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World in Progress 1 TECNOLOGIA Y PATRIMONIO EN TIERRA CRUDA EN COLOMBIA el caso de Barichara en Santander Alessandr a Battistelli Politecnico di T orino 2005

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World in Progress 1

TECNOLOGIA Y PATRIMONIOEN TIERRA CRUDA EN COLOMBIA

el caso de Barichara en Santander

Alessandra Battistelli

Politecnico di Torino

2005

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Centro di ricerca e documentazione in Tecnologia Architettura e Città nei paesi in via di sviluppoDipartimento Casa-Città - Politecnico di Torino Viale Mattioli 39, 10125 Torino, Italiatel. +39 011 564 6439, fax +39 011 564 6442e-mail: [email protected]: www.polito.it/crd-pvs

Collaborazione allo sviluppo di questa ricerca:Fundación Tierra VivaBarichara, Colombiawww.fundaciontierraviva.com

Impostazione della Collana e cura del presente volume: Irene Caltabiano

Composizione: Luisa Montobbio, Dipartimento Casa-Città, Politecnico di Torino

© 2005, Politecnico di Torino, ItaliaISBN

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PRESENTAZIONE

Con questo volume si inaugura la Col lana“World in progress”.

È un t it olo che potrebbe a prim a vista crearequalche incertezza, ma è un t it olo che è statoscelto fra tant e proposte che erano em erse e checi pare rendere bene la direzione che si v uoles e g u i r e .

Si vuole pensare a tutti i paesi, ricchi e poveri,del Nord e del Sud, sviluppati o meno, che si muo-v ono insieme.

Per migliorare e progredire, in una prospettivadinamica; dinamica non per le cose notevoli che sifanno, ma “in progress” nella sostanza, nell'atteg-giam ento m entale, nel la maturazione sociale,nello stile.

In questa prospettiva ci si vuole collocare ed aquesta maturazione si vuole contribuire con leattività e le ricerche di cui nel Centro di ricerca edi documentazione in tecnologia, architettura ecittà nei paesi in via di sviluppo concretamente cisi occupa, con un'attenzione speciale per la tecno-logia, la casa, le città, ecc.

La ricerca, la formazione, ma anche la collabo-razione a tante realtà con le quali ci si trova adavere a che fare cercano di essere il nostro appor-to ad un mondo “in progress”, che auspichiamo,per una piccola parte, di contribuire a realizzare.

Speriamo che questa Collana possa far cono-scere tante cose utili a molti e l'assonanza del suotitolo con “work in progress” possa trasmettereanche il senso di continuo maturare delle idee edelle soluzioni possibili.

Parlare di Sud guardando anche al Nord delmondo, come in qualche modo è nei propositidella Collana, significa, se lo si fa in modo serenoed obiettivo, lavorare per un avvicinamento, undialogo, per la costruzione di una società a livellomondiale più giusta ed equilibrata.

La realtà del Sud e quella del Nord sono realtàche globalmente si possono modificare solo con lacollaborazione reciproca. Lo sviluppo ha sempredue facce; nel nostro lavoro di ricerca cioè non sivuole parlare solamente della realtà del Sud delmondo; ma questo si vuole considerare sempre inrelazione anche allo sviluppo del Nord. Lo svilup-po non può essere unilaterale.

La nostra ricerca vuole in pratica contribuire adun passaggio di cultura, di esperienza, di umanità,di conoscenze operative non solo dal Nord al Sud,ma anche dal Sud al Nord.

Ma comunque perché fare ricerca prioritaria-mente per il Sud?

Fare ricerca e formazione per il Sud è un modospecifico per fare cooperazione.

Il Sud è pieno di problemi che la stessa realtàesistente a scala mondiale va creando. Questi sifanno sempre più complessi e sono difficilmenteinquadrabili e risolvibili (anche a livello teorico)con le sole possibilità di ricerca che il Sud stessopossiede.

I temi, oggetto delle attenzioni del Centro, sonoquelli che hanno prevalso sempre negli interessidelle persone che vi lavorano (continuando edallargando quelli che prima sono stati introdotti esviluppati da Giorgio Ceragioli), nella ricerca enella formazione: la casa per tutti a basso costo,la città, la riqualificazione delle periferie sponta-nee, un uso attento delle tecnologie, l'autocostru-zione, la qualità, l'ambiente, la disponibilità dienergia, la progettazione bioclimatica, la conser-vazione delle architetture e delle città dei PVS.

La casa innanzitutto: una famiglia senza casa èdebole al suo interno, e difficilmente integrabilesul piano sociale. Chi è senza casa è povero nelsenso autentico del termine; le sue possibilità dipossedere cose non solo utili, ma anche stretta-mente indispensabili per le necessità quotidianedella vita si riducono quasi a zero.

Le periferie delle città: le città del Sud delmondo non sono in grado di contenere le masse dipersone che vi convergono.

Ci si insedia alla meglio sui suoi perimetri (matante volte anche in zone centrali), tendendo adallargarsi sempre di più, creando quartieri sponta-nei privi di acqua, di luce, di fognature, di servizi.

Si costruisce come si può, con materiali di for-tuna, per riuscire ad ottenere qualche stanza, chein qualche modo si possa chiamare tale.

Le tecnologie: sono necessarie tecnologie facilied a basso costo da impiegare, in autocostruzio-ne, perché gli stessi abitanti possano migliorare lapropria condizione.

Ogni tecnologia ha un senso se è sviluppatapensandola come un aiuto a chi potrà trarne bene-ficio. Nel caso nostro, in cui al centro dell'atten-zione vi sono i PVS, la ricerca tecnologica saràattenta alle situazioni di difficoltà in cui tante per-sone si trovano, per quanto riguarda l'abitazione,i servizi, le città e gli insediamenti di vario genere.

L'edilizia è un'attività centrale quando si cercadi migliorare le condizioni di vita di tanta gente.Un'attività costruttiva gestita con intelligenza puòoffrire i mezzi per avere edifici con migliori spazi,a basso costo, più adatti al clima, ecc.

Sono necessari materiali economici, che posso-no esserlo di loro natura o possono esserlo perchésono stati pensati e provati per raggiungere taleobiettivo; in questo caso si può trattare di mate-riali esistenti prodotti in modo diverso, più artigia-nale, oppure di materiali adatti all'autocostruzioneper le loro caratteristiche di messa in opera, dileggerezza, di finitura, che ne facilitano l'uso.

La qualità è poi uno dei temi rilevanti nellaricerca e nella produzione per l'edilizia: la qualitàanche nelle situazioni mano favorite deve essereottenuta, deve essere controllata, deve esseremantenuta, ma deve in ogni momento potereessere valutata.

Ma anche sul piano degli approfondimenti sullepossibilità di finanziamento, di credito, di organiz-zazione del lavoro, la ricerca e la formazione pos-sono contribuire grandemente.

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L'autocostruzione è molto utile non solo comemezzo per ridurre i costi di costruzione o per con-tinuare antiche tradizioni edilizie locali, ma perdare anche maggiore coesione al gruppo di perso-ne che vi lavora, per dar loro l'idea di poter prov-vedere a se stesse, per aiutarle a sentirsi piùresponsabili dell'ambiente in cui vivono .

Lo studio e la conservazione delle architetture edelle città nei paesi meno sviluppati, in particola-re di quelle minori non ancora oggetto di attenzio-ni dagli organismi di tutela del patrimonio, è cer-tamente importante per aiutare le popolazionilocali a mantenere il loro patrimonio di memorie,per il turismo, per l'umanità intera che non deveessere privata di significative testimonianze dispecifiche culture.

Questi sono i temi su cui si è lavorato e si lavo-ra nel Centro ed a essi si rivolgeranno certamentei prossimi volumi della Collana.

Molti lavori di ricerca, maturati nel Centro e nelCorso di perfezionamento organizzato al suo inter-no, contengono elementi interessanti per potereessere pubblicati (se le disponibilità lo permette-ranno) in altri numeri di questa Collana.

Siamo lieti di iniziare la Collana con una ricercadi Alessandra Battistelli, cominciata come “tema diricerca” nel Corso di perfezionamento in “Habitat,tecnologia e sviluppo” del Politecnico di Torino,frequentato nell'anno accademico 2003-04.

Questa esperienza l'ha portata in Colombiadove, nei luoghi oggetto dell'indagine, ha avutomodo di approfondire il suo studio. Una volta tor-nata in Italia i risultati della ricerca sono statirielaborati fino ad arrivare a questa pubblicazione.

Alessandra Battistelli ha compiuto una ricercasul patrimonio e sulle tecnologie in terra cruda inColombia, studiando la situazione di una particola-re zona di quel paese, Barichara.

