini di una identit religiosa completamente diversa. Un aspetto fon-damentale quello del rapporto con il patrimonio monumentale e figurativo prece-dente, che determina reazioni e comportamenti diversificati e complessi. In questoambito lanalisi dellatteggiamento collettivo e individuale nei riguardi della scul-

    tura riveste unimportanza particolare, sia per il significato conferito alle statue nellereligioni politeiste tradizionali1, sia perch si tratta di uno degli elementi pi visi-bili, che connota la cultura urbana di et imperiale, con una diffusione solo in parterispecchiata dallenorme numero di manufatti conservati fino ad oggi.

    Con laffermazione del Cristianesimo si assiste ad una pluralit di reazioni neiconfronti di questo patrimonio. Le ricerche sullargomento hanno affrontato il pro-blema secondo sistemi di analisi paralleli2, privilegiando la lettura delle fonti,oppure attenendosi strettamente alle singole evidenze offerte dal dato di scavo e inquesto caso mostrando una scarsa propensione a collocare i diversi esempi di studioin rapporto ai fenomeni di carattere generale. Nellesame letterario, invece, spesso stato messo in evidenza laspetto pi violento e antagonistico del Cristianesimo

    nei confronti della statuaria pagana, orientamento senza dubbio presente e centralenella cultura dei secoli presi in esame, ma non esclusivo, i cui effetti concreti devo-no essere comunque verificati in unanalisi attenta dei singoli casi, per evitare bana-lizzazioni e fraintendimenti.

    Nellambito di una casistica che appare quindi estremamente varia nei tempi,nei modi e nelle aree, la situazione di Gortina rivela molteplici motivi di interesse(Fig. 1). Si tratta infatti di una citt importante, con un apparato monumentale edecorativo di notevole rilievo, continuamente accresciuto fino allet tardoantica. Ilsito ben noto archeologicamente grazie ad una ricerca sistematica protrattasi neltempo, che ha cercato di unire allanalisi dei singoli contesti una visione comples-siva dello sviluppo dellabitato dal suo nascere fino alle pi tarde testimonianze del-loccupazione bizantina3. Per quanto riguarda la scultura, inoltre, la citt mostrauna situazione privilegiata per lelevato numero di attestazioni e per il livello di ela-borazione della documentazione, oggetto di analisi specifiche condotte su tutto ilmateriale finora rinvenuto, quantificabile in oltre 150 statue edite dalla fine

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    1 Sullofferta di preghiere alle statue, cfr. ad esempio: JANOWITZ 2001, pp. 54-56.2 Nellambito di una vasta bibliografia cfr. MANGO 1963; THORNTON 1986; MERRIFIELD 1987,

    pp. 99-103; SARADI MENDELOVICI 1990; TROMBLEY 1994; MEYER-MIRECKI 1995, passim;MARINESCU 1996; RICCARDI 1998; GERSHT 1999; STEWART 1999; HANNESTAD 2001; JANOWITZ2001,passim; MORALEE 2006. A T.M. KRISTENSEN si deve uninteressante e ricca discussione cri-

    tica e bibliografica on line sul tema (www.iconoclasm.dk), frutto di uno studio ancora in corsodal titolo Towards an Archaeology of Iconoclasm: The Mutilation and Destruction of Roman Sculpture inLate Antiquity.

    3 Per un quadro generale su Gortina tardoantica: DI VITA 2000; BALDINI LIPPOLIS-VALLARINOc.d.s., con bibliografia precedente.

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    dell800 ad oggi4. stato possibile, pertanto, condurre unanalisi complessivatenendo conto delle attestazioni e dei contesti.

    Per contro, i limiti della ricerca sono da individuare nel prolungato uso dellacitt, che si trasforma e muta fisionomia in un continuo riutilizzo di spazi, edifici edelementi, cui si uniscono in et pi recente gli sterri per acquisire materiale edilizioda riutilizzare e i danneggiamenti alle strutture antiche dovuti ai lavori agricoli5.

    In tutto labitato il fenomeno del reimpiego di elementi scultorei si sviluppato

    soprattutto dopo la met del VI secolo6

    , quando si cominciano ad usare in manierasignificativa allinterno delle murature anche statue o frammenti di esse, non a casonel momento di massimo sviluppo dellarchitettura religiosa cristiana della citt7.

    Lanalisi dei singoli complessi monumentali e dei manufatti una delle vie percercare di ricostruire le motivazioni e le dinamiche di tale processo di riutilizzo delpatrimonio scultoreo precedente, soprattutto nelle fasi cruciali tra il IV e il VI seco-lo, quando la citt cambia profondamente la propria immagine e i propri punti diriferimento istituzionale e religioso.

    Per i primi decenni del IV secolo le testimonianze pi chiare derivano dalla pre-senza, nellarea del Pretorio, delle ultime statue realizzate ex novo, come due ritrattidatabili in et tetrarchico-costantiniana8, forse pi tardi reimpiegati allinterno dimurature (Fig. 2). Questi manufatti, insieme alle oltre venti statue acefale di palliatie di togati di et imperiale rinvenuti nella stessa area e nellagor9, contribuiscono ad

    Ideologia e cultura artistica

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    4 Sono state considerate sia le sculture edite sistematicamente in GHEDINI 1985 e in Gortina III1998, sia quelle pubblicate in notizie preliminari e in relazioni di scavo, per un totale di 160manufatti compresi quelli frammentari.

    5 Sul problema dello spoglio di strutture da parte degli abitanti e delle autorit turche cfr., adesempio, HALBHERR 1897, pp. 159-160.

    6 Tra i primi esempi documentati finora cfr. inv. GO 4766 (E. LIPPOLIS, in Gortina V2000, p. 583,n. 26: fr. scultoreo da uno strato della prima met del VI secolo); inoltre, inv. GO 6870, dalleTerme del Pretorio, Vano 12 (E.C. PORTALE, in Gortina III 1998, p. 585, n. 30, da uno strato delVI sec.) e inv. GO MI 7842 (BEJOR-SENA CHIESA 2004, pp. 707-708, figg. 7-8: fr. di statuamaschile, da uno strato che ha restituito anche unfollis di Giustiniano).

