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AMBROGINO CARACCIOLO DI TORCHIAROLO

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il loro ramo bi IFtapoli

Estratto dalla « Rivista di Araldica e Genealogía »

Anno II, 1934, n. 1 - 3 : gennaio - giugno

N A P O L ILibreria Editrice A R T U R O C R I S C U O L I

Via Mariano Semmola, N. 15

1934

AMBROGINO CARACCIOLO DI TORCHIAROLO

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Estratto dalla « Rivista di A raldica e G enealogia »

Anno II, 1934, n. 1 - 3 : gennaio - giugno

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Via Mariano Semmola, N. 15

1934

Napoli — Tipografía “ E. V i g l i a r d i „ — Via Atri, 22

O LI A N D R E U DI M A IO R C A E D IL L O R O R A M O

DI N A P O L I

La famiglia Andreu, trapiantata dalla Catalogna nelle Baleari ai principi del secolo X l l l , fu una delle piü illustri e principali del regno di Maiorca, ed ebbe per capostipite, come atiesta lo storico Gerónim o Alemany, Pedro Andreu di Barcellona, dottor letterato, (1) che fu segretario del re G ia c o m o I o d’Aragona.

Infatti da un libro di privilegi delia sinagoga dei Giudei scrittoin pergamena, che nel 1819 era ancora in possesso del márchesedi Campofranco, in calce ad alcuni privilegi concessi dal re G ia ­com o nel 1252, si leggeva il nome di Pedro Andreu cancell iere del re.

Ma Don Pedro si era segnalato principalmente nella conquis tadel regno di Maiorca, per cui nel ripartimento delP isola eseguitonel 1230 dall’infante Dón Pedro di Portogallo in nome del re G ia ­como, ebbe assegnato in premio un vasto territorio nei pressi di Jartán (oggi Arta) denominato Alquería Beniatgar. (1)

II nome Andreu ricorre da ahora con frequenza nei piü an- tichi documenti del 1’ isola. Nel 1241 si legge il nome di Arnaldo Andreu (presumibilmente figlio o fratello di Don Pedro), canónico e decano delcapitolo di Maiorca, tra i firmatari dell’ accordo in- terceduto in quell ’anno tra il vescovo ed il suo capitolo con l’or- dine dei Templari.

Nel memoriale o inventario dei beni appartenuti al Visconte Don Gastone di Bearne, si legge che un’ alquería nei pressi di Soller confinava da un lato coi beni di D om enico e Pedro Andreu.

In altro documento del 1260, conservato fino ai principi de! secolo scorso dai Conti Zaforteza, era ricordata la nioglie di Pedro Andreu di Barcellona. Pedro Andreu figlio dell’ omonim o cancel­liere, nel 1285 prestó al re Alfonso III il giuramento di fedeltá e ligio omaggio come sindaco deh’universitá di Campanet (3).

Da un altro istrumento del 13 agosto 1362 risulta che Antonio Cassels ed Antonia sua moglie dimoranti nella cittá di Manacor, venderono al venerabile Ferrer y Fornemira Donzéll, meta dell’ al­quería S.ta Virga con obbligo di prestare a Pedro Andreu 13 quarteras blat.

Da altro istrumento del 7 aprile 1466 risulta che Pedro An­dreu, figlio ed erede di Pedro Andreu, dimorante nella parrocchia di M a n a c o r , assegnó a luán D o m e n g a , dieci quarteradas di térra

(11 Maestre e dotor letrado era il principal titolo di nobiltá a cui aspiravano i nobili di quel tempo.

(2) Historia de Mallorca tomo p.ro, Autor el D.r D.n Inan Dam eto en fol. 282 col. 1.

(3) José Ramis de Ayreflor — Alistamiento noble de Mallorca del ano 1762. P a lm a de Mallorca 1911, pag. 175.

appartenenti al R aphal lo Caparro, divenuti allodiali dell’ ospedale di S. Andrea, piü tardi ospedale generale (1).

In seguito la famiglia Andreu suddivisa in vari rami, fu co m ­presa fra quell ’ associazione di famiglie denominata las novas, dal numero delle nove principad famiglie che stabilirono di non po- ter effettuare matrimoni che soltanto fra loro, e fu ascritta alia confraternitá di S. Giorgio, (2) dove fu sempre rappresentata, e dove non potevano essere ammessi che i soli nobili di quel regno.

L’ arma degli Andreu di Majorca era raffigurata da un grifo d’ oro rampar.te in campo d’ argento e da una stella d’ oro nella parte in fer io re , e si trova riprodotta in Barcellona nella chiesa di S. Gerónim o in una lapide anteriore al mille, nella cappella delle anime fondata da Pedro Andreu Donzell nella chiesa di S. Eulalia di Palma di Majorca, a Manacor, a Puebla, nelle armi in- quartate delle las novas, e nei libri delle famiglie Togoras, Homs, Moragues e Salas.

Imparentati con le principad famiglie, appartennero gli Andreu ágli ordini dei Templan' , di Malta, di S. Giacom o, Calatrava e Al­cantara , e furono strettamente imparentati coi gran Maestri di Malta Raffaele e Nicola Cotoner, e col cardinal Zondadari ñipóte di un Andreu.

Goderono i principad uffici del regno di Majorca, quad giu- rati, reggitori, avvocato fiscale del real patrimonio, governatori, reggenti luogotenenti e capitán generad, raggiunsero tutti i gradi militari, ebbero un gran numero di dottori, e furono altresi d e c o ­rad del cingolo militare e dei titoli di conte, di duca, e del gran- dato di Spagna.

Pedro Andreu, signore di Albocasser (3) fu il capostipite del ramo di cui ci occup amo. Egli fu quedo stesso che nel 1466 as- segno una porzione di terra all’ospedale di S. Andrea di Manacor.

Ne! 1494 in contemplazione del matrimonio effettuato dal fi- gliuolo Don Pedro con Francesca Vida, con istrumento per Notar

(1) Arch. Caracciolo in Trocchia, Explicac ión del Arbol Genealógico de la111.re familia de Andreu del R .no de Mall. ca a fin de provar las Fideicomisos fundados por el D.r luán Andreu, el jus Patronato de las Capellanías q.e mando fundar el Capitán de Cavados Nicolas Andreu y Fortuny, el Fideicomisso del D.r Io rge Andreu P . ro y Canónigo de la S.ta Ig.a Cath.l de Mall.ca y el que fundó la Señora Fr an.ca Font q.e D.n Sigismundo Andreu y de Avellone al pnte de 1770 possehe; como del otro q.e pretende expectarle, fundado per la S.ra Ca- tharina Monica Andreu contra la S.ra D.a C olo m a Pont y Vich, V.a de D.on Guill.mo Pont y Vich seg.n el Pleyto q.e pende en el Supremo y R.l Consejo de Castilla; y otras curiosidades.

(2) La confratria di S. Giorgio, a somiglianza di quella di Valenza e Sara- goza fu una delle glorióse istituzioni maiorchine durata dal secolo X V al X V I l I , e poteva considerarsi come una corporazione della nobiltá. Aveva fra l’altro il compito di addestrare la gioventü alie armi ed all’ equitazione e di preparare i tornei che si celebravano annualniente, oltre l’ obbl igo di solennizzare con una grandiosa funzione religiosa che dal secolo XV I si celebrava nella chiesa di S. F ra n ce sc o di Assisi, la festa di S. Giorgio patrono e Signore della Confratria.

(3) Albocasser era un feudo della provincia di Manacor ricavato dalla Ca- vall.a de los Llallo che anticamente si chiamava Burguet e comprendeva cinque alquerías e quattro Rephales, e fu assegnato nella suddivisione dell’isola a Don Nuno Sans, che nel 1234 lo concesse a Berenguer Burguet . P ass ato in seguito nella famiglia Llull lascio il nome di Burguet per prendere quello di questa.

Nicola Crespi del 4 agosto di quell ’ anno , gli fece donazione del feudo di Albocasser che egli aveva acquistato da G iacom o Llull, e che, dal figlio di Don Pedro prese poi il nome di Sô Perhote Andreu.

Successivamente in data 3 agosto 1495 fece altra donazione in favore dell’altro suo figlio Don Iuan dottore di legge, ed infine col suo testamento dell’ 8 luglio 1512 depositato presso il notaio Antonio Valero, essendogli premorto il f iglio P e d r o , istitui suo erede universale il figlio Don Iuan (1).

Fu questi uno dei piii notevoli personaggi del tempo suo; di- fese la patria in tempo di pace e guerra, e rese segnalati servigi al tempo delle rivoluzioni popolari che funestarono quel regno dal 1521 al 1523, segnalandosi in modo particolare nella giornata del- F8 febbraio 1521, quando asssalito nella casa della città dove tro- vavasi a rappresentare i Giurati ed i Leali, riusci con grande co- raggio e gravissimo pericolo della persona, a tener testa agl’insorti.

Nel 1507 fu uno dei pih autorevoli testimoni del famoso miracolo di Alcudia, cioè di N. S. Gesù Cristo che verso sangue da un pre- zioso crocifisso, com e fu attestato in un istrumento stipulato il 26 febbraio di quell’ anno innanzi al notaio Antonio Seguí e corne ricorda Vincenzo Mut nella sua storia di Maiorca. (2).

Nel 1515 fu giurato del regno; corne risulta dai reali dispacci conservati nell’ archivio di Maiorca del I o febbraio 1525, del 14febbraio 1530, del 13 gennaio 1574 e del I o febbraio 1575 rese ri-levanti servigi, sia difendendo la patria, sia dando sempre manifesta- zioni di lealtà al suo sovrano. Nel 1525 merito di esser nominato dal- 1’ itnperatore Carlo V avvocato fiscale e patrimoniale del Regno di Majorca per la morte di Don Pedro luan Zaforteza, ed infine pro- mosso al supremo ufficio di Reggente (Vicerè) e luogotenente g e ­nerale di quel regno. (3).

(1) II nome P ed ro successivamente ripetuto in tutti i discendenti primoge- niti del L° Pedro Andreu ci lascia supporre che il primogénito di Pedro Andreu signore di Albocasser non fosse Don luan Andreu, il fondatore del maggiorato , sibbene Don Pedro marito di F ra n c e s c a Yri d a , che rimase escluso dalla suc- cessione paterna per essere premorto al padre, essendo noto che per le leggi feudali di quel tempo il maggiore di etá ed il piü prossimo in grado succedeva nei beni feudali del defunto, non essendovi rappresentanza di linea.

Nei discendenti di questo don Ped ro fu perpetuato ancora il nome Pedro di primogénito in primogénito.

(2) Vincente Mut. Historia de Mallorca. Mallorca 1650, tomo 2 ’, lib. 9, cap. 2, fol. 377. Vedi ancora il Surita, l’Argensol ed il cronista di A rag on a Sayas.

(3) A estos, y ¿>tros méritos de sus Mayores procuró añadir otros proprios dicho D.r D. luan Andreu aplicándose muy temprano al estudio de las letras humanas y divinas, con cuyo esmalte, y demas virtudes que adquirió, defendió su Patr ia en tiempo de Paz, y de guerra haciendo servicios muy señalados en las alteraciones populares de este Keyno: siendo ya muy distinguido por sus prendas en el ano 1507, pues haviendo Christo Nuestro R ed em tor renovado en este ano en su prodigiosa Imagen de la villa de Alcudia el beneficio de der­ramar su preciosa Sangre para nuestro r e m e d i o , fué llamado por uno de los mas autorizados testigos, que para hacer crehible en lo venidero aquel portento, con assertada providencia, se señalaron.

Y no le valió poco la protección de la Santa figura del S.to Christo á quien píamente debe creherse se encomendaría , y tendría desde entonces especial de-

11 reggente Don luán sposó in prime nozze il 10 glugno 1505 la nobile Eleonora Zaforteza , ed in seconde nozze nel 1516 la nobile Margherita Vivot, che portó in dote mille libbre, come dal- l’istrumento del 16 setiembre di detto anno per Notar Gabriele Serra.

Col suo testamento depositato presso il notaio Bartolomeo Za- mella il 30 maggio 1531, pubblicato il 12 giugno seguente, dispose di tutti i suoi beni fedecommesso perpetuo agnatizio e di primo- genitura con grávame di nome ed arma di Andreu e proibizione di quarta, ed in mancanza di tutta la sua discendenza agnatizia, chiamó a preferenza della figlia Anna i discendenti agnati di suo fratello Pedro e dell’altro fratello Tommaso .

In questo maggiorato successe Don Iuanhote Andreu y Vivot dottore in ambo le ieggi, figlio primogénito di Don luán, ed a costui morto celibe nel 1555, successe il fratello Bernardino che levó la casa ancora a maggior grandezza dopo aver recuperato con lunghe liti tutti i beni compresi nel fedecom messo paterno, che in parte erano stati alienati dal predecessore.

Bernardino Andreu y Vivot sposó in prime nozze il 4 maggio 1558 la nobile Giovanna Ferrandel, ed in seconde nozze il 6 marzo 1564 la nobile Maddalena Fortuny.

An ch’egli prese attiva parte ai principali avvenimenti del tempo suo, e per le benemerenze acquistate e per i meriti paterni fu dal re Filippo II con lettere del 30 ottob.e 1573 decorato del cingolo militare ereditario, e solennemente armato cavaliere il 13 gennaio 1574 dal viceré di Majorca Don Giovanni de Urries.

Poi il 18 febbraio 1575 dallo stesso monarca fu decorato del titolo di Conte di Andreu non solo per sé e suoi successori pri- mogeniti, ma eccezionalmente in perpetuo per tutta la posteritá d’ambo i sessi nata e nascitura, ed infine a sua petizione, ottenne dallo stesso Monarca con altre lettere reali del 16 novembre 1581, che il titolo comitale precedentemente concesso , fosse aggregato al maggiorato fondato da Don luán Andreu, e reso trasmissibile anche agí i agnati secondo l’ordine delle chiamate in esso stabilite.

vocion; quando en el ano 1521 en que padeció este Reyno las turbaciones po­pulares, le fué precisso recogerse con otros Cavalleros, y gente mas principal de la Isla á dicta Villa de Alcudia para escaparse de la furia de los Comuneros que le tenían por uno de sus mayores contrarios. Y aunque por razón de un combenio hecho con los Artistas que jermitia el salir de la Villa á los Nobles se adelantó á executarlo primero que otros, pero rota la fée de los Comuneros, que dieron en perseguirle luego que le vieron; fue prodigio singular escapar con la vida (aunque no sin mucho trabajo) que pudieron en aquel tiempo muchos Cavalleros, y gente de distinción.

P o r este y otros servicios en defensa de su Patria, y manifestación de leal­tad a su Soberano, mereció del Invictissimo Empe rad or Carlos Quinto, de glo­riosa memoria, el que le nombrase Aboga do Fiscal y P a t r m m i a l de este Reyno, y desempeñando las esperanzas que de el havia concebido se le confiaron de­spués los empleos de Regente y lugar Theniente General de este Reyno.

(D.r Miguel Frontera. P o r Don Sigismundo Andreu y de Avellone — con Don a Beatriz Zanglada Viuda de Don Matheo Andreu, R eg id or que fue de la Ciudad de P alm a — sobre el fideicomisso dispuesto por ei doctor Don luán Andreu, A b oga do Fiscal, y Patrimonial desde Reyno de Mallorca. En la Real Audiencia et. En la Oficina de Ignacio F ra u Impressor del R e y nuestro sen.r 1760, pag. 40 e 41).

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Col suo testamento in data 7 agosto 1573 pubblicato dal no*taio Oabriele Serra il 15 se t te^bre 1583 fl), chiamó erede suo uni- versale il primogénito Don luán Andreu y Ferrandel, e particolare il secondogenito Don Nicola Andreu y Fortuny.

II primo sposato 1’8 maggio 1585 alia nobile Francesca de P u igd orf i la , morí il 2 gennaio 1594 lasciando erede il figlio na* scituro che fu chiamato Pedro, successore anche nel fedecom messo di casa Ferrandel, e morto a sua volta giovaniss imo il 27 luglio 1616, lasciando un único figlio a nome Pedro. La moglie Dionisia De Pax Fuster si rimaritó con Raimondo Zaforteza conte di S. Maria di Formiguera, e fu erede del figlio che anch ’egli in giovineetá morí il 21 luglio 1632.

Don Nicola Andreu y Fortuny nato il 29 novembre 1579 seguí la carriera delle armi sotto Fil ippo III e Fil ippo IV, e militó in Catalogna, nel regno di Sicilia ed infine nello s b t o di Milano (2) col grado di Capitán di cavalli del la compagnia di lanze delle guar- die del Duca di Feria, governatore e capitán generale dello stato di Milano, dove mor! nel 1623.

Questi lasció due fígli naturali avuti con D. Anna Arias, che en- trambi furono legittimati dal Re: Maddalena, religiosa del convento del la Consolazione di Palma di Majorca, che fondo due cappella- nie ordinate dal padre con testamento pubblicato in Milano il I o novembre 1623 per notar Giovan Battista Castiglione, e Bernardino nato il 18 marzo 1618, che percorse rápidamente tutti i gradi mili- tari, prima da capitano di una com oagm a da Iui levata a sue spese nel 1637, con la quale si segnaló (3) dando prove di grande valore, servendo in seguito col grado di maestro di campo in tutte le guerre di Catalogna, quindi come governatore cHla cittá di Alcudia nel regno di Majorca e castellano del Castello di Belver, governatore dell’isola e reali fortezze d’Iviza ed infine governatore generale delFisola di Minorca il 12 aprile 1653 e capitán generale del la medesima il 25 novembre 1658 (4).

Peí suo matrimonio con Eleonora Cotoner fu imparentato con Nicola e Raffaele Cotoner eletti gran Maestri di Malta nel 1660 e 1663, con Bernardo Luigi Cotoner inquisitore di Saragozza e del regno di Sicilia e con Bernardo Cotoner y Oleza Arcivescovo di Oristano e Cerdena e poi vescovo di Majorca.

(1) Questa data non deve essere esatta, perché trovo notizia ricavata da un libro ‘24 (non identificato' fol. ‘260 in cui si legge: « En 18 de lunio de 1582 el magnifico luán Andreu denuncio el Hospital de la Villa de Manacor co m o he­redero de su Padre conforme su testamento ante Gabriel Serra Not. de 10 a- gosto de 1578 , y dho Bernardo Andreu lo posehia succediendo pr sus medios al Mag.co luán Andreu conforme su testamento ante Bar tt .e Lanulle en 80 de Marzo de 1531. Dho luán Andreu lo posehia como donatario universal del Mag.co Pedro Andreu su Padre , mediante instrumento ante Pedro Morante Nott. en 3 agosto de 1495. Y dho Pe dro Andreu lo compró a Iayme Llulle en 6 Set.e de 1455.

Mas denun.ó la Carnicería de dha Villa. Mas denunció la Alquería l lama­da Rotana con todas sus pertenencias. Mas denunció una pieza de tierra lamada Las Forcas y no consta mas denuncia ».

(2) Mut. Historia de Mallorca pag. .485.(3) Mut o. c. pag. 484.(4) Ramis y Ramis. Historia de Menorca. Mahon 1815, en 4o.

D opo la morte del Conte Pedro Andreu avvfinuta nel 1632 pretese di ,esser dichiarato successore nel maggiorato fondato dal bisavo; ma essendo stato egli legittimato dopo la morte dell’ultimo possessore. la preferenza fu data invece a Francesco Andreu y Exeló (quantunque di linea piü lontana), con sentenza del 31 mag- gio 1639 e real Provisione del 18 ottobre detto anno, confermata nel 1641 con altra sentenza del supremo Real Consiglio di Aragona, e cosí concepita:

« Verum quia constat Franciscum Andreu in hac causa agen- tem descendentem esse per lineam masculinam Peroti Andreu ne- potis testatoris ex patre Petro, et ab eo vocati; nam constat dictum Perotum Andreu tres filios masculos reliquisse, quorum major natu fuit Perotus Andreu qui relictis duobus filiis masculis decessit, vi- delicet Matheo et Francisco majore natu nunc agente ad quem fi- deicommissum de quo agitur pertinet, cum non constet ex Ioan- notto Andreu filio Thomae Andreu a testatore vocato ante Perotum Andreu auctorem dicti FrancNci agentis aliquos superstites fuisse, ac esse filios, vel descendentes masculos ».

Ma Don Francesco Andreu y Exeló (n. il 25 ott. 1585) dal suo matrimonio con Isabella Burquets y Puig de Ros non ebbe che una sola figlia, Eleonora Clara, che dichiaró sua erede universale con testamento del 15 febbraio 1640 per notar Giovanni Serra, pubbl i­cato a 26 luglio 1652. Ma questa morí il 25 setiembre del mede- simo anno, chiamando erede la madre.

Pero con sentenza del Real Consiglio del 15 febbraio 1653, la spettanza del maggiorato fu dichiarata a favore di Don Matteo Andreu y Exeló fratello del defunto possessore, il quale pero morí dopo pochi mesi, lasciando dal suo matrimonio con Caterina San- ches un único figlio, che fu Don Pedro luán Andreu y Sanches, nato il 28 marzo 1636.

Questi fu Mostasaph (1) del regno, e sposó il 23 giugno 1684 la nobile Dionisia Orlandis y Anglada, dopo aver ricuperato tutti i beni pertinenti al maggiorato ed il patronato delle due cappella- nie istituite da Don Nicola Andreu y Fortuny. Dal suo matrimonio ebbe sei figliuoli: Caterina , che fu abbadessa perpetua del c o n ­vento delle Cappuccine del la cittá di Palma e morí in concetto di santitá; Matteo che fu successore nel maggiorato; Giorgio dottore in Sacra Teología, n. il 5 decembre 1692 f il 26 novembre 1717; Dionisia morta nubile, lasciando erede dei suoi beni la chiesa par- rocchiale di S. Giacom o; Pedro luán nato il 27 novembre 1697, gesuita, morto in concetto di santitá, e Francesco nato postumo il 14 agosto 1703, morto il 20 novembre 1717, e sepolto nella tomba degli Andreu nella cappella di S. Bernardino da Siena del real convento dei monaci osservanti di Palma di Majorca.

Matteo Andreu y Orlandis nato il 29 novembre 1690, sposó il 10 gennaio 1723 la nobile Beatrice Anglada y Julia; continuó il giudizio iniziato dal padre contro il conte di S. Maria di Formi*

(1) L ’ufficio di mostasaph equivaleva press’a poco all’intendente o ministro delle finanze,■ • u» T • •

güera (1) e successori , e recuperó il predio detto Huerto deis Md- gallons, situato presso Manacor ed il predio E l pou Nou.

Intentó ancora un giudizio contro il fisco, e con sentenza del 2 4 novembre 1745 fu dichiarato che in virtü del real privilegio di Filippo II concesso a Bernardino Andreu nel 1573, come discen- dente di questo, dovesse godere dei privilegi e degli onori spet- tanti ai cavalieri di quel regno.

E perció con Real dispaccio del re Filippo V, dato in Pardo 1’8 febbraio 1 7 4 6 , fu creato Reggitore della cittá di Palma della classe dei cavalieri per lo stato nobile, e il 4 marzo prese pos- sesso delPufficio. Ma con altra real cedola del 24 setiembre 1754, in seguito ad istanza da lui fatta, ottenne la giubilazione per in fermitá, conservando pero il grado e gli onori di detto ufficio.

Non ebbe figli dal suo matrimonio; perció con testamento del 22 novembre 1756, pubblicato a 7 giugno 1759 per notar luán Ginard, lasció erede la moglie Beatrice Anglada, che a sua volta con testamento per notar Sebastiano Cervera del 16 geznaio 1767, lasció eredi la ñipóte Giovanna Anglada e Don Antonio T ogores marito di questa.

L ’anzidetto Pedro luán religioso della Compagnia di Gesü, fra- tello di Matteo, giovine di gran talento, intraprese la carriera delle letDre, ottenendo nell ’Universitá di Palma la laurea di dottore in Teo logía ed ambo i dritti.

Giunto al Peta di 36 anni decise di entrare nella compagnia di Gesü, nonostante le pressioni dei congiunti che speravano invece di veder da lui continuata la famiglia, non avendo il fratello Matteo avuto figliuoli.

Ammesso nel noviziato, dopo aver disposto con atto per notar Salvatore Gallard del 25 gennaio 1733 che la sua ereditá andasse in usufrutto alia sorella Dionisia ed alia cognata, e dopo la loro morte, a favore della chiesa parrocchiale di S. G iacom o e del C o n ­vento delle Cappuccine , partí per Siviglia , e nel noviziato di S. Luigi vestí 1’ abito religioso nel febbraio 1733. Verso la meta di dicembre s’ imbarcó a Cadice per l’America, sbarcando dopo lun- ghissima traversata a Buenos Ayres il 25 marzo dell’anno succes- sivo. Di quí ebbe ordine di partiré per Cordova del Tecuman per terminarvi il noviziato, e dopo due anni, professati i voti, tornó a Buenos Ayres per esservi ordinato sacerdote. Nominato procuratore della casa dei gesuiti di quella cittá, vi rimase fino al 1737; quindi fu mandato com e missionario nelle regioni ancora selvaggie nel- l’interno delI’America.

Professó il quarto voto nella provincia di Paraguay nell ’Ame- rica meridionale il 19 settembre 1743; fu provinciale della sua re- ligione nella stessa provincia,fin quando espulsi i Gesuiti dall’America, si rifugió con essi in Italia negli stati pontifici, e morí a Ravenna nel 1777 in concetto di santitá (2).

(1) Don Raiinondo Burgués Zafortesa y de P a x delP abito di Calatrava, ul­timo conte di S. María di Formiguera di questo cognome, sposó D. Giovanna Nunez de San luán y Quint, e mori il 25 ottobre 1694 senza figliuoli.

(2) La vita del Venerabile Pedro luán Andreu fu scritta in latino dal ge- suita P . losé Manuel Peramar , e tradotta in spagnuolo nel 1S19.

Nel 1759 s’accese una gran lotta per la successione dei mag- giorato Andreu? essen^ovi ira ' pretendenti anche la Compagnia di Gesù; ma ia |}te , c o m ’era da prevedersi, fu decisa nel 1760 a favore della l jnea collatérale, discendente dallo zio secondogenito di Don F rancesco Andreu y Exelô.