Gli obiettivi principali della sua ricerca erano:- la valorizzazione del patrimonio architettonico di

Barichara costruito in terra;- l'intenzione di porre le basi per un manuale di

' corretta costruzione' in 't apia pisada' , chepossa essere utilizzato dai tecnici del municipiodi Barichara.

Finora, pur vivendo almeno un terzo dell'umani-tà in costruzioni che in qualche modo hanno a chefare con l'impiego della terra come materiale dacostruzione, la conoscenza scientifica e tecnicadell'uso di tale materiale è limitata e soprattuttorivolta alla costruzione di nuove abitazioni a bassocosto.

In particolare, è molto scarsa la ricerca che stu-dia le costruzioni esistenti e soprattutto le meto-dologie e le tecnologie per la loro conservazione.

In a lcune aree del mondo nel t em po si è svi-luppat a una archit et tura in terra con elem ent ipartico lari, a v olte elaborata ne lle soluzioni ec a ratterizzata in m aniera significativa per la suainteressant e ideazione. Sono pat rim oni specif iciche meritano di essere stud iat i e catalogati,prima ancora di preparare programmi per la loroc o n s e r va z i o n e .

In questo senso può essere visto come esem-plare il lav oro di Alessandra Battistelli, che haimpostato un articolato lavoro di indagine, utileriferimento per altri lavori di schedatura di patri-moni locali di edifici costruiti in terra.

Nel suo lavoro è stata attentamente seguitadalla “Fundacion Tierra Viva”, a cui va il nostro rin-graziamento.

Un grazie particolare va ad Irene Caltabiano,che ha dedicato tempo ed attenzione all'imposta-zione della Collana “World in progress” e che haseguito con impegno la preparazione di questoprimo volume.

Massimo Foti

Direttore del Centrodi ricerca e di documentazione

in tecnologia, architettura e cittànei paesi in via di sviluppo

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Introducción

El patrimonio arquitectónico y el saber hacerconstructivo son herencia y valor de identidadpara una población, un lugar, un país.

La identidad cultural y el patrimonio son unafuerza atractiva, un recurso.

Un edificio, una casa, un paisaje, un tipo parti-cular de vegetación, la gastronomía de un lugarforman parte de un “conjunto único y reconoci-ble”. Todos estos elementos en conjunto constitu-yen el concepto de bien cultural y de “museo dif -fuso”1, espacio en el cual se vive y se esta vivo,un museo activo en el cual los habitantes y visi-tantes se interrelacionan fav oreciendo con susactividades el desarrollo local y la modificación delhábitat.

Este concepto se aplica tanto al monumentocomo a las sencillas construcciones axiales comotambién al patrimonio intangible.

El patrimonio arquitectónico en tierra cruda esmuy consistente en Colombia sobretodo en loscontextos definidos como “arquitectura menor” yconstituye y caracteriza, en muchos de estos con-textos, un elemento de fuerte potencial histórico-cultural y turístico que es ignorado con frecuenciapor parte de la población local que no reconoce loque tiene o que lo considera de poco valor.

Se puede observar un acelerado deterioro deestos edificios y de dicho patrimonio menor, yaque existe una ausencia de bases teóricas de tute-la del mismo, además de la dificultad de asignarrecursos económicos ya que están destinados aotras prioridades como lo son el patrimonio monu-mental, y finalmente por estar en presencia deleyes recientes de las cuales aún no hay una totalapropiación.

El conocimiento de las técnicas constructivas entierra cruda, aún vigente, esta progresivamentesiendo abandonado, sobretodo en los centrosurbanos, sustituido por el uso de técnicas recien-tes y por el uso de lenguajes arquitectónicos euro-peos, aplicados a veces en modo inoportunorespecto al contexto cultural, arquitectónico-urba-no e inclusive climático con escasas repuestas alas necesidades primordiales del lugar y las perso-nas que lo habitan.

Esta actitud esta fuertemente ligada a la faltade conocimiento en relación a los conceptos de“patrimonio”, de “centro histórico y patrimonioarquitectónico menor”, de museo difuso ademásde las fuertes problemáticas económicas.

El Ministerio de la Cultura en Colombia es unente gubernamental bastante jov en, (“Colcultura”,fue la primera semilla de donde nació el actual“Ministerio de Cultura de Colombia”, en los años‘80) por tanto joven lo es también, el concepto de“tutela del patrimonio”.

La restauración, sobre todo aplicada a la arqui-tectura menor, es una disciplina joven y general-mente marginada por los problemas económicos,además de la forma como viene interpretada yvivida por la población local che considera este

tipo de arquitectura como de poco valor, o arqui-tectura de los pobres o sencillamente “vieja”.

Solo en algunos contextos y desde hace pocosaños se esta descubriendo la importancia de laarquitectura vernacular en tierra, así como elpatrimonio menor en general y el interés y lasconsecuentes acciones políticas de valorización,quem sin embargo pertenecen a un grupo restrin-gido de personas, generalmente académicas o queforman parte de la elite cultural del país.

El Ministerio de Cultura en Colombia ha enca-minado algunos proyectos a largo plazo de tutelay valorización de los centros históricos, pero aúnsiendo de forma académica, esta despertandointerés a nivel popular, yendo hacia el conoci-miento y reconocimiento de la importancia de losbienes del territorio.

Faltan aún levantamientos arquitectónicos, cla-sificación y censos de los bienes menores. Estánausentes equipos de técnicos de las alcaldías quepuedan colaborar con los departamentos técnicosgubernamentales, los cuales están desempeñandootras actividades de carácter prioritario, que refle-jan la falta de conocimiento de lo que se posee, locual condena al deterioro progresivo y al abando-no de esos bienes arquit ect ónicos llamados“menores”.

El problema de la gestión en este contexto esrealmente urgente ya que estamos en presenciade un acelerado deterioro del patrimonio.

El interés que mueve esta investigación nace dela exigencia de experimentar las técnicas de cono-cimiento de este patrimonio que puedan poste-riormente ser aplicadas a un radio más amplio,como elemento necesario a sucesivas políticas detutela.

También en Italia, el problema de la tutela, dela restauración y de la refuncionalizacion del patri-monio arquitectónico en tierra viva esta vigente yes muy actual. En Colombia, así como en Italia,además de la urgencia de intervenir sobre unpatrimonio que esta casi desapareciendo, se agre-ga la agravante de la consolidación estructural encontextos sísmicos (donde esta presente la mayorparte de estos edificios – cabe destacar –). Losrecientes conv enios y las propuestas de leyesavanzadas últimamente en nuestro país dan testi-monio de la importancia así como la urgencia deinteresarse en este tema.

La tute la de los centros menores en tierra cruday el conocimient o profundo de estas tecnologíaspueden ser út iles para la valor ización de estossistemas, con el fin de que puedan convert irse ellosmismos en fuente e inst rumento generador deriqueza económica y cultura l en context os desv e n-tajados a través de una economía sostenible.

Un ejemplo específico es el caso de Barichara,en la región colombiana de Santander. Barichararepresenta el caso más evidente de centro históri-co “menor”, de fundación colonial, construidoenteramente en tierra cruda, además de estar ubi-cado en una zona altamente sísmica.

“El puebl it o más lindo de Colombia” , es decla-rado Monumento Nacional en base a la

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Resolución Nº 005 del 30-06-1975 modif icadapor el decret o Presidencial Nº 1654 del 3-08-1978, que reconoce como Monument o Nacionalel Cent ro Histór ico de Barichara (“ConjuntosUrbanos Hist óricos”) , no obst ante la poblaciónaún no asimile su importancia.

Barichara, dentro del grupo de centros históri-cos en tierra, es un unicum en Colombia porque laarquitectura en tierra no representa un patrimonio“muerto”: en Barichara esta todavía vivo el saberhacer constructivo de estas técnicas y viva es larelación del hombre con el hábitat y el patrimonioarquitectónico en tierra y en tapia pisada.

Este caso es bastante singular y raro si se rela-ciona con otros centros históricos en tierra, en elmundo, en los cuales se ha perdido el saber hacerconstructivo y en donde ya no es posible interve-nir en el patrimonio sin utilizar nuevas técnicas ynuevos materiales. En cambio en Barichara estoes posible gracias a la vigencia de las prácticasque no se dejaron vencer con el pasar de los años.

Problemáticas y “nodo histórico”del hábitat en Barichara

La inv estigación se focaliza en la observación yel análisis de algunos ejemplos tipológicos deviviendas en tierra cruda, en el pueblo colonial deB a r i c h a ra, departament o de Sant ander, enColombia.

Estos tipos de construcciones pertenecen a laépoca antigua axial como también a la contempo-ránea; las técnicas analizadas se han utilizãdo enesta zona de altísimo riesgo sísmico, desde hacesiglos y sin interrupción alguna.

