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Poste Italiane S.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n°46) art.1 comma 1 - DR - CBPA SUD - BENEVENTO Viale Mellusi 19 Benevento tel. 0824-312704 c/o Centro Commerciale “I Sanniti” tel. 0824-24286 Via Vitelli 42 - Benevento 0824-362561 OPTIPOINT OTTICA & FOTO Foto Immagine Cusano Mutri: intervista all’assessore B. Pistoia Protagonisti Pagina 11 Cerreto Sannita: Presepiarte Arte e Cultura Pagina 14 Benevento e il “Comico Italiano” Manifestazioni Pagina 13 Esibendo una copia integra di questo giornale si ha diritto ad uno sconto del 20% Anno 2 - n° 1 - Gennaio 2007 Pubblicazione mensile di cultura del territorio - direttore responsabile Orlando Vella 2.30 Cerreto Sannita: città aperta Benevento: l’Università punta sulla ricerca Quando il detersivo si compra “alla spina” Cerreto Sannita: la città nascosta ISSN 1970-7541

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Anno 22 - nn° 11 - GGennaio 22007 PPubblicazione mmensile ddi ccultura ddel tterritorio - ddirettore rresponsabile OOrlando VVella 2.30€

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ISSN 11970-77541

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2 SSommario GGennaio 22007

EntroterraMensile di cultura del territorio

Direttore RResponsabileOrlando Vella

Hanno CCollaboratoAlbina Ciarleglio, Anna Civitillo,

Carolina Di Paola, Gaetano Ferrara,Lorenzo Ferrara, Giovanni Pio Marenna,

Alessia Pezzillo, Maria Pezzillo,Corrado Tavarone

Coordinamento ddi RRedazioneMaria Pezzillo

Correttore ddi BBozzeAnna Civitillo

Grafica eed IImpaginazioneLorenzo Ferrara

Web ee PPromozione PPubblicitariaGaetano Ferrara

[email protected], VVideoimpaginazione,

Stampa ee AAmministrazioneEcoprint Media - via Airella 1 82020

S. Giorgio La Molara (BN)tel/fax: 0824-993907

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n. 20/2003 del 26 febbraio 2003Tariffe AAbbonamento

ordinario €€ 225,00sostenitore €€ 550,00

per eenti €€ 1100,00estero €€ 440,00

formato PPDF €€ 115,00versamenti da effettuare

su c.c.p. n. 13632823 intestato a“Ecoprint Media di Vella Orlando”

oppure con carta di credito suwww.entroterra.org

IVA assolta dall’Editoreai sensi dell’art. 74 del DPR 633/72

Chiuso iin RRedazionealle ore 18:00 del 12 gennaio 2007

Entroterra è una rivista mensile,che ha un preciso scopo: promuo-

vere lo sviluppo economico attraver-so il turismo nell’area dell’appenni-no meridionale, partendo dal nostroterritorio, il Sannio. L’obiettivo èprincipalmente la progettazione dipercorsi turistici attraverso l’indivi-duazione di aree verdi fruibili, luo-ghi d’interesse storico, artistico eculturale ed inoltre il censimento el’associazione delle aziende ed attivi-tà turistico-ricettive che operano nelrispetto delle tradizioni, e dell’eno-gastronomia tipica locale.

3 - EditorialeDir. Orlando Vella

3 - Lettere al Direttore

4 - Quando il detersivo si compra “alla spina”

Lorenzo Ferrara

5 - Cerreto Sannita: la cittànascosta

Giovanni Pio Marenna

8 - Pontelandolfo: centro storico,cultura e tradizioni

Albina Ciarleglio

9 - Cerreto Sannita: città apertaCarolina Di Paola

11 - Intervista a Benedetto Pistoia,assessore al Turismoed alle Attività Culturalidi Cusano Mutri

Anna Civitillo

13 - Benevento e il “ComicoItaliano”

Alessia Pezzillo

14 - Cerreto Sannita: PresepiarteGiovanni Pio Marenna

15 - Bella Ianara...Corrado Tavarone

16 - Tempo: tiranno o ...?Alessia Pezzillo

17 - Benevento punta sulla ricercaMaria Pezzillo

19 - Ubuntu Linuxclegg

19 - GlugBN 2.0 alfaGlugBN

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PRIMO PIANO

RICERCA E TERRITORIO

MEMORIA STORICA

ARTE E CULTURA

NUOVE TECNOLOGIE

ATTUALITÀ

MANIFESTAZIONI ED EVENTIEDITORIALE

15 - Piatti della tradizioneJo Jo

15 - Pillole di saggezzaNonna Pezz

19 - Navigando in reteSannita

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PROTAGONISTI

Opera ddi NN. CCiletti ““Inverno”

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ENNAIO 007G 2

GENNAIO 2007 EEDITORIALE 3

Cari lettori,quest’anno nella provincia di Bene-vento abbiamo visto poca neve.Natale è trascorso portandosi dietrosolo un po’ di temperature basse,anche se non rigide. Abbiamo onora-to adeguatamente Natale e Capodan-no rimpinzandoci a tavola. Ora cisentiamo appesantiti e ricorriamoalle solite insalate di verdura percercare di smaltire, in pochi giorni, ichilogrammi che abbiamo accumula-to ed anche per affievolire i nostrisensi di colpa per la grande abbuffa-ta.Gennaio è il mese dedicato a Giano,Ianus, il dio bifronte. Proprio perchéaveva due facce, una sulla parteanteriore e l’altra sulla parte poste-riore della testa, era considerato ildio che guardava all’indietro e inavanti, quindi che segnava il passag-gio da un anno all’altro ma ancheche custodiva l’entrata e l’uscita,proteggendo gli usci domestici (laporta, infatti, in latino era chiamata“ianua”). Il nome del dio latinopotrebbe essere legato all’etimologiadel termine “ianara”, che vieneusato nelle nostre zone per indicareuno spirito agreste - solitamenteidentificato con la figura della “stre-ga” - il quale nottetempo potevaassumere la consistenza del vento edentrare in casa infilandosi sotto leporte, nelle fessure che lasciavanotrapelare spifferi sinistri.Gennaio è anche il mese in cui i ReMagi arrivano alla Grotta ed in cuiarriva l’agognata Befana. È ilmomento in cui si prepara il risve-glio. Comincia l’attesa del carnevalema anche della Pasqua e Resurrezio-ne. È il mese in cui qualcosa ricomin-cia, preannunciando altri risvegli,che si succedono in sequenza, secon-do un ordine cronologico scanditodal calendario liturgico ma cheaffonda le sue radici nella notte deitempi. Indica l’inizio di un nuovociclo che fa presagire il disgelo, lafine del letargo, annunciando il rigo-glioso risveglio della natura ed ilparossismo della Primavera, anchese ancora lontana.Gennaio sarebbe dovuto essere ilmese del freddo e del gelo. La Befanaavrebbe dovuto portare ciò cheBabbo Natale ha dimenticato nellesue terre: un pò di freddo e tantaneve, per rinnovare nei bambini lostupore antico che affiora nei lorosguardi ad ogni fiocco bianco checade. Purtroppo così non è stato.

Orlando Vella

EDDIITTOORRIIAALLEE

Egr. Direttore,quest'anno il freddo nonè arrivato ed anche laneve ha fatto solo unafugace apparizione.Cosa pensa dei cambia-menti climatici che stan-no interessando il nostropianeta?Mi piacerebbe conoscerela Sua opinione.Grazie

E.M.