    7 Sullo sviluppo della citt cristiana cfr. BALDINI LIPPOLIS-VALLARINO c.d.s., con bibliografia pre-

    cedente.8 Museo di Iraklion, inv. H 430: E.C. PORTALE, in Gortina III 1998, pp. 420-424. Inv., n. 25. PACE1914, p. 380; E.C. PORTALE, in Gortina III 1998, pp. 424-430, n. 26.

    9 PACE 1914, p. 380 (dal Pretorio); GHEDINI 1985, pp. 100-102, n. 11 (dalla basilica del Pretorio),pp. 102-104, n. 12 (dalla basilica del Pretorio), p. 106, n. 14 (dal Pretorio), pp. 106-107, n. 15

    1. Gortina, plani-metria: 1. agor;2. S. Tito; 3. cat-tedrale; 4. triconco;5. basilica diMavropapa; 6.basilica dellaMegali Porta; 7.Pythion; 8.Santuario delleDivinit Egizie;9. Pretorio; 10.anfiteatro (daGortina V2000)

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    attestare il mantenimento negli spazi pubblici tradi-zionali di Gortina delle sculture iconiche, spesso pro-babilmente con ladattamento o la sostituzione delle

    teste per attualizzarle, come mostra anche un ritrattomaschile con tracce di rilavorazione databili tra lafine del III e gli inizi del IV secolo10. Luso testimo-niato anche dopo il ben noto terremoto del 36511 dauna statua di palliato trovata in un vano ad est dellaBasilica del Pretorio12 e inoltre dalle basi onorarierinvenute intorno e allinterno dello stesso Pretoriofatto erigere dal consularis Cretae DositeoAsclepiodoto13. Sembra che le aree pubbliche esoprattutto quelle con funzioni politiche e ammini-strative, ma anche i ninfei e le terme, abbiano man-tenuto abbastanza a lungo il proprio apparato deco-

    rativo e monumentale; cessano, per, le epigrafionorarie e mancando scavi estensivi in alcuni settoricentrali, come lagor, non possibile definiremeglio i termini cronologici del fenomeno.

    Ancora pi complesso il problema delle moda-lit e dei tempi di dismissione del patrimonio figura-tivo sacro, processo che a Gortina deve essersi neces-sariamente avviato entro la met del V secolo, comemostrano da un lato gli abbandoni e le riconversioniad altro uso degli edifici templari urbani e dallaltrolo sviluppo della monumentalizzazione cristiana

    anche in aree centrali della citt. Un elemento signi-ficativo che dopo il 365 non sembrano essere statiattuati sistematici provvedimenti volti al restauro e alripristino dei templi danneggiati, come stato evi-denziato per esempio a proposito del pi importantesantuario urbano, quello di ApolloPythios14.

    Ovviamente questa mancata ricostruzione non determinata solo dalla portata dellevento distrutti-vo e delle conseguenti e temporanee difficolt eco-nomiche della citt, ma anche da una precisa volontistituzionale, che convoglia le proprie risorse versoaltre tipologie monumentali: nei decenni successivi

    Statuaria pagana e cristianesimo a Gortina

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    (dal Pretorio), p. 107, nn. 16-18 (dal Pretorio); DI VITA 1990-1991, 476-477, fig. 73 (inv. 6014,dalla Strada Nord); E.C. PORTALE, in Gortina III 1998, p. 585, n. 30 (inv. GO 6870, dalle Termedel Pretorio, Vano 12), pp. 452-456, n. 35 (inv. GO 49-50, dallOdeion), pp. 458-459, n. 37(dallOdeion), pp. 456-458, n. 36 e pp. 459-461, n. 38 (dallOdeion), pp. 467-469, n. 45 (inv.GO 9 e GO 243, dal Pythion), pp. 469-471, n. 46 (dallarea ad ovest del teatro del Pythion); DIVITA 1988-1989, p. 468, figg. 57-58 (dal lato occidentale della fontana 240, nellarea del CaputAquae); G. De Tommaso, in Gortina V2000, p. 571, n. 10 (inv. GO 5717, dalla basilica delPretorio); FABRINI 2003, p. 853 (invv. 3831, 4618, 4619, 5252, 6014); inv. GO 7950 (dallareaa sud del tempio presso il Caput Aquae; il frammento completa la statua di palliato del Museo diHiraklion, inv. H 6: BALDINI-LIPPOLIS-LIVADIOTTI-ROCCO 2004, p. 285, fig. 17); inv. GO 8192(scavi dallarea a sud del tempio presso il Caput Aquae).

    10 Inv. GO 6691: G. DE TOMMASO, in Gortina V2000, pp. 570-571, n. 1.11 Sullevento: A. DI VITA in Gortina V2000, p. LIV, con bibliografia precedente.12 PORRO 1913, p. 352; PACE 1914, p. 380; GHEDINI 1985, pp. 102-104, n. 12.13 Oltre al testo fondamentale Gortina V2000, cfr. BALDINI LIPPOLIS-VALLARINO c.d.s., con biblio-

    grafia precedente.14 RICCIARDI 1986-1987, p. 104.

    2. Iraklion, MuseoArcheologico,ritratto maschiledal Pretorio diGortina (daGortina III1998)

    3. Iraklion,MuseoArcheologico,statua colossaledi Apollo dalPythion diGortina (daGortina III1998)

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    si assiste alla realizzazione del Pretorio da parte di Dositeo, mentre nessuno deigrandi santuari urbani mostra segni di restauro o di riedificazione per le funzioni ori-ginarie: il Pythion viene abbandonato con alcune statue crollate presso la propria

    base, nel settore settentrionale del pronao (Fig. 3)15

    . Anche dalloikos del Santuariodella Divinit Egizie provengono quattro sculture, rinvenute supine davanti al podio(Fig. 4a-b)16, forse per il crollo avvenuto a causa dello stesso evento. Nel tempioorientale del Pretorio la statua femminile di culto stata scoperta come elemento direimpiego in un muro di VII-VIII secolo, ma a breve distanza dalla sottobase relati-va17, permettendo di ipotizzare una situazione analoga; ledificio, che mostra restau-ri nel corso del IV secolo18, sembra infatti avere gi cessato le proprie funzioni sacrenel V secolo, quando ad esso si affiancano ambienti di tipo abitativo e artigianale19.