Nuestro objetivo es el de comprender el funcio-namiento de esta arquitectura, sus sistemas con-structivos, las tecnologías empleadas, su vigenciay permanencia actualmente; también se trata decomprender como se podrían mejorar dichas téc-nicas en nuestra contemporaneidad haciendo unuso tecnológico dentro del mismo contexto peroeliminando los factores de riesgo.

Al mismo tiempo, este análisis representa unamanera de acercarse a las temáticas referentes ala conservación de los centros históricos colombia-nos realizados en tierra cruda.

Para cumplir con estos objetivos se recurrió auna metodología específica de trabajo que consi-ste en una clasificación-inventario tipológico-tec-n o l ó g i c o, orientada exc l u s i vament e hacia lasviviendas en tierra cruda.

Solo la tierra como material constructivo, sinalgún elemento de concreto, no esta aún permiti-da por la ley colombiana de construcción.

Es por ello que se aplicó una metodología deconocimiento enfocada hacia la valoración delpatrimonio arquitectónico en tierra, que pretendeimpulsar la aceptación de estos ancestrales siste-mas tecnológicos incluir, además, un nuevo uso deestas técnicas en una forma más amplia.

Los análisis y los procedimientos utilizados con-stituyen el punto inicial, es decir, la base, para

generar un amplio proceso de conocimiento, pre-servación y valoración del centro histórico deBarichara que debería llegar a los siguientes obje-tivos específicos:

1. la elaboración de un futuro manual de cor-recta construcción en tierra, en zonas de riesgos í s m i c o, para uso específico en el área deBarichara y para el departamento de Santander.Este instrumento debería ser utilizado por los téc-nicos del Municipio;

2. servir como instrumento completo, integral ynecesario para la conservación de los centroshistóricos en tierra, en Colombia, partiendo de laelaboración de un inv entario del patrimonio arqui-tectónico en tierra de un caso especifico en zonasísmica de riesgo alto.

Los resultados del trabajo y la metodología uti-lizada fueron presentados públicamente en unencuentro formal con las autoridades, los técnicosde las instituciones municipales y departamenta-les, los representantes del Ministerio de Cultura yla comunidad de Barichara, además del Colegio dearquitectos de Santander.

Estos encuentros impulsaron una serie de ini-ciativas e investigaciones semejantes en otrosmunicipios de Santander que aún se están llevan-do a cabo.

El trabajo se desarrolló con la Fundación TierraViva2 y el Municipio de Barichara al interno de unamplio proceso relacionado a la conservación yvaloración del patrimonio cultural y arquitectónicodel mismo Municipio.

El conocimiento y la descripción profunda delhábitat existente es la base para cada tipo deintervención en un contexto preexistente, tantopara proyectos de nuevas construcciones en tierracruda ubicadas en un centro histórico, como paraintervenciones de recuperación, mejoramiento yconservación de lo que ya existe desde hacesiglos.

La tradición constructiva en tierra en Baricharaes muy antigua y siempre ha funcionado respe-tando el espacio humano, el clima, el contextoambiental y, lo más importante, es un sistemaconstructivo que utiliza un material 'económico',de fácil ejecución y de escaso impacto ambiental.

Los habitantes aún conocen muy bien la técni-ca para construir sin tener la necesidad de apren-der técnicas importadas, costosas y de difícil apro-piación.

La cultura constituye un puente que garantiza lacontinuidad de la tradición. El patrimonio arqui-tectónico y el saber hacer constructivo son tam-bién cultura: la continuidad cultural y constructivaes una herencia y un valor de identidad para unapoblación, una ciudad o un país. La identidad, lacultura y el patrimonio son una fuerza, un atracti-vo, un recurso.

Un edificio, una casa, un paisaje, un árbol, unacomida de un lugar hacen parte de un 'conjuntounido y reconocible'.

Gracias al conocimiento profundo de lo que seha hecho antes se puede reconocer los aciertos ylos errores atando el pasado con lo que viene.

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Esto se aplica también a las construcciones: sepuede disfrutar de las buenas técnicas pasadas yconectarlas con alternativas y tecnologías quepuedan mejorarlas.

El inventario patrimonial de las construccionesen tierra del conjunto de Barichara es un instru-mento fundamental para lograr conocer sus acier-tos, demostrando por que los edificios construidoshasta hoy son aún validos para vivir y finalmentepara comprender la fuerza atractiva de Barichara.

La comprensión de estos factores permite seguirla tradición integrada a la contempora n e i d a d .

Solo si se conoce lo que se t iene se puedeva l o r i z a r.

1 Nota: “Museo diffuso” , en italiano. Indica un conjuntoambiental donde se reúnen elementos de patrimoniotangible e intangible. Al referirnos a conjunto ambientalhablamos de paisaje natural y paisaje transformado porla mano del hombre. En el museo difuso el componentehumano forma parte activa del mismo no se desenvuel-ve como un simple espectador: es objeto y sujeto.

2 Nota: Fundación Tierra Viva es un grupo de investiga-ción que trabaja, desde el 1999, “por el reconocimientoy la pertenencia de la tierra como material de construc-ción para la generación del hábitat Sostenible con iden-tidad cultural”. Con sede en Barichara, Santander “pro-mueve y difunde el uso de la tierra como material deconstrucción buscando ante todo la preservación delpatrimonio, la innovación y el desarrollo de la arquitec-tura en tierra”.

1. Contextualizacion yanálisis de lasproblemáticas

1.1. Localización e identificación

B a r i c h a ra est a sit uada en la región deS a n t a n d e r, en la part e Nort e-Occidental deColombia, a 1.336 msnm en un tramo de laCordillera Oriental, área considerada altamentesísmica.

Bucaramanga es la ciudad principal, y capital dela región, que queda a tres horas de Barichara.

El Municipio más cercano y de mayor importan-cia comercial es San Gil (a 25 Km. de distancia).

El pueblo, fundado en la segunda etapa de lacolonización española en Colombia (S. XVIII),tiene una población aproximadamente de 11.000habitantes.

El Municipio de Barichara constituye uno de loscentros coloniales en Colombia casi totalmenteconstruido en tapia pisada y otras técnicas de tier-ra cruda.

En el año 1975 fué declarado MonumentoNacional, y hace algunos años “Bien de InterésCultural de Carácter Nacional”.

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Mapa de Colombia con localización de Santander

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1.2. Consideraciones históricas

El nombre Barichara – o Barachala – en dialec-to Guane significa “lugar bueno para el descanso”.

Los pr imitivos pobladores de la región deBarichara, formaban parte de la Tribu Guane, inte-grante de la gran familia Chibcha.

El territorio comprendía una extensa regiónmuy rica en recursos naturales, dividida así: aloriente el ramal de la Cordillera Oriental que sirvede cauce al río Chicamocha y que está formadoentre otros por los páramos de La Rusia, Guantitay Barrosas; al norte el punto más septentrionalvendría a ser la unión del río Suratá con el río deOro. Esto supone que hasta dicho sitio la hoy a delrío de Oro estaba dentro de los territorios Guanes,asunto sobre el cual se ha suscitado alguna discu-sión; también vienen a quedar comprendidascomo Guanes las extensiones entre la mesa de losSantos y la mesa de Bucaramanga, al oriente dedicho punto máximo. El límite noreste se lograríacon una línea que sale a lo largo de los ríosChicamocha y Umpalá hasta la población deCepitá. La línea cruza muy cerca del actual muni-cipio de Piedecuesta y sobre los cursos medios delos ríos Frío, Hato y Manco.

Al occidente de Güepsa, al norte por la bandaizquierda del río Suárez, pasando por los cacicaz-gos de Chima y Simacota hasta encontrar la hoyadel río de Oro, al occidente de Bucaramanga; alsur el curso de los ríos Tolotá y Lenguaruco, entreSuaita y el páramo de Rusia.

Aúnque la mayor concentración de la poblaciónestá en las hoyas de los ríos Suárez y Chicamocha,no puede excluirse la zona norte de la confluenciade ambos y la mesa Los Santos.

Se piensa que toda esta área tenía principal-mente razón de ser para las labores de la mineríay como tierras de reserva. Los indios Guanesasentados en el territorio desarrollaron relacionesarmónicas y equilibradas con su medio, del cualobtenían todo aquello que les permitía perpetuarsu existencia. Consideraban a las plantas, anima-les y ríos como bienes de la naturaleza que eranecesario proteger y albergar para garantizar lasubsistencia, así como la de las demás especiesque compartían su hábitat.

La colonización española llegó en esta zona dela región en la primera mitad del S. XVIII (segun-da etapa de la colonización).