Cara lettrice,negli ultimi decenni cisiamo illusi che le paroledegli esperti che studianoil clima del nostro piane-ta potessero essere soloteorie. La percezione del-l'alternarsi delle stagioni,il rassicurante ritorno del

caldo in estate e del fred-do in inverno hanno ali-mentato tale illusioneinducendoci a giudicare -o a credere - infondati gliallarmi lanciati dagliscienziati.Ora ci troviamo di frontea mutamenti vasti e forseancora più intensi diquelli prospettati. Credosarebbe il caso di ricorre-re urgentemente ad unbagno di umiltà e tentaredi intervenire, per quan-to possibile, per ridurrel'impatto deleterio che leattività umane hannosull'equilibrio ambienta-le e climatico del nostropianeta.I governanti dovrebberorileggersi la storia della

guerra di Troia e cono-scere più approfondita-mente la figura di Cas-sandra. Noi abbiamofatto entrare il cavallodell'edonismo e del con-sumismo ed ora da esso,novello vaso di Pandora,serpeggiano tutti i mali.In esso solo, però, sonocontenute le conoscenzetecniche e scientificheche, uniche, possono for-nirci suggerimenti perscelte di buon senso.Guardiamoci bene: secon-do il mito, in fondo alvaso di Pandora rimase lasperanza.Un saluto

O. VV.

ETTERE AL DIRETTOREL

www.pensatostampato.it

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Detergente liquido perlavatrice, bucato a

mano, capi delicati, lana,ammorbidente, detersivoper piatti, pavimenti evetri. Questi sono i primiprodotti che possonoessere comprati “allaspina”. L’idea è più sem-plice di quanto si possapensare: basta portare gliappositi flaconi riutiliz-zabili al supermercatoconvenzionato e farsi fareun pieno di ciò che si habisogno. Oppure, se sihanno problemi a rag-giungere i negozi, un fur-gone, dotato di erogatoree computer, può raggiun-gere direttamente il con-sumatore. L’operatoreposiziona il contenitoreche viene automatica-mente rilevato da un sen-sore e il computer fa ilresto. Riempito, il conte-nitore viene pesato e ilprezzo calcolato. Come seciò non bastasse, tutti iprodotti sono garantitibiodegradabili ed eco-compatibili e il risparmioeconomico per il consu-

matore è notevole: 33centesimi di euro ognivolta che effettua unaricarica; praticamente ilcosto del flacone.

La provincia di Torino èstata una delle prime a

sostenere il progetto“detersivi alla spina”. Èpartito nel gennaio del2005 e, dopo un periododi sperimentazione, irisultati sono stati vari.In alcune zone il progettonon ha suscitato un inte-resse particolare da partedei consumatori, invece,in altre, una percentualedel 30-40% di coloro cheaveva acquistato il conte-nitore è rimasta fedeleall’iniziativa. In Piemonteil successo maggiore si èavuto nei piccoli centriabitati. Qui infatti il pas-saparola e la fiducia nelproduttore hanno fatto ladifferenza rispetto ai cen-tri più grandi.

Il progetto non vuoleperò limitarsi solo ai

detersivi. Alcuni produt-tori di latte hanno, infat-ti, creato una rete di com-

mercio indipendentedalla tradizionale distri-buzione, proponendo ero-gatori di latte fresco gra-zie ai quali i consumatoripossono comprare il pro-dotto ad un prezzo ridot-to del 30% ed avere tuttele garanzie di qualità chesolo un produttore difiducia può dare. Prossi-mamente la varietà diprodotti che si potrannocomprare “alla spina”aumenterà con la com-mercializzazione di pasta,legumi e acqua, dando alconsumatore la possibili-tà di risparmiare e alle-viare automaticamente iproblemi dello smalti-mento della spazzatura.Infatti, i prodotti “allaspina” rivoluzionanocompletamente l’idea delriciclaggio, poiché il“lavoro” viene effettuatodirettamente dal consu-matore, il quale non devepiù impegnarsi a separarei diversi tipi di spazzatu-ra, semplicemente nonbutta i contenitori, cer-cando di riutilizzarli sem-

pre più. E dove l’idea delriciclaggio importa poco,c’è sempre il risparmioeconomico ad invogliare iconsumatori.

Al sud, come da copio-ne, è tutto congelato,

a parte qualche timidointeresse per il latte “allaspina”. Dove il problemadello smaltimento deirifiuti è più sentito, lavendita dei prodotti sfusidovrebbe espandersi piùvelocemente. Le ammini-strazioni locali dovrebbe-ro sovvenzionare e spon-sorizzare massicciamenteil progetto per riscuotereinteresse nei produttori ecommercianti, che, inve-ce, tendono a restare inuno stato di quiete peren-ne. Non si può far altroche sperare.

Lorenzo FFerrara

4 PPRIMO PIANO GENNAIO 2007

La ssostenibilitàambientale aaffiancata

da qquella eeconomica

UANDO IL DETERSIVOQ SSI COMPRA “ALLA PINA”

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Il rrecupero ddiCerreto VVecchia

C’era una volta “CerretoVecchia”. Tutti riter-

rebbero giusto iniziarecosì un pezzo su quellache è stata definita la“Pompei medievale”, masarebbe enormementesbagliato. Tutti lo riter-rebbero giusto dopo averletto, per grandi lineeattraverso le testimo-nianze scritte, la storia diCerreto. Dopo aver letto,più o meno con attenzio-ne, che inizialmente sichiamava “CominiumCeritum” (come narra lostorico Livio), che domi-nava la vallata dall’altodella Rocca di MonteCigno, dove esistonoancora i resti archeologi-ci, e che era la città rocca-forte dei sanniti (era col-locabile nel triangologeografico formato dal“Ponte di Annibale”, dalla“Rocca” di Monte Cigno edalla chiesa della Madon-na della Libera). Dopoaver letto con curiositàche sono esistite tre Cer-reto. La prima, “Comi-nium Ceritum” appunto,fu distrutta dai Saraceni..La seconda, conosciutaappunto col nome di“Cerreto Vecchia”, risor-se in epoca normannagrazie ai telesini, diven-tando nel 1151 possedi-mento del normannoRaone, nel 1480 “città

Cerreto” (intitolata cosìda Alfonso re di Napoli) enel 1483 proprietà di Dio-mede Carafa. La terza,infine, è quella attualepost terremoto, ricostrui-ta più a valle, aperta esenza mura.

Dopo aver letto che erail tipico centro medie-

vale arroccato su una col-lina e difeso da mura alte,con al centro la chiesaarcipretale di San Marti-no e di fianco il castellobaronale. Dopo aver lettoche Cerreto Sannita, fudistrutta dal terremotodel 1688 e che tale data fada spartiacque tra la“Cerreto Vecchia” e laCerreto nuova (definita“città di fondazione”,come Noto e Pienza), checonserva notevoli testi-monianze del passato pree post terremoto. Dopoaver letto con attenzioneche pochi resti in cerami-ca furono ritrovati pressole rovine di Cerreto Vec-chia (frammenti di piatti,vasi e mattonelle raffigu-ranti varie cose, candela-bri, lucerne, riggiole,anfore, il lavabo dellachiesa di San Rocco, cera-mica comune e ceramicada fuoco tardo medievale,maioliche rinascimentali,

ecc.), e che proprio lascarsa quantità di mate-riale ritrovato non hapermesso di fare undiscorso esaustivo e defi-nitivo sulla ceramica pre-terremoto della Cerretomedievale (mentre, com’èrisaputo, la tradizioneceramica post-terremotoriprese la tradizione delleantiche botteghe, anchese a metà ‘700 le botteghesi estinsero e molti artistipreferirono spostarsi:persino il grande Giusti-niani preferì trasferirsi aNapoli con l’attività).Dopo aver letto con incre-dulità che i soli utilizziche sono stati fatti di“Cerreto Vecchia”, finora,sono stati per impiantarviun mega-serbatoio del-l’acqua e per ricomporresu un moderno muro lepietre dello spigolo, col-pite da una ruspa, chedoveva appartenere alvecchio convento delleClarisse di Cerreto Vec-chia, che si trovava lungola strada che dalla Tintaconduce a San Giovanni(era chiedere troppo sal-vare quello spigolo, inve-ce di riciclarlo insensata-mente su un muro, tenen-do conto anche del fattoche il tutto poteva esserefinanziato con fondieuropei stanziati proprioper questo tipo di emer-genze?).

Ebbene, dopo aver lettotutto questo (che è

solo un assaggio in pillolee non certo la storia inte-grale di Cerreto), sipotrebbe arrivare allascontata conclusione che,ceramica e chiese (chenon abbiamo citato permancanza di spazio) aparte, il resto apparter-rebbe al passato (compre-

so, purtroppo, lo spigolo“incollato” su un muro).Perché, allora, sarebbe unerrore parlarne al passa-to? La risposta è prestodetta. Dopo essere statadistrutta, “Cerreto Vec-chia” non risulterebbesemplicemente scompar-sa e amen, ma sarebbeancora sepolta (i ruderisono ancora visibili lungola strada che conduce a S.Anna e, di recente, sonostati trovati i resti di unvillaggio sannitico).Andrebbe, perciò, ripor-tata alla luce.