    Ideologia e cultura artistica

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    15 Apollo Pizio (inv. H 35= 326, GO 199): HALBHERR 1890, p. 73; SAVIGNONI 1907, pp. 257-258;

    RICCIARDI 1986-1987, p. 75, nota 252; I. ROMEO, in Gortina III 1998, pp. 47-58, n. 1. Torsocolossale di Apollo (GO 200): HALBHERR 1890, n. 1, pp. 70 ss.; SAVIGNONI 1907, n. 2; I. ROMEO,in Gortina III 1998, pp. 59-61, n. 2. Torso maschile, forse di Hermes (inv. GO 3): HALBHERR1890, p. 72, n. 3; SAVIGNONI 1907, n. 3; I. ROMEO, in Gortina III 1998, pp. 64-69, n. 4.

    16 Iside: Museo di Iraklion, inv. H 260. OLIVERIO 1914, p. 376; PERNIER- BANTI 1947, p. 23; I.ROMEO, in Gortina III 1998, pp. 91-98, n. 14. Serapide stante: Museo di Iraklion, inv. H 259:OLIVEIRO 1914, p. 376; PERNIER- BANTI 1947, pp. 23-24; I. ROMEO, in Gortina III 1998, pp.98-104, n. 15. Hermes: Museo di Iraklion, inv. H 411 = GO 18: O LIVEIRO 1914, p. 376;PERNIER- BANTI 1947, pp. 23-24; I. ROMEO, in Gortina III 1998, pp. 104-109, n. 16. Statuafemminile iconica tipo Artemisia: Inv. GO 202 (parte inferiore; la parte superiore dispersa):OLIVERIO 1914, p. 376; E.C. PORTALE, in Gortina III 1998, pp. 474-477, n. 53.

    17 DI VITA 1998-2000, pp. 413-415: rinvenuta nel muro 858, allattacco con il muro 843. Sullastatua cfr. anche DI VITA 2005, p. 239.

    18 M. LIVADIOTTI, in Gortina V2000, p. 137. La datazione viene abbassata al primo venticinquen-nio del V sec. in MAGNELLI 2001 e successivamente ridiscussa in BALDINI-VALLARINO c.d.s.

    19 possibile che labbattimento della statua di culto sia stato concomitante alleliminazione diunaltra scultura, rinvenuta segata in tre parti in un muro agricolo sulla Strada Nord: D I VITA2005. In maniera forse analoga possono essere interpretati i resti di una statua di culto femmi-nile seduta pertinente al tempio sullacropoli, trovata nel materiale di riporto dellarea: B EJOR2003, p. 830.

    4a. Iraklion,

    MuseoArcheologico, sta-tua di Serapidedal tempio delleDivinit Egiziedi Gortina (daGortina III1998)

    4b. Iraklion,Museo

    Archeologico,statua di Isidedal tempio delleDivinit Egiziedi Gortina (daGortina III1998)

    a b

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    Diversa la documentazione del tempio presso ilCaput aquae, oggetto di esplorazioni recenti, in cui ilmutamento di funzione e di planimetria nei decenni

    finali del IV secolo, quando divenne un edificio pub-blico probabilmente collegato al Pretorio, determinla necessit di liberare linterno da tutti gli elementicultuali, di arredo e scultorei, questi ultimi rinvenutidanneggiati e in frammenti nellarea20.

    Labbandono dei santuari, cos come la gestionedegli altri complessi pubblici, quindi, pu essersisvolto secondo modalit diverse e sotto lazione dicondizionamenti differenti, ma almeno per tutto ilIV secolo. pare comunque aver continuato ad essereuna prerogativa dellautorit imperiale, detentricedei beni e delle aree sacre pagane dopo il loro pas-

    saggio nel demanio21.La situazione cambia solo nel secolo seguente, in

    concomitanza con lo sviluppo in forma evidente della monumentalizzazione reli-giosa, che occupa progressivamente spazi ed edifici, smontando grandi impianti conimportanti funzioni pubbliche, dalla basilica di Mavropapa22 a quella di S. Tito,sorta sullagor e collegata ad una necropoli che occupa intensivamente larea dellapiazza fino allOdeion23. Il fenomeno di recupero e trasformazione di edifici e spaziconcerne peraltro le stesse abitazioni, come mostrano ad esempio larea del santua-rio di Apollo e le zone di rispetto circostanti, sistematicamente invase dallinsedia-mento privato a partire almeno dalla met del V secolo24. Deve trattarsi necessaria-mente, anche in questo caso, di un intervento di alienazione delle superfici

    interessate attuato dallautorit pubblica, a beneficio di proprietari privati e soprat-tutto della Chiesa locale, che da quel momento ne dispone liberamente. possibile che in questa fase si siano verificati gli episodi pi evidenti di effra-

    zione al patrimonio scultoreo sopravvissuto, come la scheggiatura degli elementisignificativi e il distacco della testa, azioni che non dipendono tuttavia necessaria-mente da un unico evento e che in alcuni casi sembrano essere avvenuti anche primadel crollo definitivo delle statue.

    Considerando le immagini di divinit, e in misura minore anche quelle iconiche,a Gortina sono mal distinguibili e comunque poco incidenti le lacune relative aivolti, mentre quasi generalizzato il ritrovamento di statue acefale e risulta signi-ficativo anche il numero delle teste prive del corpo25. Questo fenomeno non puessere attribuito ad una dispersione casuale, valutando da un lato la frequenza degliesempi e dallaltro il fatto che esso riguarda in ugual misura le sculture realizzatein pi parti, in cui il capo veniva inserito in unapposita cavit del busto26 e quelle

    Statuaria pagana e cristianesimo a Gortina

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    20 BALDINI-LIPPOLIS-LIVADIOTTI-ROCCO 2004.21 Sul problema cfr. la sintesi in BALDINI LIPPOLIS 2005, pp. 68-100.22 BALDINI LIPPOLIS 2003, con bibliografia precedente.23 BALDINI LIPPOLIS 1998, con bibliografia precedente.24 DI VITA 1988-1989; A. DI VITA in Gortina V2000, p. LXI; BALDINI LIPPOLIS 2001, pp. 207 e

    210-211; DI VITA 2001; ZANINI 2004a; ZANINI 2004b; BALDINI LIPPOLIS 2005, p. 87; DI VITA2005, con bibliografia precedente.

