Salvemini

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Martedì 5 Gennaio 2016 | IL FATTO QUOTIDIANO | SECONDO TEMPO » 19 L » FABRIZIO DESPOSITO a parabola pubblica di Gae- tano Salvemini copre oltre mezzo secolo dellItalia no- vecentesca. E che mezzo se- colo. Dalla fragilità liberale post-unitaria al regime de- mocristiano, passando ov- viamente per la tragica ditta- tura fascista. Tre fasi stori- che in cui la coerenza salve- miniana non subì rivolgi- menti o revisionismi, come sovente accade in questi tempi di nichilismo politico. Una coerenza però dinami- ca, da gigante del pensiero che si cimenta con il flutto degli eventi. Salvemini fu un grande socialista dal metodo liberale, un metodo che lo portò a elaborare e scrivere pagine ancora attuali sulla laicità. In particolar modo per la scuola, snodo cruciale nella formazione di un Pae- se, come testimonia lultimo saggio di Gaetano Pecora, docente universitario stu- dioso tra gli altri di Norberto Bobbio. Un magnifico pam- phlet intitolato seccamente: La scuola laica. Gaetano Sal- vemini contro i clericali. La logica del metodo contrapposta al dogma In unera in cui laico e laici- sta sono distinzioni di como- do e in malafede, perché lai- co è il pensatore buonoche rispetta la Chiesa mentre il laicista è una sorta di estre- mista cattivo, Salvemini dimostra innanzitutto che tra le due definizioni non cè differenza perché entrambe conducono allanticlericali- smo. Anticlericale: unaffer- mazione forte, soprattutto oggi che si chiamano le mas- se a raccolta per un presunto scontro di civiltà e non sono ammesse diserzioni relativi- ste. Ma per Salvemini, lan- ticlericale è liberale e tolle- rante, non giacobino come i massoni. Lanticlericale non è il soldato che sta sul fronte di una battaglia tra due fedi, il fronte della libertà contro quello di chi crede in una ve- rità trascendente. La que- stione è da ribaltare e ha una gradazione diversa: è il me- todo contro il dogma. Ed è proprio la scuola, il perime- tro decisivo in cui Salvemini argomenta il suo anticlerica- lismo. Per comprenderlo bi- sogna fissare un punto di partenza. Gli anni in cui af- fronta il problema scolastico della laicità fanno parte del primo decennio del Nove- cento. Salvemini è un pro- fessore e al congresso degli insegnanti di scuola media che si tiene a Napoli nel 1907 si schiera contro la mozione massonica che vuole esclu- dere i preti dalle scuole pub- bliche. Sembra una contrad- dizione, ma non lo è. Dalla dittatura papista a quella massonica NellItalia del 1907, le giova- ni istituzioni liberali hanno un nemico forte e radicato: i cattolici. Per contrasto, le classi dirigenti, non solo in politica, hanno una chiara matrice massonica. Per comprendere appieno il cli- ma, nel libro di Pecora cè un paragone che può suonare scivoloso: i clericali di allora erano visti come i terroristi di oggi. Il pregiudizio contro i cattolici sarà sviscerato da Salvemini nel 1943 in manie- ra efficace, per spiegare la mancata alleanza tra popo- larie laici contro lavanzata del fascismo: I partiti che rimanevano fedeli alla tradi- zione anticlericale del Ri- sorgimento italiano non ave- vano torto se rifiutavano di entrare in relazioni di buon vicinato con il nuovo partito (popolare, ndr). Certamente ci fu in essi qualcosa di più che una calma visione dei pericoli reali; ci fu anche un odio irragionevole. Ma il partito popolare sollevava un sospetto insuperabile an- che tra coloro che conside- ravano sorpassato lodio an- ticlericale. Il sospetto, cioè, originato dal fatto che il se- gretario di quel partito fosse un prete: don Luigi Sturzo. E per Salvemini la tonaca dei preti è come la giubba dei soldati: è il simbolo di unob- bedienza militare, in questo caso al Papa e ai cardinali. I limiti della tolleranza e il dilemma dei divieti Fissati questi paletti, Pecora spiega con una scrittura bel- la, appassionata e per certi versi antica, perché lodio di parte è escluso dal metodo li- berale. È il classico nodo del- la libertà: garantire gli stessi diritti a tutti, anche agli illi- berali come i clericali delle- poca. Dunque, sì alla parte- cipazione dei sacerdoti ai concorsi per entrare nelle scuole pubbliche. Tutto di- pende da