Le ricchezze di CerretoVecchia sarebbero sol-

tanto nascoste ai nostriocchi. Secondo gli studio-si dell’università di Saler-no, la Torre Medievaleancora cela sette bombar-de originali, ed è solo laparte visiva di ciò che sinasconde sotto il terrenodi questa “Pompei Medie-vale” del Sannio. E poi-ché, a differenza di altriluoghi, molte ricchezzesono state difese dallestesse macerie, si presu-me che molto sia ancorasepolto. “Cerreto Vec-chia”, dunque, sarebberimasta prigioniera duevolte: la prima con il ter-remoto che l’ha sotterra-ta, la seconda prigionel’hanno edificata l’incuriae la negligenza umanache, sbattendogli la portain faccia, ne hanno calpe-stato la memoria.

Nuovi scavi archeologi-ci più approfonditi

potrebbero portare anuovi rinvenimenti. Manon tutti sono d’accordo.Molti ritengono, infatti,inutile e costoso faredegli scavi. Ad altri, inve-ce, non gliene può fregarde meno. Intanto, giàdalle foto, evince chiara-mente che chi ha deidubbi sbaglia a metteredei paletti a prescindere.

ERRETO SANNITA: LA CITTÀ NASCOSTAC

GENNAIO 2007 RRICERCA E TERRITORIO 5

C.da Castello, 9 - San Giorgio La Molara (BN)tel. 0824 983419 - cell. 368 649920

e-mail: [email protected] web: www.agriturismocastello.it

di Vincenzo Bollecchino

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CALZATURE E PELLETTERIA

Esclusivistacalzature

Levi’sEtnies

via Parallela - Guardia Sanframondi (BN)TTTTeeeellll .... 0000888822224444 888811117777555500005555

Èun grossolano errore dapenna rossa e un peccato

rinunciare ad un possibilerecupero di “Cerreto Vec-chia” così com’è un enormesbaglio voler rinchiudere inuno sgabuzzino le gualchie-re, i mulini ad acqua, la vec-chia fabbrica di cotto, ilTempio di Flora, unico tem-pio sannitico esistente inCampania situato a Madon-na della Libera, la Biennaledi Ceramica, e non valorizza-re la Leonessa, la Parata (noncerto con i pali eolici), legole del Titerno, le grotte diMonte Cigno, la cascata diVallantica, il centro storico,Costa Monsignore, l’anticotratto del Tratturo Regio, laTinta (l’antica tintoria deipanni lana, attualmente diproprietà di un privato).Tutto ciò abbinato alla valo-rizzazione di prodotti tipicied esclusivi di questo terri-torio, come la ceramica, ilvirno, l’olio e il vino nonchéd e l l e

numerose risorse di CusanoMutri, Pietraroja e GuardiaSanframondi, creerebbeun’offerta unica ed irripeti-bile per i turisti, i quali siimmergerebbero ulterior-mente in luoghi straordinariche congiungono la storiacon la gastronomia e si con-taminerebbero contempora-neamente di artigianato, dicultura, di cibo e degli splen-didi paesaggi. “Ciò va nell’in-teresse non solo di quantiavvertono la suggestione delracconto delle antiche pie-tre, ma anche e soprattuttodei privati che potrebberodiventare parte attiva delrecupero in una sorta dinuovo Patto di quartiereche trasforma la cultu-ra in economia”, affer-ma con certezza l’ar-chitetto LorenzoMorone, capo-gruppo dellam i n o -

ranza consiliare del “Bloccoper Cerreto” ed ex presiden-te della Pro Loco, sostenitoreconvinto della tesi secondola quale è possibile e dovero-so recuperare Cerreto Vec-chia. Sono tante le eccellen-ze e le peculiarità di Cerreto,come abbiamo visto, cheandrebbero, in alcuni casi,recuperate, in altri, poten-ziate e valorizzate. Abbiamoiniziato con un “c’era unavolta” ed invece, come

abbiamo visto,forse c’è

a n c o r a .Ci pia-

cerebbe, in un futuro (spe-riamo non lontano), conclu-dere questa vicenda con uncanonico “…e vissero tuttifelici e contenti”. Perchéadesso sono gli stessi cerre-tesi (insieme a coloro chestudiano “Cerreto Vecchia”),amanti della propria terra edelle sue ricchezze architet-toniche, naturalistiche egastronomiche, della pro-pria identità e della propriastoria, a non esserlo tanto.

Giovanni PPio MMarenna

6 RRICERCA E TERRITORIO GENNAIO 2007

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GENNAIO 2007 RRICERCA E TERRITORIO 7

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ONTELANDOLFO: CENTRO STORICO,PLa maggior parte dei

nostri paesi è caratte-rizzata dall’amenità delterritorio, da monumentie opere architettoniche distraordinario valore e datradizionali manifestazio-ni che richiamano ognianno diversi visitatori.Chiese, piazze, monumen-ti, scorci suggestivi sonopresenti anche nell’anticocentro storico di Ponte-landolfo.

La torre di venticinquemetri con spesse mura,

adibita a cisterna per gliassediati e a deposito dimunizioni, era posta adifesa del castello risalen-te al XIV secolo. Sullemura del castello, nel1400, veniva eretta lachiesa dell’Annunziatache, dopo varie vicissitu-dini, è giunta fino a oggicol suo campanile dall’e-dicola barocca. Nelle fon-damenta conserva i restidei cittadini colpiti dallepestilenze dei secoli scor-si e delle vittime dellarappresaglia dei soldatipiemontesi del 14 agosto1861.

Vanto della popolazio-ne di Pontelandolfo è

la fontana a forma dibattistero posta alcentro di PiazzaRoma, piazza definitaanche “Teglia” per lapresenza in passatodi un grande tiglio.

In via Municipio èla cosiddetta

“Casa del Re” o

“Palazz’ r’ rònna Mèlia”,oggi Palazzo Rinaldi inperfetto stile architetto-nico ottocentesco.

Particolarmente inte-ressante è il “Museo

dell’arte contadina e deitessuti caratteristici” cheraccoglie lavori tessili, inlegno, in ferro, telai eattrezzi per l’agricolturacon lo scopo di conserva-re e tramandare le anti-che tecniche di lavoro, iproverbi, gli usi e i costu-mi, il dialetto di tempipassati.

Importante per il ruolorivestito nel passato è

la Cappella di San Rocco,un tempo rifugio per gliammalati e gli appestati;fu ricostruita diversevolte tra il 1660 e il 1785.

Il terribile incidente del1985 dovuto al crollo di

un impalcato durante lacostruzione di un palazzonella città americana diBridgeport è ricordato daun monumento ideatodall’artista Rocco FlavioPalladino. In questa tristeoccasione otto ponte-landolfesi persero lavita e sono rap-p r e s e n t a t i

dai colombi che adornanola sommità dell’opera inpietra bianca.

Un altro monumentosignificativo è quello

in onore dei Sanniti Pen-tri in località S. Caterina.Opera dell’artista Giovan-ni Mancini, alto circa 10metri, rappresenta unascheggia di bronzo, sim-bolo di guerre, battaglie,pericoli e distruzioni.

Frutto di diversi rifaci-menti è, infine, la

Chiesa Parrocchiale delSS. Salvatore. Costruitaprima del 1500 in stileromanico, distrutta dalterremoto del 1688, furicostruita in stile baroc-co con facciata a tre por-tali e divisa all’interno datre navate. Le decorazionirichiamano motivi in stileromanico e corinzio, glialtari sono in marmo poli-cromo e le statue in legnorisalgono al XVIII secolo.

Le opere, le chiese, imonumenti e le inizia-

tive finora descrittiimpreziosiscono e

valorizzano il cen-tro di questo

p a e s es a n -

nita sito nei territori col-linari bagnati dai torrentiAlente e Alenticella, ric-chi di boschi e sorgenti eanimati da manifestazionireligiose, tradizionali efolkloriche.

