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Laboratorio formativo Docenti neo immessi in ruolo «INCLUSIONE , BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI , PROBLEMATICHE RELAZIONALI E GESTIONE DELLA CLASSE» prof.ssa Federica Bellinato a.s.2018-2019 ARGOMENTI CHE TRATTEREMO INSIEME 1° incontro DIFFERENZA TRA INTEGRAZIONE e INCLUSIONE e TRA INDIVIDUALIZZAZIONE E PERSONALIZZAZIONE QUALE IDEA DI SCUOLA VI E' DIETRO LA NOSTRA AZIONE DIDATTICA LA PROGETTAZIONE E GLI INTERVENTI A FAVORE DI OGNI ALUNNO….. 2° incontro LA CLASSE COME RISORSA E I COMPAGNI COME ELEMENTO DI CONTINUITA' E NON SOLO…IN UN CONTESTO EDUCATIVO DI BEN-ESSERE E I DOCENTI FANNO GRUPPO ASSIEME NELLA CONDIVISIONE DI PROGETTUALITA' INCLUSIVE ? COME STABILIRE UN RAPPOSTO DI QUALITA' COMPITO DI REALTA'

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Laboratorio formativo Docenti neo immessi in ruolo«INCLUSIONE , BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI , PROBLEMATICHE

RELAZIONALI E GESTIONE DELLA CLASSE»prof.ssa Federica Bellinato a.s.2018-2019

ARGOMENTI CHE TRATTEREMO INSIEME

1° incontro

• DIFFERENZA TRA INTEGRAZIONE e INCLUSIONE e TRA INDIVIDUALIZZAZIONE E PERSONALIZZAZIONE

• QUALE IDEA DI SCUOLA VI E' DIETRO LA NOSTRA AZIONE DIDATTICA

• LA PROGETTAZIONE E GLI INTERVENTI A FAVORE DI OGNI ALUNNO…..

2° incontro

• LA CLASSE COME RISORSA E I COMPAGNI COME ELEMENTO DI CONTINUITA' E NON SOLO…IN UN CONTESTO EDUCATIVO DI BEN-ESSERE

• E I DOCENTI FANNO GRUPPO ASSIEME NELLA CONDIVISIONE DI PROGETTUALITA' INCLUSIVE ?

• COME STABILIRE UN RAPPOSTO DI QUALITA'

• COMPITO DI REALTA'

Pensiamo ad una nostra classe… e agli acronimi che utilizziamo: bes (macrocategoria) che comprende-dsa-svantaggio-104-plus dotati -gifted children -pdp-pei -pi

L’alunno «diverso» interroga ogni giorno e ogni giorno chiede qualità

ma ogni alunno è «diverso» ……e quindi se ogni alunno è diverso è normale che ci sia

diversità…..e la diversità diventa normalità….

SE CI SOFFERMIAMO UN ATTIMO…..

possiamo osservare come le classi, oggi più di ieri, rispecchiano la complessità sociale

La nostra è l’epoca della globalizzazione, del non confine…..con tutte le difficoltà, le contraddizioni e le incertezze che la contraddistingue… La modernità liquida di Zygmunt Bauman

LA SPECIALE NORMALITA’ RICHIEDEEQUITA’ NELLA LETTURA DEI BISOGNI

“Non c’è nulla che sia più ingiusto quanto far parti uguali fra disuguali” (da Lettera a una professoressa Don Lorenzo Milani)

LA FONTE SUPER PRIMARIA DICE TUTTO…

• La Costituzione all’art. 3 “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali” disegna un’eguaglianza formale, accompagnata da una eguaglianza sostanziale, che prevede il diritto ad una dignità della “persona”, che deve essere messa in grado di esplicare pienamente le proprie attitudini personali

Nel secondo comma il Costituente pone l’accento sul fatto che non basta l’enunciazione di principio, ma occorre garantire a tutti le medesime

opportunità (…rimuovere gli ostacoli che impediscono il pieno sviluppo della persona).

• All’art. 34 (la scuola è aperta a tutti…) ha introdotto i principi di uguaglianza di opportunità educative per tutti………………….. ma per lungo tempo questo ha significato, soltanto, percorsi scolastici separati, scuole speciali e classi differenziali

….I DIRITTI NON BASTA FONDARLI E RICONOSCERLI…..

OCCORRE GARANTIRLI…Norberto Bobbio a cui si deve l’espressione “età dei diritti”scrive… Senza diritti dell’uomo riconosciuti ed effettivamente protetti non c’è democrazia.

