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CAMINO de SANTIAGO de COMPOSTELA el “CAMINO CALINES” Parrocchia San Michele Arcangelo - Calino

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CAMINO de SANTIAGO de COMPOSTELA

el “CAMINO CALINES”

Parrocchia San Michele Arcangelo - Calino

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TABELLA DI MARCIA

Tappa Ora Partenza Ora Colazione Ora Pranzo Ora Arrivo Km Ore

Ponferrada

Villafranca del B.7.00

Ponferrada0 Km

9.3010.00

Fuentes Nuevas10 Km

12.00 13.00

Cacabelos8 Km

15.00Villafranca del Bierzo

9 Km27 6.30

Villafranca del B.

O'Cebreiro7.00

Villafranca del Bierzo0 Km

10.00 10.30

Trabadelo11 Km

13.00 14.00

La Faba14 Km

15.30O'Cebreiro

4 Km29 7.00

O'Cebreiro

Samos6.30

O'Cebreiro0 Km

8.309.00

Alto de Poio9 Km

12.00 13.00

Triacastela12 Km

15.30Samos10 Km

31 7.30

Samos

Portomarin6.00

Samos0 Km

9.3010.00

Sarria14 Km

12.3013.30

Morgade12 Km

16.00Portomarin

11 Km37 8.30

Portomarin

Melide6.00

Portomarin0 Km

9.009.30

Ventas de Naron14 Km

12.3013.30

Palas de Rei12 Km

17.00Melide15 Km

41 9.30

Melide

Arca O'Pino6.30

Melide0 Km

9.009.30

Boente11 Km

12.3013.30

Salceda14 Km

15.30Arca O'Pino

8 Km33 7.30

Arca O'Pino

Santiago de C.5.30

Arca O'Pino0 Km

9.009.30

Monte do Gozo15 Km

10.30 Santiago de Compostela 20 4.30

Note:

1. Sotto le varie località sono riportati i Km che separano una sosta dall’altra (esempio: partendo da Ponferrada, la prima sosta è a Fuentes Nuevas che si raggiunge dopo 10 Km; dopo altri 8 Km si arriva a Cacabelos e, infine, dopo altri 9 Km si arriva a Villafranca del Bierzo, località dove si conclude la prima tappa. In totale abbiamo percorso 27 Km)

2. La partenza per la tappa conclusiva è prevista molto presto perché bisogna giungere a Santiago a metà mattinata; a mezzogiorno c’è la Messa del Pellegrino, ma prima bisogna passare dall’Ufficio dell’autorità ecclesiastica di Santiago per ritirare la Compostela.

3. Variazioni delle soste sono sempre possibili in base ad esigenze particolari; comunque è meglio attenersi alla pianificazione.

4. Il tempo è calcolato su una media di 4/5 Km all’ora. Se siamo più veloci faremo più pause.

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1ª tappa PONFERRADA / VILLAFRANCA del BIERZO

CASTILLA

KM 27 DISLIVELLO: 30 SALITA: DISCESA:

Tempo di percorrenza: ore 5:30

Descrizione C'inoltriamo per la regione del Bierzo fino a Villafranca ed oltre. Il percorso rimane pressoché pianeggiante per un lungo tratto fino a Cacabelos e, dopo una leggera salita, si arriva a Villafranca del Bierzo.

Albergue

A Ponferrada raggiungere l'Albergue San Nicola de Flue non è proprio facile, le segnalazioni sono insufficienti ma consola il fatto che l'albergue, annesso all'Iglesia del Carmen in Avenida del Castillo, è una moderna e bella costruzione, inaugurato nel 2002. Ha 110 posti letto a castello in diverse camere, più spazio per materassi sul pavimento, buoni i servizi, ogni cosa è nuova e moderna, ricordarsi che in cucina è proibito "friggere", aperto tutto l'anno. Nella chiesa adiacente la domenica alle 21 viene celebrata la Santa Messa per i Pellegrini. A Cacabelos l'albergue è all'uscita del villaggio, sulla destra in Plaza del Santuario, sembra un motel, ha 74 posti letto in piccole stanze, buoni servizi ma senza cucina nè posto per consumare i pasti, ha un bel patio, apre da aprile ad ottobre. C’è un altro albergue, l'Hogar del Peregrino, appena passato il ponte sul Rio Cua A Villafranca del Bierzo ci sono tre albergues: 1. l'Albergue Ave Fenix, tel. 987.540229, in Calle Santiago, adiacente l'Iglesia de Santiago, ha 50 posti letto a castello più spazio per materassi sul pavimento, buoni servizi ma senza cucina, è richiesta un'offerta, pasti in comune sono serviti per 6 € compresa la colazione. Questo è un albergue unico sul Camino: è gestito da Jesus Jato e la sua famiglia con abnegazione ormai divenuta leggendaria mette a disposizione dei Pellegrini vari ed utili servizi: aperto tutto l'anno.

2. il secondo è un albergue Municipal di recente costruzione e ben mantenuto, a breve distanza dal primo, ha 64 posti letto, di cui 32 in 4 stanze ed altrettanti nell'attico, che può essere molto caldo in estate; buoni servizi ed un bel giardinetto con vista sul villaggio, chiede 4 €, chiuso da novembre ad aprile.

3. il terzo è l'Hospederia del Convento de San Nicolas el Real, tel. 987.540483, un austero ex monastero dei Gesuiti, con 150 posti letto e ristorante che serve semplici pasti. Sembra ci sia anche l'Albergeria de los Padres Paules, ma non si hanno precise informazioni.

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km alt. s.l.m.

tempi di percorrenza

località note parz. progr.

0 0 540 0:00 Ponferrada

La città si può dividere in due distinte aree: il centro storico costituito dalla cittadina medievale e, oltre il fiume, il moderno e anonimo agglomerato industriale. La città deve la sua fama al Castillo de los Templarios più che al Puente Ferrado che le dà il nome. Dell’originale ponte in ferro venne costruito da Osmundo, vescovo di Astorga, nell'XI sec., non resta infatti traccia. Il castello è del XII sec. e fu un importante centro di potere dei Templari, molto interessante per la sua quasi perfetta conservazione. Ricca di numerosi monumenti, la città merita una visita. Chi ha poco tempo può limitarsi a visitare le chiese, le piazze, i palazzi ed i musei del centro storico. Chi avesse più tempo, non dovrebbe perdere l'occasione di visitare, e non sono molto distanti dal centro, la stupenda Iglesia de Santo Tomas de las Ollas in stile Mozarabico del X sec. e la Iglesia de Santa Maria de Vizbayo in stile Romanico, sec. XI. Usciti dal paese si incontra subito il bivio per il percorso alternativo, a sinistra, e dopo 2 km si arriva alla Carretera Nacional N-120 che corre parallela alla vecchia strada fino a pochi chilometri prima di San Justo de la Vega, dove il percorso si ricongiunge al Camino.

7 7 510 1:20 Compostilla, Columbrianos

Lasciato il centro città inizia un'altra brutta periferia; quando si arriva a Compostilla, dove c'è un monumento a Santiago Peregrino, si è ormai alla fine. Columbrianos è un anonimo villaggio satellite di Ponferrada, con vari bar e ristoranti.

5 12 500 0:50 Fuentes Nuevas,

Camponaraya

All'entrata di Fuentes Nuevas c'è la bella Fuente de Peregrino, più oltre circa un paio di km, si arriva a Camponaraya. Piccolo centro industriale, si attraversa un modesto giardino, che offre un po' di verde, con una fontana e si passa davanti alla moderna chiesa parrocchiale vicino al Rio Naraya

6 18 480 1:00 Cacabelos

Bel paesotto nel cuore della regione del Bierzo, ricca di frutteti e vigne, produce un vino ottimo ma poco conosciuto. Percorrendo la Calle de los Peregrinos si passa davanti al bel palazzo in pietra del Prado del Torpe, grande negozio di vini: si dice ne offra, gratis, un bicchiere ai Pellegrini insieme ad una tapa. Ci sono molti negozi, palazzi, un museo archeologico con bei reperti romani, l'Iglesia de Santa Maria del sec. XVI ed il curioso Sanctuario de la Capilla de la Quinta Angustia. Allungando il percorso di circa km 6, si può andare a visitare il Monasterio de San Salvador de Carrecedo del sec X, ora chiamato Abadia de Santa Maria la Real; e Castro Ventosa, il romano Bergidum Flavium, luogo natale di El Bierzo. Da qui il Camino segue principalmente la carretera nacional; volendo si può seguire il percorso alternativo, appena usciti dal paese si prende a destra la strada secondaria per Arbobuena che si lascia presto per un sentiero di campagna e ci si ricongiunge al Camino 3 km prima di arrivare a Villafranca del Bierzo. Questo percorso è circa 6 km più lungo ma è molto bello, nella campagna tra vigneti e boschi, e si attraversa il villaggio di Valtuille de Arriba.

3 21 520 0:40 Pieros Si passa la Iglesia de San Martin e l'Arroyo Valtuilles, dopo 2,5 km si lascia la carretera e ci s'inoltra fra i vigneti per El Camino de la Virgen salendo un po' per poi ridiscendere.

6 27 570 1:10 Villafranca del Bierzo

Grazioso paese di reminescenze francesi, come il Castillo de los Marqueses. Sopra la Plaza Mayor c'è l'Iglesia de San Francisco, che si vuole sia stata fondata da San Francesco d'Assisi, ed ancora l'Iglesia de San Nicolas, il Convento Divina Pastora, l'Iglesia Colegiata, il Convento de la

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Anunciada con le tombe dei Marqueses de Villafranca, la medievale Calle Agua che porta all'uscita del paese passando davanti al Convento San Jose e molti negozi bar e ristoranti. Lasciato il paese ci si presenta con la possibilita di tre percorsi: 1. la Ruta Pradela segue il Camino attraversando una

bella zona panoramica ricca di verde, passa per Pradela e si ricongiunge a Trabadelo.

2. la Ruta Carretera segue sempre la strada fino a Trabadelo via Pereje, ed è un percorso piuttosto brutto.

3. il terzo percorso alternativo detto Camino Dragonte segue un sentiero sempre tra la campagna fino a poco dopo al villaggio di Ruitelan, dove si ricongiunge al Camino, quindi salta Trabadelo e Vega de Valcarce. Questo percorso è il meno frequentato ma il più bello: attraversa una campagna intatta e villaggi fuori del tempo. Però è necessario percorrerlo in un’unica tappa da Villafranca del Bierzo al Cebreiro, in quanto lungo la strada non ci sono albergues.