    25 Per quanto il campione non possa essere considerato rappresentativo se non per alcune areemeglio indagate, pare rilevante che su 70 statue con il corpo integro o comunque chiaramente

    leggibile, se ne possano contare ben 62 acefale. Le teste rinvenute prive di associazione con ilcorpo sono invece finora circa 15.26 Come ad esempio lApollo del Pythion: inv. H 35 = 326 (GO 199): HALBHERR 1890, p. 73;

    SAVIGNONI 1907, 257-258; RICCIARDI 1986-1987, p. 75, nota 252; I. ROMEO, in Gortina III1998, pp. 47-58, n. 1.

    5. Gortina,Magazzini SAIA,testa di Pan dalPretorio diGortina (daGortina V2000)

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    eseguite in un unico pezzo. Sono numerose le teste rinve-nute isolate, senza i corpi pertinenti, in strati tardi diriempimento (Fig. 5); sono anche documentate statue ben

    conservate, in posizione di crollo presso la propria base ori-ginaria, ma acefale27. indicativo, inoltre, che risultino avolte prive della testa anche figure secondarie28 ed elemen-ti a rilievo nei sarcofagi.

    Sono state riscontrate effrazioni al volto29 e ai genitali30

    in statue maschili e femminili (Fig. 6). Pi rilevante, per, il fatto che nessuna delle statue di divinit conservi i pro-pri attributi caratterizzanti, mentre sono stati rinvenuti intutta la citt numerosi frammenti di tali elementi e degliarti che li reggevano31 (Fig. 7), evidentemente dispersidopo lasportazione. La mancanza delle braccia, soprattut-to la destra, riguarda peraltro la quasi totalit delle statue

    note32. Anche in questo caso, nonostante si debba conside-rare che tale mancanza possa essere anche determinata dallafacilit di rottura delle parti sporgenti, il fatto non sembracasuale e interessa sia le opere eseguite in un sol pezzo siaquelle in pi parti o con elementi aggiunti, includendo gliesemplari con arti aderenti al corpo. Inoltre, significati-vo osservare che, come per le teste, le lacune riscontrabili

    in alcune statue rinvenute nella posizione di caduta inducono a ricostruire una-sportazione anteriore allabbattimento e al crollo definitivo degli edifici di perti-nenza. La storia di questi ultimi come ruderi soggetti a spoglio, peraltro, sembradurare almeno fino alla fine del VII secolo, come ha dimostrato lindagine archeo-

    logica33

    .Sfugge completamente lentit delle statue distrutte mediante fusione e calcina-tura, fenomeno questultimo attestato dalla segnalazione di calcare nellarea del

    Ideologia e cultura artistica

    76

    27 Ad esempio lHermes e la statua femminile tipo Artemisia scoperti nell oikos del Santuariodelle Divinit Egizie, o il Serapide seduto dallarea antistante: cfr. bibliografia alla nota 16 eOLIVEIRO 1916, p. 311; I. ROMEO, in Gortina III, 1998, pp. 109-111, n. 17.

    28 Cfr. ad esempio lYpnos del gruppo di Igea dal Pretorio (inv. 233: GHEDINI 1985, pp. 125-135,n. 25), la testa di Attis di una statua loricata dallAgor (Museo di Iraklion, inv. H 40: E.C.Portale, in Gortina III 1998, pp. 441-445, n. 32) o le Nikai di un torso loricato dallagor (inv.GO 7: MOSSO 1910, p. 80; E.C. PORTALE, in Gortina III 1998, pp. 436-437, n. 30).

    29

    Cfr., ad esempio, dal Pretorio: Museo di Iraklion inv. 414 e 431 (GHEDINI 1985, pp. 64-71, n.1); inv. GO 5746 (E. LIPPOLIS, in Gortina V2000, p. 583, n. 28); inv. GO 2385 (GHEDINI 1985,pp. 194-196, n. 45). Anche il volto della Gorgone su un altare rinvenuto a nord del Pretoriomostra il viso scalpellato forse gi in antico: DI VITA 2005, pp. 233-234. Leffrazione dei volti stata notata anche in altre sculture cretesi: SPORN 2001, figg. 1-3 e 5-7; VASSILIKA 2001.

    30 Cfr. alcuni esempi dal Santuario di Apollo Pizio: inv. GO 200 (I. ROMEO, in Gortina III 1998,pp. 59-61, n. 2), inv. GO 2 (I. ROMEO, in Gortina III 1998, pp. 61-64, n. 3), inv. GO 3 (I.ROMEO, in Gortina III 1998, pp. 64-69, n. 4) e dal Tempio occidentale del Pretorio: inv. GO2378 (GHEDINI 1985, pp. 76-81, n. 4).

    31 Inv. GO 5017 (G. DE TOMMASO, in Gortina V 2000, p. 570, n. 4); inv. GO 5577 (G. DETOMMASO, in Gortina V2001, p. 570, n. 5); inv. 5576 (G. DE TOMMASO, in Gortina V2000, p.572, n. 12); inv. GO 5656 (G. DE TOMMASO, in Gortina V2000, p. 570, n. 3); inv. GO 5638(G. DE TOMMASO, in Gortina V2000, p. 570, n. 2); inv. GO 4831 (E.C. PORTALE, in Gortina V2000, pp. 591-592, n. 29); inv. GO 6851 (E.C. PORTALE, in Gortina V2000, pp. 591-592, n.37); inv. scavo 11 (E.C. PORTALE, in Gortina V2000, p. 592, n. 38); MONTALI 2006, pp. 186-

    187, n. 50 e188, n. 52.32 Gli esempi sono numerosi e interessano larea dellagor, delPythion e del Pretorio: ne risultanocirca 50 su un totale di 70 statue con il resto del corpo integro o chiaramente leggibile.