Si tratta di una sfida particolarmente impegnativa …..che non ammette deroghe….

…..ABBIAMO AVUTO BISOGNO DI RIBADIRE CON FORZA QUEI PRINCIPI………..

• Negli anni ’70, caratterizzati dalla contestazione, si mette sotto accusa la scelta di corsi separati e anche la scuola muove i primi passi verso un’apertura progressiva all’accoglienza.

• Nel 1975 il documento della commissione presieduto dalla senatrice Falcucci enuncia i principi basilari di quella che ora chiamiamo scuola inclusiva: la collegialità, il protagonismo della famiglia, la gestione integrata dei servizi, la formazione degli insegnanti. Si afferma che non basta accogliere l’alunno, occorre integrarlo, farlo diventare protagonista.

Don Lorenzo Milani«Lettera a una Professoressa»

La lettera fu consegnata alle stampe nel maggio 1967. Don Lorenzo Milani moriva un mese dopo.

COSA SUCCESSE NEGLI ANNI SUCCESSIVI ALLA USCITA DEL LIBRO……….

Bilancio dello Stato- la spesa per la Pubblica Istruzione cresce notevolmente.

La partecipazione dei ragazzi alla frequenza della scuola dell’obbligo è facilitata. I Comuni istituiscono il servizio trasporti per gli alunni.

Viene sperimentato un po’ ovunque la scuola a tempo pieno.

I Decreti Delegati aprono la scuola alla partecipazione dei genitori.

Le bocciature tendono a ridursi notevolmente.

Si apre una grande discussione sulle riforme proposte dal libro, soprattutto sul non bocciare nella scuola dell’obbligo.

La legge 517 del 4 agosto 1977

La legge 517 del 4 agosto 1977 rappresenta una pietra miliare nella storia della scuola italiana, vengono abolite le scuole speciali e determinata l’integrazione nelle classi comuni degli alunni disabili.

« I DIFETTI DELLA L.517/77»

Non fu accompagnata da un piano di formazione e aggiornamento

Riguardava solo l’obbligo scolastico, niente scuola materna, superiori e formazione professionale

Il grande merito fu quello di trattare l’integrazione nel quadro di un complessivo processo di miglioramento della scuola

Infatti

Nel 1987 la frequenza scolastica dei disabili nella scuola comune viene estesa anche alla scuola secondaria di secondo grado e prima ancora

nel 1982 alla scuola dell’infanzia

LEGGE QUADRO 104/92 CHE DISCIPLINA TUTTA LA NORMATIVA

• Ma è con la Legge 5 giugno 1992 n. 104 “Legge Quadro per l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate”, che si elevano a rango di norma i principi della collegialità e della interistituzionalità.

• La legge 104/92 rappresenta un punto di sintesi di importanza rilevante nel mondo della scuola e dell’inclusione, momento di consolidamento e di stimolo.

AUTONOMIA SCOLASTICA ELINEE GUIDA

• È con il Regolamento dell’Autonomia scolastica, D.P.R. 275/99 che viene sancito il diritto per tutti al successo formativo, la Legge di Riforma n. 53/03 si spinge ancora oltre, sottolineando il diritto

di tutti gli alunni alla personalizzazione dei percorsi di apprendimento.

• Le Linee Guida per l’integrazione degli alunni con disabilità del 2009 sono il documento, che presenta la decisione italiana dell’inclusione

scolastica come un processo irreversibile, conseguente alla scelta “coraggiosa” che ha aperto le classi “normali” affinché diventassero per tutti effettivamente “comuni”.

L’ ATTENZIONE E’ INTERNAZIONALE

• Uno dei punti più rilevanti , in campo normativo, è senz’altro individuabile nella Convenzione ONU per i diritti delle persone con disabilità, ratificata dal Parlamento italiano con la Legge 18/2009, che impegna tutti gli stati firmatari a provvedere a forme di integrazione scolastica nelle classi comuni, condizione che è, appunto, la specificità italiana. Dunque la scelta italiana rispetto all’inclusione della disabilità nella scuola comune ha aperto la strada a tutte le altre forme di inclusione.