Abbiamo percorso 27 Km del “CAMINO CALINES”

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2ª tappa VILLAFRANCA del BIERZO / O’CEBREIRO

CASTILLA/GALICIA

KM 29 DISLIVELLO: 630 SALITA: DISCESA:

Tempo di percorrenza: ore 6:00

Descrizione

Tappa impegnativa per il dislivello da compiere: nella prima parte, da Vega de Valcarce al Cebreiro, si sale un dislivello di mt. 700. Poco prima di arrivare al Cebreiro si lascia la Castilla y Leon e si entra in Galicia, Provincia di Lugo. Dopo Villafranca del Bierzo, se si è scelto di passare per l'Alto Pradela, si attraversano vigneti e boschi di pini e si gode una magnifica vista sulla valle del Valcarce, poi si passa tra boschi di castagno e dopo una rapida ma breve discesa sulla carrettera si arriva alla Portela, qui s'imbocca una valle secondaria e si ritrova la quiete della campagna.

Albergue

A Pereje c'è l'albergue Municipal, tel. 699.512004, ha 30 posti con letti singoli, buoni servizi, offre il pasto serale in comune, limitato l'uso della cucina, aperto da aprile ad ottobre. Ad Ambasmestas nuovo albergue privato (apertura 2005) A Vega de Valcarce l'albergue Municipal è una posizione sovrastante il villaggio ma sotto la strada sopraelevata, ha 30 posti letto a castello, modesti servizi, non c'è acqua calda, chiede 4 €, aperto tutto l'anno. C'è anche, all'ingresso del paese un albergue gestito da brasiliani A Ruitelan l'Albergue Paqueña Potala, tel 987.561322, ha 35 posti letto e buoni servizi, chiede 4 €, per la cena 6 € e per la colazione 2 €, sono in offerta altri utili servizi, ha anche un bar/negozio; aperto tutto l'anno. A La Faba c'è un nuovo albergue gestito dalla Confraternita tedesca, ha 30 posti letto e servizi, chiede 4 €, aperto da aprile ad ottobre. A Laguna de Castilla c'è un albergue privato, con 14 posti letto e servizi, aperto solo per luglio ed agosto. Al Cebreiro l'albergue situato alla fine del villaggio, è una bella e moderna costruzione, con 80 posti letto a castello su tre piani, buoni servizi, si richiede un'offerta, è generalmente affollato, i letti sono troppo ammucchiati e non è proprio ben mantenuto. Sulla facciata c'è una webcam che trasmette all'indirizzo http://www.crtvg.es/italiano/camweb/priportadaeleccion.htm

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km alt. s.l.m.

tempi di percorrenza

località note parz. progr.

0 0 570 0:0 Villafranca del Bierzo

La Ruta Pradela segue il Camino attraversando una bella zona panoramica ricca di verde, passa per Pradela e si ricongiunge a Trabadelo.

11 11 600 1:10 Pradela, Trabadelo

4 15 610 0:50 Portela,

Ambasmestas

Ancora villaggi come i tanti che punteggiano il Camino, il primo è un centro di ristoro per camionisti che si fermano al motel privato.

3 18 630 0:40 Vega de Valcarce

Bel villaggio rovinato dall'autostrada che lo sovrasta , ci sono negozi bar e ristoranti. Lasciato il villaggio, sulla sinistra, appare il minaccioso Castro Sarracin. Usciti dal paese si incontra subito il bivio per il percorso alternativo, a sinistra, e dopo 2 km si arriva alla Carretera Nacional N-120 che corre parallela alla vecchia strada fino a pochi chilometri prima di San Justo de la Vega, dove il percorso si ricongiunge al Camino.

2 20 670 0:25 Ruitelan In cima alla collinetta che sovrasta il villaggio c'è il romitaggio di San Froilan, vescovo di Leon nel sec. X e nel villaggio la piccola Iglesia de San juan Bautista.

2 22 705 0:50 Herrerias, Hospital Ingles

Il modesto villaggio, un po' spostato rispetto al sentiero, ha una fonte ed un bar; da documenti del sec. XII risulterebbe che qui sorgeva un ospizio eretto da Pellegrini inglesi, con una cappella dove venivano seppelliti i Pellegrini morti. Ora inizia il vero assalto al Cebreiro, 8 km di salita ripida e faticosa .

3 25 920 0:50 La Faba Buon punto di ristoro alla cantina di Mariano.

2 27 1150 0:30 Laguna de Castilla

Questo minuscolo villaggio è l'ultimo centro abitato della Castilla y Leon, fra poche centinaia di metri si è in Galicia. Iniziano a fare la loro presenza le "pietre miliari": paletti in cemento che ci accompagneranno fino a Santiago de Compostela. Posti lungo il Camino, ogni cinquecento metri, con l'indicazione della distanza da Santiago: sono molto rassicuranti, la loro presenza conferma che si è sulla giusta via e che la meta si avvicina .

2 29 1300 0:30 o' Cebreiro

Piccolo villaggio di una ventina di case e probabilmente il più carico di storia per quanto riguarda il Camino. L'Iglesia de Santa Maria Real risale al sec. IX, anche se quella che vediamo è il risultato di tanti restauri, compreso uno recente. Il villaggio nacque dai e per i pellegrini; dopo la chiesa, nell'XI sec. fu costruito un ospizio dai monaci dell'abbazia di Aurillac, in Francia, che lo gestirono fino al 1854. Nella chiesa c'è una bella statua della Vergine del sec. XII; e si possono ammirare anche il calice e la patena del famoso Milagro d'o' Cebreiro. Caratteristiche del Cebreiro sono interessanti le case rotonde dal tetto di paglia dette Pallozas, di origine celtica. C'è un piccolo e curioso museo in una palloza restaurata di recente; o' Cebreiro è oggi anche un centro turistico, in estate è difficile trovare posto all'albergue.

Abbiamo percorso 56 Km del “CAMINO CALINES”

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3ª tappa O’CEBREIRO / SAMOS CASTILLA / GALICIA

KM 31 DISLIVELLO: 30 SALITA: 785 DISCESA: 775

Tempo di percorrenza: ore 7:05

Descrizione

Già dalla tappa precedente avevamo rivisto boschi di castagni. Oggi è una full immersion nel verse. Scendendo dal Cebreiro ci sono viste spettacolari sulle valli sottostanti che sembrano non finire mai. Si cammina per umidi boschi, si attraversano pascoli sempre più aperti e s'incominciano a vedere i caratteristici horreos. Santiago è ora più vicina. Per un po' si cammina in alto, poi inizia la lunga discesa che ci porterà all'Alto de Pojo per poi riprendere a scendere fino a Triacastela. Si attraversano costellazioni di piccoli villaggi che hanno assistito per secoli al passaggio dei pellegrini. Appena fuori Triacastela si può seguire il Camino che, via San Cristobo e Renche, va al Monastero di Samos e raggiunge Anguiada, a circa 21 km. (Questa la nostra scelta) Oppure si può optare per il percorso alternativo che, via Balsa e San Xil, va a Montan e Furela poi Calvor e raggiunge Anguiada dopo 14 km. In Galicia la maggior parte degli albergues sono gestiti dalla Xunta de Galicia e sono gratis, raramente viene chiesta un'offerta ma sono un po' standardizzati.

Albergue

Ad Hospital de la Condesa l'albergue è sopra la strada all'entrata del villaggio, tel. 982.161336, ha 18 posti letto a castello in due camerate più spazio per materassi sul pavimento e buoni servizi, aperto tutto l'anno. A Triacastela ci sono tre albergues:

1. il primo, tel. 982.548087, è sulla sinistra all'entrata del villaggio con 68 posti a castello in diverse camerette, buoni servizi, si chiede un'offerta, aperto tutto l'anno.

2. l'Albergue Aitzenea privato, tel. 982.548076, al centro del paese, con 30 posti letto a castello, ha buoni servizi, chiede 7 € per dormire, 3 € per il bucato in lavatrice.

3. c'è il nuovo Albergue Berce do Camino privato, in Avenida Camillo Jose Cela 11, con 40 posti letto e servizi , chiede € 7.

A Samos c'è l'austero albergue del Monasterio de los Benedictinos, ha 44 posti letto a castello in un grande dormitorio, servizi modesti, senza cucina ne area per consumare i pasti, aperto tutto l'anno. Alle 19,30 si recitano i Vespri. A Calvor sul percorso alternativo, c'è un tipico albergue gestito dalla Xunta, ospitato come molti altri in Galicia in una ex scuola, tel. 982.530894; ha 22 posti letto a castello con spazio per materassi sul pavimento, buoni servizi, aperto tutto l'anno.

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km alt. s.l.m.

tempi di percorrenza

località note parz. progr.

0 0 1300 0:00 o' Cebreiro

2 2 1290 0:40 Liñares, Alto de San Roque

Villaggio con un bar, un negozio ed un ostello privato; si va lungo la vecchia strada e si passa davanti alla chiesa di San Esteban. Lasciato il villaggio si arriva subito all'Alto de San Roque caratterizzato dalla drammatica scultura/monumento raffigurante un Pellegrino; da qui si gode anche una bellissima vista delle valli circostanti.

2 4 1250 1:00 Hospital de la Condesa

Un tempo qui sorgeva uno dei più antichi ospizi per i Pellegrini di tutto il Camino, oggi il monumento più interessante è la vecchia chiesa con il campanile dal tetto di pietra sormontato dalla croce di Santiago.

2 6 1275 0:20 Padornelo

Arrivati al villaggio, sulla destra del sentiero c'è l'antica e bella Ermita de San Oxan con la Cappella dedicata a San Juan, testimone delle molte opere che l'Ordine degli Ospitalieri di San Giovanni ha lasciato lungo il Camino.

3 9 1335 0:35 Alto de Poio Siamo a 1.335 mt. d'altitudine, uno dei punti più alti del Camino; si può fare una sosta per colazione in uno dei due bar.

3 12 1190 0:40 Fonfria Modesto villaggio, deve il nome alle fresche acque della fonte, dal latino Fons Frigida.

6 18 950 1:10 Biduedo, Filloval

Ed ancora As Pasantes e Ramil, modestissimi villaggi sull'antico Camino

3 21 660 0:30 Triacastela

La cittadina dei tre castelli, fu un importante centro di ristoro per i pellegrini che scendevano dai monti: qui sorgevano diversi ospizi ed un grande monastero, che, come i tre castelli, è scomparso. Rimane un bel paesino con numerosi bar e negozi, albergues ed ostelli privati e la chiesetta parrocchiale di Santiago. Nei dintorni c'erano cave di pietra, utilizzate per la costruzione della cattedrale di Santiago : il Codex Calistinus racconta che i Pellegrini si caricavano di grossi sassi da portare a Casteñeda dove si preparava il materiale per i lavori della Cattedrale di Santiago. C’è la possibilità di un percorso alternativo via San Xil.

5 26 610 1:00 San Cristobo

Renche

Chi ha scelto il Camino lungo il corso del Rio Auribio attraverso verdi boschi per circa 5 km, arriva al villaggio di San Cristobo, poi a Renche dove può fare una prima breve sosta al bar Carlos e quindi raggiunge Samos.