    33 Ad esempio nelPythion (RICCIARDI 1986-1987), nel teatro (MONTALI 2006, p. 299) e nel teatrodelPythion (BONETTO 2004).

    6. Statua di ninfada Gortina (daGhedini 1985)

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    Pythion34 e di Mitropolis35 forse anche inrelazione con le grandi realizzazioni cri-stiane. Molte sculture superstiti mostra-

    no, infine, di essere state frammentatecon violenza o segate. Un esempio signi-ficativo quello delle statue di Hera eAtena rinvenute sul piano di frequenta-zione di riutilizzo del teatro delPythion,la prima acefala e priva delle braccia, laseconda segata longitudinalmente36.Entrambe, prima del crollo, erano statespogliate di alcune parti risultate man-canti al momento dello scavo. Nel tem-pio presso il Caput aquae, invece, unagrande statua femminile acefala di divi-nitpeplophoros, priva della parte inferio-re, era stata riutilizzata in un tardomuro eretto con materiale di spoglionellarea delle cisterne presso la strada,dove si era trovata rapidamente occulta-ta dal dilavamento del terreno. Daglistrati di riempimento retrostanti sonoemersi elementi del suo panneggio, atte-stando che parte della frammentazionedella statua era avvenuta nel sito.

    Solo dopo questo trattamento di

    distruzione si verifica, infine, il reimpie-go delle statue come materiale da costru-zione allinterno di murature (Fig. 8),tutti casi databili soprattutto a partiredal VI secolo, lepoca di maggiore svi-luppo della Chiesa di Gortina, e poi inmaniera generalizzata dopo la met delVII, un fenomeno che interessa ormai inmaniera indistinta le statue a caratterereligioso e quelle iconiche37, gli edifici privati38, gli strati di interro degli assi viariprincipali39 come la grande edilizia cristiana.

    Il caso di Gortina fin qui accennato permette di approfondire la riflessione sulconfronto tra unarea campione e il fenomeno generale della destrutturazione delpatrimonio scultoreo precedente, anche in relazione allintervento dellautorit

    Statuaria pagana e cristianesimo a Gortina

    77

    34 Cfr., ad esempio, lo scavo del teatro del Pythion: gli strati che coprono le rovine e i crolli hannorestituito materiale che si ipotizza provenire da una calcara non distante: BONETTO 2004, p. 713.

    35 STUCCHI 1952-1954, p. 479. Cfr. anche I. ROMEO in Gortina III 1998, p. 205.36 BONETTO 2004.37 Come quella rinvenuta sul lato occidentale di una fontana posteriore al terremoto del 670 (Inv.

    5252: DI VITA 1990-1991, pp. 470-471, fig. 67) e molti altri esempi, tra cui un frammento ditogato, rinvenuto nella muratura di una cappella a sud-est del Caput aquae: BALDINI-LIPPOLIS-

    LIVADIOTTI-ROCCO 2004, p. 285, fig. 17.38 Inv. GO 5881: E. LIPPOLIS, in Gortina V.1 2000, pp. 499-502 e in Gortina V.3 2000, pp. 580-582, n. 24. Testa di Pan: Inv. GO 5880 (DI VITA 1990-1991, 458-460, fig. 58; E. LIPPOLIS, inGortina V2000, p. 499 e pp. 575-579).

    39 Cfr., ad esempio, FABRINI 2003, p. 853.

    8. Gortina, murobizantino con

    frammento di sta-tua di togato pressoil Tempio delCaput aquae(scavi 2005)

    7. Iraklion,Museo Archeologico,mano femminilecon attributodal Pythiondi Gortina(da Gortina III1998)

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    ecclesiastica. Ne emergono spunti per un esame pi esteso, nel quale si possonoriconoscere almeno tre situazioni principali.

    1. Conservazione delle statue: statue sopravvissute, rispettate nella loro inte-grit fisica e nel loro significato, valorizzate per laspetto artistico, storico o esclu-sivamente decorativo anche in un contesto diverso; statue adattate ad un diversosignificato e trofei; statue nascoste per evitarne leffrazione.

    2. Abbandono delle statue per eventi o azioni contingenti

    3. Negazione delle statue: statue rese innocue dal simbolo della croce o dallamutilazione di attributi significativi; statue abbattute, distrutte, asportate dal con-testo; statue fatte a pezzi per essere reimpiegate come materiale da costruzione.

    Le prime due situazioni rispecchiano un sostanziale rispetto per il patrimonio

    scultoreo precedente e il tentativo di mantenere limmagine urbana secondo canonitradizionali in unepoca di profondi cambiamenti, in molti casi secondo criteri nonconformi alla tradizione in senso stretto. lesempio delle statue di culto e votivedei santuari pagani, oggetto di prescrizioni legislative nella seconda met del IVsecolo che, negandone il significato religioso, le valorizzano tuttavia in quanto operedarte da salvaguardare, mentre i templi, ormai privati delle prerogative di culto eentrati a far parte del demanio pubblico, tendono a diventare semplici involucriarchitettonici40. La realt delle statue mantenute nella sede originaria anche dopo lachiusura degli edifici sacri, in uno stato di graduale abbandono, testimoniata dallefonti41, mentre come a Gortina senza dubbio pi difficile riscontrarne testi-monianze attraverso la documentazione archeologica. In alcuni casi, sono tuttavia

    attestati depositi di sculture, raccolte evidentemente con appalti specifici e pronteper essere vendute e reimpiegate42, secondo una prassi attestata anche per altre cate-gorie di elementi marmorei, come le lastre e le membrature architettoniche.