L’ATTENZIONE AI DSA L.170/2010• Nel luglio 2011, allegate al D.M. n. 5669, applicativo della Legge

170/2010, vengono pubblicate le Linee guida per il diritto allo studio

degli alunni e studenti con Disturbo Specifico di Apprendimento (DSA). Il documento è ricchissimo di indicazioni metodologiche e didattiche, al fine di assicurare un efficace intervento nei confronti degli alunni con dislessia, disgrafia, disortografia, discalculia, nelle varie fasi evolutive.

Il Ministero dell'Istruzione ha pubblicato in gennaio 2013 la Direttiva del 27/12/2012 relativa ai Bisogni educativi Speciali

(BES).• La Direttiva 27 dicembre 2012: “Strumenti di intervento per alunni con Bisogni

Educativi Speciali (BES) e organizzazioni territoriali per l’inclusione scolastica”, sottolinea il fatto che in ogni classe sono presenti alunni che richiedono una speciale attenzione per una serie di ragioni che

non si esauriscono nella presenza esplicita di deficit che diano luogo ad una certificazione ai sensi della L. 104/92. Con questa Direttiva il Ministero fornisce indicazioni organizzative sull'inclusione anche degli alunni che non siano certificabili nè con disabilità, nè con DSA, ma che hanno difficoltà di apprendimento dovute a svantaggio personale, familiare e socio-ambientale. Con il termine BES si intendono:

• alunni con disabilità

• alunni con DSA

• alunni con svantaggio socio-economico, linguistico, culturale.

E ANCORA….

• CM attuativa 6 marzo 2013, n. 8;

• Nota 27 giugno 2013, n.1551;

• Nota 22 novembre 2013, n. 2563;

• “Strumenti di intervento per alunni con BES, a.s. 2013/2014 chiarimenti”

E INFINE

ULTIMO PROVVEDIMENTO NORMATIVO

D.lgs 66/2017 con ulteriori otto regolamenti attuativi

LE NOVITA’ DEL D.LGS 62/2017I DECRETI APPROVATI RIGUARDANO

1. il sistema di formazione iniziale e di accesso all’insegnamento nella scuola secondaria;

2. la promozione dell’inclusione scolastica degli alunni con disabilità;

3. la revisione dei percorsi dell’istruzione professionale;

4. l’istituzione del sistema integrato di istruzione dalla nascita fino a sei anni;

5. il diritto allo studio;

6. la promozione e la diffusione della cultura umanistica;

7. il riordino della normativa in materia di scuole italiane all’estero;

8. l’adeguamento della normativa in materia di valutazione e certificazione delle competenze.

2 ) La promozione dell’inclusione scolastica degli alunni con disabilità

cosa prevede

• Formazione iniziale dei docenti per il sostegno didattico nella scuola dell’infanzia e nella scuola primaria

• Per i compiti di assistenza previsti dal profilo professionale, nell’assegnazione delle risorse, si dovrà tener conto del genere degli alunni

• Presso ogni Ufficio scolastico regionale (USR) è istituito il Gruppo di lavoro interistituzionale regionale (GLIR)

• Per ogni ambito territoriale è istituito il Gruppo per l’inclusione territoriale (GIT)

• Presso ciascuna istituzione scolastica è istituito il Gruppo di lavoro per l’inclusione (GLI),

• Si rinforza la collaborazione con la Famiglia

………ma la prima condizione è

credere nell’inclusione perché la prima vera inclusione avviene nei nostri spazi mentali

L’educazione inclusiva è intesa come il processo volto a garantire il diritto all’educazione per tutti a prescindere dalle diversità di ciascuno che possono derivare da condizioni di disabilità e/o svantaggio psico-fisico, socio-economico e

culturale. Essa supera i confini della scuola e si proietta in ogni contesto, extrascolastico, informale, non formale,

racchiudendo in sé tutti gli ambienti educativi.

L’ATTENZIONE E’ CONTINUA……dal sito istruzioneveneto.it (6 Febbraio 2019 )

• Concorso Nazionale “Superiamo le barriere culturali –Convenzione ONU per i diritti delle persone con disabilità”

• Su indicazione dell’Ufficio II-DRVE:Il concorso è rivolto agli studenti e allestudentesse delle scuole di ogni ordine e grado che potranno parteciparepresentando elaborati inediti che esprimano il concetto di integrazione,accessibilità e pari opportunità delle persone con disabilità per evidenziarele criticità connesse alle barriere non fisiche ma culturali.Per partecipare al concorso è necessario inviare l’elaborato, insieme allascheda di iscrizione (All. 1), entro e non oltre il 15 aprile 2019.