5 32 580 1:20 Samos

Samos, tranquillo villaggio in una piccola valle famoso per il maestoso Monasterio de los Benedectinos, uno dei più antichi di Spagna. Le visite guidate al monastero sono organizzate regolarmente, soprattutto il chiostro è da non perdere ; alle 19,30 nella cappella si recitano i Vespri . Lasciato Samos, dopo 2 km si arriva alla piccola chiesetta di Teixos, da qui si prosegue per circa 8 km di verde seguendo il fiume fino a Anguiada, dove ci si ricongiunge con il percorso alternativo.

Abbiamo percorso 87 Km del “CAMINO CALINES”

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4ª tappa SAMOS / PORTOMARIN GALICIA

KM 37 DISLIVELLO: -330 SALITA: 530 DISCESA: 880

Tempo di percorrenza: ore 6:00

Descrizione

Tappa lunga e faticosa per i numerosi saliscendi. Da Aguiada c'è il solo Camino fino a Sarria e Portomarin. Il Camino, via meridionale, è di circa 8 km più lungo ma con meno saliscendi, segue la bella valle del Rio Ouribio e da la possibilità di visitare il Monastero de Samos. Il percorso alternativo, via settentrionale, è ritenuto più antico e quindi tradizionale. Entrambi sono bei percorsi che percorrono strade di campagna e sterrati in continuo saliscendi. Si cammina tra fitti boschi e pascoli rigogliosi, ruscelli, ponticelli e fontane. Si attraversa una moltitudine di piccoli villaggi dalle case di pietra e legno, ciascuno col proprio horreo per il granoturco. Infine si arriva a Portomarin, adagiato sul lago artificiale.

Albergue

A Sarria ci sono quattro albergues: 1. Xunta albergue sulla collina, nella vecchia parte della città, in Rua Major 79, con 40 posti

letto a castello più spazio per materassi sul pavimento, buoni servizi, aperto tutto l'anno. 2. nuovo albergue privato in Rua Major 31, tel. 982.530666, con 50 posti letto, buoni

servizi e ben tenuto, chiede 6 €, il bar della porta a fianco apre alle 7. 3. altro nuovo albergue privato, O Durminento, in Rua Major 44, tel. 982.531009, ha 38

posti letto e buoni servizi, ha una stanza attrezzata per disabili, chiede 8 € per dormire e 7 € per la cena.

4. l'Albergue dos oito Marabedis, in Rua Conde de Lemos, tel. 629.461770, non si hanno altre informazione.

A Barbadelo ci sono tre albergues: 1. l'albergue della Xunta, ex-scuola ristrutturata, 1 km prima di arrivare al paese a destra,

con 22 posti letto a castello, buoni servizi ma la cucina non è attrezzata, è ai bordi di un grande prato, circondato d'alberi, aperto tutto l'anno.

2. sulla sinistra appena entrati in paese c'è un albergue privato, tel. 982.189371, con 12 posti letto e buoni servizi, chiede 8 €.

3. anche Casa Carmen ha posti letto e chiede 8 €. A Ferreiros albergue della Xunta, con 22 posti letto a castello e buoni servizi, aperto tutto l'anno. A Portomarin attraversato il ponte, dopo un chilometro c'è il nuovo albergue, aperto nel 2004, quasi alla fine della cittadina, ha 40 posti letto a castello più numerosi posti aggiuntivi in estate, buoni servizi ma senza spazio per consumare i pasti, in compenso ha un grande giardino, aperto tutto l'anno. è molto popolare e potrebbe essere difficile trovar posto. Appena attraversato il ponte sulla destra c'è l'ostello YHA, è richiesta la tessera, chiede 8/5 €, a seconda dell'età.

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km alt. s.l.m.

tempi di percorrenza

località note parz. progr.

0 0 560 0:00 Samos

2 2 560 0:20 Teixos Piccola chiesetta di Teixos: da visitare.

7 10 530 2:00 Aguiada Qui ci si ricongiunge al Camino che viene da San Xil - Calvor.

5 14 440 1:00 Sarria

Città di origini celtiche, che nel medioevo fu un importante punto di sosta per i Pellegrini. L'antica atmosfera è ancora percepibile nel centro storico che sale lungo la Rua Major fino alle rovine del castello del sec. XIV. Interessante il vecchio Monasterio de la Magdalena con la bella facciata, poi si scende giù al ponte medievale sul Rio Celerio; da visitare anche l'Iglesia de San Salvador in stile romanico e quella di Santa Marina.

8 22 500 1:20 Barbadelo, Rente, Laiman

A Barbadelo si può visitare la romanica Iglesia de Santiago; si segue la strada fra un susseguirsi di querce e castagni: questa è la migliore Galicia rurale: umida e verde, con i diversi odori della campagna, viuzze scavate nel terreno o strette tra le case e le stalle.

4 26 600 0:50 Morgade

Il paletto miliare c'informa che siamo a km 99,500 da Santiago. Dietro il villaggio sorge la piccolissima Ermita tappezzata di messaggi lasciati dai Pellegrini. I villaggi ora si snocciolano come grani di un rosario, piccoli e quieti.

2 28 600 0:20 Ferreiros Deve il suo nome ai ferrari, maniscalchi e calderai del passato; poco dopo il villaggio si arriva alla romanica Iglesia de Santa Maria de Ferrarios.

7 35 450 1:20 Villacha

Prima di arrivare, sulla sinistra un po' fuori del Camino, c'è il villaggio di Cortes, nella remota valle del Rio Loio, con le rovine del Monasterio de Santa Maria de Loio, di cui rimane la piccola Capilla de Santa Maria. Si ritiene che qui venne fondato nel sec. XII il grande Ordine di Santiago.

2 37 330 0:20 Portomarin

Dalle pendici dell'Alto del Paramo si scende piuttosto rapidamente fin sulle sponde del bacino artificiale dell'Embalse de Belesar, si attraversa il moderno ponte e si entra in città: l’ingresso è tutto in salita, in particolare quello "stronca-gambe" che è la scalinata di fronte, ma la si può aggirare seguendo la strada sulla destra. Il vecchio ponte romano, come gran parte della città, è stato sommerso dal lago, mentre alcuni monumenti sono stati smontati e ricostruiti nel centro dell'attuale Portomarin. Tra questi la bella chiesa fortificata del sec. XII dei Cavalieri Ospedalieri di San Giovanni, l'Iglesia de San Nicolas, il cui portale si ritiene sia opera di Mastro Mateo, lo stesso che fece il Portico de la Gloria. Città di origine romana ed importante centro strategico nel medioevo, fu roccaforte dei Templari e dei Cavalieri di Santiago che ne occupavano il distretto meridionale di San Pedro; mentre gli Ospitalieri di San Giovanni risiedevano in quello settentrionale di San Nicolas. Oggi è un paese dall’aspetto moderno e meta turistica, importante punto di riferimento del Camino Frances.

Abbiamo percorso 124 Km del “CAMINO CALINES”

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5ª tappa PORTOMARIN / MELIDE GALICIA

KM 41 DISLIVELLO: 120 SALITA: 390 DISCESA: 160

Tempo di percorrenza: ore 8:45

Descrizione

Tappa simile alla precedente, con paesaggi che variano in continuazione, e si alternano fra loro: boschi, prati, pascoli, piccoli paesi e villaggi, torrenti e ponti ed innumerevoli saliscendi. Da Portomarin a Hospital de al Cruz si fiancheggia , ora a destra ora a sinistra, la carretera nacional, poi si percorrono strade secondarie, con le salite della Sierra Ligonde e dell'Alto do Rosario e si raggiunge Palas de Rei. Da qui fino a Melide il Camino segue bellissimi sentieri ed in quest'ultima parte si sale, per poi ridiscendere, attraversando tre vallate, in gran parte immerse nei boschi.

Albergue

A Gonzar l'albergue è al margine della strada, quindi molto rumoroso, ha 18 letti a castello e spazio per materassi sul pavimento, buoni servizi. La famiglia dell'hospitalera gestisce un bar dove si può fare colazione ed acquistare panini, nel villaggio non c'è altro. Aperto da aprile ad ottobre. A Hospital de la Cruz l'albergue è alla fine del villaggio, conosciuto come Albergue Ventas de Naron, come il villaggio a 1,5 km da qui, ha 22 posti letto a castello e spazio per 50 materassi sul pavimento, buoni servizi, aperto tutto l'anno. A poca distanza, in un garage, servono bevande e bocadillos e l'hospitalero cucina il pasto serale. Più avanti, a sinistra, c'è il bar/ristorante El Labrador, serve pasti a 7 €. A Ligonde c'è l'albergue privato Fuente de Peregrino, gestito da Evangelici, con soli 8 posti letto, offre un'atmosfera amichevole, è aperto da metà maggio a metà settembre. Risulta esserci anche un Albergue Municipal con 20 posti letto, chiede 6 €, aperto tutto l'anno. Ad Eirexe l'albergue della Xunta Refugio de Ligonde è nella piazza alla fine del villaggio, ha 18 posti letto a castello più spazio per materassi sul pavimento, buoni servizi, l'hospitalera offre colazione e pasti nei locali della porta accanto, aperto tutto l'anno. Ad Alto del Rosario c'è un modesto albergue con 20 posti per materassi sul pavimento, servizi inadeguati ma con cucina, non ci sono bar o negozi nelle vicinanze. A Palas de Rei l'albergue della Xunta è all'incrocio della Traversia de la Iglesia nel centro del paese davanti al Municipio, ha 60 posti letto a castello più spazio per materassi sul pavimento, buoni servizi, aperto tutto l'anno. A San Xulian c'è l'Albergue òAbrigadorio, privato, con 20 posti letto, chiede 20 €, aperto da Pasqua ad ottobre. A Ponte Campana l'albergue privato Casa Domingo, tel. 982.163226, ha un bar ed offre pasti a 6 €, sembra sia aperto solo in estate. A Mato Casanova c'è l'albergue della Xunta in una tranquilla strada di campagna, con 20 posti letto a castello e buoni servizi, aperto tutto l'anno. A Leboreiro c'è il modestissimo albergue Municipal, offre 18 posti sul pavimento, no letti o materassi, servizi inadeguati, senza acqua calda, se è chiuso chiedere la chiave alla casa accanto. A Melide l'albergue della Xunta è usato anche come Albergue Juvenil, quindi può essere affollato od esaurito, particolarmente in estate. È vicino all'Iglesia de Santa Maria in Rua San Antonio, alla fine del paese, con 130 posti letto a castello più spazio per materassi sul pavimento, buoni servizi, con la possibilità di poter usare la lavatrice per il bucato al costo di 3 €, aperto tutto l'anno.

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km alt. s.l.m.

tempi di percorrenza

località note parz. progr.

0 0 330 0:00 Portomarin .