Perhote (Pedro Odon) Andreu, signore del predio Son Perhot Andreu. figlio di Don Pedro, fratello dei vicerè Don Iuan , aveva infatti dal matrimonio con Caterina Boscà avuto nove figliuoli: 11 primo Perhote Andreu y Bo scà fu padre fra gli altri di Francesco Andreu y Exelô, cui nel 1639 tocco il maggiorato; Guglie lmo primo canónico della cattedrale di M ajorca e rettore della villa di S. Iuan fu erede universale del pad re , e lasció un vistoso patrimonio al fratello Giorg io . Questi fu anch’ egli I o canónico della cattedrale di Majorca e dottore in sacra Teología ; successe ai germani Matteo, F r a n c e s c o , Antonio, An113, Caterina e Suor Isabella, e di tutti i suoi beni con testamento del 3 agosto 1636 peí notar Mi- chele Calm es , Dubblicato il 14 agosto, fondo un cospicuo m ag g io ­rato a favore del ninote Pedro Odon e della sua discendenza ma schile, al quaD lasció pure in libera eredità tutti i beñi del canónico Guglie lm o Andreu. Ed infine Agostiuo, che è qualif icato « Illustre y grande varón », dottore in dr'tto, marito di Eleonora Font, da cui nacaue il predetto Pedro Odon, erede universale e f idecommissariodi Giorgio Andreu.

Pedro Odon nacque il 14 novem bre 1577, e con dispensa pon­tificia sposó il 3 marzo 1612 la cugina Francesca Font y Moranta. Fu giurato del regno per gli anni 1 6 ! 6, 1635 e 1640. Morí il 6 g iugno dell’anno 1640, lasciando tre figli: Eleonora maritata a Don luán Antich de Llorach; Caterina Monica che ebbe tre mariti: Don luán de Pax. Don Miguel de Arxatell y Berga e Don Francesco Vanrell y Mut; e Don Pedro nato il 9 g e nnaio ¡ 6 1 3 , sposato in prime nozze con Eleonora Dameto y Burguet ed in seconde nozze con Isabella Español y Serra.

Dal primo matrimonio (1) nacquero Francesca Eleonora, che nel 1656 sposó Don luán Antich de Llorah e uiorí nel 1668, e Don Pedro nato nel 1634, che fu successore del padre e morí senza figli nel 1677.

Dal secondo matrimonio nacquero Matteo, nato nel 1638 e morto celibe nel 1656, ed Agostino, nato nel 163^ , che nel 1669 sposó Gerom'ma C am pos y Ferrandel. e successe al fratello Pedro con presidali decreti del 24 ottobre 1677 e 21 gennaio 1678, e morí il 22 settembre 1679.

Da Agostino nacquero Isabella, nata l’ l l maggio 1667, che fu abbadessa del convento delPOlivar; Caterina religiosa nello stesso convento; Geronima nata il 23 ottobre 1676, maritata il 16 decembre 1692 con Francesco Antich de Llorach; Francesca nata il 24 maggio 1678, maritata il 25 decembre 1710 con Nicola Font y Rossinól de Defla; e Don Pedro nato a I o settembre 1673, dichiarato suc-

(1) Questo Don Pedro lasció anche discendenza illegittima che esiste attual mente in A!ajorca, senza aver mai goduto privilegio di nobiltá.

cessore del padre nel fedecom messo fondato da Don Giorgio Andreu con presidal decreto del 28 setiembre i 679.

Don Pedro, seguendo la sua naturale inclinazione per le armi, nel 1692 si arroló come cadetto nell ’ esercito spagnuolo , e fu de- stinato a Napoli di guarnigione; indi fu trasferito in C ata lo g na , e prese parte a tutta la campagna di quegli anni, segnalandosi per eroico valore nella battaglia combattuta il 27 maggio 1694 sul fiu- me Ter, dove tenne testa a un gruppo di nemici per difendere il passaggio del ponte; e benché sei volte ferito e grondante sangue da tutte le parti, continuó a combattere con indómito coraggio fin­ché colpito da un secondo colpo di moschetto cadde sul terreno e fu fatto prigioniero. Scampato dalle mani dei francesi dopo 14 mesi di prigionia, 1’ eroico giovinetto fece ritorno agli avamposti spagnuoli, e promosso capitano per mérito di guerra , fu inviato nell’isola di M ajorca al comando di una compagnia in formazione e P8 maggio 1696 imbarcato per 1’ esercito di Milano. Giunto al Finale e sbarcato il 25 luglio di quell’ anno, per ordine del gover- natore di Milano fu imbarcato in una saettia con altre due co m - p a g n i e , ed inviato nel regno di Napoli : qui continuó il real servizio fin quando fu riformata la sua compagnia. Indi dal I o lu­glio 1698 al 4 novembre rimase addetto alia persona del Viceré; infine ebbe licenza di fare ritorno in patria.

In premio dei suoi servigi con real privilegio dato a S. Lo­renzo Real il 30 novembre 1699 fu nominato coadiutore di Don Berenguer de Homs nelF ufficio di sergente maggiore della parte- forense ( t ) del regno di Majorca, e il !2 gennaio L700 prestó giu- ramento nelle mani del Viceré Don Giuseppe de Galzeran de Castella Sebastida.

Poi il 27 marzo 1702, con dispensa del sommo Pontefice, sposó la cugina Isabel Font y Rosiniol de Defla, e per qualche tempo visse ritirato nelle sue terre. Ma nel 1704 dopo il bombardamento di Barcellona, fu inviato a difendere il castello di S. Filippo a Porto Mahon dagli assalti delle flotte inglesi' ed olandesi alleate dell’ im- pero, e vi tornó di nuovo nel maggio dell’ anno seguente, rima- nendovi fino al 5 marzo del 1706.

Quindi, seguendo sempre le parti dell’arciduca, continuó a c o m ­battere in Majorca, Minorca e in Catalogna sotto gli ordini del generale conte di S t a r h e m b e r g , col grado di tenente colonnello dei corazzieri; ma dopo la resa di Majorca ed il r iconoscimento di Filippo V, non poteva Don Pedro Andreu rassegnarsi ad una scon- fitta che sommergeva tutti gPideali pei quali f inora aveva lottato.

Preferí l ’abbandono della patria e la confisca dei suoi beni, e s ’imbarcó con la sua famiglia peí regno di Napoli , rimasto fedele all’arciduca Cario, divenuto imperatore co l nome di Cario VI.

II 27 aprile 1728 fu aggregato con la sua famiglia alia nobiltá di M a n fr e d o n ia , forse perché era governatore militare di quel di-

(1) II regno di Majorca per privilegio del re D. Pedro I V del 1373 com- prendeva la cittá di P a l m a che formava universitá e collegio separato, e la parte forense che comprendeva tutto il restante dell’isola.

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stretto, ed infine il 30 novembre 1730 morí a Viesti, essendo govér- natore di quella cittá.

Dei suoi figliuoli, Agostino nato il 19 novembre 1703, mori in Napoli il 18 agosto 1718; Gerónim o e Francesco si fecero religiosi dell’ordine benedettino di S. Pier Celestino, e furono entrambi priori perpetui in Abruzzo; Nicola seguí com e i suoi antenati la carriera militare nelle Baleari , sposó a Palma di Majorca il 19 gennaio 1761 Margherita Cervera y Morey, e morí a Palma senza lasciar discendenti il 29 novembre 1772, dove fu sepolto nella chiesa di S. Francesco (1). Giovanni secondogenito nato a Palma di Majorca il 3 novembre 1705, continuo la famiglia, raccogliendo le ricompense e gli onori che i lun- ghi fedeli e gloriosi servigi del padre avevano meritato.

Con diploma dato a Vienna il 5 aprile 1731 ed esecutoriato in Napoli il 16 setiembre di quell ’anno, l’imperatore Cario VI gli rico- nobbe il titolo di Conte d’Andreu che Fil ippo 11 aveva concesso ai suoi antenati, e sullo stesso titolo gli conferí la dignitá di Grande di Spagna di I a classe. E bb e la croce di devozione del Sovrano Ordi- ne di Malta per la sua parentela col defunto Gran Maestro Marcan- tonio Zondadari (2).

Nel marzo 1732 sposó in Napoli la nobile Teodora Avellone Mascambruno Contessa del S. R. I., figlia del conte Francesco e di Vincenza Mascambruno Muscettola, ultima erede di questa fa­miglia originata dagli antichi duchi di Benevento e Principi di Capua (3), e lasció la cittá per ritirarsi a vivere in provincia, fer-

(1) losé Ramis de Ayreflor y Sureda. Al istamiento Noble de Mallorca del ano 1762. Noticias Genealógicas, Heráldicas y Biográficas de los Individuos y familias continuados en el mismo. P a lm a de Mallorca. Impronta de Amengual y Muntaner. 1911, pag. 175 e seg.

(2) U n a notizia per altro inesatta, riporta il cardinal Zondadari com e figliodi Eiisabetta Andreu. Senza dubbio non puó trattarsi del fratello del gran Mae ­stro di Malta, essendo entrambi figli di una Chigi di Siena.

Presumibi lmente la parentela fra Giovan i¡ Andreu ed il Gran Maestro deve attribuirsi ad altro tramite che ignoriamo.

(r¡) La famiglia Avellone o d ’ Avella come riporta il della Marra, fu origi­nata da un principe della C a sa d ’Austria chiamato Arnaldo, del quale cosi leg- gevasi in un’antica cr on aca da lui citata: « Erat in Regno Arnaldus ex Austriae ducum Progenie, Abel lae in Ca mpania Comes , propterea non Arnaldus de A u ­stria, sed de Abell|§ dicebatur «.

Da questa famiglia discese quel Riccardo d ’ Avella, che dopo la morte delre Corrado, si era reso assoluto signore di tutta Terra di Lavoro, il cui figlioRinaldo nel 1294 fu creato da Cario 2 o grande ammiraglio del regno.

F ran ces ca d ’ Avella figlia di Riccardo, r imasta vedova di Giannot to Sten- dardo, figlio di Guglielmo Gran Contestabile del regno, si rimaritó con Amelio del Balzo signor d ’Alessano, da cui discero poi i Conti d ’Alessano, e fu sepolta in Napoli nella chiesa di S. Lorenzo com e leggevasi sul suo sepolcro: Hic iacet Corpus Magnificae I^ominae Fr an cis ca e de Avella , et Baron iae Avellarum Do- minae, relictae quondam Magnifico Viro Domino Amelio de’ Bauc io , anno Dni M C C C L X X I .

Dalla stessa famiglia discesero gli antichi conti di Ponz a ed i feudatarii di P alm a, Matteo Avellone uno dei generali dell’armata di Corradino ricordato dal Summonte, Brancadoro Giovan Pirro e Marino Avellone ricordati in un d o c u ­mento del 1459 conservato nell’archivio Cávense col quale Roberto Sanseverino principe di Salerno e la moglie Raimondina del Balzo, qualificandosi loro con- giunti, donarono un feudo presso Cava , ed infine i signori di Magliano e Pra- tella in Terra di Lavoro, i Baroni di Basciano e Catnporeale in Abrqzzo e nel

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mandos! prima a Guardialombarda nei suoi possedimenti, ed infine stabilendosi a Frigento per meglio soprintendere ai suoi interessi e per ragioni del suo ufficio di governatore di quella città.

Dal suo matrimonio nacquero quattro figliuoli : Gaetana nata

D. T E O D O R A A V E L L O N E M A S C A M B R U N O

Contessa del Sacro Romano Impero e d ’Andreu Grande di Spagna di I a Classe

moglie del Conte D. Giovanni Andreu

(D a un ritratto esistente nella Villa Caracciolo inPollena Trocchia)

secolo XVIII il ramo cui appartenne la Contessa d’ Andreu, decorata del titolo di conte del S. R. I.

L a famiglia Masc amb ru no estinta negli Avelloni fu orjginata dagli antichi duchi di Benevento. Sicone XIIo duca sposó la sua figliuola Sichelenda al figlio di Azzone Ma scambruno detto Masseio. Nell’anno 1162 Gerardo Masc amb ru no figlio di Riccardo, che fu figlio di Giordano IIo principe di Capua, dono alcuni beni al monastero di S. Sofia di Benevento, ahora dei benedettini neri, e quindi dei Canonici regolari del Salvatore.

Lo scudo dei M asc am bru no era raffigurato da un’ ala di aquila ñera spie-

in Guardialombarda ed i vi battezzata il 14 gennaio 1733, che sposo in prime nozze il nobile Don Fernando Falla cavalière aragonese controlloro della Real Casa, ed in seconde nozze il nobile M iche­langelo Fernandez de Alonso ; Sigismondo nato in Frigento e bat- tezzato in quella colleggiata di S. Maria Assunta il 2 luglio 1735; Concepc ia nata in Frigento e battezzata in quella cattedrale il 28 luglio 1736, che sposo in prime nozze il nobile D. Marco o Farris cavaliere irlandese e colonnello del reggimento di cavalleria Ros- siglione, ed in seconde nozze il nobile Don Giuseppe Santasilia cavaliere di Carlo 3°, creato poi márchese da Ferdinando IV, dai cui figliuoli Andrea e Federico discesero gli attuali Santasilia; ed infine Nicasio nato in Napoli il I o marzo 1742.

Intanto nel 1742 il conte Giovanni Andreu , non potendo tra- sferirsi definitivamente nelle Baleari per i nuovi interessi che qui lo legavano, decise previa una generale rinunzia di tutti i suoi di- ritti in Spagna, di affidare il suo figliuoletto Sigismondo, che con- tava appena sette anni, ad un fido suo cameriere nativo di Castel- lammare di Stabia, e lo mandö in Maiorca presso un canónico di quella città, che lo accolse con grande affetto, e ne curo V edu- cazione.

Giunto cosí alPetá di 19 anni, il 10 giugno 1754 Sig ismondo sposö in Palma di Majorca la nobile Giovanna Odé de Latour y Mellier del la città di Siviglia nell’Andalusia, única figlia di Don San­tiago Odé de Latour colonnello dei dragoni di Almansa, capitato nelle Baleari per le vicende della guerra di successione, e con la ricca dote costituita alia moglie tutta in contanti, poté far fronte alle forti spese necessarie alia rivendica dei suoi dritti, mentre il buon canónico con le relazioni del luogo gli aveva facilitata la ri- cerca degli opportuni documenti .

Cosí in breve tempo Sig ismondo si trovo in possesso di una

gata col piede in cam po d’oro, e sopra lo scudo la chiave del corpo di S. Bar ­tolomeo portata in Benevento dal duca Sicardo.

Calogine Mascambruno non avendo figli, dono tutti i suoi beni, fra cui la terra di (Japrara, alia religione gerolosomitana di Malta, con i quali fu fondata la r icca co mm en da di S. Oiovanni Bat tista in Benevento.

Paolo M ascamb runo con Leonardo T o c c o suo congiunto (dal quale discese la cas a dei principi di Montemiletto) ando con Roberto Principe di Taranto a guerreggiare in Oriente.

Alfonso Masc amb run o nel 1510 s ’impadroni per qualche tempo della città di Benevento, co me leggesi nell’ indulto del Pontefice, quando avvenne la resti- tuzione della medesima.

In seguito ebbe questa famiglia altre illustrazioni fra cui i cardinali Ma ­rino e Landulfo, e il 27 décembre 1084 fu decorata del titolo di Marchese da Filippo Guglielmo Duc a di Baviera.

Fabrizio M ascamb runo ultimo maschio di questa famiglia, sposö nel 1662 la nobile Barbara Aracri del Cardinale, da cui ebbe quattro figliuole, di cui tre si fecero religiose, e l’ultima a nome Vincenza sposö nel 1682 i¡ conte Fr an ces co Avellone. Da questo matrimonio nacquero molti figliuoli, fra i quali T e o d or a mari tata nel 1732 al conte Giovanni Andreu, ed alia quale la madre con istru- mento per notar Michelangelo Bambino di Napoli del 18 aprile 1743, cedette tutti i diritti a lei spettanti sulla successione della famiglia Mascambruno. Que- sti dritti furono trasferiti neila famiglia Andreu, per cni nel 1888 il conte M a ­riano Andreu intentó giudizio all’abbadessa di S. Chiara in Napoli per rivendi- care il patronato sulla cappel la della famiglia Mascambruno,

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delle principan fortune delle Baleari. Rivendicó infattí il cospícuo fedecommesso fondato da Don Giorgio Andreu e quello fondato da D. F ancesca Font sua quarta ava con sentenza di quella Real Udienza delI’8 aprile 1755 contro D. C olom a Pont de la térra y Vich e is t iun ento di transazione del 24 maggio 1756 presso il no- taio Michele Giovanni Rossello y Quintana di Maiorca. Rivendicó il maggiorato fondato dal Viceré Don Giovanni Andreu per morte senza figli di Don Matteo Andreu y Orlandis con sentenza della stessa R. Udienza pubblicata a 8 ago.sto 1760 contro D. Beatrice Zanglada vedova ed erede del predetto, e istrumento di transazione del 10 marzo 1761 per Notar Giovanni Ginard; e rivendicó il pa­tronato delle cappellanie fondate da Nicola Andreu in virtü di una antica sentenza dell’8 febbraio 1664 del capitolo di Maiorca.

Intanto in Napoli il suo genitore aveva finito anch’egli per av- vicinarsi alia nuova corte, e per quanto le concessioni di Grandato fatte da Carlo VI non fossero in Spagna riconosciute da Filippo V, Carlo III alia vigilia di partiré da Napoli per prendere possesso del regno di Spagna, gli r iconfermó il Grandato sul titolo di conte d’ Andreu, nominándolo del pari suo gentiluomo di camera di esercizio.

Ma Don luán cessó di vivere in Genova il 23 novembre 1751, mentre si recava in Majorca per riabbracciare il figliuolo.

Dal suo matrimonio ¡I conte Sig ismondo Andreu ebbe n u m e ­rosa prole: Maria Antonia nata il 6 giugno 1755, maritata con Don G iacom o Morey de San Marti y Pizá capitano del reggimento pro- vinciale del regno di M a io r c a , e reggitore perpetuo de\Y Ayunta­miento' di Palma; Giovan G iacom o nato il 28 novembre 1757, morto il 18 febbraio 1760; Maria Teodora nata il 29 marzo 1760, maritata col nobile Don luán Frabueques ; Mariano nato il 31 aprile 1762, sottotenente del reggimento delle milizie di Majorca , sposato con la nobile D. Maria losefa de Berard Pont y Vich Sola y Cotoner ; Giovanni nato il 27 novembre 1765, presbítero; Maria Anna nata il 4 novembre 1767 religiosa; Maria Giuseppa nata il 16 maggio 1769, maritata con Don Ramone Santander Piza y Benisia.

Ma poiché le posizioni che si credono piü sicure purtroppo sono instabili e mutano all’improvviso, il giovine Mariano Andreu, prima ancora d’aver figliuoli, fu assalito da mortale intermita che si protrasse per lunghi mesi, sicché questa famiglia parve ad un tratto prossima ad estinguersi.

Per scongiurare questo pericolo, fra tanto dolore per la sicura perdita del figlio, il conte Sigismondo, dandone notizia in Napoli al fratello Nicasio che militava nelP esercito col grado di tenente colonnello di cavalleria, esortava quest* ultimo senz’altro ad ammo- gliarsi per continuarla coi suoi discendenti.

Fu cosi che il conte Nicasio Andreu, giä in etä di 47 anni, il 24 ottobre 1789 sposó la nobile Maria Giovanna Burgada (1), ori-

(1) Le famiglie Sa burgada di Valenza, Burguet di Barcel lona , e Burguet o B u rg a d di Maiorca hanno un’identica origine.

Lo storico Mosen Iayme Febrer, cavaliere, nelle sue Prove dedícate al Sere- nissimo Principe Don Pietro figlio e successore del re D. Giacomo il conqui-

ginäria di Catalogna, giovine avvenentissima di 25 anni, figlia di Don Pedro Burgada colonnello di cavalleria ch ’era morto militando per il re di Napoli, onde il figliuoletto Gaetano, benche di pochi mesi, fu nominato cadetto.

D. M A R IA G I O V A N N A B U R G A D A Contessa d ’Andren

Grande di Spagna di I a Classe nioglie del Conte D. Nicasio Andreu

(D a un quadra asistente nella Villa Caracciolo in Pollena Trocchia)

statore , ricorda Benedetto Saburgada cavalière di antico solare che venne da Catalogna con gente a cavallo alla conquista di Valenza, e portava per arma, onde del mare e sopra di esse tre rose incarnate in cam po d’ oro. Lasc iö un figlio in Majorca molto ricco con case, territorio e feudi, che agginnse alie sue armi una quercia verde in memoria di Pietro de Cortea, che lo lasciö erede universale dei suoi beni. TSenedetto e il suo secondogenito passaron quindi alia conquista del Puig a sei miglia da Valenza.

Giovanni Pur gad a íiglio di Rocco L u r g a d a nacque a Barcel lcna nel 1670,

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L ’ erede sospirato nacque in Napoli il 26 febbraio 1791, e fu tenuto al sacro fonte da Francesco Loffredo principe di Migliano, ricevendo il nome di Mariano Gennaro Sig ismondo per ricordare il defunto cugino morto a Palma il 31 marzo 1790, al quale il neo­nato succedeva per i futuri diritti f idecommissarii .

Ma gli avvenimenti politici del regno di Napoli del 1806 ven- vero a troncare la brillante carriera militare del brigadiere Andreu, che rimasto attaccatissimo ai Borboni , si dedico únicamente all’edu- cazione severa del figlio per istradarlo alia carriera diplomática.

Tuttavia i suoi rapporti segreti con la corte sicil iana e coi co- mitati che preparavano la restaurazione borbónica si erano inten­sificad nel 1814, e fecero presceglierlo in quest’anno per una mis- sione delicatissima e p e r i c o lo s a : far pervenire nelle mani del r-e Ferdinando VII lettere segretissime del sovrano di Sicilia Fer- dinandty IV.

II conte d’ Andreu accettó il r ischioso incarico , e munito di passaporto con data 31 luglio 1814 salpava dal porto di Napoli con la moglie ed il figlio, ed il 25 agosto sbarcava a Ta-rragona.

C he cosa contenessero le tettere di cui era latore non ci éstato possibile indagare, pur essendo la storicitá della notizia ga-rentita dalla costante tradizione familiare. Ma puo intuirsene 1’ im- portanza del fatto che il conte d’Andreu fu premiato con un titolo di Duca che non ci sembra piovuto a caso. S o l ta n to , sdegnosoc o m ’egli fu sempre di titoli e di onori, prego il re che la conces-sione fosse fatta al figliuolo, e perció con real cedola del 18 gen- naio 1815 il conte Mariano Andreu fu creato da Ferdinando VII duca di Biniatgar, (1) oltre la riconferma del Grandato e la nomina a gentiluomo di camera.

Tuttavia an ch ’ egli fece uso molto parco di questo titolo, sia perché preferí sempre quello piü antico di conte d’ Andreu, sia perché la fortuna patrimoniale che sembrava dovesse cumularsi nella sua persona giunse molto tardi, ed assai assottigliata dalle fatte previsioni.

Trasferitisi nelle Baleari, Nicasio Andreu cessó di vivere a Palma il 20 gennaio 1817, e fu sepolto nella tomba dei suoi an- tenati nella chiesa di Santa Eulalia, e il figlio Mariano vi sposó il 22 agosto 1818 la cugina Giovanna Morey de San Marty y An-

fu Commissar io provinciale di artiglieria del Treno di C a m p a g n a di Estrema- duca e Castiglia. Sposó Geltrude Canet , e da questa ebbe un figlio chiamato anche Oiovanni, che nel 1732 serviva nell’ esercito di Est remadura, e Pedro ve- nuto nel regno di Napoli al seguito di Car io Borbone, promosso colonnello di cavalleria il 21 novembre 1745, da cui Gaetano educato nel collegio militare della Nunziatella, che a sua volta fece una lapida carriera, ma essendo attac ­catissimo ai Borboni, nel 1806 preferí il ritiro alie spalline di generale.

Da lui, gia vedovo di Lucrezia Casamayor , e da Concetta Xinta nacque Gen­naro, sposato a Maria Angiola Filaci , dai quali nacque Gaetano insigne biblió­grafo ed attualmente direttore della Bibl. Vittorio E m . le III di Napoli e soprin- tendente bibliográfico per la C am p an ia e la Calabria.

(1) losé Ramis de Ayreflor. Alistamiento noble de Mallorca, pag. 179.

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dreu (1), da cui il 19 luglio 1819 nacque una b a m b i n a , che fu chiamata Maria, e fu Tultima di questa famiglia (2).

Ma i moti rivoluzionari scoppiati nelle Baleari nel 1822 e la peste bu bbonica che dilagava nelPisola, decisero il conte d’Andreu a far ritorno con la madre, la giovine sposa e la piccola Maria nel regno di Napoli, dove spiravano aure per lui piü propizie, dopo il ritorno dei Borboni.

Intanto in Spagna proclamata la costituzione fin dal 1820, con una legge dell’ l l ottobre era stato consentito ai possessori di fe- dec-ommessi di poterne disporre della meta. Onde il presbítero Don

(1) Da Giac omo Morey de San Marti y Piza e Maria Antonia Andreu na c- qnero oltré Giovanna maritata al Conté d’ Andren, G iac om o, Maestrante di Si- viglia, che sposó la nobile Marianna de Asprer, sorella della marchesa di Val- verde da ma d’onore della Repina Tsabella di Spagna: Sigismondo che di ap- pena 18 anni ebbe il grado di capitano, partecipó alia guerra contro i francesi, fu ferito e fatto prigioniero per molti anni, e ritornato in patria al tempo del ministro Odonnel fu uno dei rinomati generali spagnuoli; Dionisia maritata al nobile signpr Muntaner, da cui gli attuali conti di Albareal de Tay o ed il con- trammiragl io G ia c om o Muntaner Veg a Verdugo, e Luisa maritata col presidente Narvaez governatore delle isole Canarie, e Tosepha mari tata al generale Urbina.

(3) La nascita della Duchessina di Biniaígar D. Maria Andreu Contessitia d’Andreu fu solennizzata con un sontuosissimo battesimo, al quale intervennero le principad personalitá del regno di Maiorca.

A titolo di curiosita vogliamo qui riportare la lista degl ’ invitati fra i quali figurano i pin bei nomi di quel tempo deba oittá di Palma.