Famose, nel periodo dicarnevale, sono “La

ruzzola del formaggio” ele “Scene di vita nel borgomedievale”. In marzo sicelebra la festa della Pri-mavera cui fa seguito lafesta in onore di S. Anto-nio di Padova, santopatrono del paese. L’esta-te è rallegrata dalla “Set-timana folk”, che prevedela sagra dei prodotti tipicilocali, spettacoli di fuochipirotecnici, spettacolimusicali, mostre d’arte ed’artigianato.

Tra sagre (come quelladella pannocchia in

settembre) e feste religio-se (come quella dellaMadonna degli Angeli),l’anno si conclude consingolari iniziative come“L’Mait’nàt’”. La notte diCapodanno, gruppi dipersone con voti auguralie sfottò attraversano lestrade di Pontelandolfo

ricordando i fatti piùchiacchierati del-

l’anno.

Albina CCiarleglio

TCULTURA E RADIZIONI

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8 MMEMORIA STORICA GENNAIO 2007

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ERRETO SANNITA: CITTÀ APERTACMi è capitato spesso

negli ultimi anni diosservare capannelli dituristi giunti a CerretoSannita che guardanoestasiati una fontana, unachiesa, un portale anticoe tra me e me mi sonochiesta cosa ci trovasserodi tanto interessante inquelle vecchie cose.

Da sempre i miei occhisi sono posati su di

esse, senza tuttavia mai“vedere”.

Provo allora a metterminei panni di un turista

che per la prima voltagiunge in questo paese.Per cominciare ho per-corso la strada che con-giunge Telese Terme aCerreto Sannita e ho vistoaprirsi davanti a me unlungo viale (CorsoUmberto): da un latopiazza Luigi Sodo e il suomonumento ai Caduti,

dall’altro la Cattedralecon la sua sede vescovile.

Osservo che non cisono mura antiche o

fossati a proteggere lacittà da eventuali attac-chi nemici... Sarà perchéil tempo delle invasionibarbariche è finito da unpezzo. Scavando nel sof-fitto polveroso dei mieiricordi scolastici vienealla luce il fatto che Cer-reto Sannita è una città di

fondazione. La cittadina,completamente distruttada un violento terremotonel 1688, fu riedificatapiù a valle.

Fu in quel tempo chegiunsero in questo

paese, in cerca di lavoro,

muratori, artigiani eceramisti.

La città prese formasull’esempio di Torino,

con quattro strade paral-lele attorno alle qualifurono costruiti palazzisignorili, piazze luminosee bellissime chiese.

Ma chi furono gli arte-fici di tanto splendo-

re? Mi rendo conto di nonconoscere i nomi di archi-tetti, ingegneri, artigianie ceramisti. So solo checiò che fecero fu un veromiracolo di cui ancoraoggi e domani e sempregodremo gli effetti.

Un nome solo prevalesu tutti: Nicola Giu-

stiniani. Ceramista napo-letano di grande fama,contribuì a far rifiorirequell’antica arte cerrete-se i cui segreti si traman-dano di generazione ingenerazione.

Proseguendo il mioviaggio giungo nei

pressi di Palazzo Sant’An-tonio (Patrono di Cerreto)dove ha sede il municipio.Indescrivibile la bellezzadi questo edificio con ilsuo magnifico chiostro eil museo della ceramica.

Man mano che salgolungo il corso ecco

presentarsi al mio sguar-do l’imponente chiesa diSan Martino, con le suequattro rampe di una par-

ticolare scalinata. Due diessa comunicano con lestrade principali delpaese, le altre due scen-dono nell’immensa piazzacentrale: i suoi gradinicustodiscono gelosamen-te i discorsi e i segreti diuomini e donne che qui sisono incontrati o lasciati,che qui sono arrivati daviaggi lontani, o sonopartiti da poveri emi-granti.

Si può giungere a Cerre-to anche da Cusano

Mutri, dalla cui direzionesi arriva proprio in piazzaSan Martino; oppure daGuardia Sanframondiarrivando diritti al cuore

GENNAIO 2007 MMEMORIA STORICA 9

Una ppasseggiata ttra lle strade ddi CCerreto SSannita

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pulsante del paese: la“cartiniera”, così chiama-ta perché anticamente visi incartonavano i panni-lana. Tale attività è stataper secoli unica fonte disostentamento per lamaggior parte della popo-lazione.

Risalendo verso la zonaalta del paese incon-

triamo la bellissima chie-sa di San Gennaro, a pian-ta ellittica, il cui internocustodisce un vero tesorodi arte sacra.

Continuando a percor-rere il corso principa-

le ecco aprirsi davanti anoi piazza Roma, sovra-stata dall'ex istitutomagistrale Leone XIII,dove un tempo operavanole suore del buono e per-petuo soccorso. Prose-guendo a destra dellapiazza possiamo ammira-re ancora due chiese:Santa Maria e San Rocco,luoghi di grandissimoculto per i cerretesi.

Uscendo, infine, dalcentro abitato tro-

viamo una diramazionedella strada: da un lato sisale fino al convento diMadonna delle Grazie,sede dei frati cappuccini;

dall’altro lato ci inoltria-mo in quella che fu lavecchia Cerreto, distruttadal famoso terremoto del1688.

Possiamo ammirare la“Tinta”, rudere antico

ove un tempo si tingeva-no i panni-lana che veni-vano poi esportati intutto il meridione. Inquesti luoghi ove il temposi fermò in quel fatidicogiorno del 5 giugno 1688,non si può fare a meno difermarsi a riflettere eprovare a immaginare lavita che vi si svolgevaprima della catastrofe. Eallora vediamo animarsi

un popolo opero-so che sotto

l ’ e g i d adei

conti Carafa mantenevaattiva l’intera filiera dellaproduzione dei panni-lana. Dall’allevamentodelle pecore, che si esten-deva, tramite la transu-manza, fino alla Puglia eal Molise, alla tosatura ealla lavorazione dellalana per produrre i famo-si panni, che già a queitempi erano di una fattu-ra e di una qualità cosìpregiata da essereapprezzati anche dainobili del tempo.

Ci inoltriamo quindinelle campagne che

circondano Cerreto.Anch’esse sono ricche distoria e di racconti di bri-ganti che qui si davanoalla macchia, facendodelle grotte del MonteCigno un sicuro rifugio

per scampare alla cacciadei gendarmi.

Non si può non men-zionare l’antichissi-

ma chiesa di San Giovanniche, edificata su unarupe, fu l’unica a rimane-re illesa durante il terre-moto. Altri gioielli archi-tettonici sono la chiesa diSant’Anna, di Madonnadel Carmine (recente-mente ristrutturata eriportata al suo anticosplendore) e infineMadonna della Libera:nella zona antistante sipossono osservare delleantichissime pietre cheappartengono ad un tem-pio pagano dedicato alladea Flora.

Questo popolo orgo-glioso, fiero e laborio-

so, che dopo tante cata-strofi e carestie non si èmai piegato e nonostantela rabbia nel cuore e ladesolazione dell’animanon ha mai imprecato, masilenziosamente si è rial-zato e ripreso il suo cam-mino e il suo lavoro hasempre qualcosa da rac-contare a chiunque verràa Cerreto, città aperta.

Carolina DDi PPaola

10 MMEMORIA STORICA GENNAIO 2007

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GENNAIO 2007 PPROTAGONISTI 11

NTERVISTA A ENEDETTO ISTOIAI B P Qualità ddella vvita, aarte eenatura: CCusano MMutri hha

tutte lle ccarte iin rregolaper eentrare nnell'Olimpo

delle bbellezze iitalianeASSESSORE AL URISMOTE ALLE TTIVITÀ CULTURALI DI USANO MUTRIA CCusano MMutri cce ll'ha

fatta. DDal mmese ddidicembre èè eentrato aa ffarparte uufficialmente ddelprestigioso CClub ““I BBorghipiù bbelli dd'Italia”. PPerl'occasione aabbiamoincontrato BBenedettoPistoia, AAssessore aal TTuri-smo ee aalle AAttività CCultu-rali, cche hha sseguito pperso-nalmente ttutto ll'iter.Assessore cci sspiega iinnan-zitutto ccos'è nnello sspecifi-co qquesto CClub ee ccosa ssipropone?Il Club fondamentalmentesi occupa della valorizza-zione del patrimonio sto-rico, culturale, ambienta-le e artistico proprio deipiccoli comuni italiani,che spesso si trovano aimargini dei grossi circuitituristici. Un Club, a miomodo di vedere, fatto sumisura per le esigenze ditutti quei cittadini eamministratori che, con-sapevoli dell'unicità edelle potenzialità delborgo nel quale vivono,tramite esso hanno lapossibilità di godere di

una vetrina promozionaledi grandissima valenza;ma allo stesso tempo farparte del Clubsignifica prenderecoscienza dei pro-pri limiti e lavora-re per migliorare illivello della quali-tà della vita. Aessere insignitodel titolo non ètanto il paese, maquella porzione diesso, il borgo,appunto, cherispecchia le carat-teristiche richiestedal Club. Per quan-to riguarda Cusa-no, il borgo in que-stione è rappre-sentato dal centrostorico del paese”.