10 10 500 2:20 Castromajor

Lasciato Portomarin attraversando il Rio Torres sulla Pasarela, stretto ponte per soli pedoni, inizia la lunga salita per l'Alto San Anton, Toxibo, Gonzar e Castromajor. Quest'ultimo è un centro di origine celtica che ospita la piccola Iglesia de Santa Maria.

3 13 610 0:40 Hospital de la Cruz

La strada raggiunge bruscamente questo villaggio dove sorgeva anticamente un ospizio per i Pellegrini, ma che anche oggi tiene fede all'ospitalità della Galicia: in una vecchia costruzione agricola si offre sopa caliente y bocadillos.

1 14 650 0:20 Ventas de Naron

Minuscolo villaggio con la piccola Capilla de Magdalena: nell'anno 840 qui si svolse una sanguinosa battaglia tra Mori e Cristiani.

3 17 660 0:40 Ligonde In antico c'era un ospizio per i Pellegrini: una leggenda racconta che Carlomagno sostò in questo villaggio.

3 20 580 0:30 Portos

Si passa davanti ad un bel Crocefisso in pietra ed ad una vecchia quercia da cui , si può deviare per andare, allungando il Camino di circa 5 km, a Vilar de Donas. un'antica sede dei Cavalieri di Santiago, dove si trova l'Igrexa San Salvador, del sec. XIV, con splendidi affreschi e sculture, eretta sui resti di un monastero del X secolo.

4 24 670 0:50 Alto do Rosario

La tradizione vuole che i Pellegrini, nell'avvicinarsi al colle, iniziassero la recita del Rosario

2 26 560 0:30 Palas de

Rei

Purtroppo non rimane nulla dell'importante borgo medievale che fu, se non l'Iglesia de San Tirso col portale romanico dell'XI secolo. Oggi è un moderno centro amministrativo e commerciale .

3 29 480 0:40 San Xulian do Camiño

Ha una piccola ed interessante chiesa parrocchiale del XII secolo.

3 32 430 0:40 Mato

Casanova Il sentiero continua attraverso Pallota, il ponte sul Rio Pambre e sale tra boschi di querce.

7 39 400 1:15 Leboreiro, Furelos

Villaggio medievale : notevole la romanica Iglesia de Santa Maria del XII secolo. Passato il Puente de Magdalena sul Rio Seco, si prosegue per Disicabo e Furelos: con il magnifico ponte romano sul Rio Furelos, la bella Iglesia de San Juan, con la caratteristica statua del Cristo in croce che tiene un braccio abbassato. C'è un bar ed una taberna, ma nulla resta dell'antico ospizio per i Pellegrini.

2 41 450 0:20 Melide

Graziosa città dal centro storico ancora intatto. Bella l'Igrexa Santa Maria di stile romanico con interessanti affreschi, la chiesa di San Roque e quella parrocchiale di Sancti Spiritus, ciò che rimane del monastero agostiniano del XIV secolo e dell'ospizio dei Pellegrini. Qui il Camino Primitivo che proviene da Oviedo si ricongiunge al Camino Frances. Appena entrati in città si incontra la romanica Iglesia de San Pedro dietro cui si trova il famoso incrocio tra la carretera nacional N-547 e la C-540: è il Crucero do Melide con la bellissima croce in pietra del XIV sec., ritenuta la più antica della Galicia. Sono molto conosciute, tra le specialità gastronomiche locali il polpo a la galega ed il pan de melide.

Abbiamo percorso 165 Km del “CAMINO CALINES”

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6ª tappa MELIDE / ARCA-'O PINO GALICIA

KM 33 DISLIVELLO: -160 SALITA: 75 DISCESA: 255

Tempo di percorrenza: ore 6:30

Descrizione

Tappa medio-lunga ma non difficile: ci sono diversi saliscendi ma contenuti in dislivelli accettabili, anche se qualche salita fa un po' tribolare, in particolare se la giornata è calda. Si attraversano numerose aree boschive, ma le querce ed i castagni ed i pini spariscono a poco a poco per far posto agli eucalipti. I ruscelli si susseguono ad un ritmo crescente e la tentazione di fermarsi, togliersi le scarpe e riposare un po' con i piedi nell'acqua, diventa irresistibile. Piccoli villaggi appaiono e spariscono rapidamente alle nostre spalle, simili gli uni agli altri e subito dimenticati.

Albergue

A Ribadiso do Baixo l'albergue della Xunta è tra i piu belli del Camino: un vecchio ospizio per Pellegrini ristrutturato, in una posizione idilliaca tra gli alberi e la sponda del Rio Iso. Ha 62 posti letto a castello e spazio per materassi sul pavimento, con buoni servizi ma con l'inconveniente che per usare le toilette è necessario attraversare il cortile, sono distanti circa 50 mt. dal dormitorio, non ci sono negozi nei dintorni ma il solo café Manuel, aperto tutto l'anno. Ad Arzua l'albergue è della Xunta, vicino all'Iglesia de Santiago, a sinistra della strada principale, un posto poco felice, ha 41 posti letto, buoni servizi, non è molto popolare con i pellegrini ed è poco ben tenuto, aperto tutto l'anno. A Santa Irene ci sono due albergues: 1. l'Albergue Santa Irena, di una rete privata, tel. 981.511000, a sinistra della piazza del villaggio, con 15 posti letto e buoni servizi, chiede 10 € per dormire, si può avere la cena nel ristorante attiguo per 8 €.

2. l'altro è l'abergue della Xunta, a circa mt. 200 più avanti sul bordo della carretera, a destra: ha 36 posti letto a castello, buoni servizi, abbastanza tranquillo anche se è sulla strada, aperto tutto l'anno.

Ad Arca l'albergue della Xunta Arco do Pino è una bella costruzione moderna appositamente ideata per i Pellegrini, è davanti alla prima farmacia che s'incontra sulla destra, dietro le Poste, ha 100 posti letto a castello, ottimi servizi, compreso un bagno, aperto tutto l'anno, spesso affollato in quanto rappresenta la tappa ideale per arrivare presto a Santiago.

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km alt. s.l.m.

tempi di percorrenza

località note parz. progr.

0 0 450 0:00 Melide

11 11 320 2:00 Boente, Ribadiso

Tradizionali villaggi della Galicia, movimentati dal passaggio dei Pellegrini e da tutto ciò che ruota intorno ad esso. A Boente, nell'Igrexa de Santiago c'è la statua del Santo seduto, rappresentazione rara nell'iconografia iacobea, la stessa peraltro scelta da Mastro Mateo per il Portico de la Gloria. Qui ci sono un bar ed un ristorante, mentre a Ribadiso c'è solo il modesto café Manuel. Ricordarsi di far rifornimento di cibo e acqua a Boente, se si vuole far tappa a Ribadiso.

3 14 380 0:40 Arzua

Ultimo centro abitato di una certa importanza fino a Santiago, famoso per il suo formaggio. Non è molto attraente, il centro storico ha perso l'antica bellezza in favore di un’espansione moderna e caotica . Lasciata la piazza centrale, sulla sinistra c'è la Chiesa Agostiniana della Maddalena, in completo abbandono, e non ci sono tracce dell'ospizio dei Pellegrini che sorgeva accanto.

11 25 360 2:10 Salceda Il villaggio si stende lungo la strada, ci sono bar ed un negozio. Poco fuori l'abitato un piccolo monumento in ricordo di Guillermo Watt, un pellegrino che qui morì nel 1993.

5 30 405 1:10 Santa Irene

Il sentiero sale un po' fino all'Alto de Santa Irene, tra fitti boschi di eucalipti, poi scende bruscamente fino ad Arca: ha un bel ristorante, un paio di bar, negozi e la settecentesca chiesa di Santa Irene.

3 33 290 0:30 Arca La cittadina inizia dopo l'albergue, circondato da un bosco di eucalipti; non offre gran che ma ha un supermercato e qualche negozio.

Abbiamo percorso 198 Km del “CAMINO CALINES”

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7ª tappa ARCA-'O PINO / SANTIAGO DE COMPOSTELA

GALICIA

KM 20 DISLIVELLO: -30 SALITA: 95 DISCESA: 85

Tempo di percorrenza: ore 5:00

Descrizione

La prima parte della tappa odierna, l'ultima per chi si ferma a Santiago od ha deciso di non ritornare a piedi da dove è partito, si svolge ancora tra i boschi di alti ed onnipresenti eucalipti. Si passa San Anton, Amenal, Cimadevila e San Paio, alla cui sinistra s'intravede il modernissimo aeroporto. Siamo a Labacolla, un tempo i Pellegrini si lavavano nelle acque del Rio Labacolla per poi presentarsi alla tomba dell'Apostolo nel migliore stato possibile: era un rito di purificazione. Si attraversa un'ampia area verde fino al Monte do Gozo (o Mon Xoi in galego), Monte della Gioia, è meglio godersi l'ombra e la pace di questi boschi perché appena s'inizia a scendere dal monte si cammina sull'asfalto della periferia. Fermatevi un attimo anche nella Capilla de San Marcos, prima di scendere dal monte: anche questa chiesetta è parte integrante del Camino. Si passa San Pedro, la Puerta del Camino, le viuzze strette e piene di vita che escludono la vista sulla città, la Via Sacra, Calle de Azabacheria ed ecco, finalmente, Plaza del Obradoiro .... la Cattedrale .... solo 33 gradini ci separano dal Portico della Gloria.

Albergue

A Monte do Gozo l'enorme albergue della Xunta è all'inizio della discesa verso Santiago, in posizione panoramica: ha 800 posti letto a castello, 8 in ogni camera, ottimi servizi ma senza cucina, tel. 981.558942, è gratuito. Ha l'inconveniente di essere piuttosto lontano dal centro, anche se c'è un regolare servizio di autobus. A Santiago de Compostela l'albergue Seminario Menor de Belvis è fuori del centro storico, ma ad una distanza ragionevole ancora nell'antica periferia, in un enorme palazzo in Rua de Belvis, tel. 981.589200: ha 150 posti in letti singoli, in grandi camerate su diversi piani, buoni servizi ma senza cucina, vengono richiesti 5 €. Si può restare fino a 3 giorni purché si esca alle 10 del mattino, dopo la prima notte, e si rientri dopo le 11, ripetendo la procedura del giorno di arrivo, è quindi obbligatoria la presentazione della Credenziale o della Compostela. Sono possibili molte altre soluzioni a prezzi abbordabili: chiedere all'Oficina de Acogida al Peregrino, tel. 981.562419 e 981.566577, in Rua do Vilar 1, aperto dalle 9 alle 21. Oppure all'Informacion Turistica, tel. 981.555129, in Rua do Vilar 63, od in Plaza de Galicia, Tel. 981.573990.

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km alt. s.l.m.

tempi di percorrenza

località note parz. progr.