Te famiglie di D. Elísea R e b o t o , di D. Mariano C o n r a d o , di D. Antonio Dame to , di Don bnan Sureda y Zaforteza . di D. Manuel Cotoner , di D. Ma­nuel Santandreu , di T>. Gaspare Puigdorfila , di D. To mas Veri, la famiglia Sureda de Art a , di D. losé Denns , di Don layme Piza , le signore di Amora­gues de la cabe de la tnedecina. le famiglie di T). Enrique Chafaron, di D. An­tonio R o n e o , di D. luana Ana Vich , del Canónico M o nt a n er , di Don Pedro Gual , di D. lorge Truyoh Gobernador , del Canónico C oto ne r , del Señor Inten­dente, del luez Varela del bies Velena, del Señor Fiscal , del Señor Regente, del Segundo General del lúes Negrete, del Capitán del Puerto, di D. Maria Teresa Viuda del Coronel Zey, del Comand. te de Artillería, de Coronel Arnaiz, del Co­mandante de Marina, de T). Maria Gual, del C om an da nt e de Ingenieros D. En ­sebio Ruis; Le famiglie Fuster , Cardones , Vjda!, di D. Pedro Orlandis, del C a ­nónigo Fr uyols , Armen gol, della Señora Viuda del Generale Onel, del Marques de Aryan , del Marques Marotfo de Ferrandell del Marques del Reguer , del Marques Dameto de Relpuyg, di D. Ra m ón Dameto , Respuyg del Reló, Var- torell, Villalonga Afir, Serra de Marina, de Berard, di T). Antonio Servera, di D. Alaria Morell. di D. Maria Ana Piza, di D. Aynes Piza, Desbrull, Cornelias, di D. Teronimo ATorells e Rossinol de Zagran ad a , di D. Geltrudis Conrado, di Salas, las dos casas de Parceló, di D. losé Cotoner, di D. Manuel Marotto, di D. Andrez Verd. del Conte de Montenegro, de Fortuny, de Cam ase uma , de Fa- bregues , de Eestard , de Escalada, de Moragues , de la Señora Viuda de Descal­lar, de D. R a m ó n Puygdorfila de Ferrá, de D. Ped ro Ramires , del Abarques del P a l m e r de Antich , de D. Ramón Villalonga de Ma ss an e t , del Marques de. la Bastida, de D. Pedro Suav, de D. losé y don Isabel Linas, de la Condesa Viuda de Togores , del Marques de la Torre, del conde de Formignera, de D. Miguel Serra, de D. Ana Cotoner Viuda de D. Nicolás Dameto de la quartera, de Mut, del R e c t o r de S.ta Eulalia, de D. Alaria Teresa Cotoner Viuda de Savallá, del Afarques de Vivot, de D. Afariano Cererols , de los tres Señores Inquisidores, de D. Antonio Aguirre, de la Alarquesa Viuda de la Cueva, del Afarques Pinos de Barbará, de los Senoros de Campaner , del Abarques de Campofranco y D. F ra n ­cisca, de D. Feliz Cristeu Brigadier, del Corone! Soto, de I). Bar tholomé Rey- naud, de D. Francesco Ouiqueri, del Señor Contador, de D. Juan Abassanet, del Abedico Almodovar, del Conde Togores de Ayamaus, del Juez Oliver, del luez Campaner .

Giovanni Andreu , che era successo al padre Sigismondo nel go- dimento dei cospicui maggiorati di Casa Andreu, con atto 4 set- * tembre 1823 per notar Giovanni Antonio Rossello, da valere dopo la sua morte, faceva erede di quanto poteva disporre i figli delle sue tre sorelle (1).

Ma pochi giorni dopo un’ accentuata reazione avveniva nella política del governo di Spagna, e con Real decreto I o ottobre 1823 e cedola degli 11 marzo 1824 fu ridouata l ’ integritá ed indissolu- bilitá ai fedecommessi , annullando cosi tutte le alienazioni fatte in quel periodo.

Pero nel maggio 1825 decedeva in Palma il presbítero D. Giovanni Andreu, e i sopraccennati douatari quantunque decaduti per reintegra dei fedecommessi , s ’ impossessarono ugualmente del- l’intero patrimonio del defunto.

Queste notizie poco liete giunte in Napoli dopo moito tempo costrinsero la contessa d’Andreu che era donna di grande spirito a ripartir per la Spagna nel 1828, non potendo il consorte allon-

(1) 11 presbítero Don Giovanni Andreu non avrebbe potuto succedere al padre nei maggiorati di sua famiglia, essendone escluso dalle Tavole di fonda- zione, e perció il conte Sigismondo Andreu sul letto di morte aveva pubblica- mente manifestato che tutti i suoi beni appartenevano al fratello Don Nicasio.

Tuttavia questi, quando ritornó a P a lm a nel 1815, non volle farne caso di fronte al fatto compiuto e si contento di un assegno corrispostogli dal ñipóte. P e ro il conte Mariano Andreu venuto piü tardi in urto col cugino che indebo- lito dal Peta e dai malanni si lasciava dominare dai servi di sua c a s a , intento uno strepitoso giudizio per rivendicare i beni a torto posseduti da D. Giovanni An­dreu Anzi gli avvocati del conte D. Mariano fecero molto di piü, perché contro il vero vollero dimostrare che Don Nicasio fosse nato prima del fratello Sigi­smondo, e che perció a torto que di aveva ottenuto il possesso dei maggiorati fin dal 1756. Vi erano molti fatti che avvaloravano questa pretesa: la coufessione del defuuto conte Sigismondo che si prestava ad una duplice interpretazione; il passaporto di Don Nicasio quando venne in Ispagna che lo diceva di etá mag- giore del fratello; la dichiarazione di morte dello stesso che lo diceva di ánni 83, ed infine l’atto di nascita di Don Nicasio rinvenuto in Napoli che lo diceva nato nel 1734.

Per converso Don Giovanni Andreu istituiva giudizio in Napoli contro ignoti nel Tribunale della Gran Corte, per falsificazione di registri parrocchiali .

Ma il Conte D. Mariano incitato dai suoi l e g a l i , tenne duro, e sempre piü furioso si rivolse direttamente alia regina di Spagna, ed il giudizio giunse fino al Supremo Consiglio di Castiglia.

L ’equivoco che aveva dato luogo ad una tale supposizione fu dovuto al rin- venirnento nei libri parrocchiali di un Nicola, ritenuto Nicasio, altro figlio nato dal conte Don Giovanni Andreu e dalla Contessa T eo d ora Avellone.

Noi riteniamo che debba essere quello citato dal Ramis de Ayreflor come tenente aggreg ato alio stato maggiore della piazza di P a l m a e dato come figlio di Don Pedro Andreu e D. Isabella Pont , i cui figliuoli come sappiamo emi- grarono tutti col padre nel regno di Napoli.

Infine per intromissione di parenti e di autorevoli personaggi il conte Don Mariano fu persuaso a desistere da un giudizio che gli avrebbe totalmente alie- nato l amino di uno stretto congiurrto che aveva cumulato grandi ricchezze, e la cui successione che avrebbe dovuto egualmente ereditare non era preveduta lontana.

Ma 1’ ¡rato presbítero non volle mai perdonare al cugino, e se ne vendicó con quella donazione del ltíáB (per altro illegale, percha egli come ecclesiastico non poteva considerarsi legittimo possessore di beni vincolati da fedecommesso) e che pero fu causa di privare i legittimi discendenti della famiglia Andreu di un cospicuo patrimonio.

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tanarsi dal regno, in atiesa c o m ’era di esSere assunto nel servlzio del Re per il personale interessamento della regina Maria Isabel la che era spagnuola, e di cui la contessa d’ Andreu aveva saputo cattivarsi la simpatía fino a diventare una del 1 e piü intime amiche della sovrana (1).

E perció si ricorda che in q,uel te m p o , ritornando da una caccia, il re Francesco I volle che una parte dei fagiani uccisi fossero mandati alia piccola Maria Andreu che era malinconica per la lon­tananza della madre.

Intanto questa, giunta felicemente alie B a l e a r i , promosse un arbitraggio, il cui laudo fu protocoilato negli atti del notaio Gio. Maria Rossello di Majorca in data 13 agosto 1828, riuscendo cosi in poco tempo a ricuperare tutti i beni dei vistosi maggiorati ed a stabi 1 irne la relativa amministrazione.

Ma anelante di ritornare in Napoli , anche perché infieriva in Majorca un’epidemia di febbre gialla, riparti a questa volta, por­tando seco oltre rilevanti somme di denaro, una cassetta di gioie di gran valore, che aveva avuto dalla sua famiglia come porzione di dote, e molti importanti documenti di famiglia.

Que] viaggio di ritorno non fu molto felice. Giunta a Mar- siglia ed imbarcata sul brigantino napoletano « La Vittoria », que- sto fu assalito presso le coste della Corsica il I o ottobre 1828 da un vascello di corsari tunisini.

11 comandante del brigantino non potendo sostenere l’assalto, badó a salvare 1’ equipaggio per evitare che cadesse prigioniero nelle mani dei corsari. In quei frangenti la contessa d’Ándreu che era religiosissima, incurante. del denaro, delle gioie, e dei document, che recava seco, non pensó che a salvare un piccolo crocifisso di legno rosa che aveva avuto in regalo dal cardinal Vespucc i quan- do aveva sedici anni.

Gettata in fretía nella lancia che riusci ad accogliere 1’ intero equipaggio, a forza di remi questa riusci ad allontanarsi dal bri­gantino rimasto deserto.

Ma i fuggitivi avvistati poco d o p o , e fatti bersaglio ad un fuoco di schioppettate, si videro in breve inseguid da un’ altra lancia rápidamente messa in mare dal vascello assalitore.

La distanza fra le due barche si raccorciava ormai di minuto in minuto, e le palle f ischiavano intorno alia piccola imbarcazione, e mentre i marinari non cessavano dal gridare: Signora Contessa ab- bassate la testa, questa animata da un irresistibile slancio di fede, incurante di ogni pericolo, si levó ritta nel mezzo della barca, le­vando in alto verso i corsari il piccolo crocifisso che teneva stretto fra le mani.

11 miracolo invocato con tanto ardore di fede avvenne in istante. La barca dei corsari si capovolse sommergendol i nel mare, dando

(1) Oiovanna Morey y Andreu Contessa d’ Andreu fu cosi benvoluta dalla regina Maria Isabella, che oltre ad aver libero accesso in tutte le ore nell’ap- partanientó privato della Sovrana, assisti a molti dei suoi partí, essendo sempre ricercata per la sua conversazione piacevolissima infiorata d ’ aneddoti, e per la sua qualitá di spagnuola e quindi di connazionale della regina.

c o s í tempo alia piccola imbarcazione di guadagnare Í1 largo senzá essere piü inseguid.

Ma dopo alcune ore la lancia comincio a fare acqua, e fu ne- cessario provvedervi con brandelli di abiti lacerad dei profughi: il mare si fece grosso e si levo ad un tratto una furiosa burrasca durata tutta la notte, che tenne la fragile imbarcazione in preda delle onde altissime, sospingendoia come verso i culmini d’ alte montagne per ripiombarla nel báratro di profonde valíate.

Con l’alba il mare si fece calmo, ma declino anche il secon- do giorno senza scorgere né térra né legni di sorta.

L’ equipaggio stremato dalla fatica, dalle emozioni e dal dl- giuno, passo una seconda notte in balia delle onde, f inché ai primi albori, avvistata la térra in lontananza e ripresa lena, riusci a toccare il lido, sbarcando su una spiaggia solitaria di Civitavecchia, sulla quale i naufraghi si abbandonarono stremati.

Scorti dopo qualche tempo da alcuni contadini e ricevuti i primi soccorsi , il capitano mando súbito per il conso lé napoletano, informándolo che fra i naufraghi si trovava la contessa d’ Andreu che viaggiava munita di particolari commendatizie del ministro degli esteri, e per la quale 1’ intero equipaggio era compreso di ammirazione per il coraggio e la fede dimostrata.

Poco dopo sul posto giungevano il consolé Galera e le prin­cipad autoritá; ma i naufraghi provenivano da Marsiglia dove in- fieriva una grave epidemia, e la contessa d’ Andreu dalle Baleari dove si era sviluppata la febbre gialla, per cui non poteva esservi per essi eccezione dalla prescritta quarantena.

II capitano con 1’ equipaggio furono quindi inviati al Lazza- retto, e per disposizione eccezionale del governo di Napoli fu con- sentito che la contessa d’ Andreu espletasse pochi giorni di qua­rantena nello stesso consolato.

Ma a completare la serie di tanti sinistri, la contessa, giungendo al consolato, sdrucciolo casualmente slogandosi un braccio, finché raggiunta qui dal consorte e dalla figlia, poté finalmente fare ri- torno in Napoli, per ripartirne poco dopo alia volta di Paola in Calabria, dove il conte d’ Andreu era stato destinato come sotto intendente di quel distretto.

Le accoglienze tróvate qui da lui furono trionfali. Accolto a suon di campane e ricevuto dalP intera popolazione schierata per le strade presto seppe cattivarsi la simpatía di tutto il distretto. '

Ma il conte d’ Andreu uomo di carattere adamantino ed in- flessibile, era amante sopratutto della giustizia e nemico delle per-

- secuzioni prese a sistema dalla polizia borbónica. Trasferito nel febbraio successivo nel distretto di Brindisi, rese qui segnalati ser- vigi al governo, riuscendo con la sua energía a reprimere molti disordini ed abusi che si svolgevano in pieno accordo' con la po­lizia. Ma questo conflitto fra i due poteri fu causa della sua di-

* sgrazia. Accusato di liberalismo con decreto del 21 gennaio 1832 fu trasferito a Civitaducale distretto di assai minore importanza, invece di esser promosso ad intendente. Qui, tenuto in considera- zione dal principe Capece Zurlo capo della provincia, vi resistette

22

per alcuni anni, ma perseguitato dai rigori del ministro di polizia del Carretto che gli aveva messo una spia alie spalle in persona del comandante militare del distretto, indignato da siffatto proce­deré, ottenuta la Iicenza per Napoli dopo una vivace udienza del Ministro Santangelo, fece dichiararsi dimissionario nel 1835, « non potendo piegarsi a divenir ladro od oppressore della gente per rendersi accetto ai ministri ». (1)

Combattuto fra l’affetto per il Re, il disgusto peí suo governoe la passione di maggiori liberta , il conte d’ Andreu costretto al-l’ inazione, si dedico únicamente ai preferid studi filosofici ed alie cure de'la sua famiglia.

Ma i torti ricevuti (2), avevano grandemente scosso il suo animosensibilissi ino e resone accasciato il morale , per cui nel 1843 fucoito da grave apoplessia che lo tenne paralizzato in una poltrona per 14 anni fino alia morte.

Frattanto in ispagna, dopo la .morte del re Ferdinando Vil , sotto il governo del ministro Espartero, con legge 19 agosto 1841 furono definitivamente aboliti i fedecommessi con effetto retroat- tivo per le alienazioni legittime lucrative ed onerose avveratesi nelperiodo costituzionale dal 1820 al 1823.

In forza di tali disposizioni gli eredi del presbítero Don Gio- vanni Andreu interposero domanda per rivendicare la meta dei beni posseduti dal Conte Mariano Andreu, ottenendone 1’ accogli- mento con sentenza del 23 aprile, pubblicata 1’ 8 ottobre 1845 dal Tribunale di I a istanza, confermata con sentenza delPEcc .ma Udienza di Majorca del 12 aprile 1847.

La contessa d’Andreu, accompagnata questa volta dal genero fu costretta a ripartir per la Spagna, né poté fare altro in quel tempo che procederé bonariamente alia consegna dei beni recla­mad. In seguito fu ritenuto che quella consegna non fosse valida; ma quando nel 1877 fu iniziato giudizio per interrompere la pre- scrizione, i beni da rivendicare si trovavano giá in possesso di oltre 300 nuovi possessori .

Intanto le difficoltá sempre crescenti della lontana ammini- strazione e l’impossibilitá ormai di un ritorno in Majorca, decisero il conte d’Andreu ad alienare tutti i suoi beni in quell’ isola, dive-nuti liberi, e questa vendita fu effettuata ai principi del 1857 perun prezzo non corrispondente al valore reale di essi.

(1) II Conte di Andreu caduto in disgrazia per i suoi sentimenti liberali, nel 1818 pubblicó un opuscolo anónimo intitolato « Dialogo tra due amici » D. De ­siderio Curioso e D. Fedele Trombetta , nel quale cosí si esprime, r icordando le vicende dei suoi anni di seivizio.

O ln data 8 giugno J 8 4 ¿ fu riconosciuto con real rescritto a Mariano A n ­dreu il titolo di conte d ’Andreu. Non gli furon pero accordat i gli onori ed il t rattamento di Grande di Spagna da lui domandati, perché la real commissione dei titoli di nobiltá « ptir riconoscendo la legalitá del titolo originario e la di lui legittima successione fu di avviso di essere incompetente a giudicare ove al- trimenti non piacesse alia Maestá del R e ». Anche questa fu una piccola ven­detta del Santangelo, ma di niun effetto, perché sia dal consolato che dal 1’ am- basciata di Spagna, il Conte d ’Andreu fu sempre considerato come Grande di prima classe.

Ma íl 6 marzo dello stesso armo, coito da nuova apoplessia, cessö di vivere in Napoli , e per speciale grazia sovrana fu tumulato nel sottosuolo del duomo nel sepolcreto dei Caracciolo , e p r o p i a ­mente a sinistra entrando, sotto il secondo piccolo scudo dei C a ­racciolo Rossi.

Gli sopravvisse di molti anni la moglie, morta in Napoli il 6 aprile 1875, e tumulata nel cimitero di Poggioreale nel sepolcreto delParciconfraternita di S, Ferdinande di palazzo.

D. M A R IA A N D R E U

Duchessa di Biniatgar , Contessa d ’ Andreu e Grande di Spagna di l a Classe

moglie dei Conte D. Ambrogio Caracciolo di Torchiarolo

(D a un ritratto esistente nella Villa Caracciolo in Polle na Trocchia)

La Contessa Maria Andreu Duchessa di Biniatgar e Grande di S p a g n a di l a classe, ultima di questa fam ig l ia , sposö in Napoli nel 12 febbraio 1843 Don Am brogio Caracciolo di Torchiarolo,

poi conte d’Andreu e di Collalto, Deputato del Supremo Magistrato di Sa lu te , maggiordomo di settimana e gentiluomo di camera di entrata della Real Corte di Napoli, etc.

Fu donna di non comune intelligenza e coltura e nella sua gio- vinezza molto avvenente , di carattere autorevole , religiosissima, nel tratto e nella figura una vera gran dama (1).

Dotata d’ intuito eccezionale , in moite circostanze dettè pro­va di fortezza d ’animo e coraggio quasi virile. Cosî nel 1861, tro- vandosi nella sua casa di campagna in Trocchia, dove la sua fami- glia erasi rifugiata da quando era entrato in Napoli Giuseppe Ga- ribajdi, fu avvisata un giorno che il conte suo marito sopraggiun- geva dall’ attiguo podere, seguito da oltre cento uomini che lo a- vevano circondato, in apparenza con molto rispetto , ma sommes- samente minacciosi, perché chiedevano del denaro.

Si trattava infatti di una banda legittimista accampata sul vi- cino monte Somma, che aveva a capo Vincenzo Barone, un antico

(1) Ci piace riportare una iettera da lei indirizzata nel 1877 ad un periódico napoletano dopo la morte del cardinale Riario Sforza:

« Oentilissimo Sig. Direttore, oso indirizzarle questa Iettera, fiduciosa che con la nota bontà che tanto la distingue, vorrà darle un posto nel suo accre- ditato giornale.

L e scrivo da Trocchia, patria del cardinal Seripanto, segretario del concilio di Trento.

E ’ un villaggetto amenissimo alle falde del monte di Som ma, che per quanto lontano dal lusso e daî rumori della capitale, pertanto è lontano dal vizio e dalla corruzione.

Chi era degli abitanti di questo villaggio che non conoscesse l’amatissinio Cardinale Riario ?

Qnando s’udiva il rititoccare a festa dei bronzi sacri annunziare una visita del nostro Pastore, dall ’erte rupi del monte di Som ma accorrer si vedevano e vecchi e fanciulli gridando giulivi... il Cardinale!

Si, ognuno voleva avere l’orgoglio di dire, l’ho visto, gli ho baciato la mano, mentre il novello Borronieo era ¡i nella piazza carezzando i fanciulli, doinan- dando loro la dottrina, e dando ai poverelli monetine d ’argento.

Nello stesso sito ove scrivo parmi vederlo, corne nelle più volte che onorö la nostra villa, col suo sguardo angélico, dom andar dei bisogni del paese, delle sue industrie, dei suoi abitanti !

E d ora, a h im è ! Si ode il suono dei sacri bronzi, ma è cupo e melanconico. Dalle rupi scoscese discendono i contadini, ma tristí; il brio dei villeggianti tace, e mesto nella parrocchia quell’ angelo del nostro curato M. R. Pandolfi con bruni paramenti canta la messa, nella quale evvi numerosissima comunione.

Tutti i villeggianti diretti dall’ottimo Cav. Ferdinando Frezza dei Duchi di S. Felice, vestiti a ñero recitano l’uffizio, ed indi processionalmente si portano into.rno al tuniulo, dove una niitria ed un pastorale incrociati indicano che il nostro veneratissimo Pastore Sisto Riar io Sforza, si è addormentato nel bacio di Dio.

Alie preci del curato che implora requie per quell’auima benedetta, si mesce il pianto ed il dolore di quanti affollano la chiesa, dolore che emana dal cuore, e che potra in parte lenire Ella, signor Direttore, mescendolo per mezzo della pubblicità all’angoscia che opprime gli altri paesi della diócesi, e cosi l’univer- sale compianto di un giusto Cardinale di S. Chiesa possa serviré a maggior gloria della nostra religione e di convincimento ai némici e cletrattori di essa.

Intanto nel ringraziarla mi creda.

di lei obb.ma

Contessa M a r i a C a r a c c i o l o di Torchiarolo

Duchessa di Biniatgar e Andreu

— 25 -

ufficiale borbónico datosi al brigantaggio per fini politici, ma de­generando poi in eccessi riprovevoli e delittuosi.

La situazione le apparve súbito qual’era, gravissima e delicata, perché né le i né il marito volevano compromettersi presso il go- verno nazionale con at-ti che potessero sembrare di solidarietá con le bande ribelli.

Chiam ó a sé i due figliuoli, e si pose in vedetta, in attesa che giungesse il marito con quella scorta inaspettata. In breve tutto lo spiazzo ed i viali che circondavano la casina furono pieni d’ ar- mati, mentre essa arditamente si affacciava al terrazzo che guardava sullo spiazzo dal lato del podere.

La Contessa ! ! fu la prima unánime esclamazione appena essa comparve, e poi un comando secco: preséntate le a r m i ! atto di galantería che il Barone antico ufficiale divenuto brigante, volle rendere alia nobile dama i n q u e l momento quasi t rá g ic o , perché la vicinanza delle truppe italiane in agguato avrebbe potuto tra- mutare la sua villa in un campo di battaglia.

Fu un irrigidirsi improvviso di quei traviati, avvezzi ormai a disputare la loro vita ora per ora, q u indi un cenno di saluto del la dama, e l’invito di questa al consorte di salire in casa coi capi.

II colloquio non duro a lungo. In sua presenza furono ripe- tute le proteste di ossequio, gli scopi che si proponevano, il bi- sogno di aiuti e protezione e le strettezze in cui versavano, movente principale di quella loro visita cosí numerosa.

Ma essa con molta fermezza, dopo aver accennato al rovescio económ ico causato anche alia sua famiglia dalla rivoluzione, trovo il modo di parlar loro di Dio, e dei danni che facevano con le loro violeuze alia causa regia, esortandoli perció ad attenderne il trionfo piü che dalla forza, dal volere della Provvidenza.

Le sue brevi e nobili parole pronunziate con altezza e calore di sentimento, ammutolirono e confúsero anche quelli dei presentí che sembravano i piü ardimentosi, f inché balbettando scuse, e contentandosi di una piccola somma, 1’ intera banda riprese lesta la via del ritorno, scomparendo in breve fra le macchie e le selve del vicino monte.

Dedico la sua vita alia famiglia, e cessó di vivere a Pollena Trocchia universalmente compianta il 29 febbraio 1894.

A L B E R O G E N E A L O G I C O D E L L A F A M I G L I A A N D R E U

Maestre Ped ro Andreu de Barcel lona Segretario del re G ia c o m o 1“ d ’ Aragona, partecipo nel 1229 alia conquista del regno di Maiorca

1° Signore di Biniatgar. Moil verso il 1260.

T av. I,

iArnaldo

canónico e decano del Capitolo di Maiorca

ID om en ico

cav. dell 'Ordine dei Templar iPedro , Sindaco di Campanet nel 1285

1P ed ro , r icordato in doc.to del 1362

Pe dro , r icordato in doc.to del 1466 co m e padre del seguente

Pedro , ricordato come figlio di P e d r o Andreu in doc .to del 1465. Signore di Albocasser di R ot an a e della terra di « Las forcas » m. nel 1-512.

II. Juan

Dott.re di leggi, R .° Cons.re, avv. fiscale, R e g - gente e Capitan generale del Regno di Maior ­ca, fondatore del fedecommesso di C a s a A n ­dreu, m. nel 1531, sp. 10 giugno 1505 a) E- leonora Zafor teza , b\ Margherita Vivot.

IB l a n ca

sp. Raffaele Ballester

I 1T o m a s o Pedro

ottenne privilegio di c iudadano con reali let- (v. cont. a Tav. I f ) tere date a P am plp na il 21 noveinbre 1523.

II. luanote dott. di leggi successe al padre - testo a 11 marzo 1555 chiaman- do erede il fratello Bernardino e la sorella.

Perote religioso f rancescano

Nicola premorto a luanote te­sto 12 mag gio 1552.

III Bernardino m. 15 sett. 1582 fu creato cavalie- re 20 ott. 1573, conte d’Andreu 18 febb. 1575 sp. a) 4 mag gio 1558 luana Ferrandel b) 6 marzo 1564 M ad da len a Fortuny de Riestos.

A n n asp. Iuan B a p . ta Arm engol

IIV. Ivan Andreu y Ferrandel

( v. cont. a Täv. II)

INicola Andreu y For tuny

(v. cont. a Tav. II)

T a v . H .

(continuazione) (continuazione)

IIV. Ivan Andreu y Ferrandel

m. 2 gennaio" 1594 sp. 8 ma ggio 1585 F ran ces ca de Puigdorfila.