En el área de Barichara, Guane, y San Gil elimpacto entre los españoles y los indios no fue tansangriento como en el resto del país así que porcasi un siglo fué posible una relativa convivenciaentre las dos poblaciones.

El 20 de Enero 1741 fué fundada Barichara porel presbítero José Martín Pradilla y Ayerbe, primerpárroco que tuvo el pueblo. El t razado del m unici-p io de Barichara se inicia con la donación de m ediaestancia de tierras, hecha por don Fra n c i s c oP rad illa y Ayerbe a Doña Maria de Sot o.

El hijo de don Pradilla y Ayerbe, el párroco JoséMartín Pradilla se convierte en primer administra-dor, el cual adjudica el sobrante de tierras a nue-vas familias a cambio de limosnas para la devo-

ción de la Virgen de la Piedra en su largo curato(1753-1802).

El origen de Barichara se debe a la supuestaaparición de la Virgen de la Piedra, en 1702.

El hallazgo de Maria Inmaculada en una piedra,que estaba en el solar de la casa de PedroSalgado, y junto a una pequeña fuente, mueve laconstrucción de una ermita en 1704. En dichacapilla, constru ida con rejas y tapia pisada,cubierta por tejas, se veneraba el culto a NuestraMadre Celestial.

Entorno a la ermita de la Virgen de la Piedra seconcentra a la comunidad para realizar la con-strucción de un poblado, en 1702, para convertir-la en cofradía.

El casco urbano de Barichara, se extiende cro-nológicamente en las cuatro direcciones, haciendoque las iglesias asentadas en los distintos puntosse conviertan en polos de desarrollo a lo largo delgran periodo colonial.

En 1751 obtiene el titulo de parroquia indepen-diente de la parroquia de San Gil.

El contexto económico santandereano, durantelos dos primeros siglos del periodo colonial, semantuvo en torno a las empresas agropecuarias.Los espacios fueron ocupados por estancias, inge-nios, haciendas y pueblos de indios; los poblado-res “blancos y mestizos” se asentaron en las tier-ras de resguardo de los indios.

Las ciudades quedaron como referentes políti-co-administrativos, los servicios religiosos comen-zaron a ser suplidos por los curas doctrineros enlos pueblos de indios y aún en algunas capillas,construidas en las grandes haciendas.

Alegando motivos como el de las distancias, lapoca atención espiritual y las continuas dificulta-des para la “administración de justicia”, un grupode colonos asentados en la región de Baricharasolicitó la categoría de Villa (es decir, un puebloreconocido con un grado más alto), la cual fuéotorgada en el año de 1821. Ya para 1824Barichara se convirtió en cabecera de Cantón y en1859 en capital de Departamento.

En may o de 1975 recibe el calificativo del “PUE-BLITO MAS LINDO DE COLOMBIA”, y el 30 de juniodel mismo año mediante resolución 005 es decla-rado MONUMENTO NACIONAL y ratificado con eldecreto 1654 del 3 de agosto de 1978, emanadode la Presidencia de la República y reglamentadocomo norma municipal mediante Acuerdo No.002de 1994, el cual fue modificado parcialmente porel Acuerdo No.015 del 14 de agosto del año 2000.

1.3. Conformación geológica delterritorio

Joseph Broen en 1834 describe así el paisaje enlos alrededores de Barichara: “dí un paseo con losRe yes hasta una eminencia a espaldas del pueblonotable por su dominante vist a sobre el va lle deenorme ex tensión, regado por el Suárez, en d irec-ción de una escarpada sierra de los Andes que noss e p a ra del Magdalena. Podíamos dist inguir la torrede la I glesia y varias de las casas de la Ro b a d a

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(Galán) un pueblo que descansa sobre el ant epe-cho de la cordillera que teníamos a nuestro frente.El viento est aba exc e s i vamente fuerte esa tarde, locual según se me di jo, sucede all í con frecuencia”.La formación geológica del territor io del municipiode Barichara dio lugar a paisajes part iculares nom-b rados desde siempre como el mirador sobre el ríoS u á r e z .

El paisaje circunvecino ofrece al visitante elespectáculo de caídas de agua sobre grandesmonolitos conocidos como el Salto del Mico y de laChorrera; don Manuel de Ansízar describió, a supaso por la parroquia a mediados del siglo: Lascorrientes de agua se encargan de dar vida al pai-saje con numerosas cascadas, algunas de las cua-les como la Paramosa cerca de Barichara que tiene250 metros de caída dividida en dos saltos y pro-tegida por una cavidad semicircular que se pro-longa hasta el fondo del estanque labrado por elagua al pie del terrible precipicio.

1.4. Topografía, hidrografía,vegetación

Desde el punto de vista topográfico, se puedenconsiderar dos zonas principales limitadas entre sípor la escarpa localizada al oeste del casco urba-n o, las cuales corresponden a la Mesa deBarichara, en la parte este de la zona; y la ver-tiente localizada sobre el márgen derecho del ríoSuárez, al oeste de la zona de estudio.

La Mesa de Barichara comprende en la partemás alta los municipios de Barichara y Villanueva .Esta zona presenta una pendient e suave (en gene-ral menos de 25° ), la cual se hace un poco máspronunciada en las inmediaciones de los diferentesdrenajes. En general se observa que la pendientetiende a ser un poco más suav e hacia el sector deV i l l a n u e va. La zona se caracteriza por la presenciade áreas cultivadas, pastizales naturales y maneja-dos, remanent es de bosques y localment e algunaszonas de ra s t r o j o s .

Las áreas de protección de los drenajes no seobservan en el mejor estado de conservación,especialmente en el sector de Villanueva, en lasinmediaciones del Embalse del Común, fuente deagua para los acueductos tanto de Villanuevacomo de Barichara; allí se aprecian lotes de culti-vos en las márgenes del cuerpo de agua, sectoresque debieran ser dedicados a la preservación delcuerpo de agua.

Parte baja de la Mesa de Barichara: Comprende la parte baja de los municipios de

Barichara y Cabrera, presentándose a menoresaltitudes, en general menores de 1.100 msnm. Apesar de la escasa disponibilidad de agua, estazona presenta una mayor diversidad en cuanto av egetación, debido al menor grado de interven-ción por parte del hombre.

Se presentan abundantes áreas con rastrojosque aumentan notablemente hacia las cercaníasdel Río Suárez, mezcladas con áreas de pequeñoslotes de cultivos y de ganadería caprina y bovinaen muy pequeña escala.

Las zonas de cultivos se localizan principalmen-te hacia las inmediaciones de la escarpa deBarichara, incluyendo fríjol, maíz, tabaco, tomate,ahuyama, patilla, etc.; todos ellos con muy bajatecnificación y poca asistencia técnica.

Es de notar que esta zona cercana a la escar-pada presenta un considerable riesgo a la caída debloques de roca desprendidos de la misma, lo cualse evidencia en la gran cantidad de estos materia-les diseminados al pie de la escarpada.

1.5. Clima

La zona de Barichara se caracteriza por la bajaprecipit ación y baja nubosidad, debido a la barreran a t u ral de la Serranía de los Cobardes, que impideel flujo normal de los vient os húmedos prove n i e n-tes del Valle Medio del Río Magdalena hacia estazona, los cuales al intentar franquear la serra n í a ,pierden su húm edad quedando convertidos en cor-rientes de aire seco, sin nubes, dejando expuest a lasuperficie de la región estudiada a los ray os del sold u rant e gran parte del día.

En la región se presentan dos tipos de climas:cálido y templado, ambos con tem pera t u ras a ltasque osci lan entre los 19°C y 28°C. En la región last e m p e ra t u ras ext remas registradas para e l períodode 1963 a 1992 son, según datos de la CompañíaColombiana de Ta b a c o1 , de 28°C en el norte de lazona a 350 msnm entre el río Suárez yChicamocha, y de 19°C en el Alto de Barichara, a1860 msnm. La Com pañía posee estaciones en losmunicipios de Vi llanueva y Barichara .

Los aspectos físico-climáticos más relevantespara el área de Barichara, son los siguientes: latemperatura estimada en la zona se caracterizapor presentar temperaturas que oscilan entre los19°C y los 28°C, con un promedio para la zonaurbana de 22°C.

La variación de la temperatura en el día (entre4°C y 5°C) se ve altamente influenciada por laintensa insolación y baja nubosidad, mientras quela frescura de la noche hace descender otro tantola temperatura. Esta variación térmica actúa sobrelos suelos y rocas, pudiendo facilitar el termofrac-turamiento (por dilatación térmica) y ayudando alos procesos erosivos.