0 0 290 0:00 Arca

10 10 310 2:15 San Paio, Labacolla

Villaggi che punteggiano il Camino ma che hanno perso ogni segno del passato: da San Paio a Labacolla si percorre l'ultimo tratto di sentiero, d'ora in poi sarà sempre e solo asfalto. Un po' fuori del Camino, alla periferia occidentale di Labacolla, c'è la bella Capilla de San Roque. Per il resto è tutta attività turistico/commerciale.

5 15 350 1:45 Monte do Gozo

Da qui si dovrebbero vedere i pinnacoli della cattedrale di Santiago. La collina è però caratterizzata dal discusso monumento a ricordo della visita di Giovanni Paolo II, mentre poco oltre sorgono il mega-albergue, il Palazzo dei Congressi, l'Università; fortuna che Santiago è tutta un'altra faccenda!

5 20 260 1:10 Santiago

de Compostela

Il centro storico, Plaza Obradorio, la Cattedrale, il Portico de la Gloria. Si vive il proprio personale incontro con San Giacomo. Chi se ne sta in silenzio, un po' attonito, quasi smarrito dopo aver toccato la meta, senza sapere cosa fare. Chi cede alla tensione e piange in silenzio, o abbraccia qualche compagno di cammino. Chi fa festa, canta, balla. Chi entra in cattedrale, prega, compie i riti tradizionali. E poi, per tutti, la messa per i pellegrini, l'oscillare del Botafumeiro, l'abbraccio alla statua del Santo. È finito il cammino, questo cammino. Non è ancora ora di bilanci: quelli si faranno in seguito. Per ora quello che vale è la gioia di avercela fatta, la consapevolezza che oggi si è compiuta un'esperienza importante per la vita.

Abbiamo percorso 218 Km del “CAMINO CALINES”

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ATTREZZATURA

INDISPENSABILI

Zaino 60 litri circa. Preferire zaini con tasche esterne. Secondo stagione diventa indispensabile il coprizaino per la pioggia.

Sacco a pelo In piumino se la stagione è fredda. Comunque sia, deve essere leggero (< 1 kg)

Scarpe Un paio da trekking, di tipologia adatta alla stagione. Un secondo paio leggere; in alternativa un paio di sandali da trekking

Ciabatte In gomma, per la doccia e per far stare i piedi il più possibile all’aria durante i momenti di riposo. Se ne può fare a meno se si hanno i sandali impermeabili

Giacca leggera In materiale impermeabile e, per quanto possibile, traspirante

Pantaloni 1 o 2 paia lunghi con cerniera a mezza coscia, 1 paio corti. Si trovano modelli leggerissimi, facilmente lavabili, abbastanza robusti.

Calze 4 o 5, senza cuciture, traspiranti, specifiche per trekking

Felpa Una leggera ed una più pesante, in pile (leggero e caldo).

Mutande, magliette, fazzoletti

3 o 4 ognuno. Ne esistono in materiali (microfibra) che riducono al minimo la permanenza di sudore sulla pelle e asciugano in fretta

Cappello Uno per il sole (o bandana) e uno impermeabile, a falda larga

Borraccia In materiale leggero e termica, meglio se è agganciabile esternamente allo zaino. Si può sostituire con due bottigliette in PET da 1/2 litro

Cordino 5/6 metri, per stendere, e altri usi

Spille da balia Di diverse dimensioni: servono anche per appendere la biancheria per asciugare

Asciugamani

Quelli in cotone a nido d'ape assorbono bene e occupano poco posto. Si trovano anche pezze in microfibra 40x40, vendute come stracci per pulire e di poco costo. Hanno una finitura che li rende simili ad asciugamani in spugna ed hanno uno straordinario potere assorbente; durante l'uso si può strizzare l'acqua in eccedenza e continuare ad usarle senza la sgradevole sensazione del cotone bagnato. Pesano pochissimo (45 grammi!) e asciugano in fretta: provare per credere!

Set pulizia

Per igiene personale e per lavare biancheria. Una buona soluzione è portarsi un sacchetto di sapone di marsiglia in scaglie (meglio passarle in un tritatutto e polverizzarle); è più leggero di quello liquido e di quello in pani e si può usare indifferentemente per le mani, per il corpo, per i capelli e per la biancheria. Un buon contenitore è quello sterile usato per l'urinocoltura. Spazzolino con manico componibile. Non scordare tagliaunghie o forbicina.

Set per medicazione

Benda elastica, cerotti normali e soprattutto quelli speciali per vesciche (Compeed), antidolorifico, antinfiammatorio, crema per la protezione dei piedi, Mercurocromo o Betadine, aghi sterili per le vesciche, bisturi monouso, crema scottature. Comunque tutto questo si può comprare lungo il cammino.

Coltello Multiuso

Sacchetti Ripiegati bene, servono sempre

Penna, quaderno Se si vuole scrivere un diario, prendere appunti.

Telefonino Fa piacere parlare o scambiare messaggi con la famiglia o con gli amici.

Macchina fotografica

Come si fa a rinunciare a qualche foto ricordo? Le macchine compatte pesano solo 200/300 g

Occhiali Da sole e da vista

Tessera europea di assicurazione malattia

Inviata a domicilio dal Ministeri delle Finanze: per avere assistenza sanitaria nei paesi CEE senza problemi

Guida al cammino Che sia leggera !!!

Ago e filo Per rammendare vestiti e zaino

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UTILI, MA SE NE PUO' FARE A MENO

Sacco-lenzuolo 2 lenzuola cucite assieme: se ne può fare a meno se si usa il sacco a pelo

Bastone telescopico Due, per alleggerire il carico sulla schiena, specialmente in salita e in discesa. Possono essere utili, ma dipende dalle abitudini, e comunque pesano anche questi

Torcia può servire d'inverno

Walkman, radio o CD drive

Se si fa il cammino da soli possono far compagnia; altrimenti, meglio lasciarli a casa

Integratori salini, aminoacidi e prodotti simili

C'è chi dice siano indispensabili, chi dice che se ne può fare a meno, adottando una alimentazione equilibrata. Comunque è più saggio lasciarli a casa e comprarli, eventualmente, lungo il cammino

Materassino Pesa poco e niente, e spesso diventa utile per sdraiarsi all'aperto o per una sistemazione di emergenza; può servire anche ad avvolgerci il sacco a pelo, se lo si mette fuori dallo zaino

Ombrellino pieghevole necessario, praticamente indispensabile, se si fa il cammino nei mesi non estivi; accertarsi che resista al vento

Ghette parapioggia utili se si fa il cammino nei mesi invernali

Costume da bagno d'estate serve

Marsupio può essere utile per alloggiare portafogli, cartine, spiccioli, telefonino

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PONFERRADA Ponferrada è un comune spagnolo di 62.175 abitanti situato nella provincia di León, comunità autonoma di Castiglia e Leon. Città industriale, sorge su un altopiano a 543 metri di altitudine alla confluenza dei fiumi Baeza e Sil. Importante nodo stradale, capoluogo della comarca di el Bierzo, prende il nome da un ponte costruito nel XII secolo per consentire ai pellegrini di superare il fiume Sil nel loro cammino verso Santiago de Compostela. Storia I primi nuclei abitativi fissi della zona furono costituiti da Liguri poi soppiantati e mescolati a popoli Celtici. La conquista romana di questi territori iniziò nel I secolo a.C. e con essa iniziò lo sfruttamento intensivo dei giacimenti auriferi locali. La tecnica estrattiva, detta in latino ruina montium, consisteva nello scavare nelle rocce aurifere delle gallerie e dei canali attraverso i quali veniva introdotta dell'acqua: questa erodeva la montagna trasportando il materiale aurifero in apposite vasche per il lavaggio e il recupero dell'oro. Questa erosione e la successiva azione degli eventi atmosferici hanno prodotto il complesso del tutto particolare e suggestivo chiamato Las Médulas, dichiarato nel 1997 patrimonio dell'umanità dall'Unesco. Questa risorsa fece dell'attuale Ponferrada una città romana, sede di una mansio, citata ancora nel III secolo col nome di Interamnium Flavium nell'Itinerario antonino. Con la caduta dell'Impero romano e le invasioni dei Vandali il sito fu abbandonato, finché nel XII secolo il vescovo di Astorga, Osmundo, per agevolare i pellegrini di Santiago fece costruire sul fiume Sil un ponte rinforzato in ferro (Pons Ferrata) dal quale prese il nome il borgo, tappa del camino frances intermedia fra Mulina Seca e Villafranca del Bierzo. Il borgo di Puenferrada fu all'inizio in potere dei re di Leon che nel 1178 la donarono all’Ordine dei Templari che si era preso cura della sicurezza del Camino. Scomparso l'Ordine, Ponferrada passò più volte di mano fino a quando nel XVI secolo venne in possesso del conte di Lemos il quale però fu contestato dal figlio che pretendeva la proprietà del castello. Risolsero la disputa i Re Cattolici che rivendicarono la proprietà del castello e dell’abitato facendoli restituire alla Corona di Spagna. Da allora non vi furono più fatti rilevanti nella storia di Puenferrada che seguì senza protagonismi la storia di Spagna nei suoi splendori e nei suoi periodi di declino. L'unica distinzione fu per lo sviluppo industriale che si accentuò a Ponferrada nel XX secolo. Monumenti Di grande importanza è il Castillo del Temple dichiarato monumento historico cultural, del quale si è provveduto di recente a coprire con tettoie i resti. Costruito nell'XI secolo fu modificato, ampliato, riformato e restaurato più volte nei secoli successivi fino ai nostri giorni. La cinta muraria e alcune torri del XV secolo sono infatti attualmente in restauro e si pensa di recuperare alcune parti per farne un centro culturale. La Torre del Reloy, del XVI secolo, fu un'antica porta della città, mentre al 1565 risale il Real Carcel (Carcere reale), edificio a due piani che ospita oggi il Museo del Bierzo, con al primo piano l'esposizione permanente e al secondo le mostre temporanee. La Basilica de Encina è stata fondata nel 1614 e ultimata nel XVIII secolo. Encina significa quercia e si riferisce qui alla tradizione che ricorda come un Templare trovò la scultura della vergine detta poi, Virgen de la Encina, che era stata nascosta in una quercia per sottrarla alla possibilità che se ne impadronissero i Musulmani. Popolarmente questa statua è detta La Morenita perché è una delle antiche Madonne nere della Spagna. Dintorni Negli immediati dintorni della città e nelle sue frazioni ci sono molte località e monumenti interessanti:

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Le già citate miniere romane di Las Medulas; La chiesa mozarabica dichiarata Monumento Histórico Artístico di San Tomas de las Ollas, paese nel cui nome si indica la produzione di pentole (Ollas), cui si dedicava tradizionalmente la maggior parte dei suoi cittadini; A Otero la chiesa dell'XI secolo dichiarata BIC di Santa Maria de Vizbayo è di stile romanico con reminiscenze mozarabiche. Non distante è la Valle del Silencio - detta così dal nome del fiume che la solca, ma detta anche la Tebaida berciana per la moltitudine di monasteri mozarabici di fondazione visigota che la popolano - dove si incontrano diverse emergenze monumentali: Il Monasterio de San Pedro de Montes fondato nel VII secolo da San Fructuoso e dal suo discepolo Valerio, abbandonato ai Musulmani, ricostruito nell'895 da San Genadio e nella prima metà del XIX secolo espropriato e messo all'asta grazie alla legge di desamortisacion di Juan Álvarez Mendizábal, uno dei protagonisti dell'abolizione della manomorta in Spagna. Vicino al paese di San Pedro de Montes c'è la Ermita de Santa Cruz costruita nel XVIII secolo su una antica chiesa visigota e mozarabica del X secolo. La chiesa di Santiago de Peñalba, uno dei gioielli dell'architettura mozarabica del X secolo e anch'essa dichiarata BIC. Il centro storico del paese è dichiarato e tutelato come complesso storico urbano; La Cueva de San Genadio che servì da romitorio a San Genadio vescovo di Astorga. A Compludo c'è l'antica Herreria (ferriera) medievale a cui la forza motrice era fornita da una ruota idraulica mediante un meccanismo che funziona ancora oggi per i visitatori. È stata dichiarata monumento nazionale. Nel paese da notare anche la chiesa parrocchiale del 1533.