• Nota MIUR prot. AOODGSIP n. 469 del 05-02-2019

• Bando di concorso + Scheda di adesione

Art. 2 - Oggetto

……..Gli studenti e le studentesse sono quindi invitati a

documentarsi e ad approfondire la tematica della

disabilità ed in particolare la Convenzione sopra citata.

Dovranno, inoltre, svolgere un lavoro di ricerca volto ad

individuare le opportunità di integrazione,

evidenziando le criticità connesse

alle barriere non fisiche ma

culturali che, ad oggi, sono spesso ancora presenti,

fornendo – secondo il loro esclusivo giudizio – la loro

idea di come il Paese debba realizzare la piena ed

effettiva partecipazione nella società sulla base di una

concreta e pari dignità di cittadinanza delle

persone.

e l’attenzione continua…..ecco una traccia di SIMULAZIONE 1° PROVA ESAME DI STATO del 19 -02 2019 …..dice così……»La ricchezza del

singolo è l’altro da sé»PRIMA PROVA SCRITTA – ESEMPIO TIPOLOGIA C

RIFLESSIONE CRITICA DI CARATTERE ESPOSITIVO-ARGOMENTATIVO SU

TEMATICHE DI ATTUALITA’

La fragilità è all'origine della comprensione dei bisogni e della sensibilità per capire in quale modo aiutare

ed essere aiutati.

Un umanesimo spinto a conoscere la propria fragilità e a viverla, non a nasconderla come se si trattasse di

una debolezza, di uno scarto vergognoso per la voglia di potere, che si basa sulla forza reale e semmai sulle

sue protesi. Vergognoso per una logica folle in cui il rispetto equivale a fare paura.

Una civiltà dove la tua fragilità dà forza a quella di un altro e ricade su di te promuovendo salute sociale che

vuol dire serenità. Serenità, non la felicità effimera di un attimo, ma la condizione continua su cui si possono

inserire momenti persino di ebbrezza.

La fragilità come fondamento della saggezza capace di riconoscere che la ricchezza del singolo è l'altro da

sé, e che da soli non si è nemmeno uomini, ma solo dei misantropi che male hanno interpretato la vita propria

e quella dell'insieme sociale.

Vittorino ANDREOLI, L’uomo di vetro. La forza della fragilità, Rizzoli 2008

Inserimento, integrazione, inclusione: prospettiva pedagogica

• Inizialmente si parlava di “inserimento” dei disabili nella scuola comune. Il termine fa riferimento ad un processo additivo, in base al quale si “aggiunge” un soggetto in più ad un gruppo, con il sottointeso intento di fare in modo che questi riesca in qualche modo ad adattarsi al “funzionamento” del resto del gruppo. Questa filosofia ha portato per molto tempo ad identificare in una presunta “socializzazione” l’obiettivo fondamentale, se non addirittura esclusivo, della presenza dei “diversi” in classe, fino a trattare la socializzazione come obiettivo di riserva, atto a giustificare l’inclusione stessa: “L’alunno non ha imparato, ma ha socializzato”…e tanto basta.

L’INTEGRAZIONE E’ UNA SITUAZIONE

• Se parliamo invece di “integrazione” facciamo riferimento ad una relazione biunivoca tra il soggetto integrato ed il gruppo integrante, ovvero sottolineiamo il valore di uno scambio. In questi ultimi anni il tradizionale vocabolo “integrazione” è stato gradualmente sostituito, a livello internazionale, nei documenti e nei discorsi ufficiali ed informali, da quello di “inclusione”. Non si tratta di una semplice variazione, ma di un rimando a scenari educativi molto diversi.

• L’integrazione guarda al singolo

• Interviene sul soggetto e lo « recupera individualmente

L’INCLUSIONE E’ UN PROCESSO

• La nozione di inclusione afferma l’importanza del coinvolgimento di tutti gli alunni nella realizzazione di una scuola realmente accogliente, anche mediante la trasformazione del curricolo e delle strategie organizzative, che devono diventare sensibili all’intera gradazione delle diversità presenti tra gli alunni” (Dovigo, 2007).

• Guarda a tutti gli alunni (indistintamente/differentemente) e a tutte le loro potenzialità ne consegue una didattica personalizzata (anche sulla base di quanto indicato nella Legge 53/2003 e nel Decreto legislativo 59/2004), calibra l’offerta didattica, e le modalità relazionali, sulla specificità ed unicità a livello personale dei bisogni educativi che caratterizzano gli alunni della classe, considerando le differenze individuali

?• Da qui nasce il problema di ricerca:

• trasformare la complessità delle differenze da problema a

risorsa capace di indurre elementi di qualità nella scuola.