DDa ddove èè nnatal'idea ddi ppro-

porre lla ccandidatu-ra pper CCusano eequali ssono ii rrequisiti cchegli hhanno vvalso ll'ingres-so?L'idea è nata dal successosempre crescente riscosso

a livello turistico nell'ul-timo decennio dalle variemanifestazioni organizza-

te dall'Amministrazione edalla Pro Loco. Abbiamoriscontrato da parte deinumerosi visitatori unparticolare apprezzamen-to per la cura del centrostorico, per la gentilezzadella popolazione, per labontà dei prodotti gastro-nomici, per l'unicità deiprofumi, dei suoni, delleemozioni e quindi dell'at-mosfera che solo Cusano ècapace di evocare. Da quiil passo è stato breve: ilSindaco, Giuseppe MariaMaturo, ha contattato ilClub e nel giro di pocotempo siamo riusciti aottenere una loro perizia.Abbiamo avuto il piaceredi ricevere la delegazione

del Club e di mostrareloro il borgo oggetto dellacandidatura, cioè il cen-

tro storico diCusano. La perizianon si è limitataal solo aspettoa r c h i t e t t o n i c o ,ma è stata un'in-dagine a 360 gradisul borgo, la suastoria, le sue tra-sformazioni neltempo, sulla ricet-tività, sulle mani-festazioni e sul-l 'organizzazionedelle stesse, sullacura di specificiparticolari qualiparcheggi, isolepedonali, verdepubblico e inter-venti urbanistici.Credo che il com-plesso di questifattori abbia con-vinto i delegati adaccogliere favore-

volmente la nostra candi-datura”.

MMa cci ssono aanche eele-menti ssui qquali ssi èè

dovuto ((o ssi ddovrà) iinter-venire pper aassicurare aalpaese lla ppermanenzaall'interno ddel CClub?Come abbiamo già avutomodo di spiegare, l'in-gresso nel Club non assi-cura una permanenza atempo indeterminato, maè soggetta a una verificacostante. La perizia hamesso in evidenza dei fat-tori di detrazione delbor-go sui quali andrà pianifi-cata ed effettuata unaserie di interventi per laloro eliminazione.

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12 PPROTAGONISTI GENNAIO 2007

Qualche esempio: la sosti-tuzione delle insegnedelle strade e dei numericivici con delle targhe,magari in ceramica, piùconsone alle caratteristi-che del borgo oppure unincremento della chiusu-ra al traffico delle stradecarrabili del borgo”.

IIl CClub ssi iispira aalla rretedei PPlus BBeaux VVillages

de FFrance cche èè, ddopoParigi, lla pprima ddestina-zione tturistica ddella FFran-cia. SSul mmodello ffrancese,il ccircuito dde ““I BBorghi ppiùbelli dd'Italia” hha ll'ambi-zione ddi ffavorire qquelloche ii ssociologi cchiamanoil ““turismo ddi pprossimi-tà”, aattento aalla cculturadei lluoghi ccome rrisorsafondamentale. CCosa hha ddaoffrire iin ttal ssenso CCusa-no?In effetti, Cusano già datempo è meta di un turi-smo variegato, grazie allapossibilità che offre dieffettuare itinerari natu-ralistici di diversa diffi-coltà: la passeggiatalungo i sentieri del MonteCigno è un esempio di iti-nerario accessibile a tutti,mentre il percorso-avventura nelle Gole diCaccaviola rap-

presenta un vero e pro-prio spettacolo dellanatura riservato, però, achi si vuole cimentarecon un livello di difficoltàun po' più alto; le visiteguidate al centro storico,al museo e alle chieserappresentano un'alter-nativa ideale per chivuole riservarsi qualcheora di tranquillità ammi-rando degli scorci parti-colarmente suggestivi earchitettonicamente inte-gri; non manca, poi, unavasta scelta in tema eno-gastronomico per chivuole semplicementeriservarsi una “escursio-ne” nei sapori tipici. Pernon parlare, poi, dellemanifestazioni conosciu-te ormai anche oltre iconfini regionali, che rap-presentano un ulteriorerichiamo per centinaia dimigliaia di visitatori”.

LLo sscopo cche ssi pprefiggeil CClub dde II BBorghi ppiù

belli dd'Italia nnon èè ttantoquello ddi sscoprire ee vvalo-rizzare ddei vvillaggi mmorti,di sseconde ccase, aabitatisolo dda aanziani, mma lluoghivivi, ddove ii rresidenti sstan-no bbene ee nnon hhanno lla

minima iintenzionedi aandar-

sene”, ssi llegge iin uun'in-tervista aa FFiorello PPrimi,Presidente ddel CClub. CCosacambierà aa CCusano cconl'ingresso nnel CClub?Come tutti i paesi dell'en-troterra montano, Cusanosoffre di difficoltà occu-pazionali dovute alla lon-tananza dalle grandi arte-rie di circolazione e daidistretti industriali, mal'aver scoperto unapotenzialità turistica harisvegliato dei settori,quali, ad esempio, quellidella ristorazione, del-l'artigianato e della ricet-tività, che stanno creandodelle concrete opportuni-tà di sviluppo. Questasituazione sarà sicura-mente incrementata dallamaggiore visibilità assi-curata dall'ingresso nelClub e non dubito che lalaboriosa comunità cusa-nese ne trarrà ulteriorebeneficio per creare dellecondizioni di benesserediffuso capaci di trattene-re i residenti e di miglio-rare il livello della qualitàdella vita”.

PPer cconcludere qquestabreve iintervista, lle

facciamo uuna ddomanda uunpo' ppiù ppersonale: qqual èèla ccosa cche ppiù aama ddelsuo ppaese ee pperchè?

Non è facile indivi-d u a r e

una cosa in particolare: inpassato, per un lungoperiodo, ho vissuto moltolontano da Cusano, manon è mai venuto meno illegame con le mie radici,anzi, nel momento in cuiho avuto la possibilità, eanche la fortuna, di sce-gliere, non ho esitato aorganizzare la mia vita inmodo tale da potervirimanere. Il mio amoreper il paese l'ho sempremanifestato impegnando-mi in prima persona inmolte delle attività chequi venivano svolte ericoprire attualmente lacarica di Assessore perme rappresenta un gran-de privilegio in quanto,laddove possibile, il miocoinvolgimento è ancoramaggiore. La cosa piùbella e che più mi emozio-na è la luce che brillanegli occhi delle personequando si parla di Cusanoed è quasi possibile tocca-re con mano il senso diappartenenza della gente,fiera delle proprie origi-ni, spesso umili, e consa-pevole delle potenzialitàdi cambiamento possibi-li”.

LLa rringraziamo pper llasua ddisponibilità ee lla

salutiamo ccon ll'augurio ddiun pprospero 22007.

Anna CCivitillo

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GENNAIO 2007 MMANIFESTAZIONI ED EVENTI 13

BÈil teatro a diventare

protagonista indiscus-so in una rassegna bene-ventana, il cui program-ma si svolgerà dal 6 gen-naio al 31 marzo 2007. Sitratta della quindicesimaedizione di “Comico Ita-liano”, organizzata dallacompagnia teatrale Solotdi Benevento, che rientranel progetto “ObiettivoT”. Gli spettacoli sonoorganizzati in quattrosezioni: Comico Italiano,Comico Junior, OpenStage ed Eventi speciali.