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VILLAFRANCA DEL BIERZO Villafranca del Bierzo è un comune spagnolo di 3.647 abitanti situato nella comunità autonoma di Castiglia e Leon posto all'altitudine di 540 metri s.l.m. alla confluenza dei fiumi Burbia e Valcarce nella comarca del Bierzo a 23 Km. da Ponferrada, capoluogo della comarca. La città è collegata con l'autostrada A6 Madrid-La Coruña. È detta la perla del Bierzo o la piccola Compostela in quanto, essendo una delle ultime tappe del Camino francés, la sua chiesa di Santiago godeva di un particolare privilegio: i pellegrini che, giunti a Villafranca, non erano più in grado, per essersi ammalati, di raggiungere la meta fruivano ugualmente dell'indulgenza visitando la chiesa. La sua economia si basa sull'agricoltura in particolare dei vigneti che producono l'uva per il vino a documentazione di origine controllata (DOC) detto Bierzo e sulla coltivazione di ortaggi oltre che sull'allevamento del bestiame e sul turismo in crescita anche grazie al ritorno negli ultimi decenni dei pellegrinaggi a Santiago de Compostela. Storia I primi insediamenti umani nel Bierzo risalgono al neolitico e i primi popoli stabili furono i Celti che nel vicino Castro de la Ventosa abitavano il centro di Bergidum che, con l'avvento dei Romani, fu chiamato Bergidum Flavium. Questo villaggio è citato da Antonino nella sua descrizione delle strade preromane della zona. Nell'alto Medioevo la prima citazione di Villafranca è in un documento che riferisce di una battaglia che vi si svolse nel 791 fra Musulmani che venivano dalla Galizia e forze cristiane guidate dal re visigoto delle Asturie Bermudo I che lasciò poi il regno al nipote Alfonso II detto Il Casto. Secondo una leggenda la nascita di Villafranca è dovuta a due mandriani che pascolavano le loro bestie nella zona e, volendo cambiare il pascolo, decisero di affidarne la scelta ad una vacca che lasciarono libera di muoversi dove volesse. L'animale si fermò nel posto ove ora sorge Villafranca. In realtà l'origine della città è legata al camino de Santiago: dopo il rinvenimento del corpo di Sant Iago, nell'813 iniziarono i primi pellegrinaggi e sorsero alcuni centri dove i pellegrini potevano riposare ed eventualmente curarsi in caso di malattia. Villafranca fu uno dei primi di questi vilaggi, posto all'ingresso della Valle del fiume Valcarce e nei pressi dei guadi e dei ponti sul fiume stesso e sul fiume Burbia. Nel Codix Calixtinus Villanova è indicata come sosta intermedia fra quelle di Rabornal e Triacastela. Nel 1070 durante il regno di Alfonso VI su indicazione di pellegrini francesi alcuni monaci dell’Ordine di Cluny fondarono il Monasterio de Santa Maria Cluniaca dove coltivarono la vite. Si formò anche un borgo di pellegrini francesi che vi si sistemarono definitivamente e la città prese il nome di Villa Franca cioè villaggio dei francesi da cui deriva il nome attuale di Villafranca e l'aggiunta dell'indicazione del Bierzo serve a distinguerla delle altre località di nome Villafranca. La cittadina si dotò in seguito di ostelli e ospedali come la Leproseria de San Lazaro per i degenti di malattie infettive, fondata nel XII secolo e ancora attiva nel XVI, l’Hospital de Santiago del XV secolo rinnovato nel XVI, l’Hospital de San Roque trasformatosi poi nel Convento de la Anunciada ed altri. L’esigenza di avere ospedali nelle località di sosta dei pellegrinaggi era determinata dalla frequenza di malattie ed epidemie che colpivano i pellegrini particolarmente soggetti ad esserne preda perché indeboliti dalle fatiche dei viaggi, sfavoriti dalla promiscuità nei luoghi di sosta e dalle cattive condizioni igieniche di quei tempi. Per agevolare i pellegrini il re Alfonso VI nel 1072 concesse a loro l’esenzione dal pagamento del pedaggio imposto dal Castillo de Santa Maria de Autares vicino a villafranca. Nel 1186 il vescovo di Astorga ottenne da Roma una bolla papale con la quale lo si autorizzava a costruire una chiesa in Villafranca che avrebbe goduto degli stessi privilegi d'indulgenza per chi, partito per effettuare il pellegrinaggio a Santiago e arrivato a Villafranca, non fosse stato in grado di proseguire il viaggio. Verso la fine del XII secolo Alfonso VII concesse la signoria della città alla sorella Sancha poi la ebbe doña Urraca moglie di Fernando II che la ripopolò. La signoria passò in seguito a doña Teresa moglie di Alfonso IX, che nel 1192 concesse alla città i Fueros, cioè lo statuto con i privilegi e gli obblighi verso la Corona, confermati poi nel 1230. La signoria passò successivamente a doña Maria de la Cerda contessa di Medinaceli per finire a Pedro Fernando de Cqstro, maggiordomo maggiore di Alfonso XI e conte di Benavente, al quale la tolse Enrique III per concederla nel 1394

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a don Pedro Enriques conte di Trastamara. Più tardi Villafranca passò all'arcivescovo di Santiago che la vendette nel 1445 a don Pedro Alvarez Osorio marito di Beatrix de Castro, figlia di Pedro Enriquez conte di Lemos. In un documento del XV secolo risulta che la città aveva molti poveri e vi si verificavano molti delitti per cui ebbe fama di essere una città poco sicura con abitanti dediti ai furti e alle malversazioni. I suoi abitanti erano contadini che esibivano alle porte delle loro case per venderli i loro prodotti: vino, pane, pesce d'acqua dolce, frutta, olio e orzo; altrettanto facevano gli hidalgos cioè i nobili e notabili della città. Nel 1486 i Re Cattolici convertirono la signoria in marchesato in favore di Luis Pimentel y Pacego figlio del conte di Benavente e di Juana Asorio y Bazan. Sua figlia ed erede Maria sposò Pedro Alvarez de Toledo della casata degli Alba, che fu viceré di Napoli, a partire dal quale i marchesi cominciarono ad accumulare titoli fino a diventare Grandi di Spagna con il decimo marchese Antonio Maria Alvarez de Toledo e Perez de Guzman El Bueno, titolo concesso da Carlos III nel 1871. Nel 1520 fu a Villafranca l'imperatore Carlo V che si recava a Santiago per tenervi le Cortes e qui incontrò una commissione di Castigliani che sollecitarono la convocazione delle Cortes in Castiglia. Nei secoli XIV e XV si era nel frattempo formato un gruppo di artigiani e una iniziale borghesia che diede sviluppo alla città che si ingrandì nei secoli XVI e XVII come dimostrano i numerosi e importanti edifici costruiti in quel periodo. L'abbazia cluneense, entrata in crisi agli inizi del XIV secolo, era in stato rovinoso però fu occupata dai monaci fino all'inizio del XVI secolo con il nome della Asuncion de Nuestra Señora. Nel partire per Napoli dove era stato nominato viceré il marchese Pedro Alvarez s'impegnò affinché il Monastero diventasse una collegiata di canonici dipendenti direttamente da Roma, autorizzazione che giunse con tre successive bolle papali del 1529, 1531 e 1532 che autorizzarono ad avere un abate mitrato, venti canonici e la giurisdizione su sessanta parrocchie. Un cronista del 1577 riferisce che Villafranca aveva 800 abitanti e due monasteri francescani: uno di frati e l'altro di suore. Vicino al castello c'era il Convento de Dominicas de la Laura fondato all'inizio del XVII secolo da Maria de Toledo duchessa d'Alba. Nel 1689 la zona fu colpita da un'epidemia di peste che fece molte vittime. Un viaggiatore italiano Domenico Laffi scrisse di Villafranca nel 1670 che era un luogo prezioso in una fossa fra quattro alte montagne alla confluenza di due grandi fiumi all'interno del regno di Leon e che per la sua grandezza era meglio chiamarlo città con molti conventi, una grande piazza e case bellissime. Questo viaggiatore riferiva però anche della possibilità di essere derubati conformemente alla cattiva fama del paese e la tradizionale leggenda secondo la quale un garzone di un albergo aveva sottratto la cappa a un pellegrino che l'aveva scoperto mentre copriva con questa le spalle del busto dell'Apostolo di Compostela per cui il garzone fu condannato a pagare 10 maravidias all'arcivscovo di Santiago. Nel 1715 un'innondazione allagò il convento della Anunciada e molte case della zona più bassa della città. Nel XVII e XVIII secolo si cominciò a sviluppare il commercio. Il marchese nominò per il governo della città e delle undici località della sua giurisdizione due alcaldes (sindaci) ordinari, un governatore, sei assessori cinque notai. L'economia si basò sul lavoro degli artigiani che erano circa il 50% della popolazione che assieme agli agricoltori e agli allevatori di bestiame favorì lo svolgersi di fiere e mercati. In quest'epoca la città fu anche la capitale religiosa del Bierzo, a metà del secolo XVIII c'erano 41 sacerdoti compreso l'abate e i canonici della Collegiata e 131 religiosi (18 gesuiti, 56 francescani,29 concezioniste, 26 clarisse e 12 agostiniane). Come nel passato si distingueva il capitolo della Collegiata di Santa Maria, libero dalla giurisdizione del vescovo di Astorga, dipendente direttamente dalla Sede Apostolica di Roma. Nel 1837 un altro viaggiatore di nome Richard Ford scrisse che l'aspetto di Villafranca era svizzero situata com'era in un imbuto montagnoso con ponti, conventi, casali, territorio a gradoni con vigneti sugli splendidi fiumi Burbia e valcarce e aveva 534 abitanti. Non passò inavvertita questa città ad altri viaggiatori che la descrissero come montagnosa, agricola, circondata da vigneti, artigianale, mercantile, tappa di pellegrinaggi. Nel 1792 il viaggiatore Jovellanes scrisse di 2500 abitanti e di un luogo votato alla pesca delle trote. Durante la guerra d'indipendenza contro Napoleone fu Quartier Generale dell'esercito galiziano e fu saccheggiata tre volte dalle truppe inglesi in fuga. Fu poi occupata dalle truppe francesi che smantellarono il castello, rubarono quanto volevano nella Collegiata e nel Convento