Ed emergono due domande di ricerca:

• l’inclusione può essere risorsa, cioè il fulcro di un movimento evolutivo verso la Qualità del fare scuola quotidiano per tutti gli alunni?

• come l’insegnante di sostegno, curricolare e i compagni di classe possono essere vera risorsa per l’inclusione?

PAUSA CAFFE’

CI VEDONO COSì…. O SIAMO VERAMENTE COSì?.....Frammento dal film "La scuola" di Daniele Luchetti (1995) con Silvio Orlando. https://www.youtube.com/watch?v=y65BdzHMZ3o

Dietro il sorriso il film ispira …..riflessioni profonde…

IL CORPO DOCENTE è VARIEGATO….DAL PROF VIVALDI AL PROF MORTILLARO…….

…… "Astariti - dice il prof. Vivaldi al Preside - è pulito, perfetto. Interrogato, si dispone a lato della cattedra senza libri, senza appunti, senza imbrogli.

Ripete la lezione senza pause: tutto quello che mi è uscito di bocca, tutto il fedele rispecchiamento di un anno di lavoro! Alla fine gli metto 8, ma vorrei tagliarmi la gola! Astariti è la dimostrazione evidente che la scuola

italiana funziona con chi non ne ha bisogno!"

…….» per capire quanto valiamo veramente noi dobbiamo confrontarci con i Cardini e non con gli Astariti

…..prof Mortillaro……sono nati per zappare la terra….mandiamolo nei campi………..( forse…nei campi...........)

ED ORA PARTIAMO DA NOI…………….DOMANDA DI RICERCA’Dopo aver visto " Lo scrutinio", tratto dal film La Scuola di Daniele Lucchetti , assume un particolare significato leggere il

discorso del Presidente della Repubblica Mattarella, qui sotto riportato integralmente, pronunciato in occasione della Inaugurazione dell'anno accademico 2018-2019 all'Università di Verona in data 30 novembre 2008 e riflettere insieme sulla

domanda di ricerca posta alla fine della lettura.Con il permesso del Rettore vorrei rivolgere un saluto molto cordiale al Sindaco e, attraverso di lui, alla città e a tutti i presenti.

Sono davvero lieto di essere, per la seconda volta in questa veste, a Verona. La prima volta è stata in occasione di una grande manifestazione vinicola, dimostrazione di uno dei punti di dinamismo economico di questa città; questa volta sono qui per l’importante appuntamento culturale per l’anno accademico dell’Ateneo.

Un saluto al Presidente della provincia, all’Assessore regionale – con gli auguri di buon lavoro -, al Corpo accademico, al personale tecnico e amministrativo e agli studenti, con molta intensità e cordialità.

Il Magnifico Rettore, che ringrazio molto, ha illustrato in maniera ampia le condizioni dello sviluppo e l’attività dell’Ateneo che in poco tempo si è affermato come un punto di riferimento nella costellazione delle nostre Università, ne ha sottolineato gli aspetti di costante adeguamento e riformulazione di offerta e di accompagnamento della formazione, della ricerca e dell’approfondimento.

Egli ha fatto un riferimento importante all’esigenza di fare uscire la cultura dall’Ateneo, portarla ovunque, anche – perché no? – nelle osterie, per diffonderla, perché questo è il ruolo della cultura. E questo Ateneo svolge intensamente tale compito, così come è dimostrato dai dati, dai numeri e dalle condizioni che ha poc’anzi illustrato.