Quest’ultima sezione èdedicata alla realizza-

zione di concerti con notimusicisti internazionali(un nome per tutti è quel-lo degli Inti Illimani),nonché ad incontri congrandi personaggi dellospettacolo (come Luigi DeFilippo).

La sezione intitolata ilComico Italiano è

rimasta invariata rispettoalle precedenti edizioni,

consentendo di

partecipare a spettacoliteatrali, presentati davarie compagnie d’Italia.Il primo appuntamento èil 6 gennaio al TeatroComunale di Benevento,con “Tonino Cardamonegiovane in pensione” conPaolo Chiazzo. La stessasezione prosegue il 18gennaio sempre al TeatroComunale con “Il metodoGronholm” (per la regiadi Cristina Pezzoli), chevede tra gli interpretiNicoletta Braschi.

I l 14 gennaio, invece,toccherà a “L’avaro”

(con l’adattamento diRosario Giglio e VivianaMarino), che fa partedella sezione Junior,destinata esclusivamenteai più piccoli. Gli altrispettacoli previstisono “Giufà e il mare”(regia di AntonelloIntonante), “Il lupovegetariano e Cappuc-cetto Rosso”.

Appuntamento imper-dibile è quello del 26

gennaio, con “Cent’annidi solitudine”, tratto dalcapolavoro di GabrielGarcia Marquez, conPaolo Cresta. Le musichedal vivo saranno eseguitedal gruppo Ringe RingeRaja, mentre l’adattamen-to e la regia sono curatida Annamaria Russo eCiro Sabatino. Open stage,infatti, è la nuova sezioneche consente di parlare diteatro attraverso le inter-pretazioni e le voci dinoti attori, con la parteci-pazione del critico teatra-le Giulio Baffi. Tutti gliappuntamenti di questasezione si svolgeranno alMulino Pacifico.

Si tratta di un’impor-tante iniziativa per

valorizzare una risorsadel territorio e della cul-tura in genere. Attraversomanifestazioni come que-sta si riscopre un’arteantichissima, in grado difar crescere, di far risco-prire le emozioni, dimaturare una maggioreconsapevolezza. Perché ilteatro non è fatto solodelle storie che si raccon-tano, ma anche di emo-zioni e soprattutto divita.

Per ulteriori informa-zioni collegarsi al sito:

http://www.solot.it/

Alessia PPezzillo

Il tteatro èè pprotagonistaENEVENTO E IL “COMICO ITALIANO”

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14 AARTE E CULTURA GENNAIO 2007

Imotivi dominanti delNatale a Cerreto Sanni-

ta li potremmo sintetizza-re senza dubbio nella let-tera “P”. Vi starete chie-dendo se non sia impazzi-to. No, affatto, potetestare tranquilli. Seguite ilseguente “Percorso” (ed ègià la prima P). Abbiamoavuto la P di Presepe (conle sue tre diverse tipolo-gie e interpretazioni:quella di Presepiarte, lamostra-concorso di operein ceramica della ProLoco giunta alla XII edi-zione, quella delle chiese,comprese quelle dellecontrade, e quella delpresepe storico-monu-mentale, allestita nellachiesa di Santa Maria diCostantinopoli), maanche la P di Polemiche(come quella tra il sinda-co Barbierie la ProLoco). La Pdi Pastori(quelli tra-dizionali equelli piùelaborati),ma anchela P diP r e m i(quelli datiai vincitoridi Prese-piarte). LaP di “PolarE x p r e s s ” ,

uno dei tre film proiettatisempre dalla Pro Loconell’ambito di “Natale a

Cerreto”, ma anche la P diPianistico, comeil concerto diNino Di Luiseche ha ripercor-so il periodo cheva dal 600 allacanzone parte-nopea (in omag-gio a Carapelle),e dei “Percorsinella musicasacra”, un con-certo diretto daPietro Di Loren-zo che ha spa-ziato da Pachel-bel a Mozart

(entrambi nell’ambito di“Natale duemilasei a Cer-reto Sannita” dell’Ammi-

nistrazione Comunale).Senza dimenticare la P diPartecipazione, comequella della Ricciarelli alGran Concerto dell’Epifa-nia in Cattedrale. Ma,soprattutto, la P piùimportante è stata quelladi Pensieri, nel senso diidee. Come quella dell’ar-chitetto Ciaburri di orga-nizzare la manifestazione“Natale: Pace e Dono.Sapori, Arte e Colori delNatale Cerretese”. In que-sto contenitore ricco diiniziative (sempre di mar-chio Pro Loco), struttura-to in quattro momenti, èstato riservato uno spazioper un omaggio a Salvato-re Cipolla, il poliedricoartista di origini sicilianescomparso lo scorso 1novembre, al quale Cerre-to dovrebbe essere grataalmeno per la Biennaled’arte del 2002. Prima diquesto omaggio, Cerretoera stata capace (se dicapacità si può parlare)soltanto di negargli la cit-tadinanza onoraria.Cipolla ha dato la svoltadecisiva alla città della

ceramica, tentando difarla uscire da convinzio-ni e mentalità provincialipoco adatte a quanto Cer-reto era (ed è) in grado diesprimere e di offrire, elanciandola in un’orbitaeuropea, in un mercatopiù ampio. Non contava ilsuo carattere burbero edaustero. Non contava ilcome esprimesse i con-cetti, ma i suoi concettistessi. Densi di passione,esperienza, pazienza.Tenere chiuse a chiave leopere di Salvatore Cipol-la, averle e non volerlemostrare, significa offen-dere la sua memoria,significa relegare la cul-tura che rappresentavaad un ruolo marginale.Significa esiliare Cipolla equello che raffiguravacon le sue forme d’arte. Èstato il pittore, il cerami-sta, lo scultore, ma

soprattutto l’uomo che,imbruttendo e deforman-do i corpi ed i volti dellepersone che plasmava, haraffigurato i drammi, idolori e i difetti degliesseri umani. E scusate seè poco. In mezzo ad unmare di simboliche Pnatalizie, ecco spuntaredunque la C di Cipolla. Lastessa C di competenza,capacità e creatività.Quelle che metteva nelmodellare le sue opere.

Giovanni PPio MMarenna

CERRETO SANNITA: RESEPIARTEP Spunta lla ““C” ddi CCipollain mmezzo aalle ttante

“P” nnatalizie

Locandina di presentazione di Presepiarte 2006

Genny Di Lorenzo in“Natività di Nostro Signore”

Vincenzo Franco in“Natività monumentale”

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ELLA IANARA...BSe un giorno passeggian-do per i vicoli di Beneven-to vi doveste imbattere inuna donna bellissima manello stesso tempo miste-riosa e magnetica ricor-datevi che le streghe nonsono mai andate via dallacittà.Il loro arrivo risale alladominazione Longobarda,quando i nuovi venutisvolgevano strani ritualiche impressionarono lepersone del luogo. Il ritosicuramente più racca-pricciante si svolgeva neipressi del fiume Sabatodove giovani donneurlanti danzavano ai piedidi un noce tra i cui ramipendevano serpenti.Le vicende ben presto sidiffusero grazie anche alvolume scritto dal medicoPietro Piperno dal titolo“De nuce maga beneven-tana”.I Longobardi capirono inbreve tempo che per esse-re accettati era meglioadeguarsi alle usanze deilocali piuttosto che difen-dere le “streghe” adoltranza e così accettaro-no il Cristianesimo con laconversione del 664d.C.,grazie soprattutto a San

Barbato che tagliò ilfamoso “noce magico”.Così ai numerosi Dei se nesostituì uno solo, maancora più potente. I luo-ghi dove veniva adoratoerano gli stessi di untempo, si presuppone cheal posto del noce fu erettauna cappella.

La politica condivisaarrecò benessere allacittà: infatti, in pocotempo la capitale dellaLongobardia Minor diven-ne meta quasi obbligatadei pellegrini che si reca-vano in Terra Santa, men-tre d’altro canto venneimmortalato il mito dellestreghe che giunge inalte-rato fino a noi.Considerando la storia epassando alle cose prati-che la morale è la seguen-te: volete incontrarequalche bella strega?Dove e quando lo ricavatedi conseguenza!