Nicola Andreu y Fortuny n. 29 nov. 1579 capi tano di ca- vall. in. a Milano 1643.

V. Pedro succ. re anche nel fedecommesso Ferrandel , sp. Dionisia de P a x Fu- ster rimaritata con Raimondo Za- forteza Cont e di S. Maria di Fo r - miguera. |

V I Pedro testo 21 luglio 1632

ultimo di questa linea

Beatrice n. 2 genn. 1590 m. 3 ag. 1666

sp. 26 ott. 1611 Pedro Net

(continuazione)• Pedro

premorto al padre ed al fratello, Signore di So Blul fgia Albocasser) poi chiamato So Perhote Andreu, sp. 1494 F ran cesc a Vida.

1Perote (Pedro Odon)

testo a 11 ag. 1550, sp. Catalina Ta ga ma ne ntI

PeroteDott. di leggi, S.re del predio So Perhote Andreu

sp. 25 ag. 1512 Catal ina B o s c á 1

IBernardino leg. dal re

Maestro di cam po Gov.re e C a ­pitán Generale del regno di Mi­norca sp. Eleonora Cotoner , m. 24 agosto 1657.

Maddalena leg.ta dal re religiosa nel con ­vento della Consolazione.

!

Perotesp. a) 13 g e n n . 1566 luana Visco, b) 15 ge nn.1585 L e o ­nor E x e lö y Miralles.

I

IGuglielmocanónico

IGiorgio

canónico

IMatteo

Juan Antonio m. 23 nov. 1601

ICatalina

sp. Gerónimo Orlandis

IBasil ica

sp Soler

IFranc. Antonio

I IAnn a Catal ina

IVII Fr an cesc o

n. 25 ott. 1585, successore nel fedecommesso sp. Isabel Busquéis P u ig de Ros.

Isabelreligiosa

IVIII Matteo

(v. cotit. a Tav. Ill)

Agostino Dott.re in dritto, sp. 24 m a g ­

gio 1577 Leonor Font I

Pe dro Doncel de Mallorca (v. cont. a Tav. Ill)

Tav. II f*(continaazione)

VIII Matteon. 7 nov.1590 success. re nel fedecommesso , sp.

Catal ina Sánchez, m.1653.I

IX Ped ro Juann . 28 marzo 1636, m. 3 maggio 1703, succ. re nel fedecommesso Mostasaph del regao, sp. 23 gi ugno 1684 Dionisia

Orlandis y Anglada.

(continuazione)I

P e d ro Doncel de Mallorca

sp. 3 marzo 1612 F ran ces ca y Moranta, m. 12 marzo 1656.

I I- Catal ina X Matteo

A b ba de ssa per- n. 26 nov. 1690 petua, Venerabile sp.10 giugno 1723

Beatr ice Anglada

I IGiorgio Dionisia

Dottore in Teo log ía testo 26 nov. 1717

IFr ancesco

IP e d r o Juan

n. 27 nov. 1697 gesuita Venerabi le

ILeonor

sp. Juan Antich

1Catal ina Monica

sp. a) D. Juan de P a xb) D. Miguel de Arxatell y

Berga.c) D. Francisco Vanrell y Mut

IFrancisca

n. 3 ap. 1633, sp. 27 marzo 1656 Juan Antich de Llorach

m. 27 marzo 1668

IPedro

n. 10 marzo 1634 m. 2 4 ottobre 1677

iMatteo

n 27 nov. 1633 m. 19 dec. 1656

1Suor Isabella

n. 11 maggio 1667 ab badessa del Convento

dell’ Olivar

ICatal ina

religiosa dell’Olivar

IGeronima

n. 23 dec. 1675 sp. F ra n ce sc o Antich

de Llorach

IFrance sca

n. 26 maggio 1678 sp. Niebla Font y R o s - sinol de Defla.

IP e d r o

n. 9 genn. 1613, m. 14 sett. 16 5 3 — sp. a) Leonor Dameto y Burguet

m. 17 genn. 1638 b) Isabel Español y Serra

m. 19 agosto 1661___________ _ _ _ I

IAgostino

n. 11 dec. 1639, m . 2 2 sett. 16 7 9 sp. 2 mag gio 1662 Geronima

Ca m p os y Ferrandel_____________ I

IPed ro

n. 1 sett. 1673, m. 30 nov. 1730 Ten. Col. di Cavall . Gov.re di Viestr. sp. 27 marzo 1702 Isabel Font Rosi— nol de Defla.

(v. cont. a Tav. IV )

Tav. IV»

(continuazione)P ed ro

II

Agostino 19 novembre 1703 m. 19 ag. 1718

IJuan

n. 9 nov. 1705 Cav. di Malta, Gov.re di Fri- gento, Conte di An d re u ,G ra n ­de di Spagna. Sp. T eo d ora A- vellone Masc amb run o C o n ­tessa del S. R . I.

I

INicola

sp. 19 genn. 1761 Mar- gherita Cervera y M o ­rey, m. a Maiorca 29 nov. 1772.

IG erónimo

n. 7 febbraio 1710 religioso Celestino

IF ran cesco

n. 10 luglio 1715 religioso Celestino

1XI Sigismondo

n. 22 luglio 1735, m. 1805 C.te d ’Andreu, Grande di S p a­gna, successore nei fedecom- messi di sua casa, sp. 1754 luana Odé de Lato ur y Mellier

I ________I

Maria Antonia n. 6 giugno i.755 sp. Jay me Morey

de S. Marti y Pizá

Giov. G iac om o n. 28 nov. 1757

m. 15 febbr. 1760

IConcept ion

n. 20 luglio 1736 sp. a) Marco Ofarriz Ten. col. b) Mar.se Giuseppe Santasilia

IGaetana

n. 14 gennaio 1738 sp. a) Fernando Falla, b) M i ­chelangelo Fernandez de A- lonzo.

1Maria Teodora

1XII Juan

n. 29 marzo 1760 n. 27 nov. 1765sp. Iuan Pabreques presbítero

. illegalmente succès . renel maggiorato

IM.a Iosefa

n. 16 m ag gio 1769 religiosa

Mariano n. 31 aprile 1762

m. 31 m arzo 1790 sp. M.aIosepha de Berard

M.a Anna n. 4 nov. 1767

sp. R a m ó n Santander Pizà y Benisia

INicasio

n. 10 marzo 1742 Conte d ’ A n d r e u , Grande di Spagna, sp. 24 ott. luana Bur- gada. |

XIII Mariano n. 26 febb. 1791, m. 6 mar. 1857 D .c a di Biniatgar e C.te d ’An­dreu,Grande di Spagna, sp.1818 l u a n a Morey di S. Mart, m .1 875

IMaria

n. 10 Iug. 1819, m. 29 febb. 1894 D.ssa di Biniatgar, C.ssa d ’A n ­dreu,ultima di questa famiglia, sp. 12 febb. 1863 D. Am b ro g i o Caracciolo di Torchiarolo.

Á.FPRNDICK

Privilegio dell’ Imperatore Carlo V col quale nomina avvocato fiscale del regno di M ajorca il regio Consigliere Don Gio­vanni Andreu, piü tardi capitán generale e viceré del mede- simo regno

D. Iuan Muntaner Notaio y Archivero de la Real Audiencia de la Ciudad de Palma Capital del Reyno de Mallorca.

Certif ico que en libro de letras Reales del ano mil quinientos veinte y c inco en mil quinientos veinta y dos que para en dicho Archivo consta en el folio XVII del Privilegio que sigue.

Noverint universi quod anno á nativitate domini millessimo quingentessimo vigessimo quinto die autem veneris xiiij mensis Aprilis intitulata coram multum spectabili et nobili domino Locum- tenenti generali et presentí Regni Guber comparuit Magnificus Joannes Andreu Legum Doctor et obtulit et presentavit quoddam Regium pergameneum privilegium manu serenissimi Domini nostri Regis sigillo impendenti munitum et aliis quibus decet solennita- tibus expetitum tenoris sequentis.

Nos Carolus Divina favente dement ia E. Romanorum impe- rator semper augustus Rex Germaniae Joanna Mater et idem C a ­rolus ejus filius Dei gratia Reges Castellae Aragonum utriusque Siciliae Hierusalem Ungariae Dalmaciae Croas ie regionis Navarrae Granatae Toleti Valentiae Galliciae Majoricarum Hispalis Sardiniae Cordubae Corsicae Murciae Jaennis Algarbi Algesirae Gibaltraris in- sularum Canariae insularum Indiarum et terrae firmae maris oceani archiduces Austriae Duces Burgundiae et Brabantiae etc. Comites

Branchinonae Flandiae et Tiroli etc. Domini Vizcayae et Molinae etc. D uces Atenarum et Neopatriae Comites Rossilionis et Oritaniae Mar- chionesque Oristanni et gociani. Tradita nobis á majoribus exempla et justus ordo rationis deposeunt subditorum nostrorum congruam habeamus rationem eorum precipue qui pro extinguenda pretérita po- pularium consternatione in nostris Regni secuta omni fide et ferventi studio servitio nostro incubuerunt. Et cum circa haec uti par est toto animo versemur dij igenter ut merita servitiorum premia assegnantur memores officiorum nobis et coronae nostrae adhibitorum per vos Magnifice delecteque concil iarie noster Joannes Andreu utriusque ju­ris doctor Majoricencis in ipsa popularium dampnata consternatione quae fere per omnes aetates et ordines vagabatur ubi ab ineunte ea- dem et donech Regnum Divino auxilio paccatum extitit non personae periculis nec laboribus non fortunatus dampnis parceus immo ab ipso Regno profligatus exercitum nostrum pro eodem domando congrue secutus estis vestroque consil io et opera munus fisci pa- troni exercens ita in presentí uni pena condigna conmitati alii ab ipso Regno expulsi fuere que vestras fidem probitatem litterarum peritiam et sinceritatem non vulgaribus testimoniis satis superque

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approbatas habentes costituimus officium fisci advocati sive pa* troni in predicto Majoricarum regno in presentiarum apud curiam nostram vacans obitu Petri Joannis Zaforteza illius novissinii pos- sessoris vobis in aliquod nostrae erga vos gratitudinis inicium con* cedere et commendare. Tenore igitur presentís deque nostra certa scientia deliberate et expresse nostraque Regia autoritate predictum Fisci Advocati sive patroni officium in praedicto Majoricarum Regno sicut prefertur aut alio quovis modo vacans vobis dicto Joanni An* dreu ad vitae vestrae decursum concedim os conmittimus et fidu- cialiter conmendamus: Itaque vos vita vestra durante sitis Fisci Advocatus sive patronus in dicto Majoricarum Regno dictumque officium ineatis, teneatis, regatis et exerceatis fi del iter, regaliter atque bene per vos aut substitutum seu substitutos vestros idoneos et sufficientes de quorum culpis et defectibus vos principaliter curiae nostrae teneamini Fisci nostri procurator!' aut alii cui tenea* mini recte sedulo atque prudenter et prout consuevistis consu- lendo jura et regalias nostras tuendo, manutenendo, augendo et pro vii ibus conservando omniaque alia et singula faciendo et libere exercendo quae ad dictum officium ejusque plenum ussum et exer- citium pertinere quomodoiibet dignoscantur habeatisque recipiatis et consequamini, vestrisque usibus et utilitatibus aplicetis illud sa- larium annuum eade jura lucra soventiones et emolumenta justa debita et cons d a r(| eralios in dicto officio predecessores vestros recipi sólita et consueta; gaudeatisque insuper et utamini omnibus et singulis gratiis honoribus favoribus prerogativis et facultatibus immunitatibus preheminentiis libertatibus et aliis solitis et debitis dictoque officio concessis et pertinentibus acque et quibus dictus Petrus Joannes Zaforteza aliique vestri et illius predecessores re- ceperunt haberique exigi, recipi et usi fuerunt et consueverunt su- bjiciamini quoque oneribus dicto officio incumbentibus vos vero antequam regimini et exercicio praedicti vos inmisceatis officii te­neamini jurare in posse illius ad quern spectet de bene fideliter et legaliter in dicto officio vos habendo et alia faciendo ad quae tenea­mini et sitis abstrictus Q uo circa spectabili nobili magnificis di- lectis consiliariis et f idelibus nostris locumtenenti et Capitaneo Generali nostro in dicto Majoricarum Regno et insulis adiacentibus Regenti nostram cansellariam Procuratori Regio, Bajulo insuper luratis Majoricarum ceterisque demum universis et singulis offi- cialibus et subditis nostris in dicto Regno constitutis et constituen- dis eorumque Locumtenentibus dicimus precipimus et jubemus predicta nostra regia autoritate ad incursum nostrae indignationis et irae penaeque florenorum auri Aragonum mille á bonis secus .argentü irremissibiliter exigendorum et nostris inferendorum erariis quatenus vos dum vixeritis pro Fisci nostri Advocato sive patrono habeant teneant reputent honoreficent atque tractent nec non si eorum ad quos expectet in possessionem dicti officii ponant et inducant positumque et inductum manuteneant et defendant contra cumctos de que salario juribus et emolumentis praedictis vobis respondeant seu faciant per quos deceat plenarie responderi no. straeque hujusmodi gratiam et concess ionem omniaque et singula

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Sn ea contenta vobis teneant firmiter et observent tenerique et o b ­servan faciant per quos deceat et non contrafaciant vel veniant seu aliquem contrafacere vel venire permittant ratione aliqua sine causa. Pro quantG gratiam nostram charam habent et preterire et indignationis nostrae incursum penam preappositam cupiunt evitare. In quorum fidem et testimonium premissorum presentem fieri jus- simus nostro c om u nj q U0 anteaque ad sacrum Romanorum Im­perium electi essemus utebamur sigillo impendenti munitum. Datum in oppido nostro Majoreti die xviij mensis Februarii anno a nativitate Domini milles j m0 quingentésimo vigessimo quinto, regnorumque nostrorum videlicet electionis sacri imperii anno séptimo Reginae Castellae leg jo n is Granatae etcvicessimo secundo Navarrae undécimo Aragonum Vero utriusque Siciliae Hierusalem etc. décimo Regis vero omnium de c j mo. lo el R ey — V . Cancellarius —V. Lu. Sanches Ge- neralis T h esaurarius.— V. lo. Alemannus contrarelator Generalis— V. C o n servator Generalis .— Sacra Cesarea et catholica Mayestas man- davit m i h ¡ Joanni Vallès vissa per cancellarium a thesaurarium con- cervatorem et contrarelatorem Generales. — In Majoricarum sigi 11i vliiij. — Quo quidem Regio pergameneo Privilegio oblato et dicto spec- tabili et nobili domino Locumtenenti Generali lecto et intimato qui recepto illo cum illis quibus decet reverenda et submissione Sacrae Regiae Majestatis de Consil io Magnifici regenti cansellariam et assessoris promptum et paratum se obtulit Regiis firmiter obe- dire m andatis.— Et incontinenti dictus Magnificus Ioannes Andreu Legum Doctor prestitit solitum juramentum de bene et legaliter se habendo spro exercitio dicti of f ici i et alia ad que teneatur.

Y paraque conste donde y à los fines que convenga doy la presente certif icación firmada de mi mano, aunque de agenaescrita, por rni fielmente comprovada y autorizada con el sello que usa dieho Archivo en estos quatro pliegos de sello quarto. Palma ocho de febrero de mil ochocientos veinte. Valga los anad entre reglones pag. s.a f.ta lin. 17 utriusque , pag. 3 f.ta lin. 5. Joannis y lin. 50 certa. Valga 20 enmendado pag. 5 p.te lin, 16 Locumte- nentibus. Juan Muntaner.

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Certificato dei servizi e privilegi della famiglia Andreu.

Carolus III D. G. Hispaniar. Rex. Setenta y ocho maravedís. Sello Tercero. Sesenta y ocho maravedís. Ano de Mil Setecientos y sesenta y Dos.

En la Ciudad de Palma Capital del Reyno de Mallorca, a los veinte y seys dias del Mes de Abril del ano del mil Setecientos Sesenta y dos: Pareció ante mi luán Ginard Notario y Escrivano Publico de dha presente Ciudad, y Reyno y testigos infrascritos el Exel.mo Señor Don Sigismundo Andreu y de Avallone Conde de Andreu Grande de España de primera clase y Gentilhombre de exercicio de la Camara de Su Magetad, Alcade de Barrio por el

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Pueblo, Capitán de la Gente de Armas de las villas de Petra y S.n Juan del Reyno de Mallorca natura! del Reyno de Ñapóles, morador en esta dha presente Ciudad, hiso del difunto Conde D. Iuan Andreu de esta dha presente Ciudad, y de Dona Theodora de Avellone Condesa de Andreu de dho Reyno de Ñapóles, y nieto del difunto Thenente Coronel de Cavalleria de Corazas D. Pedro Andreu, á, quien conosco ; y doy fée ser el mismo: con differentes Papeles in foleo, en sus proprias manos bien acondic ionados, y sin vicio, ni borron alguno, auctenticos, y en forma probante. El qual diso, q.e por sus fines, v effectos, y por lo que huviera lugar en drecho, me requiria com o en effecto me requirió, acceptase, y tomase aquellos, á, fin de registrarlos y continuarlos en mi nottas y protocollo, los que tome, y accepté en pntia de dhos testigos infrascritos por razón de mi empleo, y echo le debolviesse sus ori­g in a le s , á , q.e me o f f r e c i ; y echo de todo le diesse las Copias, ó, Copia me fuessen pedidas solutis tamen solvendis Cuyos Pape­les, y Auctenticos, á, la lettá son como se sigue.

D.n M iguel Rallan del Conseso de S. M. CC. (q.e Dios G.de) Presidente en la Regia Camara Summ.a del presente Reyno de Ña­póles , y Governador General déla Regia Aduana de Foza ecc. Certifico, y ago fée como co no sco al Then.te Coronell de Caval- laria de Corazas D.n Pedro Andreu, y, á, su esposa D. Izabel Font y Rosinol. como también se de certa sciencia los Ascendientes de uno, y otra por haver tenido en practica por muchos anos los ne­goc ios de su Casa; y haver reconocido, y visto muchos papeles, y Escripturas de su familia q.e es de las mas antiguas del Reyno de Mallorca, com o lo testifican las Historias de dho Reyno escri­pias por el Zurita, y p el Sargento Mayor D.n Vincente Mut, q.e asseveran haver venido con el Serenissimo Rey D, Iayme de Ara­gón, á, la Conquista q.e hizo de aquel Reyno en el ano 1228 y refiéren la porción de tierras q.e ha dha familia concedió en el repartimiento q.e hizo, á, los q.e en aquella Guerra le havian ser­vido. Siempre he visto concurrir al dho don Pedro Andreu, como al Padre de Dona Izabel Font y Rosinol su ésposa en los Officios, y Cargos, en que concurren los demas Cavalleros de aquel Reyno; com o también, á, los Colaterales Parientes de u n a , y otra familia, y q.e unos, y otros tiénen lugar, y asiento en la Cofatria de S.n Iorge, q.e solo pueden entrar los Cavalleros de dho Reyno. Don Pedro Andreu, y Fuster hiso de D.n Pedro Andreu, y de Dona Dionisia Fuster quinto Nieto de D n Pedro Andreu, de quien es nono Nieto el dho Then.te Coronel, fué hertpano uterino del Conde de S.ta Maria de Formiguera por haver Casado en secundo Matri­monio D. Dionisia con Don Ramón Zaforteza Conde de Formi­guera de quien han deescendido otros Condes. Don Miguel Bal- laster de Olessa de T ogores Conde de Ayamans q.e oy vive, es descendiente de Dona Blanca Andreu hisa de D.n Pedro Andreu nono Abuelo del referido Then.te Coronel D.n Pedro Andreu q.e C a so con Rafael Ballaster, de quienes dessiende dho Conde, y es Llamado en el f ideicomisso dispuesto por D. Iuan Andreu hermano de D. Blanca en el ano de 1531, á, falta de hisos varones del dho

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Then.te Coronel. La Casa de los Andreus siempre ha sido incli­nada, á, la Guerra, y lo attestiguan los Servicios prestados p. el Capitán de Cavados Don Nicolás Andreu, q,e lo fué de la C o m ­pañía de Lanzas de Las Guardias del Señor Duque de Feria, Go- vernador, y Capitán General del estado de Milán, y de su luso el Maestre de C am p o D.n Bernardino Andreu, q.e después de liaver servido Gloriosamente mas de sesenta anos en los Ex.tos de Milán, y Cataluña, morió en la Isla de Menorca siendo Governador, y Capitán General de la misma. He conocido, á, Don Pedro Serra primo Segundo del referido Then.te Coronel, Cavallero de el O r­den de San luán de Malta q.e murió ahogado en una Galera q.e se perdió ahora 28 anos peleyando con los turcos Don Pedro An­dreu Abuelo del dho Then.te Coronel C aso en primer Matrimonio con Dona Leonor Dameto, y en segundo con Dona Izabel Español de este apelido, y Abuela del dho Then.te Coronel, y Madre de su Padre don Agustín, C aso con Dona Izabel Viiallonga hermana de D.n Gregorio Viiallonga de quien desciende la Casa de Don luán Sureda oy dia Gentil hombre de Camara del Rey de España, y de­spués de V.a del dicho Don Miguel Español casó con Don luán Miguel Zeralta. De don Matheo Dameto hermano de Dona Eleonor primera muger q.e fué de Don Pedro Andreu, Abuelo del dho Then.te Coronel descienden por Lineas femininas las Casas del Márquez de la Torre, Don Nicolás Truylos, y Dameto; de Don luán Bordils, de Don Balthazar Serre; de Don Gaspar Puigdeorfila; de Don Antonio Serralta; de Don Gerónim o Salas; de Don Francisco Montaner, y de D.n Fran.co Dcbrull ; todas Llenas de Cavalleros de las ordenes de San luán de Malta, Santiago, de Calatrava, Al­cántara, y Monteza: Con lo qual se deva ver q.e la Casa y los Assendientes de dho Then.te Coronel D.n Pedro Andreu, siempre han emparentado con la principal Nobleza, y Cavalleros del Reyno de Mallorca. Ni es inferior la Casa de q.e desciende Dona Izabel Font, y Rosinol muger del dho Then.te Coronel D.n Pedro An­dreu, y prima hermana suya en quarto Grado por los Colaterales de Serra, y de Font, con quienes han sido consuntas estas dos Casas; effectuandose este Matrimonio con dispensa de su Santidad; siendo hisa dha Dona Izabel de D.n luán Font, y Belloto, y prima her­mana del General de Batalla D.n luán Baptista Belloto, y Dezcal- lar q.e ambos he conocido muy bien. C o m o la Casa de los Ro- sinols de Defle, de quien desciende por su Madre Dona Izabel R o ­sinol hisa de Don Nicolás Rosinol de Defle, Cuya Casa, y familia, siempre se ha conciderado p una de las Principales 11lustres, y antiguas de dho Reyno de Mallorca. Por lo q.e resulla q.e tanto el Then.te Coronel don Pedro Andreu, com o su muger Dona Iza- bel Font, y Rosinol con todos sus Ascendientes, han sido de tiempo inmemorial reputados , y tenidos por Cavalleros de aquel Reyno, y no otro alguno. Y paraq.e en todo tiempo conste donde com- benga al referido Then.te Coronel D. Pedro Andreu doy la pre­sente firmada de mi mano, sellada con el seilo de mis Arm as, y refrendada por mi infrascrito Secretario. En esta ciudad de Foza déla Pulla, á, veinte dias del Mes de Abril de mil Setecientos, y veinte

ocho anos. Don Miguel Rullan. Por M.do del Presidente Gover- nador mi Señor. D.n Manuel de Herrera Secretario. Lugar del Sello.

Relación de Servicios del Capitán Don Pedro Andrea.Por Feés de officio consta lia servido, á, su Magd seys anos,

cinco Messes, y quatro Dias, en esta forma: Un ano cinco Messes, y Nueve Dias , en Ñapóles con plaza de soldado, y dos escudos mas de los treinta ordinarios de una Compañía de Jnfanteria espa­ñola del tercio de aquel R e y n o , desde veinte, y siete de Febrero del Ano passado de 1692 hasta seis de agosto del siguiente de seiscientos, y Noventa y tres q.e uso de Licencia para venir á espana; Dos anos seis Messes, y dos Dias continuos en el Ex.to de Cataluña de Soldato con la dha plaza Sensilla Desde veinte, y Nueve de Abril del de mil Seiscientos, y N oventa , y seis que notó Licencia, q.e le concedió el Capitán General de aquel Exer- cito para ir, á, la Isla de Mallorca, á, exercer el empleo de Capitán de una Compañía del tercio q.e se levantó en aquel Reyno, en q.e se incluye al tiempo q.e estuvo precionero en Francia desde el reencuentro q.e se tuvo con el enemigo el d¡a veinte y siete de Mayo de Seiscientos , y Noventa y quatro sobre el Rio de Tor- ruela (de donde salió herido) hasta veinte, y seis de lulio del si­guiente de Noventa, y c inco q.e bolvi-o de la prisión, y se pre­sentó en dho exercito; Y haviendo passado a Mallorca, sentó de Capitán déla dha Compañía en ocho de Mayo del referido ano de mil seiscientos, y Noventa, y Seis en virtud de patente, y supli- mento de Su Mag.d y con ella, y su tercio se embarcó para el Exercito de Milán , Y haviendo llegado al Final, desembarcó alli en veinte, y cinco de Julio del mismo ano, y de orden del Go- vernador de Milán se bolvió á, embarcar en una saetía con otros dos Compañías para al Reyno de Ñapóles donde continuó al R. Servicio con exercicio de su Compañía hasta primero de Julio de mil seiscientos, y noventa, y ocho, que quedó reformada Y dho dia sentó de tal en el terciofixo de infantería Española con veinte y c inco escudos de entretinimiento serca déla Perdona del Virrey, y después de haver servido con él quatro Messes, y dado cuenta de las armas de su Compañía usó de Licencia para Espana q.e se la concedió en quatro de noviembre del dho ano de Noventa, y o c h o ’ El Sargento General de Batalla Don Gaspar Remires de Gevarra, y Arillano, el Maestre de Campo Don Diego de Alarcon, y el Sargento Mayor luán-de U g a r t e , certifican vieron servir, á, Don Pedro Andreu en el Ex.to de Cataluña de soldato, con plaza sensilla, cumpliendo siempre con su obl icacion en todas las o c a ­siones, q.e se offresieron, y con la aprobación correspondiente, á, su calidad , y Zelo a) R. servicio siendo exemplo de t o d o s , soli­citando, y c o m b i d a n d o s e , á , las funciones de Mayor Gloria , y riesgo, obrando en ellas, con partículars Valor, y muy especial­mente al dia Veinte, y siete, de Mayo del ano de mil seiscientos, y Noventa, y quatro, en el reenquentro, q.e se tuvo sobre el pas- sage del Rio Ter, donde estuvo derrotado su Tercio, y recibió siete heridas, sacando de una de ellas el Carrillo Izquierdo partido, y estropeado del brazo del mismo Lado de un m o sq u e ta z o , y

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quedo prisionero de Francia; y que después de haverbuelto eí de N ov en ta , y c inco de dha Prisión, continuó la Campana de aquel ano, con singular aprobación de los referidos C a b o s , porq e le juzgan digno de las honras, y Mercedes, q.e su Magestad fuere servido hazerie.