Ma l’esortazione a portare la cultura ovunque, a diffonderla, a renderla patrimonio comune della società è davvero di grande rilievo; vorrei collegarla a quanto ha detto la rappresentante degli studenti, a dimostrazione del continuum che vi è tra corpo docente e studenti in questo ateneo, quando ha parlato dell’Università non soltanto come luogo in cui si approfondisce, si studia, si ricerca ma anche del luogo in cui si forma – come ha detto – il ragionamento critico.La cultura e la ricerca producono spirito critico. È la loro funzione, la loro natura.È il caso di ricordare che una cultura, o meglio, uno studio senza capacità di spirito critico non produrrebbe cultura.La differenza tra cultura e erudizione è ben nota, così come è ben nota la differenza con l’atteggiamento di chi è chiuso nell’apparente certezza delle proprie convinzioni. Mentre parlavano il Rettore e la Presidente del Consiglio degli studenti, mi veniva in mente la figura di Don Ferrante de ‘I Promessi sposi’: era convinto che il mondo si dividesse, in natura, in sostanze e accidenti e, non essendo il contagio collocabile né fra le sostanze, né fra gli accidenti, non esistesse. Quindi non prese precauzioni e morì di peste.Quello della cultura aperta, capace di trasmettere conoscenza e quindi produttrice di spirito critico è un elemento indispensabile per ogni società che voglia essere protagonista e costantemente in crescita e progresso.Vorrei riprendere anche un’ulteriore considerazione della Presidente del Consiglio di studenti quando ha parlato della capacità critica come elemento che sollecita alla conoscenza. Vorrei sottolineare, anche qui, che lo spirito critico è quello, ad esempio, che induce, quando si tratta di valutare un documento (sia esso interno o internazionale) a leggerlo, ad esaminarlo prima di formulare un giudizio, perché non si esprimono opinioni e giudizi sul ‘sentito dire’.

Ma c’è un altro aspetto che la studentessa ha sottolineato e che vorrei riprendere: lo spirito critico induce e suggerisce a un atteggiamento protagonista

nella società di cui si fa parte, nella comunità in cui si vive e si opera. Questo è un elemento indispensabile in qualunque democrazia; lo è nella nostra

Repubblica, lo è perché è conforme al modello indicato dalla nostra Costituzione. Parlo della partecipazione attiva. Non bisogna essere soggetti passivi.

Essere attivamente protagonisti della vita comune è un ingrediente indispensabile per la nostra democrazia.

A questo vorrei aggiungere una considerazione che rende preziosa la citazione, fatta poc’anzi, delle parole di un giudice della Corte suprema Stati Uniti

di un secolo fa: l’uomo politico più importante è quello di privato cittadino. Queste parole non esprimono un’indifferenza, un

distacco, una sottovalutazione, una scarsa considerazione della vita delle istituzioni; al contrario, indicano che tutti ne siamo partecipi e che tutti siamo

coinvolti, necessariamente e consapevolmente, nella vita comune e nella vita istituzionale.

Vorrei ringraziare molto la professoressa Baruffi per la sua relazione così ampia e così lucida. La citazione di Eschilo è affascinante. La professoressa ha

detto – se non ricordo male -: ‘quello migratorio è un fenomeno senza tempo e senza confini’. In realtà è un fenomeno perenne nella storia, più intenso

in alcune stagioni, come in quella nostra, anche perché, a differenza dei tempi di Eschilo, la società digitale ha provocato una rivoluzione nei mezzi di

informazione, di conoscenza reciproca, di comunicazione che fa vivere tutti quanti in uno spazio comune, dovunque si risieda.

Questo fenomeno, che non è – come ha detto la Professoressa Baruffi – quindi di carattere emergenziale, ma è strutturale, costituisce una delle grandi sfide che si presenta all’Unione europea e a tutto il mondo, in realtà. Ed è un’esigenza che richiama alla responsabilità comune. La professoressa ha sottolineato come l’Italia è stata lasciata sovente sola su questo fronte, e quello che l’Italia ha chiesto – e chiede – in questi anni, con governi di diverso orientamento, connotazione e composizione politica, è proprio che l’Unione europea assuma in maniera concreta, nella sua dimensione continentale –insieme, come Unione – il governo di questo problema.È un fenomeno che va, non ignorato, ma governato, per evitare il rischio di essere travolti nelle condizioni del mondo di oggi. Questo richiede una responsabilità collettiva, di tutti, non soltanto di alcuni Paesi.Anche per questo, ogni occasione, ogni sede, ogni strumento, ogni documento che richiami alla responsabilità comune, di tutti gli Stati e dell’intera comunità internazionale e che eviti di immaginare che questa responsabilità faccia carico soltanto su alcuni, pochi, Paesi, è preziosa.

Il Magnifico Rettore ha ricordato alcuni principi indicati nella Magna Charta Universitatum di trent’anni addietro e ha

ricordato anche come tanti Atenei del mondo si riconoscono in quella Carta, che è un vanto del nostro Paese perché

è stata – come è noto – sottoscritta a Bologna, nel nostro più antico Ateneo che ha raccolto lì tutta la nostra

comunità universitaria, preziosa nel nostro Paese per quello che fa. E ha chiamato a raccolta la comunità

universitaria nel mondo, per quanto possibile.