Corrado TTavarone [email protected]

GENNAIO 2007 AARTE E CULTURA 15

PIILLLLOOLLEE DDIIAAGGGGEEZZZZAAS

“Ki ss lloda, ss ’’mbroda”nonna Pezz

(letteralmente: chi loda sestesso, si “imbroda”)

La prima immagineche viene alla mente

è quella dei cannibali oanche delle streghe:grandi pentole anneritedal fumo che continua-no sempre a bollire,pronte per cucinarequalcosa o qualcuno allaprima occasione. È stra-no però pensare di cuci-nare se stessi. Forse ilneologismo IMBRODAR-SI (inteso come fare disé un brodo) sarà statocreato apposta per que-sto proverbio. È uncapolavoro: non solo c’èuna perfetta simmetriatra le parti, ma ancheuna rima. Sciogliendo lametafora, chi fa troppalode di sé rischia dirovinarsi con le propriemani. Finirà per restaresommerso dall’acquadensa e viscida che luistesso ha contribuito aspargere, fatta di esage-razioni, di bugie, diincongruenze che primao poi si svelano. E allorail brodo finirà per bru-ciare e per bruciarlo… sisa, la cucina non è affa-re da tutti.

PIIAATTTTII DDEELLLLAARRAADDIIZZIIOONNEET

“Biscotti aalle nnoci”Jo Jo

Ingredienti pper lla ssfoglia:150 g. di strutto, 150 g.di zucchero, 3 uova, 1tazzina di succo di aran-cia, 375 g. di farina, 1bustina di lievito perdolci, 1 bicchiere di nocisgusciate e tritate.

Preparazione ddell’impasto:Sciogliere lo strutto,mischiarlo con le uova elo zucchero e sbattere iltutto. Aggiungere gra-dualmente il succo diarancia. Sommare farinae lievito e amalgamarebene l’impasto. Aggiun-gere infine le noci elavorare un po’ la pasta.

Cottura : Dividere lapasta in due e disten-derla su una teglia unta.Infornare per 30 minutia 180°C. Toglierla dalforno e tagliare la pastaa striscie trasversali dicirca 2 cm. ottenendocosì i biscotti. Capovol-gere biscotti e rimetterela teglia nel forno peraltri 12 - 15 minuti a200°C.

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16 AARTE E CULTURA GENNAIO 2007

Che ora è? è una delledomande più frequen-

ti che sentiamo nell’arcodella giornata. E questonon stupisce affatto, dalmomento che il tempo cicondiziona enormemente.Ogni minuto della nostravita è scandito e perfetta-mente organizzato in unrigido programma cuinon si può sfuggire: sve-glia, dieci minuti per ladoccia, sei minuti per lacolazione, dodici minutiper arrivare in facoltà…Perfino le vacanze sonofatte di programmi conti-nui per fare spazio a piùvisite guidate e tour pos-sibili. E con griglie di que-sto tipo si arriva alla finedella giornata, alla finedella settimana. E cosìtrascorrono gli anni.

Ma in realtà il tempocos’è? L’anno è il

tempo che la terra impie-ga per ruotare intorno alSole, il mese indica iltempo che la luna impie-ga nella sua rotazioneattorno alla Terra, il gior-no invece misura la rota-zione della Terra attornoal suo asse.

Se tutto è così regolaree uguale a se stesso

perché per noi il tempodiventa così frenetico?Perché sembra essere len-

tissimo nei momenti dinoia e invece non bastaremai quando ne avremmopiù bisogno? Forse non èil tempo a mutare. Forsesiamo noi a mutare e connoi la nostra percezionedel tempo. Sant’Agostinodiceva che il tempo è“distensio animae”: non

esiste oggettivamente,ma è la nostra anima ascandirlo e a proiettarlosulla realtà. E non avevatutti i torti: da bambini ilgiorno del compleannosembra sempre lontanis-simo, da adolescenti lamaggiore età sembra untraguardo irraggiungibi-

le, da adulto sembra pas-sato solo un giorno dalproprio diciottesimocompleanno. Eppure leore sono sempre di ses-santa minuti. Le canzoni,i libri, le poesie, i saggifilosofici sono pieni diqueste riflessioni: dal“tutto scorre” e non torna

mai indietro della scuolaionica, al “vecchierel” diPetrarca e Leopardi checorre e si affanna pertutta la vita e corre perarrivare solo ad “un abis-so orrido e immenso”,passando per il “tempusfugit” di Orazio... e cosìall’infinito.

Ma, al di là di ogniretorica, ciò che

conta è rendersene conto.Non sappiamo quantodurerà il tempo che cia-scuno di noi ha a disposi-zione. Quello che contadavvero è come riuscire-mo a sfruttarlo. E alloraogni istante, ogni minutodella nostra esistenza èfondamentale per evitarerimpianti, per vivereintensamente i rapporticon gli altri, per fare lepiù varie esperienze divita. È così che ancheosservare un tramonto oascoltare la pioggia chebatte sui vetri assume unsignificato totalmentedifferente. Bisognerebbesolo ricordare, almenouna volta al giorno, che lavita è una e che non sipuò tornare indietro.Forse questo basterebbeper farci valutare meglioil TEMPO: non un tiranno,ma forse un giusto consi-gliere che ci mette inguardia dal considerarloinfinito e che si impegnaa farci apprezzare megliola sua presenza.

Alessia PPezzillo

EMPO: TIRANNO O ...?T Che oora èè?

ARREDAMENTIPETRONE

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Sono atenei a misurad'uomo, giovani e for-

temente dinamici, quelliche più spesso si mettonoin luce nel reperimentodei fondi di ricerca e nellaproduzione di risultatiimportanti. Questo è ilcaso dell'Università delSannio: al terzo posto inItalia, e largamente laprima in tutto il Mezzo-giorno, per la capacità diattrarre investimenti pri-vati sulla ricerca scientifi-ca. Lo dimostra la gradua-toria elaborata da Il Sole

24 Ore, che si basa sullaprima valutazione effet-tuata quest'anno dal Civr(Comitato interministeria-le per la valutazione dellaricerca) e dell'allocazionedei fondi tra programmi diricerca d'interesse nazio-nale (Prin).

L'Ateneo sannita, infat-ti, riesce a staccarsi

decisamente dalle mediedel suo territorio, grazie auna politica tesa a favori-re i rapporti con le impre-se tecnologiche di tutto ilPaese. Secondo il Rettore

Filippo Bencardino questodato è il risultato di unforte legame con il terri-torio che ha permessoall'Università una conti-nua interazione con leimprese.

Il Rettore afferma chesono stati due gli obiet-

tivi fondamentali perse-guiti dall'Università: pun-tare su un concetto diver-so di Università, concen-trando la formazione sullegame tra ricerca eimpresa, e rinforzare illegame con il territorio e

le imprese locali.

Non solo: l'Universitàdel Sannio è il sogget-

to capofila delle cinqueUniversità Campane e deisette Centri di RicercaRegionali impegnati nellacostituzione del “Centrodi Competenza nelle ICT”.Già nel corso del 1999, laFacoltà di Ingegneria haavviato, coerentementecon l'anticipo delle ideeportanti e delle innovazio-n i d e l l ' o f f e r t a d i d a t -ica connesse alla c.d.R i f o r m a U n i v e r s i t a r i a

ENEVENTO PUNTA SULLA ICERCAB l’Università ddel SSannio è aal tterzo pposto iin IItalia ee

prima iin ttutto iil MMezzogiornoR

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(D.M. 3 novembre 1999, n.599), una riflessionemetodologica sull'innova-zione dei percorsi forma-tivi nelle ICT e sullarisposta del sistema uni-versitario alla crescente emultiforme domanda diprofessionalità prove-niente dalle imprese ICT.Tale lavoro di analisi, diideazione e progettazioneè sfociato nel ProgettoCulturale per l'istituzionedei Master Universitari inTecnologie e GestioneSoftware.

L'ICT è il core businessdella nostra Università

- afferma Bencardino -che è riuscita ad attrarregli investimenti finanzia-ti, negli ultimi anni, dallaRegione Campania. Siamostati bravi ad incrociare ilmomento giusto e investi-re in un settore, quellotecnologico, che oggi èdiventato una realtà con-solidata per la nostraRegione”.