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della Anunciada, profanarono le tombe di San Lorenzo di Brindisi e dei marchesi, bruciarono l'archivio comunale. Qui morì il comandante delle truppe spagnole Antonio Filangeri. Quando Villafranca fu liberata definitivamente nel 1810 divenne il centro delle operazioni al comando del generale spagnolo Santocildes contro i francesi per la liberazione di Astorga. Nel 1822 diventò capoluogo della provincia di El Bierzo-Valdeorras ma, con la riforma amministrativa dello Stato del 1833, il territorio di questa provincia venne ripartito fra le nuove province di Leon e Ourense. Nel 1895 un viaggiatore scrisse che Villafranca aveva 4.000 abitanti, illuminazione elettrica, mulini, campi irrigati, la fiera di Santiago, che esisteva peraltro già nel Medioevo, ed anche la stazione ferroviaria. La città continuò ad essere la più importante del Bierzo e, dall'inizio del XX secolo, primeggiò per l'importanza turistica grazie alla bellezza del suo paesaggio, dei suoi monumenti e al passaggio dei pellegrini di Santiago che nella seconda metà del secolo rincominciarono con maggiore frequenza. L'attività turistica, la coltivazione dei vigneti e degli ortaggi, la cura nella loro tipizzazione controllata come quella del vino di nome Bierzo e un inizio d'industrializzazione forniscono oggi i mezzi alla floridezza della città che ha aumentato la popolazione grazie all'immigrazione dai borghi rurali. Oltre al vino DOC (a denominazione d'origine controllata) nei vari tipi: bianco, rosato e rosso sono pure tutelati il pimiento asado del Bierzo (pepe tostato) IGP (a indicazione geografica protetta), il Botello del Bierzo IGP che è una specie di salsiccione di carne di maiale (costato, coda, lingua, spina dorsale) tritata e immessa e avvolta nell'intestino cieco del maiale dopo essere stata salata, condita con pepe, aglio e spezie naturali; il botello è lasciato invecchiare ed è da mangiare cotto. È Dop (Denominazione di origine protetta) anche la Manzana Reineta del Bierzo, mela renetta.

Monumenti

� Colegiata già monastero del secolo XI. � San Juan chiesa del XII secolo. � San Francisco antico convento del 1213 di cui rimane solo la chiesa tardoromanica però

con la parte superiore della facciata e le due torri campanarie sono barocche del XVIII secolo e l'ampliamento della chiesa è gotico del XV secolo.

� Palacio de los Marqueses de Villafranca del XVIII. � Palacio de Torquemada dello stesso secolo. � Casas Torres e Casa Morisca del XV secolo. � Castillo con quattro torrioni posto nella parte alta della città è del secolo XVI ed è più un

castello-palazzo che una fortezza. � La Alameda giardino costruito nel 1882, scenario naturale della Fiesta de la Poesia.

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PEDRAFITA DO CEBREIRO Pedrafita do Cebreiro è un comune spagnolo di 1.552 abitanti situato nella comunità autonoma della Galizia. Storicamente noto semplicemente come, Cebreiro o O Cebreiro, è un villaggio situato in Galizia a 1293 m s.l.m.. È la porta d'accesso alla Galizia per chi percorre il Cammino di Santiago. Cebreiro venne fondata prima dell'arrivo dei Romani, come testimoniano le "pallozas", abitazioni di pietra dalla forma ellittica con tetti di paglia, di probabile origine celtica. Santa Maria la Real e il Miracolo Eucaristico Un altro sito di interesse e valore storico è la chiesa preromanica di Santa Maria la Real, fondata nel XI secolo dai monaci benedettini. Al suo interno è possibile ammirare la cappella di San Benito, dedicata ai monaci fondatori, e la cappella del Milagro, al cui interno si conserva il Calice del Sacro Graal, segno del miracolo eucaristico della transustanziazione e l'immagine di Santa Maria la Real che, secondo la leggenda, spalancò gli occhi dallo stupore di fronte al miracolo. La leggenda narra che un giorno d'inverno un abitante del paese di Barxamaior incurante del forte temporale che stava abbattendosi su quelle terre, si recò, come di consueto, ad ascoltare messa. Il monaco, che lo vide arrivare disse con disprezzo “cosa non si fa per assicurarsi un pezzo di pane e un sorso di vino...”. Durante l'eucarestia il pane e il vino si trasformarono in carne e sangue di Cristo davanti agli occhi increduli del poco compassionevole monaco. SARRIA Sarria è un comune spagnolo di 12.887 abitanti situato nella comunità autonoma della Galizia. Questa cittadina deve la sua fama in quanto dista 112 km da Santiago de Compostela. Essendo il primo centro importante a distare poco più di cento chilometri da quest'ultima città, ed essendo cento i chilometri minimi da compiere nel Camino Francés per ottenere la Compostela, è quindi il punto di partenza più gettonato dai pellegrini del Cammino di Santiago di Compostela. PORTOMARIN Portomarín è un comune spagnolo di 2.008 abitanti situato nella comunità autonoma della Galizia. La città nacque e si sviluppò in corrispondenza di un ponte romano che attraversava il fiume Miño andato distrutto e poi ricostruito in epoca medioevale anche a causa della presenza del Camino de Santiago. Quando, nel 1962, fu costruita la diga di Belesar, tutto il paese si trasferì sul vicino monte del Cristo. Lì vennero ricostruiti alcuni degli gli edifici più importanti; come la chiesa di San Nicola, sul cui lato destro sono ancora visibili i numeri scritti sulle pietre durante lo "smontaggio" dell'edificio e che servivano a permetterne la corretta ricostruzione. La chiesa è di stile romanico e fu costruita dall’Ordine dei cavalieri ospitalieri di san Giovanni di Gerusalemme. Nei periodi in cui l'acqua del bacino artificiale si abbassa sono ancora visibili alcuni ruderi del vecchio villaggio e i resti del ponte.

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SANTIAGO de COMPOSTELA

Santiago di Compostela (in spagnolo, Santiago de Compostela, in passato nota in italiano come San Giacomo di Compostella) (ab. 93.000 circa) è la città spagnola capoluogo della comunità autonoma della Galizia. Situata nella provincia di A Coruña, è stata nel 2000 città europea della cultura. Santiago di Compostela, assieme al cammino del pellegrinaggio omonimo, è stata dichiarata patrimonio dell'umanità dall'UNESCO nel 1985. È sede del governo autonomo Galiziano (Xunta de Galicia), luogo di continue peregrinazioni religiose di devoti provenienti da tutto il mondo e sede universitaria con più di 500 anni di storia. La città è conosciuta soprattutto per la sua maestosa cattedrale dedicata a San Giacomo Maggiore e per essere la tappa finale di ogni pellegrino che decide di affrontare il vecchio "cammino di Santiago di Compostela". Il 23 ottobre 1987 il Consiglio d'Europa ha riconosciuto l'importanza dei percorsi religiosi e culturali che attraversano l'Europa per giungere a

Santiago di Compostela dichiarando i percorsi "itinerario culturale europeo" e finanziando adeguatamente tutte le iniziative per segnalare in modo conveniente "el camino de Santiago". Storia Il nome della città - che ha origini celtiche ed è carica di un profondo senso di religiosità - viene fatto derivare da San Giacomo, apostolo e martire del Cristianesimo (le cui spoglie, secondo la leggenda, sarebbero giunte miracolosamente via mare in Spagna) e dal termine Compostela (o Campostela, in latino campus stellae) che significa campo di stelle; la città viene talvolta citata anche come San Giacomo del campo di stelle. Situata in una depressione nell'immediato interno della costa nord-occidentale della Spagna, proprio davanti all'Oceano Atlantico, era considerata - prima del viaggio di Cristoforo Colombo, nel 1492 - il bordo estremo conosciuto della terra, la finis terrae. Molte le leggende fiorite nel tempo intorno a questa località: una di esse la vuole come punto di congiungimento delle anime dei morti pronte a seguire il sole nel suo corso per attraversare il mare. In realtà è meta fin dal Medioevo di importanti pellegrinaggi di fedeli, che la ritengono un punto centrale della cristianità. La tradizione vuole che nell'anno 813 l’eremita Paio venisse attirato da strane luci a forma di stella sul monte Libredòn dove esistevano antiche fortificazioni (probabilmente di un antico villaggio celtico). Il vescovo Teodomiro, interessato dallo strano fenomeno, scoprì in quel luogo una tomba che conteneva tre corpi, uno dei tre aveva la testa mozzata ed una scritta: “Qui giace Jacobus, figlio di Zebedeo e Salomé”. Alfonso II re delle Asturie e della Galizia ordinò la costruzione sul posto di un tempio, i monaci benedettini nell'893 vi fissarono la loro residenza. Iniziarono così i primi pellegrinaggi alla tomba dell'apostolo, dapprima dalle Asturie e dalla Galizia poi da tutta l'Europa. Diventato patrono dei cristiani iberici, Santiago (definito, col fratello Giovanni, nel Vangelo di San Marco, 3,17 Boanerges, ossia "figli del tuono", e "fratello" di Gesù), fu accreditato da parte di vari devoti di attiva partecipazione a cruenti fatti d'arme contro i musulmani di al-Andalus e che, biancovestito, avesse ucciso di sua mano non pochi "infedeli". Da qui il soprannome (rimasto poi nella storia del Cristianesimo spagnolo) di Santiago Matamoros: San Giacomo uccisore di musulmani. Già nel IX secolo la sede di Santiago era di gran lunga la più prestigiosa della Cristianità iberica e l'autorevolezza del responso del vescovo di Santiago era seconda solo a quella papale di Roma e il suo pellegrinaggio il terzo di tutta la Cristianità, dopo Gerusalemme e Roma.