Don Martin de Casteron, y Medrano Maestre de Campo del tercio fixo de Ñapóles certifica también vio servir en aquel Reyno el Capitán D. Pedro Andreu h a s t a , q.e fue reformada su C o m ­pañía haviendo assistido al R. servicio con la mayor puntualidad, y vigilancia q.e es posible, y demostrado en todas ocas iones el valor, y Zelo Correspondiente, á, su sangre, teniéndole por digno acrheedor, á, las honras, y Mercedes, q.e su Magestad fuere servido dispensarle: Y últimamente el Virrey de Ñapóles en carta de veinte, y uno de Oct.e del ano passado de mil seiscientos , y noventa, y ocho representa, a Su Magestad q.e haviendo servido este Capitán, con toda puntualidad el tiempo referido le juzgá digno de q.e le mande atender en las pretensiones, q.e motivare. Assimismo consta, q.e al Maestre de Campo Bernardino Andreu sirvió, á, su Magestad por espacio de treinta, y c inco anos en el estado de Milán, passando por todos los puestos hasta el de Governador de la Isla de Menorca: y q.e su Padre el Capitán Nicolás Andreu lo hizo assi mismo, por espacio de muchos anos en Milán. Cataluña, y otras partes, uno y otro con aprobación, y crédito de los cabos de baxo de cuya mano militaron, y q.e ambos; son tios del referido Don Pedro Andreu. Es copia déla Relación Original que se sacó en essa segretaria de Guerra de tierra Mar 2 X.bre 1699 a D.n Antonio Bodeguer y Salzar.

Privilegio de Sargento mayor de la parte Forana en auzencias, y enfermendades de Don Baranguer de Homs, y San Juan en per- cona del Capitán D.n Pedro Andreu presentado, á, su S.ria 111.ma de Don Joseph de Galzeran de Cartellá Sebastida ett.r Virey, y Capitán Gnl del presente R e y n o , á, los Doze Dias del Mes de Enero de mil setecientos anos, y, a los quinze dho mes, y ano Iuró en mano de dho III.mo Señor de haverse bien, y f ielmente - en el exercicio de dho cargo com o de todo consta en el Registro de este privilegio recondido en el officio déla Capitanía General del presente Reyno de Mallorca, á, quinze de Enero mil setecien­tos anos. G erón im o Maymo Secretario déla Capitanía General -Lugar del Sello.

Treinta, y quatro Maravedis-Sello tercero treinta, y quatro ma­ravedís, ano de mil seiscientos Noventa y nueve Don Carlos por la G racia de Dios Rey de Castilla de Aragón, de León, de las dos Cicilias, de Jerusalem, de Ungria, de Dalmacia, de Croacia, de Navarra, de Granada, de Toledo, de Valencia, de Galicia, de Mal­lorca, de Sevilla, de Cerdena, de Cordova, de Córcega , de Murcia, de Jaén, de los Algarbes, de Alguecida, de Gibaltar, de las Islas de C ana­ria, de las Indias Orientales, y Occidentales, Islas, y tierra firme del Mar O céano ; Archiduque de Austria Duque de Borgona de Brabante, de Milán, de Atenas, y Neopatria Conde de Abspurgh, de Flandes, de Tirol, de Barzelona, de Rossellon, y Cerdana, Márquez de Oristan, y Conde de Gozeano. Por quanto por parte

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del Capitán Pedro Andreu se nos ha representado q.e, á, imitador! del Capitán de Cavados Nicolás Andreu, y del Mre de Cam po Bernardino Andreu tios de él q.e sirvieron p.r espacio de sesenta anos, en los Exercitos de Milán, y Cata lu ña , á , continuado al R. servicio de siete anos, á, esta parte en dhos exercitos haviendose hallado en todas las ocasiones q.e se offrecieron en este tiempo, y estado catorse Meses prisionero de las Armas de Francia desde la Batalla del Exquaso del Rio Ter en que recivió siete heridas, de que quedo estropeado del brazo izquierdo de un Mosquetazo, y partido de una cohillada el carrillo del mismo lado, suplicándonos que en attencion,, á, estos servicios seamos servido hazerle Mrd de las ausencias, y enfermedades del puesto de Sargento Mayor de la parte forana de dho nuestro Reyno de Mallorca que tiene en proprie dad Don Berenguer de Hotus, y San Juan; Y nos teniendo concide- racion, á, lo referido, y, á, lo que có m bem e que en dho nuestro Reyno haya perdona de experiencia en el M a n e j o , y disciplina des las Armas, y Ayude, á, lo demas que toque, y pertenez al Oficio; Havemos Tenido por bien de nombrar al dho Capitán Pedro Andreu paraque sirva el dho oficio en las ausencias, y enferme­dades del referido Don Baranguer de Homs en la manera infra­scripta; Por tanto con tenor de las pntes de nra cierta scieticia y de authoridad deliberadam.te y consulta nombramos, elegimos, y Diputamos ál dho Capitán Pedro Andreu paraq. e durante la vida de D.n Berenguer de Homs, y San luán, y en sus auzencias, en- fermedas, é, impedimentos, sirvapor el, el Oficio de Sargento Mayor déla parte Forana, y Cuyde de industriar, habilitar, y governar la gente sugeta al dho Cargo en el exercixio, y M a n e jo de las Ar­mas, y en todo lo demas q.e le toque y pertenesca co m o pueda hazerlo, y exercerlo el dho Don Berenguer de Homs, y de la mima forma, y manera q.e lo han exercido, regido, y governado sus an- texessores en dho Oficio no com o dos perdonas , sino com o una sola, y con un solo salario acostumbrado q.e le ha de gozar, y Llevar el principal, y con todas los honras, preeminencias, perro- gativas y cargos tocantes, y pertenecientes al dho Oficio de Sar­gento Mayor déla parte forana, y las q.e tiene, y goza el dho D.n Berenguer de Homs, y han gozado, y tenido sus antecessores en dho Ofic io sin diminución alguna siempre q.e por auzencia, y en­fermedades sirviere; Queremos empero q e antes de comensar, á, exercerle jure en poder, y manos déla Persona, á, quien tocare de q.e se abrá bien, y fielmente en el, y cumplirá aquello, á, q.e es obligado con el dho puesto; Y con tenor de las mismas presen­tes dezimos, y mandamos, á, los spectable Don loseph Oalzeran de Cortella, y Zabastida nuestro Lugar Then.te y Cap.n General Nob.s M ag.cos y amadas consejeros, Regente la Cansellaria y doc­tores de nuestra R 1 Aud.a Por tant vezes de nro General Gover- nador, Bayle G e n e r a l , Mere Pral , Procurador R.l Alguaziles ver- gueros, y Porteros , y, á, los demas officiales subditos nros ma­yores, y menores en dho nuestro Reyno de Mallorca Constituhidos, y constituhideros, y, á, qualesquier de ellos, y, á, sus Lugares The.tes y, á, otras p e g o n a s , á, quien tocare q.e tengan, reputen, y onzen,

y ay a n te n e r , tractar, ho nrar , y reputar al dho Capitán Pedro An- dreu p coadiutor del dho Don Berenguer de Homs, y san luán en dho Oficio de Sargento Mayor déla parte Forana (como va re­ferido) y le honren, y respeten com o tal durante (según dho es) la vida del dho Don Berenguer de Homs, y en su auzencia, y en­fermedades, y aquellos, á, quien tocare le pongan en uso y po- cession del dho Oficio, y mantengan, y conserven en el; Guardán­dole y haziendo q.e se le guarden todas las preeminencias, perro- gativas, y libertades de q.e co m o tal deve gozar en dho Reyno, y no agan, ni permitan sea echo lo contrario, en manera alguna, si demas de nra ira, é, indignación, en pena de mil Florines de oro de Aragón de Bienes del q.e lo contrario hiziere, y, á nuestros R.s Cofres aplicaderos, dessean, no incurrir. En testimonio de lo qual Mandamos dezpachar las pntes con nuestro sello R.e común al dorso selladas.

Datt.s en San Lorenzo R.l, á, treinta dias del Mes de Nov.e ano del Nacimento de nro S.or lesuchristo mil seiscientos Noventa, y Nueve. Y o el Rey.

Domnus Rex M.t mihi D.n Ioseph de Villans.a Ferz delxar Prott.rio Visa per cato locumt.m Thes q.lis Comes, et Torro Monter Villalpando, ut López ac me per C ons .o q.lis V.t Dom.s Cal. Lo- cumts, Thra qs. V.t D.n Sigismundus Monter R.s V.t Comes, et Torro R.s. U.t D. Balthazar Villalpando. V.t López R. S. = Previe- nese q.e no ha pagado la parte Media.ta ni sello desta Mrd, y ha de satisfazer lo q.e alendare destos derechos Conforme, á, reglas q.do entre en la propriedad deste empleo con las auzencias, y en­fermedades se señalare p el principal algún salario, y assi se advierte para que se tenga pnte, y en ese Caso no se le pague sin q.e c o n ­ste p certif icación mia haverle satisfecho. Consta de una Rubrica. In Mayor.m XVIII fol. LIX.O. V.M. haze Mrd al Cap.n Pedro An- dreu de nombrarle por Coadiutor en el Oficio de Sargento Mayor déla parte forana del Reyno de Mallorca, q.e tiene Don Berenguer de Homs y San luán p.r las razones, y con las Condiciones, a qui expressadas. Solvit pro Iure sigilli viginti solidos. Consta de una Rubrica. Cons.do Lugar del S e p i l o R.l.

Universitas, et Homities Civitatis M anfredoniae — Universis et singulis praesentium series inspecturis, Lecturis vel Audituris notum facimus, atque testamur qualiter Vir Nobilis D. Petrus de Andreu Hispanus Civitatis Majoricae, et per Sac. Majest . Chatolicam Dux militum, á, nobis petit ut eum cum suis filiis, et descendentibus in perpetuum ad nostram Civilitatem admiteremus in forma, in talibus consueta. Nos volentes Civitatem nostram, quae pluribus rerum di- scriminibus depopulata ante oculos f a c e t , civibus quóud possu- mus, et habitatoribus máxime viris nobilibus replere. D. Petrum ipsum cum sua famiiia, et descendentibus Legitimis, et naturalibus in perpetuum vigore nostrorum privilegiorurn de creandis civibus ad nostrum beneplacitutn, et voluntatem civem nostrum hujus C i ­vitatis Manfredoniae creamus, facimus, et ordinamus; potiturum ómnibus, et singulis nostris privilegiis, gratiis, et exemptionibus, emolumentis, immunitatibus, et perrogativis quibus alij Cives nostri

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Nobiles originarij, potiri, et gaudere soliti sunt, potiuntur, gaudent, potientur , gaudebuntq. de Caetero in perpetuum. In quo 'um rei testimonium et ad futuram memoriam presentes fieri fecimus, no- stro sigillo mimitas, et manu nostra subscriptas. Dátum in Civitate Manfredoniae, die vigessima Octava Mensis Aprilis M V C C X X V I I I . Electi indytae, ac fidelissimae Civitatis Manfredoniae = D. Anto- nius de Urrutia. D. Tilomas de Angelí. Stephanus dell’Anno Dom.cus Gonzales. Tiberius Pascale Cancell .us . Locus ^ Sigilli.

Gerónimo Maymo Secretario déla Capitanía General y cosas de Guerra del Reyno de M allorca. Certif ico com o reconocido un registro de Servicios, Patentes, y titutos q.e se halla recondido en el Regio Officio déla Capitanía General de este Reyno que corrio desde el ano 1644 hasta el de 1659. consta y pareze, q.e el Cap.n de Cavallos Nicolás Andreu sivio, á, sus Mayestades el S.or Phe- lipe Tercero, y el S.or Phelipe quarto (q.e están en gloria) veinte, y quatro anos en el Reyno de Cicilia, y estado de Milán con los empleos de So ld ad o , con plaza sensilla, y aventefado Alférez de Infantería Española vivo, y reformado Capitán de Infantería, y úl­t imamente con el empleo de Capitán de Cavallos déla Comp.a de Lanzas de Guardias del S.or Duque de Feria Governador, y C a ­pitán General del estado de Milán; haviendose hallado en quantas ocas iones occurieron en aquel tiempo, y cumplido enteramente con sus obligaciones peleando com o honrado soldado , como lo atte- stiguan el dho Señor Duque de feria siendo Virey y Capitán Gnl del dho estado de Milán, don Gerónim o Pimentel Cap.n Gnl de la Cavalleria Liguera del el mismo S.or duque de feria siendo Virey y Capitán Gnl del Reyno de Cicilia, don Rodriguo Manrique de Lara Cap.n Gnl de la Artillería de dho Reyno, y estado de Milán: Y assi mismo consta en el mismo Registro q.e el M.re de Campo Bernardino Andreu hiso del referido Cap.n de Cavallos Nicolás Andreu, continuó los honrados servicios de su Padre en dho estado de Milán, Cataluña, y Reyno de Mallorca, é, Islas adjacentes con los empleos de Soldado, Capitán de Infantería española, Sargento M ayor Maestre de Campo de Infantería, Governador de la Ciudad de Alcudia en el Reyno de Mallorca, y Castellano del Casti l lo de Bellver en dho Reyno, Governador de la Isla, y R.e fuerze de Iviza, y Ultimamente de Governador, y Capitán Gnl de la Isla de Me­norca, in cuyo Govierno murió: Y siempre cumplió con las obli ­gaciones correspondientes, á, su Perdona, y sangre peleando con gran valor, y senaladam.te en las Guerras de Cataluña en donde sirvió de Sargento Mayor, y M.re de Cam po de un tercio de In­fantería Española desde el ano 1646 hasta el de 1658. haviendose hallado, á, todo lo q.e ocurió en a quel Principato en dhas Guerras, y assedio, y recuperación déla Ciudad de Bargelona co m o lo at- testiguan los C a b o s de baxo cuya mano sirvió, y señaladamente Don Francisco TutaVila Duque de San Marcelino Maestre de C am po General del Ex.to R.l de Cataluña, y lo acreditó Su Mag. el S.or Phelipe quarto (q.e esta en Gloria) con su R.l despacho dado en Madrid, á, treze de Febrero de mil seiscientos cinquenta, y cinco, como Todo mas largamente consta en dho Registro re-

condido en dho Regio Officio, á q.e me remito. Y paraque conste donde com benga , á pedimiento del Theniente Coronel D.n Pedro Andreu doy la presente f irmada de mi propria mano, y sellada con el sello de mi Oficio. Mallorca , á Diez de Abril de mil S e ­tecientos, y treze anos. Gerónim o Maymo. Lugar del yp sello. C e r ­tificación de 24 anos con q.e sirvió á Su Mag.d el Cap.n de C a ­vados Nicolás Andreu, y de 35 anos con q.e sirvió su hiso el Mae­stre de Campo Bernardino Andreu, en los Ex.tos de Cicilia, estado de Milán Principado de Cataluña, y otras partes.

Don Ioseph de Galzeran de Cdrtella , Labastida Exill, Cardona, Fons, Mur, y Desoía, Barón del Albi y de Folgons del C onseso de Su Mag.d V. Vire y y Capitán General del Reyno de Mallorca, é Izlas adjacentes.

Cprtifico q.e he visto servir de dos a n o s , á, esta parte, á, el Capitán Pedro Andreu exerciendo el puesto de Sargento Mayor de la parte Forana de este Reyno. el qual sirve en las auzencias, y enfermendades de Don Berenguer de Homs, y San luán en vir­tud de R.l Despacho de Su Mag.d de 30 nov.e 1699 el qual pue­sto, a exercido con toda aprobación , y puntualidad haviendo de­mostrado en todas Ocasio nes la pragtica y valor q.ue correspon­de á su Calidad , y Zelo al R.l Servicio assi en habititar las Mi­licias al M a n e jo de las armas, com o en las demas funciones per­tenecientes , á su Mag.d (dios le G.de) fuere sereido hazerle , y para q.e conste donde combenga despacho, á su pedim to la pre­sente f irmada de mi m a n o , y sellada con el sello de mis Armas, y refrendada por mi infrascrito Secretario. Dada en el Casti llo R.l de Mallorca y Julio 19 de 1701. Don Joseph Galzeran de Castella. Cabastida, Exill. Cordona, y Fons. Por m.do del 111.mo S.or Virrey mi Señor. D.n Pedro Roquer Secretario Lugar del sello. El M aestro de Campo Dn Gerónimo Perez de Nueros y Puejo Castellano del Casti l lo San Phelipe de Puerto M a h o n . - Certif ico q.e co nosco , y he visto servir de cinco Messes , á esta parte al Sargento Mayor D.n Pedro Andreu q.e vino por cabo Superior de los trecientos hombres con q.e el Reyno de Mallorca sirvió, á Su Mag.d para elrefuerzo, y defensa de este Castillo por derezelo q.e davan las Ar­madas Navales de Olanda , y Ynglaterra después del Bombardeo de Barzelona , desde Doze de lunio passado q.e Llegó , á el consu gente hasta ed día déla fecha q.e se bolvió , á embarcar, á, labuelta de dho Reyno en virtud de orden de su Magestad en C u yo tiempo ha servido, á su Costa sin haver percebido socorr alguno por cuenta déla R.le Haz.da Manifestando las experiencias del tiem­po q.e ha servido en los esercitos de Italia, y Cataluña en donde le vi sercir con gran crédito haviendo asistido, á las obligaciones de su Cargo m u y , á mi satisfacción, dotrinando y ensenando los soldados al tnaneso de las Armas, y niovimentós militares de for­ma q.e parezen tropas criadas en un Ex.to compliendo in quanto se le ha encargado del R.l Servicio con particular puntualidad , y vigilancia demostrando en todas las de su conocida Calidad; Juzgóle por ezforgado soldado, y capaz de lor empleos , y honras q.e su Mag.d fuere servido dispensarle; y para q.e conste donde comben-

ga doy la pnte firmada de mi mano, y sellada con el sello de mis Armas en el Casti llo de San Phelipe Puerto Mahon Isla de menorca, á, 7 de nov.bre del 1704— D. Gerónim o Perez de Nueros, y P u e y o — Lugar des sello.

E l M aestre de Campo D.n Perez de Nueros, y Pueyo Castellano del Casti l lo San Phelipe de Puerto Mahon. Certifico q e conosco , y he visto servir de nueve Messes, á, esta parte al Sargento M ayo r D.n Pedro Andreu q.e vino por cabo superior de los treciento hombres con q.e el reyno de Mallorha sirvió, á Su Mag.d para el refueizo, y Defensa de este Castillo desde 17 de mayo del ano passado de 17r 5 q e l legó, á el con su gente hasta el dia déla fecha q.e por haverse concluhido el servicio se b o l v i ó , á embarcar con su Gente, á la buelta de dho Reyno en Cuyotiempo ha servido, á su Costa sin ha- ver percebido socorso alguno por cuenta de la R.e Haz.da com o lo hizo la campana passada de 1704 con el mismo exercito manifestando siempre sus grandes expercieucias q.e ha practicado en los continuos exercicios, dotrinando los soldado al maneco de las Armas, y movi- mentos militares de forma q.e parecían tropas veteranas, haviendo asi­stido, á las obl igaciones de su Cargo muy, á mi satisfacción y muy en particular en los trabajos, y reparos q.e se han fabricado para la invacion q.e se rezelava cumpliendo in quanto se le ha encargado del R.i servicio con particular puntualidad , y vigilancia , tengole por buen soldado, y Capaz de los empleos, y honros q.e su Mag.d (Dios le G.de) fuere servido dispensarle: y paraque conste donde c o m b e n ­ga doy la pnte firmada de mi mano, y sellada con el sello de mis A r ­mas en el Castillo S.n Phelipe de Puerto Mahon, á 5 de marzo de 1706. D.n Gerónimo Perez de Nueros Lugar ^ del selló.

Veinte Maravedís. Sello quarto veinte Maravedís ano de mil se­tecientos y Sesenta, y dos. Miguel seguí Notario Publico y Apostóli­co, Secretario y Ess.no de Ayuntanrento por su Mag.d de la Muy III. Ciudad de Palma Cap.l del R no de Mallorca— Certifico q.e de los Autos, y Papeles q.e paran en el Officio de mi cargo consta: q.e el dia quatro del Mes de marso del ano mil seteciencios quarenta, y seis tomó pocession de una plaza de Regivor de la Ciudad de Palma por la clase de CavaHaros el S.or D.n Matteo Andreu, cuyo e m p l e o sirvió hasta su fallecimiento q.e succedió. en dos del Mes de Junio d< l ano de mil setecientos cinquenta, y nueve. Y para q.e de ello conste donde combenga doy el pnte testimonio firmado de mi mano, y authorizado con el sello de mi Officio. Palma, á quinze de Abril de mil se tec ien­tos, y sesenta, y dos anos. Miguel segui Noti.o Secretario y Ess .no de Ajmntam.to por su Mag.d de la Muy III.e Ciudad de Palma. Luar ^ del Sello.

Veinte Maravediz Sello quarto veinte maravediz ano de mil sete­cientos, y sesenta, y d o s - luán Armengol Nott.o y Ess.no de Ayun­tan-ido por su Mag.d (q.e dios G.de) de la Muy 111 .re Ciudad de Pal­ma Capital del Reyno de Mallorca.

Certifico como de los Autos, y Papeles q.e paran en la Se cre ta ­ria de dha Ciudad consta entre ellos del sorteo, q.e en veinte, y siete Iunio mil setecientos cinquenta, y dos se hizo por la mesma de Ca- valleros, y Ciudadanos, á fin de hazer las noches por las Barracas

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q.e se havian puesto en la Orilla del Mar déla parte de Levante, y Poniente para resguardar la ciudad, y su termino del contagio q.e picava en la de Argel; Y entre de ellos, queda continuado el nombre de Don Sigismundo Andreu com o por estenso es de ver. en dhós Papeles , á , q*.e me refiero ; Y paraq.e de lo susso dho conste donde com benga doy el presente testimonio, ahunq.e de mano agena escrito, déla mia empero firmado, y authorizado con el sello de mi officio. Palma veinte, y uno de abril de mil sete­cientos sesenta y dos. Iuan Armengol Notario Ess.no de Ayuntam.to por Su Mag d de dha M. 111.re Ciudad de Palma. Lugar del s e p i l o .

Veinte Maravedís. Sello quarto veinte Maravedís Ano de mil setecientos, y sesenta, y dos. Serenissimo et Potentissimo domino nostro Philipo dei Gracia Regi Castellae Aragonum Utriusque Ci ciliae Ierusalem etc. Don Joannes de Uries Consiliarius Sacrae Ce- sareae Regiae Majestatis et pro eadem Locumt.s et Capitaneus Ge- neralis in eodem Regno salutem, et prosperitatem; Cum Regnorum aumento notum facimus Majestati Vestrae; quod die infra compa- ruit coram nobis Bernardinus Andreu, et presentavit quandam con- cessionem, á, Magestate vestra nobis factam. et per cansellariam Regiam cum sigillo Regio et a 1 i i s solemnitatibus solitis exspeditam suplicando liumiliter quatenus dignaremur contempta In eodem operis per effectum adimplere.cuius comissionis tenor est hujus modi.