Anche il Presidentedella Provincia Nardo-

ne ha dichiarato che “sitratta di un doppio risul-tato assolutamente ecce-zionale, che ci riempied'orgoglio come cittadinisanniti: esso è davverostraordinario, se solo siconsidera che viene daun'Università del Mezzo-giorno e in un momentoin cui l'Italia fa poca

ricerca scientifica. Ilmerito di questo duplicericonoscimento, va aidocenti e ai ricercatori,ma anche all'intelligenzae alla lungimiranza deiprogetti posti in esserenel Sannio”.

La Provincia di Bene-vento sostiene da

tempo gli sforzi nelcampo della ricerca scien-

tifica da parte dell'Uni-versità sannita, stringen-do accordi, cooperandocon progetti, finanziandointerventi proposti, ela-borati e presentati dall'A-teneo. Ma al tempo stessol'ha sollecitato, chieden-do allo stesso di darerisposte tecniche a quesi-ti circa il soddisfacimento

di diverse esigenze pernuovi servizi superiori. LaProvincia di Benevento,infatti, si è data comeobiettivo di fondo ilfinanziamento dell'inno-vazione e della ricerca: ildato più significativo diquesta collaborazione stain alcuni traguardi giàraggiunti come il MAR-SEC, il Laboratorio delle

telecomunicazioni, ilcostruendo Centro dicompetenza dell'ICT diSan Giorgio del Sannio.

L'Università di Bene-vento è costituita dalle

Facoltà di Economia,Ingegneria, Scienze Mate-matiche Fisiche e Natura-li e Scienze Economicheed Aziendali. Essa ha

acquistato piena autono-mia amministrativa edidattica a decorrere dal1 gennaio 1998 (D.M.29/12/1997) come Uni-versità degli Studi delSannio di Benevento. Nelquadro della formazioneuniversitaria nazionalel'Ateneo sannita si distin-gue per un progetto cul-turale complesso, caratte-rizzato, per un verso, dapercorsi formativi diforte specializzazione,tali da qualificarlo comesede di rilievo nazionaleper determinati ambitidisciplinari; per l'altro,dal ruolo promozionaleche l'Università si propo-ne nel processo di svilup-po del sistema economicoe sociale della Campania,e in particolare delle suearee interne.

Il logo dell'Universitàdegli Studi del Sannio

riflette due tipologied'intervento creativo:una moneta d'oro dellaZecca longobarda diBenevento raffigurante ilduca Arechi II e un fram-mento di scrittura bene-ventana (usata nel meri-dione nei secoli VIII -XIII). Sulla predetta scrit-tura campeggia la scritta“Università degli Studidel Sannio”.

Maria PPezzillo

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NAAVVIIGGAANNDDOO IINNEETTEER

Sannita

Il Gruppo Archeologicodi Prata Sannita (GAPS)ha realizzato il sitowww.gruppoarcheologi-copratasannita.org incui sono state raccoltenotizie sui ritrovamentiarcheologici, sui primiinsediamenti umani esulle tracce che il succe-dersi delle varie epochestoriche ha lasciato nelcentro abitato situato inprovincia di Caserta.Nella pagina Chi Siamoviene presentata la sto-ria del Gruppo Archeo-logico e un elenco dieventi a cui ha presoparte. Seguono paginededicate all’archeolo-gia, al centro abitato diPrata Superiore e alBorgo medievale.La pagina dedicata alCastello e la ricca sezio-ne dedicata ai Luoghi diculto (con schedeapprontate per ognichiesa o cappella) pre-sentano foto suggestiveda non perdere.Nella sezione Visite gui-date è possibile preno-tare visite al Borgomedievale, al Castello ead altri monumenti delpaese.Segue una pagina in cuisono elencate le Pubbli-cazioni presentate dalGAPS con, in fondo, illink a un modulo colquale è possibile effet-tuare degli ordini.Infine, nella paginaConvenzioni sono ripor-tate attività commercia-li presenti nella zona.

BUNTU LINUXU Una ddistribuzione GGNU/Linux nata pper eessere ffacile

Ubuntu è una distribu-zione GNU/Linux

apparsa per la primavolta nel 2004. In circa unanno e mezzo è diventatauna delle più diffusedistribuzioni riscuotendoun grandissimo successonelle comunità Free Soft-ware e Open Source. Faci-lissima da installare, èbasata sul desktop envi-ronment Gnome, che sipresenta agli occhi degliutenti con colori tra ilmarrone e l’arancione eun set di icone grafica-mente molto curate.Appena installata ha giàtutti i programmi neces-sari ad un utente medio:programmi per l’ufficio,per masterizzare, per col-legarsi e navigare suInternet, programmi perchattare, ascoltare musi-ca, guardare video, dise-gnare. Possedendo unaconnessione ad Internet èpossibile installare facil-mente migliaia di pro-grammi liberi e gratuitisviluppati da programma-tori sparsi in tutto ilmondo. Essendo unadistribuzione GNU/Linux,si resta protetti dagliattacchi di virus proget-

tati per Windows e, se si èun utente un po’ piùavanzato, si può installa-re e configurare il fire-wall, per prevenire attac-chi dalla rete.

Il supporto hardware èottimo. Personalmente

uso penne usb, hard diskesterni, masterizzatoriusb, fotocamere digitali ele mie due stampantisenza problemi. È possibi-le usare il cd di installa-zione per provare Ubuntusenza installarla. Bastainserirlo nel lettore cd eriavviare il computer, ècosì possibile testare ilsistema operativo senzanessun timore di rovinarequalcosa.

Ubuntu è disponibileanche in diverse

varianti. Kubuntu consi-ste in Ubuntu senzaGnome ma con KDE (undesktop environment piùsimile a Windows),Xubuntu, senza Gnomema con XFCE (un desktopenvironment graficamen-te molto curato ma cherichiede poche risorsehardware rispetto aGnome e KDE), Edubuntu,pensata per gli studentied Ubuntu Server Edition,

distribuzione adatta aiserver.

Nel Luglio del 2005 l’i-deatore Mark Shuttle-

worth (nato nel 1973) hacreato la Ubuntu Founda-tion, versando nelle suecasse 10 milioni di dolla-ri. Shuttleworth, che hafatto fortuna (575 milionidi dollari) grazie al soft-ware libero/open source,spiega che la fondazioneha il compito di garantireagli utenti una continuitànello sviluppo e nel sup-porto alla distribuzione,anche nel caso in cuidovesse accadere qualco-sa a lui o alla Canonical(organizzazione che con-trolla Ubuntu).

Ubuntu è un’ottimadistribuzione non

solo per gli utenti che siavvicinano per la primavolta ad un sistemaGNU/Linux ma per tutticoloro che vogliono avereun sistema operativopronto da usare, sicuro,senza troppi fronzoli egratuito.

Per maggiori informa-zioni visitare:

http://www.ubuntu.com

clegg

LUGBN 22.0 ALFAG E iil gglug rrinasce

Quando un softwareinizia a creare proble-

mi, la cosa migliore èdotarsi di buona volontàe riscrivere il tutto,incrementando natural-mente il numero dellaversione. E quando unsoftware viene riscritto,non si rilascia mai troppovelocemente una versio-ne dichiarata stabilesenza aver prima testatoe ritestato.

Èquanto sta accadendoal GNU/Linux User

Group di Benevento.Appena nato già non fun-zionava bene. Quindiabbiamo deciso di rico-minciare. Il nuovo glug faun uso intensivo dei ser-vizi offerti dalla rete auti-s t i c i . o r g / i n v e n t a t i . o r g(A/I). Loro è la piattafor-ma di blogging sulla qualesi basa il nuovo sito e loroè il servizio mailing list.

Non possiamo far altroche invitare tutti gli

interessati a prendereparte alle discussioni chesi tengono via ML. Magarisi potrebbe anche parlaredi qualcosa di interessan-te. Per qualsiasi informa-zione potete scrivere [email protected]

GlugBN

GENNAIO 2007 NNUOVE TECNOLOGIE 19

Sito: hhttp://glugbn.noblogs.orgMailing LList: hhttps://www5.autistici.org/mailman/listinfo/glugbn-mml

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