    Un valore analogo anche quello attribuito alle sculture classiche portate via dalcontesto di origine ed entrate a far parte delle grandi collezioni pubbliche e priva-te di Costantinopoli, di Roma e delle maggiori citt43: in questi esempi il prestigioconferito alle statue deriva anche dal loro valore cultuale o culturale originario,aspetto che per diviene accessorio e si modifica profondamente con lallontana-mento dal luogo di provenienza e mediante linserimento in un ambito monumen-tale e decorativo completamente diverso44.

    La terza situazione indice invece delle difficolt da parte di gruppi sociali e reli-giosi pagani residuali, costretti ad attuare procedure di emergenza nei confronti diuna comunit sempre pi preminente e ostile al mantenimento e allesposizionedelle statue. Esempi di questo genere sembrano abbastanza diffusi tra IV e V seco-

    Ideologia e cultura artistica

    78

    40 CTh XV. 1. 14. JANVIER 1969, pp. 142-145. Lo stesso provvedimento ribadito in CTh XV, 1,37, JANVIER 1969, pp. 238-240. CTh XVI, 10, 6; CTh XVI, 10, 17-18 e XVI, 11, 1.

    41 Ad esempio ad Ilion, fatta visitare a Giuliano lApostata dallo stesso vescovo della citt Iul., Ep.79 (cfr. CHUVIN 1991, p. 48), ma la situazione documentata a Roma nel 410, quando per paga-re il riscatto si spogliano degli ornamenti e si fondono le statue di culto riccamente ornate maormai senza vita ed inefficaci, poich le cerimonie sacre erano andate scomparendo (Zos. V. 41).

    42 H. LECLERCQ, inDACL, vol. XV.2, 1953, col. 1661.43 GUBERTI BASSET 1991.

    44 CHUVIN 1991, pp. 36-37. Tra i numerosi esempi si pu ricordare lo Zeus ad Olimpia, asporta-to dopo la soppressione delle Olimpiadi nel 394: MANGO 1963, p. 58. Il fenomeno sembra con-tinuare nel tempo e, per quanto riguarda Costantinopoli, perdurare con le stesse modalit dal-let di Costantino almeno fino al regno di Giustiniano, quando vengono trasportati due cavallidal tempio di Artemis ad Efeso: MANGO 1963, p. 58. Cfr. anche Proc. Bell., I, 19.

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    lo, come mostra la documentazione archeologica di Atene45, Afrodisia46 eAntiochia47, con statue nascoste in ambienti murati o in pozzi. Anche in questocaso le situazioni sono varie: spesso loperazione di occultamento ha laspetto diunacquisizione in ambito privato: il fenomeno emerge chiaramente dalle fonti let-terarie, come nel caso degli idoli salvati dal tempio di Iside a Memphis alla fine delV secolo e nascosti in una casa dietro un falso muro, dove furono scoperti daiCristiani48. Lo stesso valore pu avere la testimonianza della Vita Procli, nellepiso-dio in cui la statua di Atena si rivolge al filosofo per chiedere rifugio allinternodella sua dimora ateniese49, passando cio dallambito dellesibizione cultuale aduna pi prudente venerazione domestica.

    Devono essere considerate a parte le statue abbandonate per ragioni contingen-ti, quali crolli, naufragi o eventi distruttivi, come nel caso dei terremoti di Gortina,senza alcun intento specifico e consapevole rivolto contro lapparato decorativo escultoreo. Dai primi decenni del IV secolo, come si visto, si manifestano ancheabbandoni per incuria, dopo la chiusura dei complessi sacri di pertinenza e il pas-saggio sotto la giurisdizione imperiale, che rendono pi frequenti cedimenti strut-turali e forme di occultamento naturale.

    Al contrario, in altri casi attestata unevidente ostilit verso i manufatti sculto-rei: ad essi si continua ad attribuire un valore intrinseco, anche se negativo, tanto darendere necessario un provvedimento aggressivo di riconversione o di distruzione. Inentrambe le situazioni prospettate, alle statue vengono riconosciute le propriet diesseri viventi: nel primo caso, quasi come se fossero indemoniati da esorcizzare, loro imposto sul capo il segno della croce50 o vengono incise invocazioni religiose51,un fenomeno che forse si rispecchia anche in una norma legislativa del 435, che pre-scrive la cristianizzazione degli spazi cultuali pagani con il simbolo di Cristo52.

    Statuaria pagana e cristianesimo a Gortina

    79

    45 SHEAR 1973; CAMP 1980, p. 9; FRANTZ 1988, pp. 41-48 e 84-90; FOWDEN 1990; BALDINILIPPOLIS 2001, p. 89 (con bibliografia precedente).

    46 BALDINI LIPPOLIS 2001, p. 89 (con bibliografia precedente)47 Tra i materiali anche la testa in porfido di un imperatore: CAMPBELL 1936, p. 8, fig. 14.48 Trasportati ad Alessandria, furono esposti al pubblico ludibrio e poi distrutti: Vita di Severo, II.

    Cfr. anche MANGO 1963, p. 56.49 BALDINI LIPPOLIS 2001, p. 151; BONINI 2006, pp. 257-258 (con bibliografia precedente).50 MARINESCU 1996, 285-292.51 Cfr., ad esempio, SMITH 2002, pp. 150-153.52 CTh XVI, 10, 25. TROMBLEY 1994, p. 11.

    9a. Efeso, MuseoArcheologico,statua di Augusto(foto R. Belli)

    9b. Efeso, MuseoArcheologico,statua di Livia(foto R. Belli)

    a b

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    Lincisione della croce non impli-ca necessariamente la distruzionedei manufatti, che a volte continua-

    no ad essere esibiti in spazi pubbli-ci53, come ad Afrodisia54, ad Efeso55

    (Fig. 9a-b) o ad Eleusi56 (Fig. 10). Inaltri casi, invece, il simbolo diCristo segna la distruzione della sta-tua, come nel celebre esempio diquella di Artemide ad Efeso57.Colpisce la diffusione di questocomportamento in contesti diversi,dallAsia Minore58 a Caesarea59,allEgitto60, alla Grecia61, lungo unarco di tempo non ancora precisabi-

    le con esattezza.Pi drastica lazione che com-

    porta la mutilazione selettiva dellestatue nei loro tratti significativi, oltre agli elementi del volto, i genitali62 e gli attri-buti sacri, in alcuni casi per gradi, fino alla distruzione completa. Queste effrazioniprecedono, in genere, come forse avviene a Gortina63, il trasferimento in unaltra sede,soprattutto in terme o ninfei.