Nos Philippus Dei a rafia Rex Castellae, Aragonum, utriusque Siciliae, Hierusalem. Ungarie, Dalmaciae, Croaciae, Legionis Na- varrae , Granatae. Toleti, Valentiae, Galiciae, Maioricae. Hispalis, Sardiniae, Cordubae, Corc icae , Murciae, Jaennis, Algarbij , Algezire, Gibráltaris, Insularum Canariae nec non Insularnm Indiarum. et Terrae firmae Maris Oceani Archidux Austriae Dux Burgundiae, Brabantis et Mediolani C om es Barchinonae. Flandiae et Tiroli Do- minus Viscae et Molinae, Dux Atenarum, et Neopatriae C o m e s Rossilionis et Ceritaniae, Marchio Oristanni Goeciani. Erga i 11 os nninificientiam nostram exercendam Censemus quos morum hone stas, ac alia probitatis et virtutum merita ac preclara gesta et ser­vicia per eos eorumque Parentes prestita apud nos beneméritos, et condignos reddunt et efficiunt, hinc est q.e cum mente riostra reputamus obsequia per te dilectum nostrum Bernardinum Andreu Civem nostrae Civitatis Majoricarum nobis prestita, servitiaque non vulgaria per Joannem Andreu Iurium Doctorem quondam Patrem tuum in Offici js Regentis Locumtenentiam , et Capitaneum Gene- ralem, et nostri Advocati fiscalis dicti nostri Majoricarum Regni per multos annos nobis impensa queque te continuatione laudabili dante domino prestiturum speramus, cumque attendamus tui ge- neris, sinceritatem, et antiquitatem, in Ipsa majoricarum Insula, de quibus ómnibus plenarie edocti sumus mérito proinde inducimus, ut tibi reddamus ad gratiam liberales personamqne tuam dignitatis ac bonoris militaris titulo decoremos quo in te posterisque tuis nostrae magnificentiae signum aliquod perfulgeat et protahatur thenore igitur presentium de nostra certa scientia, et authoritate delibérate et Consulto Licentiam tibi concedimus et facultatem ple- nariam impartimur quod quamdocumque yolu^ris et tibi placuerit

et Libitum fuerit ab spectabili Don Joanne de Urries Locumt. e et Capitaneo Generali nostro in dicto Maioricarum Regno haut ab alio quocumque futuro locumtenente, et capitaneo generali nostro in eodem Regno, vel a regente dictum officium qui nunc est, seu pro tempore fuerit liceat -tibi et possis ad honorem et gradum militiae promoveri Militariq. titulo decorari, Cui quidem Locum Tenenti et Capitaneo Generali nostro qui nunc est et pro tempore fuerit, seu ejus Officium Regenti, ut te Bernardinum Andreu no- mine nostro militaris cingulo decorare possit, vices et vozes no­stras, ac plenum posse committimus et conferitnus per presentes statuentes, ed decernentes quod postque gradum et titulum assum- pseris predictani ad quern asumendam te liabilem et Capassem facimus et reddimus, tu totaque posteritas tua legitima nata si quidem, et in posterum nascitura gaudeatis, gaudereque possitis, ac libere, ef impune valeatis omnibus, et singulis gratiis, Privilegiis, Libertatibus honoribns, favoribus, franquesiis, immunitatibus usibus foris juribus et consuetudinibus ac alijs quibusvis gratiis , et per- gativis quibus alij milites militariq.e e cingulo decorati eorumque Legitima Posteritas , tarn indicto nostro Maioricarum Regno quatn alias, gaudere possunt, et debent, sunt que assueti frui quoque modo, mandantes per eosdem presentes, de eadem nostra certa scientia et authoritate eidem spectabili Locumtenenti et Capitaneo Generali n o s tro , qui nunc est vel pro tempore fuerit, seu dictum ejus officium Regenti Magnificis quoque, et dilectis Consiliariis, et fidelibus nostris gerentibus vizes nostri Generalis Gubernatoris Re­genti Canceliariam doctoribus Regíj Consil i j Fisci Regij Patrono, e jusdemq.e Fisci Procuratoris V i c a r i j s , Bajulis , Subvicari js , sub Bajuli js Iuratis, Virgariis, Portariis Ceterisque demum Universis et Singulis Officialibus , et subditis nostris Majoribus , et Minoribus in dicto Regno Majoricarum, ac ubivis ditionibus nostrae consti- tutis, et constituendis, ad quos spectet quatenus praesentem no- stram gratiam facultatem et concessionem, Omniaq.e, et singula in ea contempta ibi dicto Bernardino Andreu tuaeque Legitime proli et posteritati natae jam, et in antea nasciturae teneant firmiter, et observent, tenerique et inviolabiliter observari facient per quo­cumque et contra praefata te aut dictam posteritatem tuam nulla- tenus inquietant, aut inquietari aliquo pacto praesumant contrarium nullatenus tentaturi, aut fieri premissuri ratione aliqua, sive causa si gratiam nostram caram habent et preterire et indignationis no- stre incursum poenam florinorum auri aragonum mille a bonis contrafacientis irremisibiliter exigendorum nostrisque inferendorum Erarijs cupiunt non subiré in cuius rei testimonium presentes fieri jussimus, nostro comuni sigillo attergo munitas.

Data in Opido Matriti die Vigesimk mensis Octobris Anno a Nativitate Domini millesimo quingentésimo septuagésimo tercio.

Y o el R e y V.t Eno V ic .g et C o m e s G ib es . V.t Sapena Reg.ns V.t Ep.s Urgell R.s V.t Sentís R.s. V.t Campi R.s. V.t Talayero pro Cons . Gen.li . In Majoricarum Regrto folio XViii j . Qua quidem Co- missione per nos iilis quibus decet reverentia , et honore accepta, visaque, et intellecta volúntate majestatis vestrae obediendoque

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mandatis ejusdem processimus in continenti ad executionem con* temptorum in dicta c o m m i s s i o n e , et vigore ejusdem facultatis, quae nobis atributae die praesenti, et infrascripto in eum plurium militum, et aliorum presentía ensem nostram evaginatam tenentes, te ique caput dicti Bernardini Andreu de more tangendo armavi- mus militem eundem Bernardinum Andreu tnilitarique titulo cingulo dignitatis, et ordinis militia decoravimus itaqne ipse ejusque tota proles, et posteritas, tam nata quam nascitura dictis insigniis deco- ratus ex nunc in antea miles nuncupetur , nominetur, et intitule- tur, Omniaque militis insignia deffert, et gestare, et iilis uti pro ipsius, et posteritatis suae volúntate et arbitrio possit, et valeat cartam autem inde expediendam per Canseliariam Regiam Mage- statis vestrae luxta Mandata dicte Com icionis fieri, et in praedi- ctorum testimonium presentes sigillo infrascripto munitas expediri jussimus. Data in Civitale Maj.m Die X I I 1 Mensis Januarii anno a Natt.e Domini MDLXXIII1. Copia hujusmodi Cartae Regiae in bis tribus foleis contempta praesenti comprehenso: Extracta est per me Ioannem Fiol et Muntaner Archivarium Regium, et Patrimonialem, a, quodam Libio Registro Literarum Regiarum recóndito in hoc Regio Majoricarum Archivo; Ut igitur praelibatae Copiae Ubivis fides adhibeatur ln'c me subscrivo , et sigillum Regium dicti Of- ficij appono, die videlicet 26 Januari j 1760 L o c u s ^ S ig i l l i . loannes Fiol . et Muntaner per Arch.s Reg.s et Patrinus.

De todo io qual, en seguimiento de dicha requisición he c o n ­tinuado al presente, paraque conste ad eternam rei memoriam, siendo, presentes al Licenciado ioseph Rotger y Salas Presbítero, y Matlieo Ginard escriviente moradores en dha presente Ciudad de Palma, testigos p.r dho effecto l lamados y especialmente requisidos, y lo firmo de su propria mano de q.e doy fée. Conde Sigismundo Andreu y de Avellone. Antemi. Iuan Ginard Notario.

Sentenza del Governatore del Regno di M aiorca a favore del Conte Don Matteo Andreu

En nombre de nro Señor lesu Christo y de su Madre la Vir­gen SS .m a humilm.se implorados.

D: luán Restituío Antolines de Castro y Aguilera Comendador de Castro Verde en la Ord.en de S.t lago Mariscal de Cam po de los R.s Exercitos de su Magestad, Inspector de Dragones en la C orona de Aragon Governador y Comandante Gen.l interino del Reyno de Mallorca, é Islas adiacentes etc.

Visto este pleyto que en esta Real Aud.a ha pendido y pende entre partes de la una el conde D. Matheo Andreu y de otra el Fiscal de Su Mag.d; y el Sindico annual de la ciudad de Palma Reyno de Mallorca en que se ha pretendido y pretende por parte del dho D. Mateo, q.e como a descendiente por Linea recta de varón a varón de D. Bernardino Andreu, y en virtud del Real Privilegio de la Magestad del S.r Rey D. Phelipe Segundo de gloriosa memoria

c o n r.e Real Rescritto de 20 8bre de 1573 se deve declarar, que co m o a tal deve gozar, y goza del Privilegio de nobleza , assi el c o m o todos los demas desciendientes de uno y otro sexo legíti­mos, y naturales del dho D. Bernardino, y mandar q.e co m o a tal cavallero se la deva reconocer, y en consequencia Capas de qual- quier Empleo correspondiente a la Classe de Cavallero. Visto el dho R.e Rescritto. Visto la contradicción hecha por parte del fiscal de su Magestad, y del dh.o Sindico, respecto a los descendientes por medio de Hembras, visto las razones por una y otra parte alle­gadas, y producías que se han presentado. Visto la notif icación para que acudiesen las partes á ohir relación del pleyto, y en se­guida informar en él. Visto la assignacion para ohir sentencia por el dia presente hecha , la que otra vez a cautela de presente se señala teniendo presentes ante Su Ex. los quattro Santa, y Sagra­dos Evangelios, hecha la relación del pleyto por el D.r D.n luán Banca y Ferrá Relator de la Real Audiencia; é insiguiendo la re­solución, y accuerdo de la mesma, Pronuncia, Sentencia, y declara c o m o se sigue:

Attento de los méritos de este Expediente seguido por D. Ma- theu Andreu con el fiscal de su Magestad, q.e el sindico annual de la presente Ciudad de Palma Capital del Reyno de Mallorca, consta que la Magestad del S.r Rey D.n Phelipe Segundo de g lo ­riosa memoria en attencion a los Servicios de D.n luán Andreu el qual por muchos anos havia Regentado los empleos de la Lugar tenencia, y Capitanía General y de Abogado Fiscal de la presente R.l Audiencia, y de los que esperava prestaría D.n Bernardino An­dreu su hijo, se dignó hacer gracia, y condecorar el mencionado D. Bernardino con el titulo de honores militares por lo que con su R.l Rescritto despachado en Madrid su Corte en 20 de octubre 1573 Mandó al S.r D.n luán de Urries su Lugarteniente, y Capitán General del presente Reyno y a sus de mas ministro y Officiales que en el residían el que passassen a la execucion de lo mandado en dho R.l rescritto y que no contraviniesen a ello pena de mil f lorines lo que después passó a executar dicho Lugar Teniente, y Capitán Gen.l en presencia de muchos militares, y otras Personas, armando de militar y insigniendole con el singulo de tal al reffe- rido D.n Bernardino en la forma en aquellos t iempos practicada. Consta assi mismo que dh.a R.l Mag.d (que Dios goze) habládo en dho rescritto, respecto del goze de los Privilegios de dh.a G ra ­cia, continuó en ella el que dho Bernardino, y toda su Posteridad nacida, y nacidera, y gozassen y pudiessen gozar Libremente de Todas las gracias Privilegios, y Libertades, honros, favores, fran- quesias, ¡inmunidades, usos, fueros, Derechos, y Consuetudes, y de otras qualesquiera gracias y prerrogativas de que los otros Mi­litares insignidos con el Militar Singulo, y su Legitima Posteridad assi en dho Reyno de Mallorca, quam alias, pueden gozar y de­ven, y son acostumbrados gozar de qualquier modo; Y mas ablando sobre que sus Ministros le observen dhs ¡inmunidades y franque- sias dize: Que al dh. Bernardino y a su legitima prole y posteridad nacida y nacidera, les guarden y observen dh.s ¡inmunidades. Assi

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mismo Consta de los Attestados de consensos y Bautismos que se han presentado por parte del Refferido D. Matteo ser este descen­diente por recta Linea de varón a varón del Refferido D.n B e r ­nardino Andreu su Quinto Abuelo, a quien fue concedida la ref- ferida gracia. En vista de lo qual se ha pretendido y pretende por dho D. Matheo que en virtud del refferido Real Privilegio por ser descendiente por recta linea de varón del dh.o D. Bernardino que deve gozar, y gozar, y goza del dho Privilegio de Nobleza, no solamente el y sus descendientes, sique tampien todos los demas descendientes por un sexo y otro del refferido D. Bernardino en virtud de las clausulas del dh.o rescritto que van de sobre expres- sadas y en consequencia se deve declarar que todos los descen­dientes por uno y otro sexo legítimos y naturales del refferido D. Bernardino Andreu en fuerza del dho real rescritto deven gozar y gozan de nobleza com o a tales Cavalleros y que se deve mandar el que se le reconosca por tal Cavallero y por capas de qualquier Empleo correspondiente a la Classe de Cavallero. Y aunque por parte del fiscal de Su Mag.d y del Sindico Annual de la presente Ciudad de Palma a quienes se mando dar traslado de dha preten- cion respecto de los descendientes por medio de hembra con el motivo que la posteridad se deve entender, y se entiende de la rigurosa agnación pues las Mugeres son fin ds la familia, y prin­cipio; No pero queda contradicha la refíerida pretencion en quanto a gozar de dichas immunedades y honores los descendientes va­rones por medio de varón del- expresado D. Bernardino Andreu, qual lo es dho D. M a th e o ; hallándose assi dho fiscal de su Ma-

gestad como el Syndico de la Ciudad en que se declare el goze de nobleza al refferido D. Matheo Andreu, Y por quanto la pre­tencion del fiscal de su Magestad, a que alude el Allanam.to del dho Sindico de la Ciudad, queda del todo fundado y arreglada a lo que resulta de lo Litteral de dho R.l rescritto; Por esto et Ais el dh.o S.r Governador y C o m . te General Interino insigniendo el acuerdo y resolución de la R.l Audiencia Pronuncia sentencia y declara que el refferido D.n Matheo Andreu y Orlandis co m o de­scendiente varón por linea recta del refferido D. Bernardino An­dreu su Quinto abuelo goza, assi el como toda su descendencia va­ronil por medio de varones de todas las gracias prerrogativas , é immunidades, de que gozan y deven gozar los Cavalleros, y en consequencia manda que el dho D. Matheo Andreu y sus descen­dientes varones de varones sean tenidos, y reputados p o r ta le s C a ­valleros, y que gozan, y deven gozar de todas las gracias prerro­gativas, privilegios, Libertades, honrras , favores, y fratiquesias de que gozan los Cavalleros. Y en quanto a la pretencion de dever gozar de semejantes grazias los descendientes por medio de H em ­bra del refferido D. Bernardino Andreu se impone silencio por ahora al dh.o D. Matheo reservándose los derechos salvos a los tales descendientes, paraque en otro juizio competente, digan, de- dusgan y aleguen lo que mas les convenga y assi lo pronuncia sentencia, y declara diffinitivamente juzgando no obstante lo en Contrario dicho y alegado, y manda que las costas se paguen por

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dicho D. Matheo, y que por las bistrahiolas se haga la solida ex.on; y lo firmaron. D. Lopes de Sierra y Cienfuegos. D. Manuel Ramos D. Juan Batt.a Manente S.ores Reg.s Ballestreros, Ramos, Manente.

Sello quarto veynte maravedís ano de mil setecientos y se­senta y dos.

Trahida, Lehida, y publicada fue la superior Sentencia de ord.n de su Exa hora de Vísperas de sobre señalada por mi Bernardino Alzina por Miquel Llabres Nott.o Esv.no M.or y Secret.rio de la R.l Aud.a a saber es en 24 de Obre de 1745 instando, y regg.do su publicación luán Ant.o Parello. P.on de D.n Matheo Andreu; la otra parte ahunque ausente havida por pnte, siendo presentes por testigos Baltasar Danus, y Ant. Ros ambos vezinos de la pnte Ciudad; para este effecto llamados y regg.dos guare cog.a

Concessione del titolo di Conte fatta dal Re di Spagna Filippo II a Bernardino Andreu ed a tutta la sua discendenza d’ ambo i sessi.

Nos Philippus Dei gratia Rex Castelle Aragonum Ufriusque Si- cilie, Ierusalem, Hungarie. Dal matie, Croatie , Legionis Navar­re, Granate. Toleíi, Valent:e, Gal- I i tie, Majoricarum, Hispalis, Sar- dinie, Cordube, Corsice, Murtie, Ioannis, Algarbij, Algezire,GibraI- taris, Insularum, Canarie, nec non Insularum Indiarum et terrefirme Maris Oceani, Archidux Austrie, Dtix Burgundie, Brabantis et Me- diolani. C o m e s Barchinone Flan- die et Ti rol i, Dóminus Viscae et Moline, Dux Athenarumet Neopa- trie, C om es Rossilionis et Ceri- tanie Marchio Oristani et Gocea- ni etc.

Erga illos nninificientiam no- stram exercendam censem u squ os morem honestas ac alia probitatis, et virtutum merita ac preclara gesta, et servida per eos eorun- que parentes prestita, apud nos beneméritos, et condignos red- dunt et efficiunt, hinc est quod cuni mente nostra reputamus o b ­sequia per te dilectum Nostrum Bernardinum Andreu Militem No- stre Civjtatis Majoricarum nobis

Noi Filippo per la grazia di Dio re di Castiglia, di Aragona, delle due Sicilie, di Gerusalem me, di Ungheria, di Dalmazia di Croazia e della legione di N a­varra, Granata, Toledo, Valenza, Galizia, Majorca, Siviglia, Sarde­gna, Corsica, Murcia, Iaen, Al- garbia. Algesiras, Gibilterra, delle isole Canarie come ancora delle isole delle Indie e della terra ferma del mare Oceano, Arciduca di Austria, Duca di Borgogna, Brabante e di Milano, Conte di Barcellona di Fiandra e del T i ­rólo, S ignore di Biscaglia e di Molina, Duca di Atene e Neo- patria, Conte di Rossiglione e di Cerdagna, Márchese di Oristano G oceano etc.

Noi stimiamo doversi manife­stare la nostra generositå verso di quelli la cui purezza di co- stumi, i meriti di probitå e di virtu, o le nobili imprese o i ser- vigi prestatici direttamente o per mezzo dei loro genitori rendono degni e costituiscono tneritevoli; quindi é che prendendo in con- sidera?ione i servigi prestati da

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prestita, Servitlaque non vulgaria per Ioannem Andreu quondam Pa- trem tuum in officio Locumte- nentis, et Capitanei Generalis di- cti nostri Majoricarum Regni per multos annos nobis impensa que- que te continuatione Laudabili dante Domino prestiturum spe- ramus, cumque attendamus tui generis sinceritatem, et antiqui- tatem in ipsa Majoricarum insula de quibus omnibus plenarie edo- cti sumiis merito proinde indu- cimur, ut tibi reddamus ad gra- tiam Liberales, personamque tuam dignitatis ac Comitis Andreu titulo decoremus, quo in te posterisque tuis Nostre munificentie signum aliquod perfulget et protahatur, tenore igitur presentium de N o­stra certa scientia et authoritate, deliberate et consulto committi- mus, et conferimus per presentes, statuentes, et decernentes quod te totaque Posteritas tua legitima utriusque sexus nata siquidem, et in posterum nascitura gaudeatis gaudereque possitis, ac libere et impune valeatis omnbus et sin­gulis gratiis, privilegiis, liberta- tibus, honoribus, favoribus, fran- quetiis, immunitatibus, usibus, foris, juribus et consuetudinibus ac aliis quibusvis gratiis, et pre- rogativis quibus a'ij Comites eo- rmnque legitima posteritas tarn in dicto Nost, o Majoricarum Re­gno quam alias gaudere possunt, et debent, sunt que assueti frui quoque modo, mandantes, per eosdem presentes, de eadem no­stra certa scientia, et authoritate eidem Spectabili Locumtenenti et Capitaneo Generali nostro in eo- dem Majoricarum Regno seu di­ctum ejus officium Regenti qui nunc est vel pro tempore fuerit, magnificis quoque e tdilect isCon- siliariis, et fidelibus nostris ge- rentibus Vices Nostri Generalis

te Bernardino Andreu cavaliere nostro diletto della nostra cittå di Majorca, nonché j servigi straordinari prestatici per molti anni dal tuo defunto padre G io ­vanni Andreu nelI’ufficio di Luo- gotenente e di Capitan generale del suddetto regno dl Majorca e quelli che speriamo con l’aiuto di Dio, vorrai continuare lode- voln ientea prestare; tenendo co n ­to anche della fedeltå ed antichitå della tua stirpe nella stessa isola di Majorca, delle quali cose sia- nio completamente convinti, giu- stamente siamo indotti a mostrar- ci generosi verso di te e a decorare la tua persona della dignitå e del titolo di Conte di Andreu, per mezzo del quale un segno della nostra munificenza si manifesti in te e nei tuoi discendenti.

Perianto in virtii delle presentí lettere, di nostra certa scienza ed autoritå, deliberatamente e pon- deratamente ordiniamo e confe ­ríanlo, stabilendo e decretando con le presentí che tu e tutti i tuoi discendenti legittimi di ambo i sessi, cioé presentí e futuri, go- diate e possiate godere libera- mente ed impunemente di tutte e singóle le grazie, privilegi, li­berta, onori, favori, f .anchigie, immunita, usi, diritti del foro, consuetudini, e di tutte le altre grazie e prerogative ddle quali possono e dcbbono godere e so- no solid usare gli altri conti ed i loro legittimi discendenti sia nel suddetto nostro Regno di Majorca che altrove, comandando nello stesso tempo per queste stesse lettere, con la stessa cería scienza ed autoritå al nostro Illustre luo- golenente e Capitan Generale nel­lo stesso Regno di Majorca o a chi lo sostitu see nel detto ufficio, al presente ed in avvenire, ai nostri diletti e magnifici consi-

Gubernatoribus, Regenti Cancel- lariam Doctoribus Regii Consilii , Fisci Regii Patrono, e jusdemque Fisci Procuratori , Vicariis, Baju- lis, Subvicariis, sub Bajulis, Iu- ratis, Virgariis, Portariis, ceteri- sque demum, universis singulis Officialibus, et subditis nostris Majoribus, et Minoribus in dicto Regno Majoricarum ac ubivis di- tionibus Nostris Constitutis, et constituendis ad quos spectet quatenus presentem nostram gra- tiam facultatem, et concess ionem omniaque et singula in ea con- tempta tibi dicto Bernardino Co- miti Andreu tueque legitime proli et posteritate nate jam et in antea nasciture teneant firmiter et o b ­servent, tenerique et inviolabiliter observan' faciant per quoscum- que, et contra prefata te aut di- ctam Posteritatem tuam nullate- nus inquetant aut inquietari aliquo pacto présumant contrarium nul- latenus tentaturi aut fieri permis- suri ratione aliqua sive causa si gratiam nostram caram habent, et preter ire indignationis Nostre incursum penam florinoruni aurei Aragonum Mille a bonis contra- facientis irremissibiliter exigen- dorum nostrisque inferendorum Erariis cupiunt non subiré in Cujus Rei testimoniorum presen­tes fieri jussimus Nostro Com- muni sigillo attergo munitas Dat. in Opido Matriti die décimo o c ­tava mensis Feb.i Anno Domini miilesimo quingentésimo septua­gésimo quinto. Y o el Rey.

V.to E.ng. Y ics .g et Com es Gilíes etc.

glieri ed ai fedeli vicari del Go- vernatore generale, al Regente della cancellería, ai dottori del Real Consiglio , al f iscale ed al suo procuratore, ai Vicarii, ai Bagliv i , ai sotto Vicari, ai sotto baglivi, ai giurati, vergarii, por- tieri ed a tutti e singoli gli uffi- ciali e sudditi nostri maggiori e minori nel suddetto Regno di Majorca e negli altri luoghi sog- getti alia nostra giurisdizione no- minati o da nominarsi , ai quali spetti che osservino e facciano os- servare inviolabilmente la presen­te nostra grazia facoltå e conces- sione con tutti gli aggregati a te Bernardino conte Andreu ed ai tuoi .discendenti legittimi presentí e futuri, e contrariamente a que- sto non molestino né te, né i tuoi discendenti, né in alcun modo presumano agiré in senso c o n ­trario, né lo permettano per nes- sun motivo se intendono conser­vare il nostro favore ed oltre la provocazione della nostra ira ed indignazione, non vogliono in- correre nella pena di mille fiori- ni aragonesi di oro, da esigersi irremissibilmente dai disubbi- dienti a beneficio del nostro E- rario. Per la qual cosa abbiamo ordinato di redigere il presente Decreto munito del Nostro sig- gillo.

Dato nella Nosira citta di M a­drid il 15 febbraio dell’anno d d Signore 1575.

lo il Re(Arch, di Stato di Napoli . Scrit-

ture appartenenti alia Real Com- m.ne dei Titoli di Nobiltå n. 29).

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Privilegio di aggregazione al maggiorato di casa Andreu del titolo di conte concesso a Bernardino Andreu

Nos Philippus Dei gratia Rex Castelle, Aragonum Utriusque Sicilie, Ierusalem U n g a r i e , D a lm a t ie , Croatie, Legionis Navarre,

Granate, Toledi, Valentie, Gallitie, Majoricarum, Hispalis, Sardinie Cordube, Corsice, Murtie, Ioannis, Algarbij , Algezire, Gibraltaris, Insularum C a n a r i e , necnon Insularum Indiarum et terrefirme Maris O ceani , Archidux Austrie Dux Burgundie Brabrantis et Mediolani, C o m e s Barchinone Flandie et Tiroli, Dominus Viscae et Moline Dux Athenarum et Neopatrie C o m e s Rossilionis et Ceritanie Mar- chio Oristani et Goceani etc. Universis et singulis presentium se- riem nostram Regiam ac bonam voluntatem: Viros quorum incon- taminata erga Nos animi fides, ac singularia obsequia ad imitationem suorum Majorum magnitudinis nostre 1 iberalitate, et gratitudine di­gnos efficiunt, proemijs distinguendos semper censuimus, ut ceteri etiam ad muñera nostra promerenda eo studiosius curent, Propterea cum nomine fidelis Nobis dilecti Illustris Equitis Bernardini Andreu Comitis de Andreu humillime nobis supplicatum fuerit ut comita- lem titulum quo a Nobis decoratum fuit Nostris Regiis Litteris XV II I februarii M D L X X V transmitti possit iuxta vocac iones statutas in f ideicommisso fundato ab lile Doctore Dno loanne Andreu, dilecto consiliario Nostro , necnon R. Fisci Patrono et vicegerente Nostri Locumtenentis Generalis in Nostro Regno Majoricensi , Ita- que ratione habita meritorum et fidelitatis praefati Bernardini An­dreu, et etiam praeclarium memorati Ioannis Andreu quondam pa- tris ejus, specialem gratiam Nostram erga eandem familiam Andreu perpetuam reddere Volentes aeque ac signum munificentiae Nostre concedendum censuimus atque concedimus eidem Comiti Bernar­dino Andreu gratiam praedictam, vigore igitur praesentium , de nostra certa scientia et authoritate deliberate et consulto, comniit- timus et decretamus per presentes statuentes et decernentes quod titulum comitalem tibi a Nobis collatum tenore litterarum nostra- rum diei XI februarii Anno M D L X X V 0 aggregari posse et debere mayoratui instituto a quondam patre tuo et transmitti posse etiam agnatibus tuis iuxta ordinem vocationum in ipso statutarum, M an­dantes per easdem presentes, de Nostra certa scientia et authoritate eidem spectabi 1 i Locumtenenti et Capitaneo Generali Nostro in eodem Majoricarum Regno seu dictum ejus officium Regenti qui nunc est vel pro tempore fuerit, magnificis quoque et dilectis Con- siliariis et fidelibus nostris gerentibus Vices Nostri Generalis Gu bernatoribus Regenti Cancellariam Doctoribus Regii Consilii Fisci Regii Patrono eiusdemque Fisci Procuratori Vicariis Bajulis Sub- vicarijs sub Bajulis Iuratis Virgariis Portariis ceterisque demum uni­versis singulis O f f icialibus et subditis nostri Majoribus et minoribus in dicto Regno Majoricarum ac ubivis ditionibus Nostris Constitutis, et constituentis ad quos spectet quatenus presenten! nostram gra­tiam facultatem et concessionem omniaqtie et singula in ea con- tenipta tibi dicto Bernardini Comiti Andreu tuisque in predicto majoratu de domo Andreu successor ibus teneant firmiter et ob- servent, tenerique et inviolabiliter observan' faciant per quoscumque, et contra prefata te aut dictos successores tuos nullatenus inque- tant aut inquietari aliquo pacto presumaut contrarium nullatenus tentaturi aut fieri permissuri ratione aliqua sive causa si gratiam nostram caram h a b e n t , et preter iré et indignationis nostre in-

cursum penam florinorum aurei aragonum mille a bonis contra- venientis irremissibiliter exigendorum nostrisque inferendorum Erariis cupiunt non subiré iu cujus rei testimoniorum presentes fieri jus- simus Nostro Cornmuni Sigillo attergo munitas. Datum in Villa Ncstra Matriti die vigésimo sexto mensis novembris anno a nati. vitate domini millesimo quingentésimo octogésim o primo, Regnorum autem nostrorum X L Citerioris Sicilie et lerusalem anno vigésimo octavo, Castelleq; Aragonum, Ulterioris Sicilie, et aliorum vigesi- mosexto, Portugallie, vero secundo.