La rápida y alta evapotranspiración es unas delas causas por las cuales esta región tiene unamarcada tendencia a la aridez, principalmente enla parte alta de la Mesa de Barichara.

Con respecto a la distribución anual de la tem-peratura, se observa que en el mes de marzo seregistran los valores más altos y en los meses deoctubre y noviembre los más bajos.

La zona de Barichara se haya sometida a unagran insolación, entre 2200-2600 horas de sol alaño, lo cual la coloca como el principal núcleosolar en Santander y el segundo en la CordilleraOriental. A nivel de precipitaciones el área deBarichara, tiene un régimen de lluvias bimodal,que se caracteriza por dos picos de máxima preci-pitación entre los meses de abril-may o y septiem-bre-octubre, así como dos períodos secos entrelos meses de junio-agosto.

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Foto aérea de Barichara, 1995 (fuente Instituto Agustín-Codazzi, Bogotá)

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1.6. Análisis de las problemáticassocio-políticas y económicasrelacionadas al tema de lavivienda rural y urbana

Le ley colombiana que rige la edificación nocontempla la tierra como material de construcciónaúnque en Barichara desde hace siglos se con-struya con este material, por la validez de estesistema constructivo, por actitud cultural y por lafacilidad de encontrar en el lugar la materia prima.

En área sísmica, (como es casi toda Colombia ysobre todo el área de Santander), y para los edi-ficios públicos, se acepta el uso del material tierraconjuntamente con fundaciones y armadura enconcreto.

Pe r o, en el caso de la vivienda rura l se sigue con-s t r u yendo con esta t écnica sobre todo en áreasr u rales (como en Barichara) o en zonas periféricasrespect o a los centros urbanos mayo r e s .

En el caso de Barichara aúnque no haya unmarco legal para construir viviendas nuevas entapia pisada, se verifica una situación atípica: laspersonas de clase alta siguen construyendo suspropias viviendas en tapia o rehabilitan antiguosedificios coloniales con las mismas tecnologías.Ellos reconocen el valor de estos edificios, por suhistoria, por su encanto estético además del valoreconómico y de sostenibilidad.

En cambio las personas que pertenecen a estra-tos sociales más pobres, como por ejemplo elc a m p e s i n o, no pueden constru ir en t ierra nimucho menos disfrutar de los recursos estatalesestablecidos para la vivienda popular.

De hecho los subsidios gubernamentales sedestinan solo para las construcciones en concreto,ladrillo cocido y ladrillo de betón, es decir, aquel-los materiales bajo la norma de la actual ley(Norma de construcción - NSR98).

La vivienda popular de bajo costo, ofrecida porel Estado, no responde totalmente a las necesida-des de un “hábitat” aceptable.

En la may oría de los casos estos tipos de vivien-da son inhumanos, de espacio reducido y quedansin acabados porque el subsidio solo cubre elmaterial básico para la parte estructural. Ademássucede con frecuencia que se utilizan techos deasbesto u ondulado en zinc con consecuenciasnegativas respecto al confort igrotérmico del inte-rior de los locales y también en el aspecto estéti-co del exterior.

Aún más, la ejecución de las viviendas popula-res está en la mano de los mismos habitantes,campesinos, obreros; es decir, personas que notienen el conocimiento de estas técnicas porqueestán acostumbradas a construir o rehabilitar(para una población de clase alta) casas en tapiapisada.

Esta paradoja conlleva al hecho de que la edifi-cación de viviendas populares quede incompleta,o con defectos estructurales debido a la mala eje-cución de la obra y a la escasa calidad.

Desde el punto de vista económico la viviendapopular, de dos pisos, hecha por los subsidiosgubernamentales, tiene un costo de 5.238.563pesos (1.918,36 euro), estamos hablando de unacasa de 21 m2 por piso y en obra negra.

El precio necesario para hacer una casa en tapiaque abarque casi el doble del espacio antes men-cionado es de aproximadamente 6.000.000 depesos.

Por esta razón se hace necesario impulsar elproceso, de modo tal que la casa en tapia puedaser aceptada por el Estado como una solución devivienda popular también en áreas sísmicas, yaque se ha comprobado a lo largo del tiempo elbuen comportamiento estructural (en áreas sísmi-cas) de los edificios en tierra.

En este contexto pueden observarse otras pro-blemáticas: algunas de las intervenciones hechasen el casco urbano histórico de Barichara, sobretodo las de estrato medio, se utiliza el concreto,ladrillo de betón o ladrillo cocido en conjuntos defachadas en tierra o en elementos tales como real-ces, subdivisión de espacios interiores, culatas oremates de cubiertas. Esta actitud, aúnque muyreciente, deriva del tentativo de imitación de len-guajes utilizados en áreas urbanas mayores ocomo un intento de demostrar un status económi-co y social elevado por ser estos materiales sím-bolo de la arquitectura y de la cultura citadina dela clase alta.

Por supuesto, esta situación hace que se dete-riore y pierda importancia el patrimonio históricoy aún más, crea problemas estructurales en losedificios en tierra preexistentes (véase Cap. 2.2).

La validez a nivel estructural, y la aceptacióninstitucional, de las construcciones en tierra crudagarantizaría una vivienda básica digna y permitiríaal mismo tiempo la conservación del patrimonioarquitectónico menor y del paisaje rural.

El mundo académico2 y cultural, in primis elMinisterio de Cultura Nacional - Subdirección dePatrimonio, se esta interesando cada vez másactivamente al problema, aúnque los temas de lanueva arquitectura y de la conservación del patri-monio menor en tierra cruda sean argumentostodavía nuevos o en vías de desarrollo.

1 Nota: Esta zona de Santander es muy rica en cultivosde tabaco que también se procesa en esta Región. LaCompañía Colombiana de Tabaco, una de las industriasmás famosas en Colombia, tiene sedes en Barichara y enSan Gil.

2 Nota: las universidades activas en Colombia sobre lastemáticas de la arquitectura en tierra cruda son princi-palmente la Facultad de Ingeniería de la “Universidad deLos Andes”, Bogotá; la “Universidad Pontificia Javeriana”,Bogotá; y desde hace poco tiempo la “Universidad SantoTomas” en Tunja.

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levantamientos básicos de la arquitectura históri-ca local, ni de las casas principales y más anti-guas.

Es por ello que este trabajo propone aplicar unametodología idónea para la documentación y elconocimiento de l pat rimonio arquitectónico“menor” en Barichara para así en un futuro poderampliarlo a todo el casco urbano, a su conjunto, ya otros pueblos en tapia pisada del área deSantander.

En la primera fase de la investigación, el análi-sis se enfocó en la descripción tecnológica y tipo-lógica de los edificios en tierra que fueron elegidoscomo modelos representativos dentro de la com-plejidad de las construcciones del casco urbano ydel área periférica (Barrio La Loma y sector LaAntigua) del Municipio de Barichara.

Al aplicar una metodología de inventario, sedecidió elegir una muestra de 13 edificacionesrepresentativas de las técnicas y tipologías loca-les; dichas edificaciones fueron escogidas tenien-do en cuenta los sectores en los que se divideBarichara.

En las trece fichas se describen de maneradetallada, a través de textos, dibujos y fotogra-fías, los materiales utilizados, las diferentes tec-nologías de construcción, la tipología de las vivien-das, los tipos de acabados, las dimensiones prin-cipales de los elementos estructurales, arquitectó-nicos y del espacio, las intervenciones realizadasen las construcciones a lo largo del tiempo, y final-mente el estado de conservación del edificio. Seanexan además algunas anotaciones de interésarquitectónico que permiten una mejor compren-sión del objeto de investigación.

Una nota importante, y característica atípicaaportada por el proceso de clasificación de dichasviviendas en Barichara, es que en las fichas deinventario se escogieron también algunos ejem-plos de intervenciones en proceso.

Este aspecto es fundamental porque revela elhecho de que la práctica arquitectónica y el cono-cimiento de las técnicas constructivas tradiciona-

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2. El inventario delpatrimonio arquitectónicoen tierra de Barichara y suconjunto

El inventario tuvo como objeto de investigaciónunas edificaciones que hacen parte del PatrimonioArquitectónico en tierra (tapia pisada, bahareque,bloque prensado y piedra) que representan lastipologías constructivas de Barichara.

El objetivo especifico de este método de catalo-gación es comprobar el buen funcionamiento delos edificios en tierra cruda, aúnque la construc-ción en dicho material no sea permitida ni codifi-cada por la ley, ya que estos edificios se realizande forma continua desde hace siglos y aún hoy díase siguen construyendo.

Por esta razón, a través del método de clasifi-cación aquí aplicado se documentan datos relacio-nados al funcionamiento tecnológico y a la tipolo-gía de los edificios.