come si organizza la laicità. E qui viene fuori la grandezza del paradosso salveminiano. Perché alla laicità formale di un sistema largo e accessibile si con- trappone la laicità sostan- ziale: una volta scelto dallo Stato per insegnare, il prete deve seguire un solo metodo, quello critico e razionale di unistruzione aperta. Delle due luna: a quel punto o sarà cacciato dalla Chiesa o dalla scuola. La lezione di Salve- mini, in pratica, è contro tut- ti i monopoli. E nella scuola italiana il monopolio pubbli- co arrivò dopo quello catto- lico. Di qui la contrapposi- zione, fatta di odio tra la po- litica massonica e i clericali. Ma il sistema dei divieti a po- steriori anziché di quello dei comandi a priori, tipico delle ideologie fortie dei fanati- smi, consente di individuare meglio le condizioni della tolleranza. Contro tutti i preti: neri, verdi e rossi La tolleranza, infatti, non è mai solo astrattezza, un principio da declamare solo per riempirsi la bocca. La tolleranza non è mai illimi- tatain uno Stato liberale che deve autotutelarsi. Lan- ticlericalismo di Salvemini è sia educativo sia istituziona- le. Emancipata dal vecchio potere papista, la vera scuola laica è indipendente, altri- menti non ci sarebbe diffe- renza tra i clericali e i potenti di turno, in questo caso il mi- nistro massone Luigi Rava, contro cui Salvemini si dimi- se polemicamente dal Con- siglio superiore dellistru- zione: La scuola laica è la scuola indipendente da tutti i preti, neri, verdi, rossi, di tutti i colori. Pecora esami- na i tanti problemi degli in- segnanti di allora, tenuti al giogo della volontà ministe- riale. Lautore non la cita mai, ma leggendo le crona- che dellepoca sembra di ri- sentire molte note critiche alla presunta buona scuolarenziana, piegata alla logica del profitto e dellarbitrio. La noia del nozionismo che non produce nulla La polemica di Salvemini per una scuola laica fu tra- sversale. Contro i clericali, contro il giacobinismo dei massoni, contro, infine, il suo grande amico Giovanni Gentile, che poi riformò il si- stema scolastico durante il ventennio mussoliniano. Per Salvemini, un altro car- dine della scuola laica è lan- ti-enciclopedismo. Il nozio- nismo è la faccia noiosa non- ché feroce e dispendiosa di una neutralità che non esiste in natura: Il risultato di questo assurdo equivoco della erudizione enciclope- dica affannosamente ingoz- zata nella scuola è che gli a- lunni, sopraffatti, disorien- tati, soffocati, dalla massa in- coerente di nozioni che fan- no spesso a pugni tra loro (...) non hanno il tempo di pen- sare, né di riflettere, né di as- similare. Non acquistano né solidità di conoscenze, né precisione di giudizio . Quanto manca, allItalia, il metodo liberale di Gaetano Salvemini. © RIPRODUZIONE RISERVATA COME SUPERARE L ODIO PER LA CHIESA? Gli sforzi per andare oltre la tradizione risorgimentale e il sospetto su un partito guidato da un sacerdote GARANZIE TRA TEORIA E PRASSI Il sistema liberale assicura diritti anche agli illiberali ma la democrazia ha sempre delle condizioni Immagini di unepoca Gaetano Sal- vemini, nella foto grande in alto. Da sini- stra, don Luigi Sturzo, il mas- sone Rava e Giovanni Gentile Olycom/LaPresse La scheda n LAICO O LAICISTA? Ai tempi di Salvemini non cera differenza tra i due termini. Il pensiero laico pressuppone sempre lanticlerica- lismo. Ma Salvemini non fu mai un anticlericale giacobino n NELLITALIA di inizio Novecento, i veri nemici delle istituzioni liberali erano i cattolici papisti. Di qui lo scontro con la cultura politica al potere, quella massonica, contraria ai preti nelle scuole RISCOPERTE La lezione attuale del grande socialista La scuola di Salvemini: laica e anticlericale Biografia GAETANO SALVEMINI Socialista dal metodo liberale, poi antifascista dalla forte tempra morale, Gaetano Salvemini ha attraversato tre fasi decisive del Novecento italiano: la fine dello Stato risorgimentale, lavvento del fascismo, la nascita della Repubblica. Fu professore e le sue pagine su una scuola laica sono di grande attualità, al centro del nuovo libro di Gaetano Pecora, docente universitario della Luiss Il libro l La scuola laica Gaetano Pecora Pagine: 210 Prezzo: 18e Editore: Donzelli