Si sono ampliate la partecipazione e il riconoscimento in questa Carta. E i principi lì indicati sono impegnativi ma

fondamentali per le prospettive della crescita della comunità mondiale.

La libertà è insegnamento, fra tutti, ma soltanto quella. Questo è il motivo per cui, anche in questa occasione,

desidero rinnovare il ringraziamento ai nostri Atenei e l’augurio agli studenti perché il loro futuro – che è nelle loro

mani- consenta al nostro Paese progressi sempre più ampi.Auguri, buon anno accademico.

DOMANDA DI RICERCA:

Facendo riferimento all'articolo 3 della Costituzione evidenzia i casi in cui nella tua scuola l'art. 3 non trova piena applicazione.

GUARDATI INTORNO E RIFLETTI. EVIDENZIA LE POSSIBILI AZIONI DI

MIGLIORAMENTO PARTENDO DA TE STESSO.

CONFRONTO DI IDEE IN PLENARIA

2° INCONTRO

LA SFIDA DEL BEN-ESSERE EDUCATIVO

Cambio di prospettiva ……anche in termini globali

DAL PIL ( PRODOTTO INTERNO LORDO)

al

BEN (BENESSERE ECONOMICO NAZIONALE)

Alcuni indicatori:

Salute e benessere soggettivo

Il lavoro e Il tempo libero a disposizione

Il paesaggio e il patrimonio culturale

L’ambiente

Le relazioni sociali

e ancora………

GLI STRUMENTI LI ABBIAMO… E SONO TUTTI QUI…..LIBERTA’ DI INSEGNAMENTO

L’INTENZIONALITA’ DELLA AZIONE DIDATTICA

L’intenzionalità pedagogica è intenzionalità professionale, è ciò che contraddistingue la

funzione docente

L’INTENZIONALITA’…….PROGETTA E GUARDA IN AVANTI

SENECA

LA METABLETICA OVVERO

LA CAPACITA’ DI SIGNIFICARE IL

MONDO……..

IL DIVENIRE DELL’ANIMA…..

Tratto da La testa ben fatta di EgdarMorin

APPRENDERE A VIVERE..«La testa ben fatta» di Edgar Morin

Durkheim afferma che l’oggetto dell’educazione non è dare all’allievouna quantità sempre maggiore di conoscenze, ma è costituire in lui unostato interiore profondo, una sorta di polarità dell’anima che

l’orienti in un senso definito, non solamente durante l’infanzia,

ma per tutta la vita. Ciò significa indicare che imparare a vivererichiede non solo conoscenze, ma la trasformazione, nel proprio esserementale, della conoscenza acquisita in sapienza e l’incorporazione diquesta sapienza per la propria vita.”

OGGI LE CHIAMIAMO COMPETENZE

E LA DIDATTICA PER COMPETENZE RAPPRESENTA LA STRADA MAESTRA

PER ACQUISIRE COMPORTAMENTI CHE DIVENTINO

PATRIMONIO PERMANENTE DELLA

PERSONA

Istruzione ed Educazione ( due parole a confronto…)

• Il tema istruzione-educazione è uno dei luoghi fondamentali della discussione pedagogica contemporanea.

• La scuola non può non istruire ma, in base alle modalità con le quali lo fa, immediatamente educa e l’osservazione è uno dei punti di partenza di ogni intervento didattico.

• Perché osservare:

• Per individuare modalità relazionali

• Per progettare linee di intervento educativo in cui la persona e i suoi stati emotivi siano centrali nel processo di apprendimento.

E IL TERRENO SUL QUALE PROGETTIAMO PARTE DAL

contesto come risorsa ( stare a scuola

deve essere un piacere)• Inteso come ambiente fisico ( spazi e non solo)

e umano ( valorizzazione dei diversi stili cognitivi e non solo)

e utilizza

la didattica come mezzoTutte quelle modalità procedurali e processuali attivate e programmate dal

docente per facilitare l'acquisizione significativa….In sintesi si tratta di

azioni strategiche di insegnamento e le tecniche attive si caratterizzano per la partecipazione “vissuta” degli studenti

FLUSSO DELL’INTELLIGERE….cioè modificare in meglio le nostre funzioni

Secondo Kurt Fischer , neurofisiologo della Harvard University,

quando io apprendo cose nuove la direzione è da fuori a dentro, quando penso a ciò che so e lo racconto è da dentro a fuori

Quella che ha più significato è la relazione da dentro a dentro, come l’informazione nuova viene elaborata

Il da dentro a dentro è stata definita da Kurt Fischer il potere creativo del cervello

LA NOIA UCCIDE LA CREATIVITA’

EDUCARE

DERIVA DAL LATINO EX DUCERE

TRARRE FUORI

dal cassetto dei nostri ricordi…….