Es oportuno destacar que los datos analizados yevidenciados, son aquellos relacionados a la com-prensión del comportamiento de los edificios entierra en el tiempo de acuerdo a su uso, así comoel indagar la respuesta de los mismos a las solici-tudes estructurales y a los efectos atmosféricosobservando también como han resistido hastanuestra contemporaneidad. Es por ello que enesta fase no se incluyeron elementos de análisisestético de ornamentos y decoraciones, entreotros.

En Barichara no existe un inventario global delpatrimonio arquitectónico en tierra, ni una evalua-ción del estado de conservación de las construc-ciones.

Si bien el pueblo de Barichara es un conjunto dearquitectura colonial “menor” reconocido comoBien de Interés Cultural de Carácter Nacional, ladocumentación histórica de esta área es muyescasa así como también la documentación grafi-ca y fotográfica de archivo. No existen tampoco

Una calle del Barrio periférico “La Loma” Carrera 7, n.7-78: antigua casa Republicana en tapiapisada (ref. ficha n.04)

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les en tierra son un proceso continuo, vivo yvigente. En Barichara se puede hablar de arqui -tectura viva: los procesos de relación con el hábi-tat, los procesos de edificación de nueva arquitec-tura así como de las intervenciones en el contex-to histórico, se desarrollan bajo un corpus dereglas no codificadas.

En la segunda fase del trabajo se identificaron einvestigaron los “puntos críticos” a nivel estructu-ral de cada edificio incluidos en el inventario. Laevaluación estructural se hizo por medio de unanálisis cualitativo.

Cotid ianament e se asiste a rehabilitaciones deedi ficios en tierra, sobretodo edificios que pert ene-cen al patrim onio arquitectónico m enor, efect uado,particularment e, por mano de m aestros de obras yno solo por mano de arquitectos y profesionales.

Las intervenciones, las prácticas de rehabilita-ciones y de nuevas edificaciones hechas por losmaestros de obras son, en la mayoría de loscasos, de buena calidad. Pero, en los últimosaños, se esta verificando una creciente degrada -ción del patrimonio histórico, esto es debido a laintroducción de técnicas y materiales importados,utilizados con frecuencia en los centros urbanosdel área metropolitana llamados también materia-les y técnicas “modernos”, o de estilo citadino, oeuropeo).

La introducción de materiales y tecnologías queno pertenecen a la tradición constructiva local pro-v oca, tanto en las obras de nuevas edificacionescomo en las rehabilitaciones, problemáticas detipo estructural y estético, así como también unaperdida de identidad cultural. Es por ello que nopodemos o lvidar que el centro histórico deBarichara es Monumento Nacional de Colombia yque, por esta razón, en estos momentos, necesitade urgentes instrumentos enfocados hacia la pro-tección de su patrimonio construido1 .

Es así que se hace básico e indispensable poderampliar la clasificación a todos los edificios delmunicipio a través de la aplicación de esta meto-

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Carrera 9: vista de los blancos perfiles coloniales y delempedrado de la calle

Carrera 9: vista de los perfiles coloniales y de lastechumbres en tejas de barro cocido

dología de inventario, que tiene cuatro objetivosespecíficos:

1. documentar las rápidas mutaciones aporta-das por las intervenciones cotidianas;

2. fortalecer las intervenciones realizadas ensistemas constructivos locales antes que el cono-cimiento del saber constructivo local se pierda;

3. servir de soporte a la aplicación de la regla-mentación vigente ante el peligro de la destruc-ción acelerada del patrimonio;

4. a partir del conocimiento patrimonial en tier-ra de Barichara, sentar las bases para la elabora-ción de un manual de correcta construcción entapia pisada que va a ser utilizado por los técnicosdel municipio de Barichara, teniendo en cuentaque esta ubicado en una zona sísmica de riesgoalto, y que en la misma, desde hace siglos, sesigue construyendo con las técnicas de la tierracruda, no obstante las limitaciones de la leynacional.

2.1. La ficha de inventariotipológico-tecnológico:metodología, objetivos,resultados

El inventario tuvo como objeto de investigación13 viviendas que forman parte del PatrimonioArquitectónico en tierra cruda (tapia pisada, baha-reque, bloque prensado y piedra), elegidos comomuestra representativa de las técnicas y de lastipologías locales.

Estos 13 casos fueron escogidos a lo largo detodos los sectores en los que se divide Baricharaya que la arquitectura del casco histórico y de suconjunto es bastante uniforme y cada edificio nopresenta di ferencias estilísticas m arcadas. Dehecho el crecimiento urbanístico del pueblo colo-nial se desarrolló, en su mayoría, en el arco de unsiglo, desde su fundación, en la época de lasegunda colonia.

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La ficha de análisis para el inventario de edifi-cios en tierra cruda evidencia las tipologías y tec-nologías.

La ficha se estructura en un número máximo detres o cuatro hojas y esta conformada por áreastemáticas: identificación del objeto, morfología ytecnología, estado de conservación, etapas con-structivas o intervenciones ocurridas y un espaciopara notas específicas.

En cada aspecto o área temática, se analizandetalladamente elementos específicos como siguea continuación:

IDENTIFICACION DEL OBJETO:- foto de la construcción (fachada)- ubicación del objeto en la manzana y en el sec-

tor urbano de pertenencia- planta-tipo de la construcción (dibujo a mano

alzada acotado)- época de construcción (o fecha si se conoce)

TECNOLOGIA y MORFOLOGIA:- breve descripción de la tecnología constructiva- listado de materiales que componen la estruc-

tura portante, la cubierta, los acabados internosy externos

- espesor de las paredes, tamaño de puertas yv entanas, altura de los techos

- detalles constructivos con foto o dibujos a manoalzada

ESTADO DE CONSERVACION - NOTAS DELAS ETAPAS CONSTRUCTIVAS O DE LASINTERVENCIONES OCCURRIDAS:

- intervenciones ocurridas en el edificio- estado de conservación actual (según una esca-

la de evaluación) y motivos del deterioro - presencia o ausencia de instalaciones eléctricas

o sanitarias

NOTAS - anotaciones varias (ej. notas históricas, estabi-

lización, notas populares, apuntes y otros.

Las descripciones y elementos analizados en laficha tienen objetivos precisos: comprender elfuncionamiento tecnológico de los edificios en tier-ra cruda además de sus tipologías y responder auna exigencia muy fuerte que es comprendercomo el sistema constructivo de nuestros antepa-sados es todavía actual a la forma del hábitat con-temporáneo propio del lugar.

La im portancia de esta inv estigación radica en lapuesta a la luz de la actual idad de las técnicas, lavigencia, la modernidad, la efectiva respuest a cli-mát ica y sísmica, etc. (véase Cap. 2.2).

Un dato importante y un valido instrumento deinvestigación, además de ser aporte fundamentala la falta de documentación histórica y cartográfi-ca, consistió en las fuentes documentales efectua-das a través del video-entrevista a “testimonioscalificados”.

Se entrevistaron v iejos obreros y maestros deo b ra que trabajan, o trabajaron hace largo tiempo,en el área de Barichara o en otros pueblos cercanosdel Depart am ento de Santander y también a algu-nos habitantes de las casas en t ierra cruda.

A través de las fuentes orales populares, pormedio del video-entrevista, fue posible compilaralgunos datos históricos con la finalidad de com-prender y reconstruir la historia de algunas con-strucciones, verificar las intervenciones ocurridasen estos edificios a lo largo del tiempo y sobretodo descubrir la presencia de las “reglas no codi-ficadas”.

Las reglas no codificadas, las prácticas popula-res compartidas en el manejo de lo construido,constituyen la realidad arquitectónica de un lugaren general y, aún más en aquellos contextos enlos que faltan instrumentos normativos eficacespara la construcción de lo nuevo así como para laintervención y preservación de lo existente.

Este aspect o cult ural es fundament al enB a r i c h a ra y representa el filtro a través del cualtodo sucede. La historia de la arquitectura enB a r i c h a ra se puede def inir como la de una arqui-t e c t u ra ve r n a c u l a r, o “arquitect ura sin arquitectos”.

En v ista de la ausencia de docum ent ación enrelación al caso-estudio se hizo uso de la fuent edocumental oral “viva ”, es decir, del establecimien-to de una relación d irecta entre el invest igador ytest im onios privi leg iados que resulto' ser un mét o-do de invest igación muy eficaz, así como un inst ru-ment o clave para agrupar un considerable numerode noticias no so lo técnicas, sino también de t ipoc u l t u ral , además de recopilar in formaciones ydatos de d iferent es temas. También el t rabajo declasificación según la fecha / época de construcciónde algunos edi ficios, se hizo a t ravés de este apor-te “d irecto” resolv iendo así el problema de laausencia de document ación.