Y o el ReyVidit... Rey.Vidit Cadena Reg.Vidit. Penden Reg.

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Privilegio dell’ imperatore Carlo VI col quale concede al conte D. Giovanni Andreu la dignitá di grande di Spagna di 1“ classe sul medesimo titolo di conte d’Andreu.

Don Carlos por la Divina Clemencia Electo Emperador de Romanos siempre Augusto, Rey de la Germania, de Castil la de Leon de Aragon de las dos Sicilias, de Gerusalem, de Ungaria de Bohemia de Dalmacia de Croacia de Navarra de Granada de T o ­ledo de Valencia de Galicia de Mallorca de Menorca de Sevilla de Cerdena de Cordova de Corsega de Murcia de Jaén de los Algarbes de Algesiras de Gibraltar de las Islas de Canaria de las Indias Orientales y Occidentales Islas y tierra firme del mar O céano ; Archiduque de Austria duque de Borgona de Brabante de Milan de Stiria Carinthia Carniola Lusemburgo Wit temberg de las dos Silecias Athenas y Neopatria Principe de Svevia Marques del Sacro Romano Imperio de Borgona Moravia y de las Dos Lusacias; Conde de Absburgo de Flandes del Tirol y de Barce lona Ferreti Kiburgi G or ic ia Rossellon y Cerdana; Landgrave de Alsacia Mar­ques de Oristan íy Conde de Go ceano , Señor de la Marca, de Sclavonia Puerto Mahon Viscaya Molina de las Salinas de Trípoli y Melclinia etc.

Por quanto en atención ä la antiqua Nobleza y lustre de Vos Don Juan Andreu y Font, y a los singulares méritos de vuestros antecessores en el exercicio de las mas sublimes empleos en los que han dado constantes pruebas de la Mayor fidelidad ä mi y ä los Reyes mis Predecessores : y habiendo probado pertenenceros por derecho de sucession el titulo de Conde de Andreu concedido ä D on Bernardino Andreu por el Rey Don Felipe Segundo en 18 fe­brero de mil quincientos setenta y cinco; de mi proprio motu, cierta sciencia, y poderío Real absoluto, de que en esta parte quiero usar y uso co m o Rey y Señor no reconociente superior en lo temporal, he venido en haceros merced de Grande de España sobre el mi­smo titulo de Conde de Andreu.

Por tanto quiero y es mi voluntad que vos el referido D on

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Juan Andreu y Font Conde de Andreu, y vuestros hi jos varones de legitimo matrimonio, y en caso de faltar los dichos vuestros h i jos varones y desciendientes, de ellos también varones, vuestras hi jas y successoras legitimas preferiendo los varones, cadauno en su tiempo perpetuamente para siempre jamas, tengáis y tengan la referida merced de Grande de España; y que esta honra y G ran ­deza se conserve en todos los expresados, y Vos, y ellos hayais y gozeis , y les sean guardadas todas las gracias que corresponden a la dicha Grandeza y Titulo, y las honras antelaciones preheminencias prerogativas y tratamiento de Grande de España a ella anexo asi por derecho y leyes de estos mis Reynos, co m o por costumbres antiguas y modernas de ellos ; y podáis traher y traygan todas las insinas, y usar y exercer todas las c e r e m o n ia s , que por esta razón se pueden traher usar y exercer; y Vos y los dichos seáis y sean llamados tenidos y reputados por Grandes de España de estos mis Reynos con el Titulo de Conde de Andreu, sin que para ello sea necesario otro mandamiento titulo ni l icencia mia ni de los Reyes mis sucesores, ni venir ante mi ni ante Ellos, ni e sc r i ­birlos por el mi C o nse jo de la Camara co m o se acostumbra en otros Grandes, ni hacer otra ceremonia ni dil igencia alguna, y por esta mi carta o su traslada sinada por escribano p u bl ico , mando á los Infantes, Prelados, Duques Marqueses Condes Ricos hombres, Priores de sus Ordenes Comendatores y Subcomendatores Alcaydes de los Castillos y Casas fuertes y llanas , y al Gobernador y los de mi C o nse jo R e a l , Presidentes Regentes y Ohidores de mis Audiencias, Alcades Alguaciles Merinos Prebostes y otros quale- squier mis iueces Justicias y Personas de qualquier estado, calidad condición dinitad y praeminencia que sean mis vassallos subditos y naturales assi a los que ahora son, com o á los que adelante fueren, y a cadauno, y qualquiera de ellos que V os Don Juan Andreu y Font y vuestros hijos y sucesores co m o va expresado, os hagan y tengan acaten y respeten por Grande de España con el titulo de Conde de Andreu; y a todos los guarden y hagan guardar todas las honras, franquezas, libertades, j lrerogativas ceremonias y otras cosas que por la dicha Denidad y Titulo de Grande de España debeis haber y gozar y Ies deben ser guardadas entera y cumplidamente sin faltaros ni faltarles cosa alguna ; y si de esta mi carta, y de la merced en ella contenida, Vos y qualesquiera de vuestros hi jos y los otros sucesores co m o va enunciado, quisiere- des y quisieren Privilegio de confirmación, mando a los mis Con- certadores y Escr ibanos Mayores de los Privilegios y Confirma­ciones y a mi Mayordomo Chancil ler Notario Mayores, y a los otros Oficiales que están á la tabla de mis sellos, que os la den pasen libren y sellen la mas fuerte firme y bastante que les pi- dieredes y menester hubieredes. Declaró que por gracia particular que os concedo y sin exemplo, vos y los que os sucederán en el goze de la merced contenida en la presente quedáis exentados de pagar media anata, y qualquier derecho se halle establecido o en adelante se estableciera exigir para semejantes co n ce s io n es de

Grandezas y Títulos á ellas anexos ba jo qualquiera denominac ión sea annual sea por una vice tantum.

Dado en Viena á c inco de Abril de mil setecientos treinta y uno.Y o el Rey, V.to Marq. de Villasor R.s V.o C o m e s de Cervel-

lon Cons.r V.o Perlongo R.s V.d de Com. a Perlas. V.t Pertusatus R.s V.o Almana R.s V,o Alvares R.s.

Dominus Rex mandavit mihi D. Bermudes de la Torre Sec.Exemptus a ju re sigilli juxta decretum. De La Torre Secr.No debe medianata por esta merced respecto de haberle exem-

ptado S. M. C. del pagamento de ella por especial gracia .Cédula de Grande de España para el C onde Don Juan Andreu

y Font. Ecc .m o Sig.re 11 Conte D. Giovanni Andreu y Font sup.o espone a V. E. com e da S. M. Cesárea e Catt .ca (Dio G.di) gli é stato concesso R.l Privilegio di Titolo di Grande di Spagna, con- cedergli il Regio exeq. e l’avrá a grazia ut Deus.

Al Collatera! consultado en 15 de setiembre 1731. Die 18 mensis settembris 1731 Neapoli. lllustrissimus et Ecc .m us Dominus Vice Rex Locumtenens et Capitaneus Generalis providet decernit atque mandat quod Privilegium predictum Suae Cesareae et Cat- tolicae Majestatis notetur in libris Regie Cancel lar ie hoc suum. Mazzaccara R.s Ulloa R.. Giovene R.s Peijri R.s Castellet R.s.

C oncordat cum suo Originali Registro, quod conservatur in Regio Archivio Realis Camerae San.te Clarae penes me subscrip- tuin Regium Archivarium p Sua M.te ejusdem meliori collat .ne semper salva.

Datum Neapoli ex Regio Archivio d.te Realis Camere Die 16 Mensis lunij 1759. Arcangelus linparatus Reg.s Archiv.s R.lis Cam.e S.te Clare. Luogo del sugello.

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Riconferma del re Cario Ili al conte Don Giovanni Andreu della dignitá di Grande di Spagna di I a ciasse sul medesimo titolo di Conte d’Andreu, unitamente alia carica ereditaria di gen- tiluomo di cam era, di esercizio, trasmissibile a tutta la discen- denza mascolina anche proveniente dell’ ultima femmina nel caso di estinzione della linea maschile.

Nos Carlos Tercero por la gracia de Dios Rey de Castilla Aragón las Dos Sicilias lerusalem Navarra Granada Toledo Va­lencia Galicia León Mallorca Sevilla Cerdena Córdoba Murcia laen Alquesiras Gibraltar Islas Canarias Indias Orientales y Occidentales Islas y Continente del Mar O céano Arquiduque de Austria, Duque de Borgona Brabante Milán Parma Placentia Castro y Rossellon Gran Principe hereditario de Toscana, Conte de Aspurg Flandes Tirol y Barcelona Señor de Viscaya y de Molina etc. etc.

En atención á la antiqua Nobleza y Lustre de Vos D. Juan Andreu Conde de Andreu, de mi proprio motu cierta sciencia y poderío Real absoluto de que en esta parte quiero usar y uso co m o Rey y Señor no reconociente Superior en lo temporal he venido

en haceros Merced de Grande de España con el mismo titulo de Conde de Andreu; y de Gent ilombre de exercicio de mi Camara con success ion hereditaria en vuestros descendientes.

Portanto quiero y es mi voluntad que vos el referido D. Iuan Andreu Conde de Andreu y vuestros hijos y successores Varones nacidos de legitimo matrimonio cadauno en su tiempo perpetua­mente, para siempre jamas gozeis y gozen de la referida merced de Grande de España con el mismo titulo de Conde de Andreu y sean cadauno en su tiempo perpetuamente y por derecho de suc­cession Gent ilesombres de Camara de exercicio: y en caso de faltar los dichos vuestros hi jos varones y los descendientes de ellos tam­bién varones mando que vuestras hijas y successoras gozen de la indicada merced de Grandeza y titulo como también los hi jos y successores varones de ellas pero que estos para usar del derecho de ser cadauno en su tiempo Gent ilombre de Camara de exercicio deban justificar la Nobleza de sus padres que no tengan el Apel­lido de Andreu; y que esta honra se conserve en todos los refe­ridos y vos y ellos hagais y gozeis y les sean guardadas todas las gracias que corresponden a la dicha Grandeza Titulo y calidad de Gentilombre y ius honras antelaciones preheminencias prerrogativas y tratamiento de Grande de España a ella anexo, asi por derecho y leyes de estos mis Reynos como por costumbres antiguas y mo­dernas de ellos, y podáis traher y traygan todas las insignias y usar y exercer todas las ceremonias que por esta razón se pueden traher usar y e x e r c e r , y vos y los dichos cadauno en su tiempo perpetuamente para siempre jamas seáis y sean l lamados tenidos y reputados por Grandes de España de estos mis Reynos con el titulo de Conde de Andreu y calidad en cadauno com o va expre­sado de Gent ilombre de Camara de exercicio; sin que para ello sea necesario otro mandamiento titulo ni l icencia mia ni de los Rej^es mis successores ni hacer otra ceremonia ni dil igencia alguna, y por esta mi Carta o su translado signado d’Escr ibano publico en­cargo ^1 Serenissimo Principe D. Carlos mi muy caro y amado hijo, y mando a los Infantes Prelados Duques Marqueses Condes Ricos hombres Priores de sus ordenes Comendadores y Subcomen- dadores Alcaydes de los Castillos y Casas fuertes, y llanas y al Gobernador y los de mi Conse jo Real Presidentes Rege ites y Ohi- dores de mis Audiencias Alcades Alguaciles de mi Gasa y Corte y Cancil lerías y a todos los Corregidores Asistentes y G o b e rn a­dores Alcades Alguecilos Merinos Prebostes y otros qualesquier mis lúeas Iusticias y Personas de qualquier estado calidad condi­ción dignidad y preheminencia que sean mis vassallos subdites y naturales asi á los que ahora son com o a los que adelante fueren y a cadauno y qualquiera de ellos, que vos Don Juan Andreu Conde de Andreu y vuestros hijos y successores com o va expre­sado os hayan y tengan acaten y respeten por Grande de España con el mismo titulo de Conde de Andreu y Calidad de Gentilom­bre de Camara de exercicio, y á todos les guarden y hagan guardar todas los honras franquezas libertades preheminencias ceremonias y otras cosas que por dicha Dignidad de Grande de España titulo

y calidad debeis haber y gozar y os deben y les deben ser guar­dadas entera y complidamente sin faltaros ni fáltales cosa alguna y si de esta mi carta y de la merced en ella contenida vos y qual- quiera de vuestros lijos y sticcessores quisiredes y quisieren Pri­vilegio de confermacion mando a los mis concertadores y escri­banos mayores de los Privilegios y Confermaciones y a mi M a­yordomo Canchiller Notario mayores y a los otros oficiales que están á la tabla de mis sellos que os la den pasen libren y sellen la mas fuerte firme y bastante que les pidieredes y menester hu- bieredes. Declaro que por gracia particular que os concedo y sin exemplo vos don Juan Andreu Conde de Andreu y los que os suc- cedaran en el goze de la merced contenida en la presente quedáis exentados de pagar media anata y qualquier d c e c l i o se halle esta­blecido y adelante se estableciere exigir para semijantes co nces io ­nes sea anual sea por una sola vez.

Dado en Ñapóles a cinco de Octubre del ano mil setecientos cinquanta y nuebe 1759.

Y o el Rey — [Arch. di St. di Nap. scritture appartenenti alia Real Com m .ne dei titoli di nobiltá — n. 29-245 — 262]r

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Certificato concernente il Ccnte Dón Mariano Andreu y Bur- gada per godere dei privilegi e grazie accordati ai cavalieri del Regno di Majorca.

Sello quarto. Quaranta mara­vedís Ano de mil ochocientos doze. Valga para el ano milo- chocientosquinze.

D.n luán Muntaner Archivero de la Real Audiencia de la Ciu­dad de Palma Capital del Reyno de Mallorca. Certifico que con sentencia de seis de Noviembre del ano mil ochocientos catorze que para en dicho Archivio c o n ­sta, que a. solicitud del Conde D. Mariano Andreu y Hurgada, natural de la Ciudad de Ñapóles que haora aliase en esta de Pal­ma, declaro y mandé esta Real Audiencia que el expresado C o n ­de D. Mariano Andreu y Burgada por haber justif icado ser desden- diente único por linea recta de D.n Bernardino Andreu su sé ­ptimo abuelo al qual la Majestad del Señor Rey D.n Phelipe se­cundo, de gloriosa memoria, en

Bollo quarto. Quaranta mara­vedís, Armo di milleottocentodo- dici. Valga per l’anno miileotto- centoquindici.

Don Giovanni Muntaner Ar- chivario della Reale Udienza della cittá di Palma Capitale del Regno di Majorca. Certifico che con sentenza del sei novembre del- F anno milleottocentoquattordici che conservasi in detto archivio costa che ad istanza del Conte Don Mariano Andreu y Burgada nativo della cittá di Napoli, che ora trovasi in questa di Palma, dichiaró ed ordinó questa Real Udienza che F espressato Conte Don Mariano Andreu y Burgada per aver giustif icato esser discen- dente único per linea retta di Don Bernardino Andreu suo set- timo Avo al quale la Maestá del Signor Re Don Filippo II di gloriosa memoria, in considera-

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consideración de los singulares servicios prestados por su Padre D.n luán Andreu en el esercicio del Empleo de Lugarteniente y Capitán General de este Reyno, y de la antiquedad y exsplendor de su familia con Real Despacho dado en Madrid a veinte Octubre mil quinientos setenta y tres con­cedió al mencionado D. Bernar­dino Andreu el titulo y honores de Oavallero para si y sus de­scendientes en perpetuo debiese el referido Conde D. Mariano Andreu y Burgada y sus discen- dientes gozar de todas las gracias prerogativas privilegios libertades honores favores etc. de los que gozan los Cavalleros. Y para que conste donde y á los fines que convenga libro la presente certi­f icación firmada de mi mano ahunque de agena escrita, por mi f ie lm ent^ co m pro vad a y au- thorizada con el sello que usa dicho Archivo.

Palma tres de diciembre mil ochocientos quince. Iuan Mun- taner.

zione de’ singolari servizii pre- stati dal di lui padre Don G io ­vanni Andreu nell’esercizio dello impiego di Luogotenente e Ca- pitan Generale di questo Regno e delPantichitä e splendore della sua famiglia con Real dispaccio dato in Madrid a venti ottobre millecinquecentosettantatre con- cesse al menzionato Don Bernar­dino Andreu il titolo ed onori di Cavaliere per sé ed i suoi di- scendenti in perpetuo dovesse il riferito Conte Don Mariano An­dreu y Burgada e i suoi discen- denti godere di tutte le grazie prerogative, privilegi, libertå, o n o ­ri, favori, de’ quali godono i C a ­valieri.

E perché costi dove, ed agli oggetti che convenga do il pre­sente certificato firmato di mia niano abbenché da altrui scritto, da me fedelmente comprovato ed autorizzato col sugello che usa detto archivio.

Palma tre di Dicembre mille- ottocentoquindici . Giovanni Mun- taner.

Luogo del sigillo.

Per legalizzazione in questo Regio Vice Consolato di Sua Maestä il Re del Regno delle Due Sicilie della precedente firma- di Don Giovanni Montaner Regio Archivario di questa Udienza sic- com e si qualifica. Palma undici luglio milleottocentoventidue. G iu ­seppe Bover. Luogo del sigillo.

Per legalizzazione della firma del Sig. Don Giuseppe Bover Regio Vice Console in Palma Capitale di Majorca. Napoli dician- nove febraio milleottocentoventiquattro.

Si riceva — Capomazza — Luogo del sigillo — Numero 1209— Napoli ventuno febbraio milleottocentoventiquattro — Visto per bollo di grana dodici — Beliitti — Luogo del bollo = Numero 1484 Registrato in Napoli li ventuno febbraio 1824, fibro 2° volume 48 folio II retto Casella 4 a grana 30 — Linguiti — Visto Billi.

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Privilegio del re Ferdinando Vil col quale si concede al Conte Mariano Andreu e sua posteritá maschile il titolo di Conte- Duca di Biniatgar oltre la riconferma del grandato di Spagna e della carica di gentiluomo di cam era di esercizio.

Don Fernando Séptimo por la gracia de Dios etc.

Siendo muy acceptas á mi corazón las circumstancias que concurriendo en los ascendien­tes de Vos D.n Mariano Andreu Conde de Andreu natural de la Ciudad de Ñapóles movieron el agrado y determinaron la volun­tad de mi augusto Abuelo el Rey Carlos tercero de immortal recordanza, en conceder a D.n luán Andreu y Font de quien descendéis la Dignitad de G ran ­de de España sobre el Titulo de Conde de Andreu y cuanto c o n ­tiene su Real Privilegio dado en Ñapóles a cinco de octubre de milsetecientos cinquenta y nue­ve, que habéis presentado y reco- nosco : Por tanto y queriendo au­mentar lustre a vuestra antigua y noble familia, he venido en hacer merced de nombraros mi Gentilhombre de Camara con ' exercicio ; y Grande de España de primera clase con el Titulo de Duque de Biniatgar y de Son Pera Andreu en memoria de vuestro ascendiente D.n Pedro Andreu de Barcelona que sigui­endo el Rey D.n Jayme de Ara­gón en el ano de mil docientos treinta fue uno de los mas ilu­stres conquistadores de la Isla de Mallorca, después Gran C an ci l ­ler de aquel Reyno y mereció en el repartimiento de las tierras de aquella Isla la Alquería Bi­niatgar que ahora es predio c o ­nocido y llamado Son Pera An­dreu y se halla comprehendido en los bienes del vinculo prin­cipal de vuestra Casa fundado por D.n luán Andreu Lugarte-

Don Ferdinando Settimo per la grazia di Dio etc.

Essendo moho accette al mió cuore le circostanze che concor- rendo negli ascendenti di Vni D.n Mariano Andreu Conte d’An- dreu nativo della Cittá di Napoli mossero il gradimento, e deter- minarono la volontá del mió Au­gusto Avo il Re Cario terzo, d ’immortal ricordanza in c o n c e ­deré a D.n Giovanni Andreu y Font dal quale discendete, la Dignitá di Grande di Spagna sul titolo di Conte d’Andreu, e quan- to contiene il suo Real Privilegio dato a Napoli a cinque di otto- bre del mille settecentocinqnan- tanove che avete presentato, e riconosco:

Per tanto, e volendo aumen­tare lustro alia Vostra antica e nobile famiglia, sono venuto a concedervi favore di nominarvi mió Gent iluomo di Camera con esercizio, e Grande di Spagna di prima classe col titulo (sic) di Duca di Biniatgar, e di Son-Pere Andreu in memoria del vostro ascendente Don Pietro Andreu di Barcellona che seguendo il Re Don G iacom o d’Aragona nel- l’anno milleduecentotrenta fu uno de’ piti /illustri conquistatori del- l’Isola di Majorca, poi Gran Can- celliere di quel Regno e mérito nel ripartimento delle terre di quella isola la Alquería Biniatgar che ora é territorio conosciu to e chiamato Son Pera Andreu e tro- vasi compreso nei beni del vin- colo principale di vostra Casa fondato da D. Giovanni Andreu Luogotenente e Capitán Generale del detto Regno di Majorca . E

niente y Capitán General que che questo onore di Grandato, efue de dicho Reyno de Mallorca, titolo di Duca si conservi in voi,Y que esta honra de Grandeza ed i vostri figli, e successoriy Titulo de Duque se conserve maschi nati da legittimo matri-en vos y vuestros hi jos y suc- monio, e per tnancanza di essicessores varones nacidos de le- anche nelle femine, ed i succes-gitimo matrimonio, y por falta de sori di esse nello stesso modoellos también en las hembras y ciascuno a suo tempo perpetúa­los successores de ellas en el mente, e voi, ed esse siate di-mismo modo cadauno en su spensati di pagare lanze e mezzetiempo perpetuamente; y vos y annate.ellos quedáis dispensados de pa- Dato in Madrid a diciotto gen- gar lanzas y medias anatas Dado naio del milleottocentoquindici. en Madrid a diez y ocho Enero lo il Re.de mil ochocientos quince. lo el Rey.

Visto per certificato conforme, e per la corrispondente tradu- zione dell’originale — Napoli ventisei Ottobre milleottocentoventidue.

Pel Consigliere Ministro di Stato Presidente del Consiglio de’ Ministri, Incaricato del Portafoglio del Ministero degli affari esteri.

II Ministro Segretario di Stato di Guerra e Marina - Principe della Scaletta - Segue il bollo.

Transatte le multe provvisoriamente per ducato uno, e grana ottanta — De Martino — Numero 6440 — Napoli trentuno Maggio millottocentoquarantatre — Visto pel bollo ha pagato ducato uno, e grana novantadue incluse le multe transatte, giusta 1’ ordine del detto di. A. Mastellone — V. Ferrante Numero 3183 — Registrato lí trentuno Maggio 1843 libro 1 ’ volume 65 folio 28 Casella 1 grana venti — Piromallo — Visto il controllo - Montanara.

La presente copia è uniforme al detto estratto depositato nelle mié matrici con atto di oggi Primo giugno milleottocentoquaran- tatrè, e registrato oggi stesso al primo uffizio al numero 374Q libro10 folio 63 Casella I a volume 351 grana ottanta a Piromallo — R¡- la§ciata a Sua Eccellenza Don Mariano Andreu Conte d’ Andreu;11 quale l’ha depositata— Ed in fede — Notar Antonio Mellone del fu Rosario di Napoli.

N. 3123 — Noi Presidente del la Camera Notarile di Napoli cer- tifichiamo che la dietroscritta segnatura è di D. Antonio Mellone, il quale è notaio esercente, residente in Napoli come ai registri 11 di 22 giugno 1843 Narici P.te.

Napoli 23 giugno 1843 Per la legalizzazione d el la firma di Narici Presidente del la Camera Notariale della Provincia.

11 Presidente del Tribunale Civile— p. Francesco Petrone—-Ni­cola Cubitosi Cancell iere,

Riconoscimento del titolo di Conte d’Andreu a Don Mariano Andreu y Font.

M inistero R eal Segreteria d i Stato di G razia e G iustizia— Ripar- timento Secondo— Carleo P rim o— N. 4884 .

Ho rassegnato a Sua Maestá gli avvisi emessi dalla Real Com- missione de’ titoli di Nobiltá nel giorno 2 Ottobre , e nel 27 Di- cembre dello seorso anno. Ed análogamente ai medesimi la Maestá Sua nel Consiglio Ordinario di Stato del primo di questo mese si é degnata permettere. che D. Mariano Andreu y Font assuma secondo le Leggi del Regno il titolo di Conte d’Andreu a liti tra- smesso per legittinia success ione de’ suoi maggiori.

Nel parteciparle nel Real Nome questa Sovrana determinazione per lo dovuto adempimento, Le rendo i documenti in tre volu- metti, ch ’ Ella mi trasmise nel suo rapporto segnato ai 4 gennajo anno corrente. Napoli 8 Giu gno 1842. Firmato Nicola Parisio —

,Sig. Procuratore Generale del Re presso la Suprema Corte di Giustizia, incaricato del le funzioni del Ministero Pubblico presso la Real Commissione de’ titoti di Nobiltá. Napoli.

11 presente Real Rescritto é pienamente conforme al suo ori­gínale, che si conserva in questo Archivio della Real C ommissione de’ titoli di Nobiltá sotto il Numero d’ordine 262. Ed in fede. Na­poli 25 Giu gno 1842. L ’ Uffiziale di prima Classe incaricato della custodia dell’ Archivio della Real Commissione de’ titoli di N obi l ­tá. Avv. Michelangelo Parrilli. — Peí Consigliere Segretario Gen. le della stessa R.e Commissione assente. 11 Consigliere Supplente P.pe di Montemiletto. II Presidente di detta Real Commissione P.pe di Camporeale — Visto Cav. Letizia proc. gen.