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Martedì 5 Gennaio 2016 | IL FATTO QUOTIDIANO | SECONDO TEMPO » 19

L » FABRIZIO D’E S P OS I TO

a parabola pubblica di Gae-tano Salvemini copre oltremezzo secolo dell’Italia no-vecentesca. E che mezzo se-colo. Dalla fragilità liberalepost-unitaria al regime de-mocristiano, passando ov-viamente per la tragica ditta-tura fascista. Tre fasi stori-che in cui la coerenza salve-miniana non subì rivolgi-menti o revisionismi, comesovente accade in questitempi di nichilismo politico.Una coerenza però dinami-ca, da gigante del pensieroche si cimenta con il fluttodegli eventi. Salvemini fu ungrande socialista dal metodoliberale, un metodo che loportò a elaborare e scriverepagine ancora attuali sullalaicità. In particolar modoper la scuola, snodo crucialenella formazione di un Pae-se, come testimonia l’ultimosaggio di Gaetano Pecora,docente universitario stu-dioso tra gli altri di NorbertoBobbio. Un magnifico pam-ph le t intitolato seccamente:La scuola laica. Gaetano Sal-vemini contro i clericali.

La logica del metodocontrapposta al dogmaIn un’era in cui laico e laici-sta sono distinzioni di como-do e in malafede, perché lai-co è il pensatore “buono”cherispetta la Chiesa mentre illaicista è una sorta di estre-mista “cattivo”, Salveminidimostra innanzitutto chetra le due definizioni non c’èdifferenza perché entrambeconducono all’a n ti c l e r ic a l i-smo. Anticlericale: un’affer-mazione forte, soprattuttooggi che si chiamano le mas-se a raccolta per un presuntoscontro di civiltà e non sonoammesse diserzioni relativi-ste. Ma per Salvemini, l’an-ticlericale è liberale e tolle-rante, non giacobino come imassoni. L’anticlericale nonè il soldato che sta sul frontedi una battaglia tra due fedi,il fronte della libertà controquello di chi crede in una ve-rità trascendente. La que-stione è da ribaltare e ha unagradazione diversa: è il me-todo contro il dogma. Ed èproprio la scuola, il perime-tro decisivo in cui Salveminiargomenta il suo anticlerica-lismo. Per comprenderlo bi-sogna fissare un punto dipartenza. Gli anni in cui af-fronta il problema scolasticodella laicità fanno parte delprimo decennio del Nove-cento. Salvemini è un pro-fessore e al congresso degliinsegnanti di scuola media

che si tiene a Napoli nel 1907si schiera contro la mozionemassonica che vuole esclu-dere i preti dalle scuole pub-bliche. Sembra una contrad-dizione, ma non lo è.

Dalla dittatura papistaa quella massonicaNell’Italia del 1907, le giova-ni istituzioni liberali hannoun nemico forte e radicato: icattolici. Per contrasto, leclassi dirigenti, non solo inpolitica, hanno una chiaramatrice massonica. Percomprendere appieno il cli-ma, nel libro di Pecora c’è unparagone che può suonarescivoloso: i clericali di alloraerano visti come i terroristidi oggi. Il pregiudizio controi cattolici sarà sviscerato daSalvemini nel 1943 in manie-ra efficace, per spiegare lamancata alleanza tra “popo-lari” e laici contro l’avanzatadel fascismo: “I partiti cherimanevano fedeli alla tradi-zione anticlericale del Ri-sorgimento italiano non ave-vano torto se rifiutavano dientrare in relazioni di buonvicinato con il nuovo partito(popolare, ndr). Certamenteci fu in essi qualcosa di piùche una calma visione deipericoli reali; ci fu anche unodio irragionevole. Ma ilpartito popolare sollevavaun sospetto insuperabile an-

che tra coloro che conside-ravano sorpassato l’odio an-ticlericale”. Il sospetto, cioè,originato dal fatto che il se-gretario di quel partito fosseun prete: don Luigi Sturzo. Eper Salvemini la tonaca deipreti è come la giubba deisoldati: è il simbolo di un’ob-bedienza militare, in questocaso al Papa e ai cardinali.

I limiti della tolleranzae il dilemma dei divietiFissati questi paletti, Pecoraspiega con una scrittura bel-la, appassionata e per certiversi antica, perché l’odio diparte è escluso dal metodo li-

berale. È il classico nodo del-la libertà: garantire gli stessidiritti a tutti, anche agli illi-berali come i clericali dell’e-poca. Dunque, sì alla parte-cipazione dei sacerdoti aiconcorsi per entrare nellescuole pubbliche. Tutto di-pende da come si organizzala laicità. E qui viene fuori lagrandezza del paradossosalveminiano. Perché allalaicità formale di un sistemalargo e accessibile si con-trappone la laicità sostan-ziale: una volta scelto dalloStato per insegnare, il pretedeve seguire un solo metodo,quello critico e razionale di

un’istruzione aperta. Delledue l’una: a quel punto o saràcacciato dalla Chiesa o dallascuola. La lezione di Salve-mini, in pratica, è contro tut-ti i monopoli. E nella scuolaitaliana il monopolio pubbli-co arrivò dopo quello catto-lico. Di qui la contrapposi-zione, fatta di odio tra la po-litica massonica e i clericali.Ma il sistema dei divieti a po-steriori anziché di quello deicomandi a priori, tipico delleideologie “forti” e dei fanati-smi, consente di individuaremeglio le condizioni dellatolleranza.