L’INSEGNANTE CHE CI HA LASCIATO UN SEGNO……….

e perché ?

Forse….

PASSIONECOMPETENZA

PROFESSIONALITA’

PERCHE’ LA PASSIONE?perché solo chi ama insegnare può motivare gli

studenti

Socrate diceva:» L’insegnante mediocre racconta. Il bravo

insegnante spiega. L’insegnante eccellente dimostra.

Il maestro ispira…..»

LE EMOZIONI TRACCIANO L’APPRENDIMENTO

Le ricerche dimostrano che i processi diapprendimento non investono solo lefunzioni cognitive, ma anche quellerelazionali, emozionali, comunicative

VISIONE DI UN VIDEO DELLA PROF.SSA DANIELA LUCANGELI

Apprendimento attraverso le emozioni

00:13

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L’INTELLIGENZA EMOTIVA

Ne parlano Daniel Golemane per restare in casa nostra

Prof. Umberto Galimberti: “I Docenti Dovrebbero Essere Assunti in Base all’Intelligenza Emotiva,

Senza di Essa Non si Può Insegnare”

IN OGNI INTERAZIONE NOI INVIAMO SEGNALI EMOZIONALI CHE

INFLUENZANO LE PERSONE CON LE QUALI CI TROVIAMO QUANTO PIU’

SIAMO SOCIALMENTE ABILI TANTO MEGLIO RIUSCIAMO A GESTIRE

POSITIVAMENTE GLI SCAMBI DI RELAZIONE

GESTIONE DELLA CLASSE

“Il concetto di gestione della classe include tutte le cose che l’insegnante mette in atto

per promuovere l’interesse e la partecipazione dell’allievo nei confronti delle attività di classe e per stabilire un produttivo

ambiente di lavoro” (Sanford, Emmer, Clemens, 2001)

QUALI VARIABILI?.......PERDITA DEL VALORE SIMBOLICO DELL’ADULTO

Ieri oggi

LA SCUOLA E’ UNA COMUNITA’ COMPLESSA…L’IMPORTANZA DELLA RELAZIONE EDUCATIVA• Realizzare un clima relazionale positivo

• Definire poche regole semplici e certe

• Fermezza verso l’intolleranza e presa in carico delle fragilità

• Osservazione sistematica dei comportamenti a rischio

• Confronto continuo con i colleghi e la dirigenza

• Alleanza con i genitori per costruire una comunità educante.

LA CLASSE/SCUOLA COMUNITA’EDUCANTI….UN OBIETTIVO DA PERSEGUIRE

• Il coinvolgimento dei pari

• Il gruppo da problema a risorsa;

• Coinvolgere gli allievi stessi;

• Favorisce le abilità negoziali dei ragazzi;

• Prevede una diversa filosofia educativa;

• I conflitti sono considerati evenienze gestibili in modo autonomo e costruttivo;

• Si sviluppa un clima cooperativo.

PAUSA CAFFE’

LAVORO DI GRUPPO……MA PRIMA

CI GUARDIAMO UN VIDEO ….E DOPO …..QUALCHE RIFLESSIONE…..

DA DOCENTI……QUALI RIFLESSIONI?Simulazione maturità: un alunno piange leggendo la traccia di Psicologia. Il disagio

degli studenti. fonte: orizzontescuola.it/

• March 7, 2019Un allievo piange dopo aver letto la traccia della simulazione di esame di maturità: la prova di psicologia generale e applicata. Lì per lì gli insegnanti non ci fanno troppo caso, non c’è tempo: bisogna organizzare gli alunni, sorvegliare, spiegare, offrire qualche indicazione. L’estratto dalla traccia

• “[…] egli non può fare a meno di constatare la sua incapacità a risolvere problemi che i suoi amici o fratelli, magari più giovani di lui, risolvono senza difficoltà; può sentirsi escluso dai loro giochi oppure relegato ad un ruolo marginale. Questo stato di cose può finire per deprimerlo e, a mano a mano che cresce, renderlo sempre più apatico e dipendente da quegli adulti da cui si sente protetto.”