** *

Riconoscimento del titolo di Conte d’Andreu alia Contessa D.a M aña Andreu in Caracciolo-

Procura Generale del R e presso la Corte Suprema di G iustizia e presso la R eal Commissione dei titoli d i N obiltá.

N apoli 22 luglio 1857.

Signora

Sua Maestá il Re, N. S., uniformemente all’ avviso rassegnato dalla Real Commissione dei titoli di nobiltá nel 15 giugno ultimo, si é degnata con sovrana risoluzione presa nel Consig lio ordinario di stato de’ 18 del corrente riconoscerla nel titolo di Conte d’An­dreu, in Lei ricaduto per legittima success ione del defunto suo ge- nitore D. Mariano; ed in pari témpo permettere che del titolo stesso possa farne uso il di Lei consorte D. Ambrogio Caraccio lo du-

' «rante la costanza del matrimonio, o lo stato di vedovanza di Lei ai termini del Real Rescritto di massima de’ 4 marzo J828 .

E io con piacere mi affretto darlene partecipazione per sua intelligenza e regolamento.

II Proc. Gen. del Re alia S. C. di G. inc. delle ff. di P. M. presso la R. C om. de’ titoli di Nobiltå: Stanislao Falconi.

Signora D. M aria Andrea in Caracciolo Contessa d'Andrea.*

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Riconoscimento del titolo di Conte d’Asftdreu m aritali nomine al Conte D. Ambrogio Caracciolo di Torchiarolo.

P rocara Generale del Re presso la Corta Suprem i di G iustizia e presso la R eal Commissione dei titoli d i Nobiltå.

N apoli 2 2 luglio 1857

Signore

C o n sovrano Rescritto de’ 20 del Corrente il Ministro Segre- tario di Stato Presidente del Consig lio dei Ministri mi partecipa che S. M. II Re N. S. con sovrana risoluzione presa nel Consiglio Ordinario di Stato dei 18 dell’andante si é degnata, uniformemente all’avviso emesso dalla Real Commissione de’ titoli di Nobiltå, ri- conoscere la di lei Consorte D. Maria Andreu nel titolo di Conte d’Andreu che nella medesima é ricaduto per legittima success ione del defunto genitor di essa D. Mariano; ed in pari tempo permettere c h ’ella possa far uso del titolo suddetto durante le costanza del matrimonio o lo stato di vedovanza della cennata D. Maria ai ter­mini del Real Rescritto di Massima del 4 marzo 1828. Ed io con piacere mi affretto darlene comunicazione per sua intelligenza e regolamento.

Il Proc. Gen. del Re alla S. C. di G. inc. delle ff. di P. M. presso la Real Com. dei titoli di Nobiltå: Stanislao Falconi.

Sig. D. A mb ro g io Caracciolo Conte d'Andrea.

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Riconoscimento del titolo di Conte (per successione di casa An­drea) al Co o te Francesco Caracciolo di Torchiarolo ed a tutti i suoi discendenti maschi.

I l M inistro Segretario d i Stato p er g li a ffa r i deg li interni — P re­sidente del Consiglio dei Ministri.

Veduta la domanda di Francesco Caraccio lo diretta ad otte- nere il r iconoscimento dei suoi titoli nobiliari e dello stemma gen- tilizio, e l’iscrizione della sua famiglia nel libro d’oro della Nobiltå Italiana ;

Veduti gli atli prodotti a corredo di questa domanda;

Udito il Commissar io del Re presso la Consulta Araldica nelle sue conclusioni;

Udita la Giunta permanente Araldica;Veduto l’articolo 32 del Regolamento sulla Consulta Araldica,

approvato con R. Decrelo 5 Luglio 1896, n. 3 1 4 :

D IC H 1 A R A :

1.® Spettare a Francesco di Ambrogio di Settimio Caracciolo ,nato a Napoli il 2 Ottobre 1854, i titoli di Conte, trasmessibile aidiscendenti legittimi e naturali, maschi da maschi, ed in caso di mancanza del la discendenza mascolina, alia femmina primogénita e discendente, con eguale trasmissibilita, e previo il regio assenso peí passaggio del titolo in altro casato. Nobile patrizio di Napoli trasmessibile ai discendenti legittimi e naturali, maschi da maschi. Nobile dei principi di Torchiarolo trasmessibile ai discendenti le­gittimi e naturali d’ambo i sessi, per continuata linea retta mascolina.

2.° Dovere il medesimo essere iscritto di conformitá nel Libro d’oro del la Nobiltá italiana, unitamente alia sua consorte, Elisabetta Bassano di Tufillo con i loro figii :

Mario nato a Trocchia il 7 Aprile 1886;Ambrogio nato a Trocchia il 7 M aggio 1888;Maria Fausta, nata a Trocchia 1’ 8 Marzo 1890;Fausta Maria, nata a Trocchia il 14 Agosto 1893;Elena, nata a Trocchia il 2 Febbraio 1896.3.° Avere la del la famiglia il diritto di fare uso dello stemma

gentilizio miniato nel foglio qui annesso, che é bandato d’oro e di rosso col capo d’azzurro.

Lo scu do 'sará , p d maschi, sorinontato da elmo e corona da Conte e ornato di cercine e di svolazzi d’oro, di rosso ed azzurro; e, per le femmine, omessi tutti gli altri ornamenti, sará sormontato dalla sola corona da nobile, e posto tra due rami di palma al na- turale, divergenti e decussati sotto la punta dello scudo stesso.

Roma, addi 8 Ottobre 1897 -— II Ministro Rudini — Trascritto nei registri della Consulta Araldica oggi otto ottobre 1897 — II Cancell iere della Consulta Araldica Guido Falconieri di Carpegna.

Bollo del Ministero dell’Interno — Bollo della Consulta Arald.

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R.R. L L. Patenti di S. M. il Re d’ Italia con le quali il titolo di Conte (per successione di Casa Andreu) vien riconosciuto anche alie femmine discendenti da Francesco di Ambrogio di Setti­mio Caracciolo.

Vittorio Emanuele I I I p er g razia d i D io e p er volontá della N azioneR e d ’ Italia.

Ci vennero preséntate le istanze della Contessa Isabella B a s ­sano vedova Caraccio lo di Torchiarolo, dirette ad ottenere la N o s t ra

Sovrana autorizzazione perché il titolo comitale giå riconosciuto ai maschi della famiglia Caraccio lo di Torchiarolo, sia esteso anche alle femmine. Ed avetido riconosciuto, in seguito allé conclusioni del Nostro Commissario presso la Consulta Araldica ed al parere della Consulta stessa, che tali istanze sono pienamente fondate, con- cediamo il Nostro Reale Assenso alla suddetta famiglia Caraccio lo di Torchiarolo per Tuso e la trasmissibilitå di detto titolo. Percio, in virtii della Nostra Autoritå Reale e Costituzionale, dichiariamo spettare ai discendenti di Francesco di Ambrogio di Settimio C a ­racciolo, nato a Napoli il due ottobre 1854 e cosi ai figli Mario, Ambrogio, Maria, Fausta ed Elena, il titolo di Conte, trasmissibile ai discendenti legittimi e naturali di ambo i sessi, per continuata linea retta mascolina. Dichiariamo inoltre dovere i medesimi e la famiglia essere iscritti nel libro d’oro della Nobiltå Italiana, e avere il dritto di far uso dello stemma gentilizio giå descritto nél pre­cedente decreto ministeriale in data otto ottobre 1897.

Ordiniamo perianto alia Nostra Consulta Araldica, di registrare queste Nostre Lettere Patenti le quali saranno sigi 1 late col Nostro sigillo Reale, firmate da Noi e dal Nostro Ministro Segretario di Stato per gli affari delPInterno ,e di farle eseguire nel miglior modo possibile.

Date a Racconigi addi 25 del mese di Luglio dell’anno 1902, terzo del Nostro Regno. — Vittorio Emanuele — Giolitti — Visto e trascritto nei registri della Consulta Araldica oggi 25 Luglio 1902 .— Il Cancelliere della Consulta Araldica— Guido Falconieri di Carpegna.

Bollo reale — Bollo della Consulta Araldica.

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Concession© del titolo di Conte palatino a favore di Francesco Antonio Avellone (avo materno del Conte D. N icasio Andreu) e di tutti i suoi discendenti d’ ambo i sessi.

Livio I O desca lco per la grazia di Dio Duca del Sirmio, di Bracciano, e di Ceri , Principe del S. R. I. Sig.re della Fortezza di Palo, Grande di Spagna, Unico Nipote della Gloriosa Memoria, dTnnocenzo XI So m m o Pontefice; e Candidato della Serenissima República di Polonia per l’elezione di Re.

Benché sia chiarissimo, che la Virtü per sé stessa si contend dello splendore della Gloria, che copiosamente diffonde coi proprj lumi, senza bisogno dell’altrui luce per renderla piu risplendente, ed amabile; la República nondimeno dell’ antichi Romani primo vanto della Fama affine di avvezzare i generosi suoi cittadini, com e aquile alia vista di si bel sole eresse vicino al Tempio con- sagrato alia virtü, un altro dedicato all ’ onore, ed il suo Senato Consulto stabili ai sudditi la legge indispensabile , che niuno po- tesse essere am m esso nel tempio dell’onore, se prima non avesse degnamente amministrato in quello della virtü: D opo li divini no-

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torj attestati concedevansel j respettivamente, secondo li loro meriti le Clamidi, o Pretestate, o senatorie ornandoli la fronte a proporz.e de’ sudori sparsi nella via Sacra della virtü con corone , o di cí­vica quercia o di lauri trionfali.

In q.a forma presct itta ebbero tante nobili famiglie in Roma quanti furono i suoi cittadini, cosicche. divenuta tutta un seminario della virtü, ebbe poi per tempio competente dell’ onore 1’ universo tutto, poicché succedendo al chiaro sangue de’ loro progenitori i figli, questi imbevuti del sangue avito, emulando i domestici esem- PÜ aggiunsero freggi, a freggi alia loro Nobiltá. E siccome l’onore fu sempre ne’ cuori non plebei causa impulsiva di serviré indefes- samente alia bella virtü cosí stimolata dagli applausi questa Eroina tutta foco celeste giunge poi fe licemente 'a l suo centro riposandosi tutta Maestá sul trono splendidissimo della gloria.

Per maggiormente poi eccitare l’indole nobile e generosa in- camminata su le tned.e faticose norme, affinché venga sempre piü illustrata dall’onore, l’Augustissima clemenza di Leopoldo Invittis- simo Imperatore de’ Romani, Re e Monarca dell’Ungaria ha creato noi e li nostri leg.mi eredi successori e ci ha investiti et impos- sessati del titolo di supremo duca del Sirmio con assoluta e pie- nissima autoritá e potestá mediante la Bolla d’oro clementissima- mente speditaci, quale comincia: Sicuti Rerum humanariimque ordo e finisce otnni sne venie sublata penden das noverit, e con essa fra gli altri Reali ed Imperiali Privilegi benignam.te concessici di po- tere ancora a nome e veci della med.ma S. R. Cesaría Maestá dell’ Inip.re e successivamenfe ratificata dall’ Augustissimo Imp.re Gius.e 1 Regg.te Succ .re della gloriosa Memoria del prenomato Leopoldo aumentare con piü riguardevoli premij di tal carattere !e primarie famigle benemerite nella virtü e nel sangue ed introdurle nel tempio dell’onore.

Noi con nostra suprema autoritá ed assoluta potestá di cui vogliamo di pnte usare , come effettivamente per le pnti usiamo : Considerata la vostra nobile, ed antica Prosapia Avellone, conte- stataci da persone ben riguardevoli e di sperimentata fede, veduti e maturatamente approvati gli attestati esibiti del vostro límpido sangue diffuso in degne párentele de’ SS. del Giudice della Piazza di Nido e della casa Mascambruno di Benevento da cui nasce D. Vincenza vostra Consorte, con la quale felicitatasi la vostra di- scendenza vi pregiate di numerare quattro dei vostri figli impiegati in servizio della Reale e Catt. Maestá di Cario III Re e Monarca delle Spagne in cariche decenti al loro valore, cioe il Cap.no D.n Giac .o And.a nella Guardia del Corpo, della predetta e sempre mai venerata Maestá: II Cap. D.n Daniele, che oltre di aver servito nella Guardia alia Maestá med.a nell ’assedio di Barcellona, e Cam- pagna di Castiglia, regge oggi il posto di Capitano di Cavalli in piedi in Napoli dichiarato dalla M. S. con R.l diploma firmato il di 12 agosto 1707 ; D.n Giuseppe v.ro terzogenito in premio de’ servigi prestati dapprima alia Reg.te Maestá Catt .a in Barcellona, gode con l’Alfierato nella Compagnia de’ Cavalli, emulando la fra­terna attenz.ne in accumulare lustro alia vostra progenie, dalla qualq

traendo Porigine anco D.n Placido Avellone B.ne di Basc iano in Apruzzo, ed il Cap.no D.n Salo.ne Avellone, che serví alia gloriosa memoria della Maestå di Carlo II nella guerra di Messina, influi- scono pregi alia vostra famiglia che illustrata sempre piu dalle vo- stre proprie operazioni con impieghi riguardevoli nel Militare in serv.o dell’ Augustiss.ma Casa, e con la Carica di Cap.no che al pnte sostenete con fasto e vostro decoro , avendo calcate in tutte le vostre az.ni le vie scabrose della virtu, e giå per li vostri Me- riti essendovi introdotto nel tempio dell’onore dove risplendete con fasto, premiato di beni di fortuna per sostenere il lustro della vostra nobile condizione, vogliamo noi pure contribuiré al med.mo af fin­ché maggiormente nella Nobiltå della vostra Casa siate riputato e distinto.

Noi dunque a norne e veci della Sacra R.l Cesarea Maestå di Gius.e I Imp.re de’ Romani; Re e Monarca dell’Ungheria di nostro proprio moto, di certa scienza, e con animo onninam.te deliberato e costante, col Sacro Consigiio de’ nostri, e con la pienezza ed ampiezza della nostra Suprema potestå conipartitaci per il favore della divina Ciemenza, e per la Reale Imperiale e Cesarea benefi- cenza e benignitå dell’Augustissimo Imp.re Leopoldo I di gloriosa memoria nel crearci Supremo Duca di Sirmio:

In norne di Dio Onnipotente per il quale li Principi regnano, e li Poténtati amministrano la giustizia, ed in norne del sempre Clementissimo Imperatore de’ Romani Gius.e I, dal di.cui Aug.mo Trono deriva in Noi questo speciale pr iv .o 'e facoltå benignamente di giå concessac i di potere ancora a norne e veci della Sacra R.l Cesarea Maestå Sua, ' e successivamente de’ suoi Aug.mi Imp.ri figli ed eredi pro temp.e Regnanti comunicarla e parteciparla; Noi Creamo, facciamo, istiUiiamo, dichiariamo, erigiamo, costituiamo, diciamo e pubblichiamo la Vostra Illustre Persona D.n Francesco Ant.o Avellone in Conte Palatino del Sacro Lateranense Palazzo e della Corte Cesarea e del Concistoro Imp.le e non solo creamo e facc iamo la vostra Illustre Persona Conte Palatino come sopra, ma inoltre vogliamo che i vostri leg.mi figli ed eredi godono su cces­sivamente maschi e femine le prerogative, privilegj e qualitå di Conti e Contesse Palatine secondo le concessioni espresse nella Nostra Bolla Aurea, ed adesso per allora istiluiamo, vogliamo, e per tal i li dichiariamo.

Voletido ancora dippiíi, che tale dignitå di Conte Palatino come s.a sia di piena ed ampia facoltå nella vostra nobile famiglia con la med.ma Sup.ma potestå a norne della Clementissima, Benéfica, Cesarea Maestå concediamo, e vogliamo che la Vostra persona ed Eredi pro ut s.a abbiate ed abbino la facoltå e potestå di creare Notari e legittimare bastardi con tutte le altre med.me autoritå, preminenze, e prerogative delle quali l’altri tali Conti hanno sem­pre costumato di usare. E possiate, dobbiate, possatio e debbano, prevalersi dell’altre grazie, privilegi, esenzioni ed oneri, de’ quali tali Conti Palatini fatti e creati dalla stessa sua Sagra Regal C e ­sarea Maestå, godono e ne sono in possesso, e costumano godere per consuetudine e per legge come viene dichiarato nel Códice

della Bolla d’oro a noí med.mi per tal effetto, clementissimamente dal Nostro Imperadore é stato impartito, e concesso.

E che voi Sig. Conte D.n Francesco Antonio Aveilone e gli accennati vostri Eredi in virtü e tenore del pn.te Nostro Diploma in perpetuo e per l’avvenire godiate e godino, abbiate ed abbino da godere, tutte e singóle grazie privilegi esenzioni dignitá immu- nitá, Liberta, giurisdizioni, indulti, insegne ed ogni altro onore, e diritto di ragione e consuetudine che posseggono usano hanno ed avrannO de Iure ac de fa c to a qualsivoglia titolo, e possino mai competeré a tutti gli altri tali Conti del S.o Lateranense Palazzo dell’Aula Cesárea e dell’ Imp.le Concistoro , quali sono immediata­mente fatti e creati dalla S. R. Ces .a M a e s t á , o in avvenire da farsi, e crearsi dalla Sovrana Imp.le dignitá in perpetuo, non ostante qualsisia, e qualsivoglia dritto di ragione fatto o consuetudine in contrario, alie quali ferinamente vogliamo ad effetto di conseguiré le p.ne, che per questa volta solamente venga e sia specialmente derogato, vengano e siano derogati tutti quei Particolari dei quali mai bisognasse o vero fosse stato necess.o di farne speciale menz.ne e che nei presente Nostro privilegio e concessione si abbino e si tengano per extensum espressi in quella med.ma forma, forza e vig.re come che realm.te fossero inseriti e distesi di parola in pa­rola, e dovessero, e de lure, o di consuetudine, o di fatto essere espressati, o fossero da esprimersi. In test.o giuridico, e fede in- dubitata di questo Priv.o a nome di Sua Real Cesárea Maestá, e n.ra Concessione abbiamo sottoscritto le presentí di N.ra propria mano, e comandato che fossero communite col nostro M ag.co Sigillo.

Date dalla Nostra Ducale residenza di Bracc iano nel giorno 16 del mese di marzo 1709, del nostro ducato di Sirmio anno XI. — Livio Odescalco P. S. R. Reg.to n. X 131 Giulio Abate Proli seg.

D.n Phelippe Ferrer Uxier Mayor del Real Palacio nel Reyno de Nap.s.

Certif ico y hago fee com o reconoscido los Libros de mi Of- ficio, hallo que en ocho de Abril de Mili ’ sietecientos y nuebe anos T hom ó possesien de Conde del S. R. I. D.n Francisco An­tonio Aveilone, en execuzion de’ Real Exequátur y paraque conste dello donde combenga, doy la presente firmada de mi mano. Hecha en Nap.s y Palacio, á ocho de’ Abril de 1709, mili’ sietecientos y nuebe anos — Phelippe Ferrer Uxyer Mayor Lugar del sello.

— 65 —

¥

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i n d i c e :

Oli Andreu di M aiorca ed ¡1 loro ram o di Napoli . . . . pag.

A lbero G enealógico della famiglia A n d r e u ......................................................................>

A p p e n d i c e .....................................................................................................................................................................................»

Privilegio delF Imperatore Carlo V col quale nomina A vvocato fiscale del regno di M aiorca il regio Consigliere D. Giovanni Andreu, piü tardi capitán generale e viceré del medesimo regno , . »

Certificato dei servizí e privilegi della famiglia Andreu . . . »

Sentenza del G overnatore del R eg n o di M aiorca a favore del ConteDon Matteo A ndreu .................................................................................................... »

Concessione del titolo di Conte fatta dal R e di Spagna Filippo II aBernardino Andreu ed a tutta la sua discendenza d ’am bo i sessi . »

Privilegio di aggregazione al inaggiorato di casa Andreu del titolodi Conte concesso a Bernardino A n d r e u ............................................ »

Privilegio dell’ Imperatore Carlo V I col quale concede al conte Don Giovanni Andreu la dignitá di G rande di Spagna di I a classe sul medesimo titolo di Conte d ’A ndreu.......................................................»

R icon ferm a del re C arlo III al conte Don Giovanni Andreu della di­gnitá di G rande di Spagna di U classe sul medesimo titolo di Conte d ’Andreu, unitamente alia carica ereditaria di gentiluomo di cam era di esercizio, trasmissibile a tutta la discendenza ma- scolina anche proveniente dell’ ultima femmina nel caso di estin- zione della linea m a s c h i l e ..............................................................................»

Certificato concernente il conte Don M ariano Andreu y B u rg ad a per godere dei privilegi e grazie accordati ai cavalieri del regno di M a i o r c a ....................................................................................................... .......... »

Privilegio di re Ferdin an d o VII col quale si concede al Conte M a ­riano Andreu e sua posteritá maschile il titolo di Conte - D uca di Biniatgar oltre la riconferma del grandado di Spagna e della c a ­rica di gentiluomo di ca m e ra di e s e r c i z i o ...........................................................»

Riconoscim ento del titolo di Conte d ’Andreu a Don M ariano Andreuy F o n t ......................................................................................................................................... »

Riconoscim ento del titolo di Conte d’Andreu alia Contessa D. M a­ria Andreu in C a r a c c i o l o ...................................................................................... »

Riconoscim ento del titolo di Conte d ’Andreu maritali nomine al ConteD. A m brogio C aracciolo di T o r c h i a r o l o ...........................................................»

R iconoscim ento del titolo di Conte (p er successione di casa A ndreu) al Conte F ran cesco C araccio lo di T orchiarolo ed a tutti i suoi diseendenti m a s c h i ................................................................................................................... »

R .R .L .L . Patenti di S. M. il R e d ’ Italia con le quali il titolo di Conté (p er successione di casa A n d reu ) vien riconosciuto anche alle fem ­inine diseendenti da F ran cesco di A m brogio di Settimio C a ra c ­ciolo ..................................................................................................................................................... »

Concessione del titolo di Conte palatino a favore di F ran cesco A n ­tonio Avellone (avo materno del Conte D . N icasio A n d reu ) e di tutti i suoi diseendenti d ’ am bo i s e s s i ...................................................................... »

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De/lo stesso autore:

SulV origine del villaggio di Trocchia— a proposito di un marino esistente nella sua Ghiesa Parrocchiaie . — Cenni storici. — Napoli, Librería Detken e R o- choll, 1903.

Dov’ é la vita? — (Critica di storia delle religionij un vol. di pag. 116 — Napoli, Librería Detken e R ocho!! , 1912.

II Coate Francesco Caraccioíó di Torchiarolo. — Un vol. di pag. 111. — Napoli, Stab. tip. Sangiovanni, 1916.

Un Principe ed una quadreria Napoletana ai principi del sec. X IX . — Napoli, Stab. tip. F ran cesco Giannini e figli, 1917.

U n ratto di C esare B orgia. — Un vol. di pag. 7 8 . — Napoli, Librería D etken e R ocholl, 1921.

Genealogía della fam iglia Pinto. — Tav. 10 in quarto grande su cartelle mezza tela, con 10 tavoie di appendice.— Napoli, Tip. Sangiovanni e figli, 1925.

Sal iiiolo di P rincipe del S. R . I. nella fam iglia Pignatelli. — Napoli, tip. San­giovanni, 1930.

Suli’ origine di Pollena Trocchia.— Sulle disperse acque del Vesuvio e sulla pos- sibilitá di uno sfruttamento del Monte Som m a a scopo turístico. — Un vol. di pag. 120 in 8 o — Napoli, Tip. Sangiovanni, 1932.

L e origini deüa fam iglia M ussolini.— In Rivista Araldica, 1928 pag. .145.L a casa Caracciolo di Torchiarolo. — Rivista A raldica , 1928, pag. 869-896-L ’ tilico di Don¿zzetti—\n « L a L ettu ra », atino X X I X n. 12 pag. 951.Fam iglia Baviera di Sinigaglia.— Rivista Araldica 1928, pag. 829, 381, 428.Su! driito del P rincipe di Avellino ai titoli di principe di Castelvetrano, duca di

Terranova, M árchese del Vaglio, d ’Avola, di Favara , etc.— Rivista A raldica1929, pag. 250 e 473.

P e r V organizzazione della nobiltá. — Patriziato e fascism o. — Rivista Araldica,1930, pag. 11.

L e prim e nozze di Zoé Paleólogo, Im peratrice di R ussia .— Rivista A raldica, 1930 pag. 11.

A proposito di una parentela C a ra ccio lo-Pa le o logo.— E ¡vista Arald. 1930, pag. 120.P e r V organizzazione della nobiltá. Un problem a da risolvere.— Rivista A raldica

1981, pag. 580.U na questione genealógica.— Rivista A rald ica 1931, pag. 307.¡I romanzo di amore di un Borbone di Napoli.— Rivista A raldica 1932, pag. 433.L a fum iglia Sanseveríno di Catanzaro.— Rivista A rald ica 1933, pag. 70, 161, 200.Artisti patrioti e scienziati della fam iglia Pacchioni.—Riv. A rald. 1933, fascicolo

di giugno.La quadreria dei P rincipi di Avellino in Irpinia, anno IV. fase. Y sett.-ott. 1932Una viitima della Giunta di Stato nella prim a meta del secolo X V III .— Un vol.

in 8o di pag. 300 con docuinenti inediti.— E stratto da « Irpinia », anno 1932, 1933, 1934.

F ig u re del Patriziato Napoletano. — Rivista di A raldica e G enealogía, novem- bre - dicembre 1933.

L a disavventura matrimonióle di Cario di Borbone Principe di C ap ua .— (Pros- sim am ente in Samnium). Con docuinenti inediti.

In preparazione :II grandato di Spagna nella fam iglia A fá n de Rivera.II maggiorato fondato da Ferdinanáo Cortes nel M essico e le sue disposizioni

testamentarle. C on documenti inediti.S a l titolo di principe di Pietracupa nella fam iglia Francone.II maggiorato fondato da D on G a rd a de A rana nel regno di G ranata.U n’ am basceria napoletana a Tunisi nel 1833 . Con docum enti inediti.