    Tra i danni volontari frequente la privazione della testa, che identifica lessenzastessa del potere della statua, secondo una tradizione che ha radici antiche nelmondo greco e si afferma anche nel neoplatonismo e nellebraismo64, operazioneintegrale oppure limitata alla scheggiatura dei tratti del volto65. In alcuni casi, come

    ad Afrodisia e Palmira, stata ricostruita la sequenza delle azioni volte allannulla-mento della scultura: prima sarebbero stati danneggiati la fronte, il naso e la bocca,poi sarebbe stato inciso un solco per facilitare il taglio della testa, infine asportata egettata via66, quasi come se si trattasse della punizione inflitta ad un nemico vinto,torturato, decapitato e poi abbandonato senza vita. Un altro esempio quello di unastatua bronzea di imperatrice databile in et severiana rinvenuta sullacropoli di

    Ideologia e cultura artistica

    80

    53 Lo stesso fenomeno potrebbe essere espresso dalle statue esibite per metterle in ridicolo: unesempio quello della Venere di Treviri, che conserva uniscrizione bilingue nella quale si spe-cifica che essa sarebbe stata esposta per dileggio da S. Eucario: GRAMACCINI 1996.

    54

    Si tratta in questo caso di unepigrafe incisa sulla sommit del capo di una statua, con uninvo-cazione di protezione: v. nota 51.55 INAN-ALFLDI ROSENBAUM 1979, pp. 57-58; FOSS 1979, pp. 32 e 83; MARINESCU 1996, p. 288;

    GERSHT 1999, p. 395.56 BALDINI LIPPOLIS 2006.57 MORALEE 2006, p. 206.58 INAN-ROSENBAUM 1966, pp. 85-86, tav. XXXIX, 1 (tetrarca da Afyon al museo di Bursa);

    INAN-ALFLDI ROSENBAUM 1979, pp. 57-58; MARINESCU 1996, pp. 288-289; RICCARDI 1998,pp. 265-266; GERSHT 1999, p. 395.

    59 GERSHT 1999, p. 395.60 MARINESCU 1996, p. 289.61 Cfr. nota 45 e TROMBLEY 1994, p. 119; MARINESCU 1996, p. 289, con bibliografia precedente.62 Ad esempio in una statua di Dioniso da Scythopolis o in unAfrodite da Mileto (K RISCHEN

    1928). Cfr. anche HANNESTAD 2001.63 Cfr. ad esempio una statua di Ninfa, oggi perduta: GHEDINI 1985, pp. 147-153, n. 28 (dal nin-

    feo del Pretorio).64 NEUSNER 1988, p. 688. TROMBLEY 1994, p. 146; RICCARDI 1998, pp. 265-266, nota 22.65 TSAFRIR- FOERSTER 1997, p. 130.66 SMITH 1990, pp. 135-138; RICCARDI 1998, p. 266. GASSOWSKA 1982, pp. 121-122; TROMBLEY

    1994, pp. 122-123, 146; RICCARDI 1998, p. 265.

    10. Eleusi,Gorgoneion delclipeo di MarcoAurelio con crocescolpita (daBaldini Lippolis

    2006)

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    Sparta67. Il tipo di manomissione mostrache lopera venne colpita con forza e ripe-tutamente nella zona del viso, mentre il

    resto del corpo rimase quasi intatto, primadellabbattimento definitivo68 (Fig. 11).Numerose effrazioni deliberate sono in

    effetti segnalate dalla bibliografia per sta-tue iconiche o rilievi in cui volti e attribu-ti risultano scalpellati, mentre il resto delmanufatto mantiene la propria integrit69.Nelle fonti, invece, gli stessi episodi ten-dono a sconfinare nellaneddotica: anchedopo il VII secolo continuano ad esserereplicate notizie leggendarie sulla distru-zione di statue o di parti significative di

    esse, come ad esempio le braccia70. Inparticolare i racconti agiografici conten-gono narrazioni di statue animate da pre-senze soprannaturali e demoniache71,sconfitte per mezzo di esorcismi edistrutte con azioni violente, gettandolenel fuoco72, in mare o nei fiumi73, oppu-re occultandole sotto terra74.

    La legislazione sembra formalmenteestranea a questi eventi, attuando provve-dimenti restrittivi solo nei confronti della pratica cultuale pagana75. Ancora nel VII

    secolo, sono ricordate distruzioni di statue, imposte per legge, ormai giustificatecome controffensiva contro la persistenza e la diffusione delle pratiche magiche76,

    Statuaria pagana e cristianesimo a Gortina

    81

    67 RICCARDI 1998.68 RICCARDI 1998, p. 263. Successivamente essa venne seppellita con cura nei resti di un edificio

    di II secolo.69 Un rilievo raffigurante Artemide rinvenuto in un pozzo con il viso scalpellato, mentre il resto

    del corpo in perfetto stato: questo sarebbe secondo la Riccardi un segno di unazione delibera-ta di effrazione: RICCARDI 1998, p. 266. Un altro rilievo con Pan e le Ninfe risulta riutilizzatocome gradino in una villa tardoantica, dopo aver subito leliminazione dei volti: RICCARDI 1998,

    p. 266, con bibliografia precedente.70 MANGO 1963, pp. 59-64.71 JANOWITZ 2001, pp. 54-55.72 Cfr. nota seguente.73 In alcuni casi tali narrazioni sembrano aver trovato riscontro nei rinvenimenti, come nel caso

    delle sculture in bronzo estratte dal Tamigi, dal Reno, dalla Mosella e dalla Saona, che sarebbe-ro state prima effratte dai Cristiani e poi gettate nei fiumi: MERRIFIELD 1987, pp. 22-57;RICCARDI 1998, pp. 266-267. Tra i racconti agiografici si pu ricordare la Passio (XI sec.) di S.Emidio di Ascoli (martirizzato tra il 303 e il 304): il personaggio ... diruta Asclepii ara... pro-priis manibus... idolum rapuit, et precipitavit illud in fluvium Tiberim... (II,11):Acta Sanctorum, aug.II, pp. 16-36; Prete Serafino,La passione di S. Emidio di Ascoli, Ancona 1972. Il santo stesso, vici-no ad Ascoli, ... ingressus est templum, et, invocato nomine Jesu Christi, destruxit aram Apollinis, et ido-lum comminutum frustatim in fluvium Tennae iactavit... (IV, 26).