Son estos aportes culturales: la comprensión dela visión del hábitat en tierra, la relación del serhumano con la tradición constructiva, los elemen-tos que orientan y permiten la permanencia y lavigencia de la mismas técnicas constructivas asícomo de sus formas de mejoramiento y renova-ción.

2.1.1. La ficha sinóptica: resumenesquemático de datos de las 13 fichasde inventario

La ficha esquemática es un resumen de losdatos principales relativos a los trece casos inve-stigados.

El esquema, elaborado en un archivo del pro-grama Excel, es útil para una visión de conjunto ypuede ser utilizado para la elaboración de un posi-ble data-base de inventario.

Se espera, en un proceso futuro, de poderconectar, a través de un link de texto, el resumenesquemático (listado general del patrimonio arqui-tectónico clasificado) con una lectura profundiza-da de la fichas completas de cada edificio.

La ficha sinóptica contiene el listado de todaslas viviendas clasificadas y los datos organizadosen forma de esquema. La mayoría de los datosderivan de la ficha de inv entario tipológico-tecno-lógico, otros se relacionan a uso/función, identifi-cación de los propietarios, constructores, etc. En

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el listado siguiente se muestran los datos organi-zados por temas.

UBICACION DE LOS OBJETOS - RELACIONCON EL CONJUNTO

- n. Ficha;- ubicación (calle, manzana, sector).

TECNOLOGIAS - MATERIALES:- técnica (tapia, bahareque etc.).

CARACTER/TIPO:- campesino, señorial, contemporánea, colonial,

etc.

HISTORIA - DATOS - estado actual de conservación (buen estado, en

rehabilitación, etc.)- fecha de construcción (hipotética o cierta).

PROPIETARIO ACTUAL - dueño del edificio y/o persona que lo habita.

AUTORES DE LA OBRA (ACTUALES)- arquitecto que proyectó o rehabilitó la obra- maestros de obras que construyeron o rehabili-

taron la obra

Un aspecto fundamental de aclarar sobre losautores de la obra es que en el caso de edificiosantiguos, los autores que se presentan aquí noson los autores de la obra originaria si no los querehabilitaron el edificio (sean arquitectos o seanmaestros); en cambio, en el caso de obras moder-nas o contemporáneas se pudo afirmar con certe-za el/los autores de las obras. De hecho, como yase ha explicado, casi todas las noticias sobre losautores originarios de las construcciones antiguasson desconocidas ya que para la mayoría, el cen-tro histórico de Barichara esta caracterizado poruna “arquitectura sin arquitectos” siendo así aúnhoy día.

En seguida se presentan, en sus completasestructuras, cinco ejemplos de fichas de clasifica-ción y tres de las fichas de evaluación estructura-les a estas relacionadas, elegidas entre los trececasos analizados.

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Dichos ejemplos muestran cinco de las vivien-das más representativas o de mayor interés arqui-tectónico por la complejidad de las intervencionesa estas realizadas, o por ser representativas de lastipologías locales: dos antiguas viviendas colonia-les en tapia pisada y bahareque y dos viviendascontemporáneas en tapia pisada.

Precisam ente las v iviendas analizadas en las“fichas de catalogación tipológico-tecnológico”:n.01 (vivienda co lon ial en tapia p isada, de AnitaPaís Bueno); n.04 (vivienda rural, colonial, enbahareque del señor Gust avo Acosta); n.12 (v ivien-da contemporánea en tapia pisada, “casa Moreno-Cabeza); n.13 (vivienda contemporánea en tapiapisada y bahareque, “casa Pinto”), y sus relativa s“fichas de análisis de la debil idad estructura l ”.

2.2. Ficha de análisis de lospuntos de debilidad estructural

Como ya hemos mencionado (v éase cap. 1 .6) laley colombiana que rige la edificación no contemplaa la t ierra como material de construcción, aúnqueen Barichara se construya así desde hace siglos seapor la costumbre, la facilidad de ejecución, la eco-nomía y t ambién por la va lidez tecnológica.

La incertidumbre en Colombia acerca del com-portamiento sísmico de la tapia es debida a lossismos recientes en el Eje Cafetero. Esto no signi-fica que este material no tenga una efectivarespuesta al sismo sino que el problema esta enlos casos donde puede observarse una ejecucióninapropiada o un empirismo sin mejoramiento;también los diseños de casas en tapia con imita-ción de formas arquitectónicas propias de mate-riales más resistentes tales como como ladrillococido, concreto o cemento, cuyo comportamien-to estructural es diferente, es decir, en otras pala-bras, el uso de un lenguaje inapropiado.

En el caso específico de Barichara, como se hadicho anteriormente, encontramos casos de reha-bilitaciones del patrimonio en tierra efectuadas

Ficha sinóptica: resumen de datos de las fichas de inv entario

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con los materiales antes mencionados que aquíhemos denominado “modernos”.

Para evaluar y comprobar el comportamientoestructural y sísmico de los edificios en tapia ybahareque y para verificar si las intervencionescon nuevos materiales en las obras de tapia real-mente pueden ser fatales, se decidió, en unasegunda fase del trabajo, analizar desde el puntode vista estructural cada edificio investigado en laprimera parte del inventario tipológico-tecnológi-co.

Se relacionaron entonces, por cada ficha otrasfichas de evaluación de los puntos y elementos dedebilidad estructural de cada construcción.

Después de la evaluación, y de las criticas, delsistema estructural, se hipotizaron, en forma sin-tética, algunas propuestas de fortalecimiento delos puntos débiles.

La metodología de análisis estructural u tilizadaes cual itativa - d e s c r i p t i va, fruto de un “ril ievo cr iti -c o ”2, de la observación de los objetos junto a losestudios de las reglas vigentes de construcción ent i e r ra cruda, que se han utilizado hasta hoy y de lap ractica del saber hacer c o n s t r u c t i vo local; sentan-do sus bases en la observación v isual y en la com-prensión del edificio en su totalidad, ut il izandodatos complement arios a lgunos de los cuales sonrecopilados en el primer tipo de ficha.

La finalidad de esta segunda parte del análisisconsistió en comprender cuanto y como, lasviviendas en tapia pisada, bahareque, y estructu-ra mixta, pueden responder como estructuras decarga en un contexto sísmico a lo largo del tiem-po. No en vano estas antiguas casas resistieron yresisten desde hace varios siglos a los efectossísmicos y atmosféricos, sin algún tipo de deterio-ro relevante.

La observación del aparato estructural y de lasfallas de las antiguas y nuevas viviendas en tierracruda es una guía para el aporte con miras a obte-ner un mejoramiento tecnológico, sea para lanueva arquitectura en tierra así como para lasobras de rehabilitación del existente.

Para la evaluación de las estructuras se analiza-ron los edificios teniendo en cuenta los siguientesaspectos, que son los que permiten la realizaciónde una buena o mala arquitectura en tierra.

IDENTIFICACION OBJETO:- fotos en formato de los puntos de debilidad

analizados.

ASPECTOS MORFOLOGICOS - TECNOLOGI -COS:

- análisis, diseño y concepción espacial;- estructuras de cargas. Paredes y estructuras de

cubiertas (techos, aleros, vigas etc.).

HISTORIA DE LAS INTERVENCIONES: - intervenciones realizadas en pasado

SINTESIS D E LA S PROBLEMA TICASESTRUCTURALES:

- listado de los puntos identificados de mayordebilidad

PROPUESTAS MODIFICACION Y MEJORA -MIENTO DE LA OBRA:

- anotaciones y sugerencias para el fortaleci-miento de dichos puntos débiles.

Las preguntas básicas que se impusieron comopunto de partida en esta fase del análisis fueron:cual es la estructura perfecta en tierra y en tapiapisada? Existe la necesidad de utilizar estabilizan-tes? Es oportuno emplear un mejoramiento tecno-lógico avanzado?

Antes de responder es necesario consideraralgunos puntos básicos: un buen diseño y unabuena concepción espacial que respondan a las“reglas de construcción con tierra” utilizadas entodo el mundo, hasta hoy codificadas en losmanuales y en la bibliografía existente (véasebibliografía consultada), ya constituye una buenareferencia para el buen funcionamiento y resisten-cia de un edificio en tierra cruda.

El respeto de las proporciones entre alto, anchoy largo de los muros, el respeto de las proporcio-nes entre llenos y vacíos, de las medidas de losdinteles respecto a las medidas y al tamaño de lasaberturas, el uso de una geometría simple y deejes simétricos, la ed ificación de una buenacimentación en piedra y la presencia de un “buensombrero” para cubrir, son garantías para “unabuena construcción en tapia pisada”.