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Santiago di Compostela venne distrutta nel 997 dall'esercito musulmano di Almanzor e poi ricostruita da Bermudo II. Ma fu il vescovo Diego Xelmirez ad iniziare la trasformazione della città in luogo di culto e pellegrinaggio, facendo terminare la costruzione della Cattedrale iniziata nel 1075 arricchendola con varie reliquie. Tra squilibri sociali che ostacolarono lo sviluppo economico della città e la scoperta dell'America, che concentrò i commerci al Sud della Spagna, Santiago di Compostela conobbe un lungo periodo d'ombra. Nel XVI secolo fu inaugurata l'Università che diede grande impulso intellettuale; nel XVII e XVIII secolo il risveglio economico e culturale è continuo fino ad arrivare ai nostri giorni quando, con la celebrazione nel 1993 dell'anno Giacobeo, inizia una fase di nuovo splendore per la città.

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CUCINA SUL “CAMINO de SANTIAGO” BOTILLO BERCIANO (Ponferrada – Villafranca del Bierzo)

El plato típico por excelencia, es el botillo, un botillo elaborado con sabrosas partes del cerdo cuya preparación es muy fácil. Se cuece el botillo durante 2h aproximadamente dependiendo el tamaño, se saca a una fuente se abre y estaría listo para su degustación, aunque recomendamos acompañarlo de patatas cocidas con verdura y pimientos asados además de un buen vino de los muchos que nos ofrecen las bodegas bercianas con D.O.

Botillada

Croquetas de pimientos asados del Bierzo INGREDIENTES: -200 gr de Pimientos Asados del Bierzo triturados. -Pan Rallado. -4 huevos. -harina. Para la bechamel: 80gr de mantequilla, 6 chucharadas de harina, 2 huevos, medio litro de leche. Elaboración: Hacemos una bechamel a la manera tradicional, cuando empieza a espesar se añaden los pimientos del Bierzo que debían estar triturados y asados se deja enfriar el preparado y a continuación se elaboran las croquetas pasándolas por la harina, huevo y pan rallado. Pimientos rojos – Peperoni rossi

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GALIZIA - Una cucina di terra e di mare È la stessa posizione geografica della Galizia a favorirla: "pescado" di prima qualità e piatti robusti, semplici e corroboranti per i climi non propriamente "spagnoli" Basta un rapido sguardo alla carta geografica della Spagna per notare che i confini della Galizia formano un quadrilatero abbastanza evidente. Se poi si osserva che i lati ovest e nord sono bagnati dall’oceano Atlantico, mentre quello orientale e il meridionale sono delimitati dalle Comunidades delle Asturie, della Castilla y Leòn e dal Portogallo, non è difficile concludere che la gastronomìa gallega è contestualmente marinara e de la tierra, in percentuali pressoché identiche e con ovvi matrimoni tra i rispettivi sapori. Per quanto riguarda il mangiare proveniente dai campi, il forte attaccamento dei gallegos alla storia e alla cultura della propria terra – sentimento tipico della società contadina - nonché le ristrettezze economiche patite nei secoli (nonostante la fertilità del terreno, coltivato però dai soliti pochi e noti, leggasi nobiltà e clero) spiegano perché la cucina galiziana non può che essere semplice e tradizionale. Una cucina conosciuta perché presente in tutta la Spagna, considerata la propensione – meglio chiamarla necessità - della gente di Galizia ad emigrare; in Argentina non si contano coloro che possiedono legami con questa regione nord occidentale della penisola iberica e a Cuba gallego è sinonimo di spagnolo. Squisitezze marinare Più prelibato e raffinato, invece, il ben di dio proveniente dal mare. Le barche depositano in Galizia - Vigo è il più importante porto peschereccio della Spagna - l’ottimo pesce dell'Atlantico (il cui settore nord occidentale è considerato tra i più pescosi nel mondo, per qualità e quantità), come il rodaballo (rombo), il rape (coda di rospo), la merluza (nasello) dalla bontà inferiore solo alla squisitezza dei mariscos (frutti di mare) pescati e coltivati lungo le coste frastagliate e nelle rias (fiordi) Altas e Bajas. Una visita a un mercato del pesce (a La Coruña valido quello nella Plaza de Lugo) intriga e spiega che per un gallego le tanto decantate ostriche e i non disprezzabili mejillones (cozze) fanno ridere di fronte al sapore e al profumo dei percebes (balano o peduncolo carnoso, sembra una minizampetta di un pachiderma), delle zamburiñas (canestrelli) nonché dei gambas (gambero rosa), centollos (granchio, grancevola), cigalas (scampi) e langostinos (mazzancolle). La conchiglia: cibo ed emblema di fede L’aficiòn galiziana per Santiago raggiunge persino il fondo del mare: un crostaceo si chiama santiaguiño e la vieira altro non è che la Capa Santa o coquille Saint Jacques, emblema del pellegrinaggio a Santiago de Compostela cucito su mantelli e cappelli del pellegrino (non prima, si spera, di averne degustato il mollusco, eccellente al gratin). Tipici delle coste della Galizia, anche il pulpo (polipo) preparato a la gallega o a feira (bollito e condito con olio e paprica) e la lamprea (lampreda) pescata in primavera e protagonista di una Fiesta ad Arbo. Galiziana quanto Santiago (sia permesso l’irriverente paragone) è la empanada, una sorta di focaccia ripiena (di carne o pesce) e coperta (paragonabile all’erbazzone o scarpazzone di Reggio Emilia). Perché, poi, non accreditare alla cucina galiziana il copyright della marsigliese bouillabaisse? I gastronomi gallegos assicurano che, di

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ritorno dal pellegrinaggio a Santiago e Finisterre, i pellegrini importarono in Francia la ricetta di una zuppa di pesce chiamata bule a baixa (quando bolle, abbassa il fuoco) tuttora degustabile come sopa de peixe. Cibi forti come la Galizia Più semplici e umili, come accennato, i prodotti della terra e i loro derivati, piatti robusti per affrontare i venti e le piogge invernali dell’Atlantico. Per stare leggeri meglio il caldo gallego (zuppa di fagioli e altre verdure, insaporita con qualche pezzo di carne di maiale) del più impegnativo pote gallego (un sontuoso bollito di fagioli, manzo, gallina, insaccati vari di maiale, cavolo e patate, non senza il mais della nostrana polenta). Se la fame non demorde ecco il lacòn con grelos (spalla di maiale con cime di rapa, salsicce e grosse patate, da non confondere con i cachelos, le patate dal sapore vagamente di mare perché coltivate sulla costa atlantica). Chi visita la Galizia e ama il pane rimarrà piacevolmente sorpreso non meno che interessato: il pan gallego fa a meno della farina del frumento (poco coltivato nella regione) e si presenta con il color scuro della segale o più chiaro se si è usato il miglio, il mais e altri cereali. Al momento del postre (dessert) prima di chiudere la mangiata con una bella queimada (una sorta di caffè "alla valdostana" con l’orujo, grappa galiziana), si vorrà ordinare la torta de Santiago (a base di mandorle) o le sottili filloas (alias crepes). Pesce o carne, ma con vino del posto Con quale vino (ovviamente made in Galicia, prodotto nelle province di Ourense e Pontevedra) accompagnare questa festa della tavola? Buono, e in continuo miglioramento, il tinto (rosso) Valdeorras. Ma per vino gallego si fa riferimento soprattutto ai bianchi. Il più noto e tipico è il Ribeiro, prediletto da Alfonso X El Sabio (non si escluda che la saggezza fu ispirata dal vino e chissà se già nel Duecento era bevuto in piccole scodelle di porcellana). Oltre a questo vino de la morriña (malinconica nostalgia di chi è partito, saudade nell’adiacente Portogallo), non si manchi di degustare il pregiato Albariño, eccelso nell’accompagnare ostriche, crostacei e frutti di mare. Riassumendo Pesce, pesce, pesce. Se non piace il piccante state molto attenti, in Galizia é tipico usarlo, quindi è meglio chiedere. Da provare: il classico "pulpo a la gallega" (polipo), "los mejillones" (vongole), "las croquetas de bacalao" (crocchette di baccalá, delicatissime, queste non sono piccanti), i "pimientos de padrón" (peperoncini particolari, solo uno su 20 é effettivamente piccante, gli altri sono dolci), l' "empanada de atún". Vino: sangría (anche se non c'entra molto con la cucina gallega!) Vini tipici: Ribeiro, Albariño Valdehorras.

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PULPO A FREIRA INGREDIENTES 1 pulpo de 2 kg. Patatas gallegas o de El Bierzo (León) Pimentón Aceite de Oliva Virgen Extra con Denominación de Origen Sal gorda PREPARACION DEL PLATO Este exquisito plato gallego se puede comer en los numerosos restaurantes gallegos existentes en todas las ciudades españolas. Pero donde más se disfruta es en las númerosas ferias o mercados que tienen lugar en Galicia. Es típico ver a las "pulpeiras" con sus enormes ollas de cobre, cociendo pulpos. Muchas personas (o casi todas) se acercan a las ferias no a comprar sino a comer un buen plato de pulpo con "cachelos". Acompañados de buenos amigos o la familia. Fundamental es acompañar el pulpo "á feira" con un buen vino de las diversas Denominaciones de Origen gallegas y del sonido de la gaita. También se puede comer un pulpo exquisito en la comarca de El Bierzo (León). Es uno de sus platos típicos. Forma de preparar el pulpo "á feira" en casa: Se pone una olla al fuego con abundante agua y una cebolla pelada. Cuando el agua esté hirviendo se sumerge el pulpo y se saca durante tres veces, hasta que éste se rice. A continuación se deja cocer durante 50 minutos. En la misma agua y con el pulpo cociendo se le añaden las patatas cortadas en trozos grandes. Estas patatas se las conoce por el nombre de "cachelos". Se cuecen durante los últimos 20 minutos. Una vez cocido se saca y se trocea con unas tijeras. Se ponen los trocitos de pulpo sobre un plato de madera o una cazuela de barro, acompañados de las patatas cocidas o "cachelos". A continuación se sazona todo con sal gorda, aceite de oliva virgen extra con Denominación de Origen y con pimentón dulce o picante. No remover después de sazonar. BOTILLO DEL BIERZO Descrizione: Prodotto a base di carne elaborato a partire da differenti pezzi ottenuti dal sezionamento del maiale, soprattutto costina, coda e lingua, tritati, insaporiti con sale, paprica, aglio e altre spezie naturali; insaccati in budello di maiale, affumicati e semistagionati. Il prodotto viene consumato normalmente cotto. Ingredientes Patatas 1 repollo mediano (verza) 1 botillo Preparación El Botillo se cuece a fuego lento envuelto en un paño para evitar que se rompa durante la cocción. Un Botillo que pese un kilo, deberá cocer entre dos horas y dos horas y media. Treinta minutos antes de su plena cocción, se añaden las patatas y la verdura. Se pincha el Botillo para que su salsa impregne la verdura. Para su presentación el Botillo se sirve en una fuente de barro, con las patatas y la verdura rodeando el Botillo