Contro tutti i preti:neri, verdi e rossiLa tolleranza, infatti, non èmai solo astrattezza, unprincipio da declamare soloper riempirsi la bocca. Latolleranza non è mai “illimi-tata” in uno Stato liberaleche deve autotutelarsi. L’an-ticlericalismo di Salvemini èsia educativo sia istituziona-le. Emancipata dal vecchiopotere papista, la vera scuolalaica è indipendente, altri-menti non ci sarebbe diffe-renza tra i clericali e i potentidi turno, in questo caso il mi-nistro massone Luigi Rava,contro cui Salvemini si dimi-se polemicamente dal Con-siglio superiore dell’i s t r u-zione: “La scuola laica è lascuola indipendente da tuttii preti, neri, verdi, rossi, ditutti i colori”. Pecora esami-na i tanti problemi degli in-segnanti di allora, tenuti algiogo della volontà ministe-riale. L’autore non la citamai, ma leggendo le crona-che dell’epoca sembra di ri-sentire molte note critichealla presunta “buona scuola”renziana, piegata alla logicadel profitto e dell’arbitrio.

La noia del nozionismoche non produce nullaLa polemica di Salveminiper una scuola laica fu tra-sversale. Contro i clericali,contro il giacobinismo deimassoni, contro, infine, ilsuo grande amico GiovanniGentile, che poi riformò il si-stema scolastico durante ilventennio mussoliniano.Per Salvemini, un altro car-dine della scuola laica è l’an-ti-enciclopedismo. Il nozio-nismo è la faccia noiosa non-ché feroce e dispendiosa diuna neutralità che non esistein natura: “Il risultato diquesto assurdo equivocodella erudizione enciclope-dica affannosamente ingoz-zata nella scuola è che gli a-lunni, sopraffatti, disorien-tati, soffocati, dalla massa in-coerente di nozioni che fan-no spesso a pugni tra loro (...)non hanno il tempo di pen-sare, né di riflettere, né di as-similare. Non acquistano nésolidità di conoscenze, néprecisione di giudizio” .Quanto manca, all’Italia, ilmetodo liberale di GaetanoSalvemini.

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COME SUPERARE L’ODIO PER LA CHIESA?

Gli sforzi per andare oltrela tradizione risorgimentalee il sospetto su un partitoguidato da un sacerdote

GARANZIE TRA TEORIA E PRASSI

Il sistema liberale assicuradiritti anche agli illiberalima la democraziaha sempre delle condizioni

I m m ag i n idi un’e p o caGaetano Sal-vemini, nellafoto grande inalto. Da sini-stra, don LuigiSturzo, il mas-sone Ravae GiovanniG entileO l yco m / La Pre ss e

La scheda

n L A I COO LAICISTA?Ai tempidi Salvemininon c’e radifferenza trai due termini.Il pensierol a i cop re ss u p p o n es e m p rel’anticlerica-lismo. MaS a l ve m i n inon fu mai unanticlericaleg i a co b i n o

n N E L L’I TA L I Adi inizioN ove ce n to,i veri nemicidelleistituzioniliberali eranoi cattolicipapisti. Di quilo scontrocon la culturapolitica alpotere, quellam a ss o n i c a ,co n t ra r i aai pretinelle scuole

R I S COPE RT E La lezione attuale del grande socialista

La scuola di Salvemini:laica e anticlericale

B iog ra f i aG A E TA N OSA LV E M I N ISocialistadal metodoliberale, poia n t i fa s c i s t adalla fortete m p ram o ra l e ,GaetanoSalvemini haa t t rave rs a totre fasidecisive delN ove ce n toitaliano:la fine delloS t a torisorgimentale,l’av ve n todel fascismo,la nascitadellaRe p u b b l i c a .Fu professoree le suepagine su unascuola laicasonodi grandeattualità,al centro delnuovo librodi GaetanoPe co ra ,d o ce n teu n i ve rs i t a r i odella Luiss

Il libro

l La scuolal a icaG ae tan oPe co raPagine: 210Prezzo: 18e

E ditore:D on ze l l i