    74 NelleParastaseis Syntomoi Chronikai (capp. Va, VII-IX, XIV, XXVIII e XXXVIII) databili tra lafine VII e gli inizi del VIII sec., sono citati molti esempi di seppellimento di statue, nella con-

    siderazione che non vi fosse altro modo per neutralizzare il loro potere: R ICCARDI 1998, p. 265,nota 21.75 CTh XVI, 10, 6: al prefetto dEgitto nel 356 viene ad esempio indirizzato il divieto imperiale

    contro la pratica di adorare statue.76 Script. Orig. CP, II, 54, 88, 131;Script. Orig. CP, 90: MANGO 1963, p. 59.

    11. Atene, MuseoNazionale, statuafemminile dalla-cropoli di Sparta

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    ma a parte pochi casi, non vi sono testimonianze di deliberate eliminazioni di sta-tue pagane da parte del governo bizantino77.

    Sembra piuttosto lautorit ecclesiastica ad essere coinvolta in queste azioni

    distruttive, direttamente o in sostegno delle iniziative delle comunit locali o disingoli gruppi78, a Gaza come ad Alessandria79. Le fonti riportano innumerevoliepisodi di questo tipo, anche con riferimento a gruppi di monaci, in molte citt delMediterraneo fino al VI secolo, con una particolare concentrazione nel periodo trala fine del IV e la prima met del V secolo.80

    Il caso delle sculture in frammenti riutilizzate come materiale da costruzione,infine, sembra mostrare il superamento della fase di disagio, timore o disprezzoverso le statue intese come incarnazione del paganesimo: ormai si tratta, infatti, diun elemento di risulta come altri, a prescindere dal soggetto e dal contesto di ori-gine, non sempre riconoscibile o comprensibile. A Bet Shean, ad esempio, il feno-meno del riutilizzo sembra seguire una fase in cui le statue di et classica conti-nuano ad essere tollerate e rimangono in piedi negli edifici e persino allesterno,

    nelle strade e nelle piazze81. In un momento successivo, forse per influenza dellachiesa locale, i manufatti furono eliminati e questo evento testimoniato ad esem-pio dagli scavi del calidarium delle Terme orientali, dove numerosi frammenti scul-torei vennero gettati nellipocausto quando limpianto cess di essere utilizzato,attorno al 51582.

    Il panorama desunto da Gortina, che potr essere ulteriormente approfondito, siinserisce quindi in una casistica ampia e complessa; le indicazioni disponibilimostrano la variet dei comportamenti, agevolata forse proprio da una voluta caren-za legislativa ufficiale e determinata sia dalla cultura delle comunit e dei respon-sabili, laici ed ecclesiastici coinvolti, sia dalla diversa temperie ideologica che segnai momenti della graduale affermazione del Cristianesimo. Nel patrimonio scultoreo

    viene innanzitutto operata una scelta, che determina in genere il trasferimento dellesculture pi importanti e celebri (spesso verso Costantinopoli) o un riuso come ele-menti decorativi nella riorganizzazione degli spazi pubblici. Espropriati i templi ei santuari, le statue iconiche continuano a decorare le strade del IV secolo e quelleideali si raccolgono in ninfei e terme, come dimostra sempre il caso di Gortina.Contemporaneamente, le altre statue subiscono effrazioni (testa, attributi, braccia),ma spesso non sembrano rimosse, crollando insieme agli edifici a seguito dei terre-moti o del degrado. La distruzione violenta e completa riguarda alcuni casi e forsecresce con il tempo e con la progressiva autorit acquisita dal Cristianesimo, inte-ressando nel V secolo edifici ed arredi; solo in seguito, a Gortina dal VI e soprat-tutto nel VII secolo, frammenti di vario tipo che sembrano popolare il paesaggio

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    77 MANGO 1963, p. 59.78 CHUVIN 1991, p. 71; TROMBLEY 1994, pp. 133-134; RICCARDI 1998, p. 265.79 Marco Diacono, Vita Porphyrii, 59-61. MANGO 1963, p. 56.80 A Mambr, presso Hebron, viene rasato al suolo laltare e gli idoli sono incendiati : Eus., Vita

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    81 TSAFRIR-FOERSTER 1997, pp. 128-130.82 TSAFRIR-FOERSTER 1997, pp. 129-130. In altre zone della citt sembra tuttavia che alcune

    immagini siano state mantenute visibili, sebbene private della testa, ancora per un certo tempo,addirittura fino al VI o agli inizi del VII secolo Un esempio di tale trattamento sarebbe quellodi due statue acefale di Cesarea, una di Adriano di porfido e una di Zeus di marmo, spostate dallacollocazione originaria nella East esplanade: TSAFRIR-FOERSTER 1997, p. 130; GERSHT 1999, pp.390-392.

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    della citt tardoantica diventano veri e propri materiali da costruzione, quando lostesso accanimento ideologico non sembra mantenere forza e significato. Il profilogenerale delineato non esclude situazioni particolari, in cui specifiche componenti

    sociali e religiose o la cultura delle classi dirigenti pu aver permesso soluzionidiverse, ma appare evidente come un elemento determinante sia la valutazione dellascultura, opera darte e testimonianza culturale ed estetica, oppure contenitore effet-tivo di un daimon, da trattare quindi come un essere reale, attraverso esorcismi,mutilazioni, torture, espropriazioni e decapitazioni, in un crescendo determinatodallentit della forza negativa e quindi della colpa attribuita.

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