Partiendo de estas premisas, confirmadas porlos const ructores locales de nuest ro análisis,podemos afirmar que todas las viviendas y casasen tapia pisada y bahareque de Barichara son demáximo dos pisos.

Esta tipología junto a las proporciones de losespacios mencionadas en el párrafo anterior, nosrevelan una cierta resistencia en caso de sismo.

La may oría de las viviendas de dos pisos, enBarichara, adoptan un sistema constructivo mixtoque utiliza la tapia pisada, con paredes muy espe-sas, en la planta baja, y un sistema más liviano yflexible, de paredes en bahareque, al segundopiso, junto a una buena cimentación en piedra(véase cap. 3.1.4).

El sistem a est ruct ural mix to se considera unaperfecta estruct ura sismor resist ente porqueperm it e dism inuir el peso de carga del segundopiso respect o al primero, creando f lex ib i lidade s t r u c t u ra l .

La cimentación en piedra constituye un elemen-to fundamental, y siempre presente, sea en lastipologías edilicias de un solo piso, en casas detapia pisada y en casas de bahareque, sea tam-bién en casas de dos plantas.

La combinación de paredes en tapia pisada obahareque junto a porciones, anexos o realces deconcreto, ladrillo de cemento y ladrillo cocido,resulta inapropiada en caso de sismo por la dife-rencia de reacción de cada uno de los materiales.

En los casos analizados la presencia de grietasy fisuras en las paredes se encuentran en sumayoría en edificios de tierra cruda que presentanintervenciones y rehabilitaciones hechas con lainserción de “materiales modernos”.

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El “buen techo”, garantiza la protección de laacción de las aguas de lluvia; esta es una cubier-ta con aguas pendientes y con aleros que sobre-salen de la pared, proyectándose sobre las calles,al menos unos 80 cm. Los techos “a la maneraantigua” siempre tienen una pendiente mayor quela de los techos construidos hoy en día además deuna forma más irregular en la curva.

Los amarres y las estructuras de madera de lascubiertas aseguran la estabilidad de las paredes yde los puntos críticos de los ángulos que, a veces,se fortalecen con unos elementos de amarresangulares en madera.

Los errores más frecuentes que se pusieron enevidencia en los casos analizados, en su may oríase relacionan a intervenciones hechas en materia-les o elementos ajenos a los preexistentes, sea enel caso de estructuras antiguas en tapia pisada,sea en las nuevas edificaciones. Ejemplo de elloson la introducción de realces o anexos en con-creto o ladrillo de concreto (o ladrillo cocido), rea-lización de aberturas de puertas y ventanas degrandes dimensiones, falta de proporción entrellenos y vacíos y el cierre de aberturas o de espa-cios en concreto o ladrillos.

Los errores conceptuales, constructivos, o dei n t e r venciones de edificios ant iguos, aúnquehechos totalmente en tapia o materiales compati-bles, se pueden sintetizar como sigue:- mala ejecución de la tapia durante el proceso

constructivo (tierra no controlada, no mejoradao mal pisada);

- falta de cimentación o cimentación indepen-diente de los muros;

- subdimensionamiento de las paredes en casode gran altura;

- introducción de muros sueltos (también en lamisma tapia pisada) o falta de amarre de ángu-los en las paredes de carga;

- muros de carga demasiado altos y pesados;- muros de carga de diferente altura (asimétri-

cos) que pueden prov ocar diferencias inercialesen la distribución del equilibrio y del peso desoporte del cargo de la cubierta;

- mutación exc e s i va de los espacios del interioro de las proporciones y de la geomet ría eng e n e ra l ;

- dinteles muy cortos respecto a la anchura de lasaberturas;

- sobredimensionamiento de anchura y altura depuertas y ventanas;

- aleros muy cortos o falta de protección de latapia o del bahareque; la falta de protección delos muros permite a la acción del agua de lluviaerosionar y pudrir las cañas y la madera facili-tando el ataque de los insectos;

- uso de madera blanda para la realización deltecho o dimensiones incorrectas de la cubiertacausando sobrepeso en las paredes de carga;

- falta de continuidad de los techos respecto a lasparedes que estos recubren;

- demolición de los remates de cubiertas.

Para el bahareque valen las mismas indicacio-nes y además es necesario poner may or atenciónen la realización de un buen pañete protectivo y

en el empleo de cañas bien secas. Estas precau-ciones permiten evitar que se pudran las cañas ylas maderas a causa de la infiltración del agua.

Las consecuencias de las malas prácticas son,como ya hemos visto, la aparición de grietas, fisu-ras, la sobrecarga del techo, la debilidad de lascubiertas y de las paredes hasta llegar al derrum-be de la estructura en situaciones extremas.

Desde las observaciones efectuadas no parecenecesario utilizar aportes tecnológicos específicos,ni el empleo de estabilizantes en las tierras ya quelos antiguos ejemplos muestran la validez de losresultados obtenidos con tan solo el uso de unacorrecta practica constructiva.

A partir del inventario, así como de la observa-ción y verificación de la manera de construir “a laantigua”, se pueden sentar las bases para la ela-boración de un buen manual de correcta construc-ción en tierra cruda que pueda servir tanto a losprofesionales como a los obreros y a los técnicosmunicipales, siempre gracias a la presencia de unaarquitectura viva que permita el mantenimiento yla renovación continua de estas técnicas.

El acierto de la validez del buen empleo deestas tecnologías, junto a la documentación delpatrimonio arquitectónico en tierra, que ha per-manecido hasta nuestra contemporaneidad, sonlas llaves para llegar a la aceptación legal y a lanormatización nacional de estos materiales, ade-más de la institución de una buena, nueva escue-la de arquitectura en tapia pisada.

Después de la investigación se llegó a conclu-siones sencillas, más no por ello poco importan-tes, como sencillos fueron los comentarios de lamayoría de los obreros y arquitectos de Baricharaacerca del uso de las tecnologías de la tapia pisa-da y de la tierra cruda: “¡la arquitectura en tierrano tiene misterio!”

1 Nota: ya aparece en los planes del Ministerio deCultura Nacional, junto al Municipio de Barichara y a laGobernación de Santander, el proyecto de aplicación delos instrumentos de preservación del Centro Histórico deBarichara a través del “Plan Especial de Protección delCentro Histórico y Conjunto de Barichara, Bien deInterés Cultural de Carácter Nacional” -“PEP, BIC-NAC”(año 2005).

2 Nota: Rilievo crítico , terminología utilizada en Italia enla práctica del levantamiento para la reconstrucciónestratigráfica de monumentos históricos-arqueológicos.La traducción literal es “levantamiento critico”.

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Plano de Barichara. Localizaciòn de las casas analizadas en las fichas de inventario

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F I C H AN. 01

FECHA:8.2004

SECTOR:Santa Bárbara

UBICACION:Carrera 9

MANZANA:n. 57

EPOCA DE CONSTRUCCION:después dél 1742

TIPOLOGIA:Planta a "L" con corredor ysolar; 1 piso.Tapia y bahareque.

I N V E N TARIO TIPOLO G I C O -T E C N O LOGICO DE EDIFICIOS DELC O N J U N TO DE BARICHARA

INTERVENCIONES:25 años atrás: construcción del baño en concreto, del corredor, deltecho del corredor y de una parte de muro perimetral en ladrillo yconcreto; actualmente está en renovación parte del techo y el acabado.

Levantó: Arq. Alessandra Battistelli

PLANTA

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F I C H AN. 01

DESCRIPCION DE LA TECNICA CONSTRUCTIVA:

MATERIALES DE LA ESTRUCTURA PORTANTE: Tapia pisada; basamento en piedra

MATERIALES DE LAS PAREDES DIVISORIAS: Bahareque (cm. 18 /20 de espesor)

MATERIALES DE LA CUBIERTA:Madera de cedro (viga y vigueta); pañete de barro;tejas en barro cocido

ESPESORES MAXIMOS DE LAS PAREDES: 55-60 cm. paredes en tapia pisada; 18-20 cm.paredes en bahareque

MEDIDAS MAXIMA VENTANAS Y PUERTAS: Ventanas: ancho cm. 89; alto cm. 120Puertas: ancho cm. 100; alto cm.230

ACABADOS DEL EXTERIOR:Pañete con acabado de cal blanca hasta el pie de lapared. No es visible el zócalo

ACABADOS DEL INTERIOR: Cal blanca y cal verde en algunas paredes. Techo conacabado de cal blanca

PRESENCIA DE INSTALACIONES:

ESTADO DE CONSERVACION:

GRADO 1. Ruinas

GRADO 2. Mal estado de conservación; graves daños estructurales y de los materiales

GRADO 3. Mal estado de conservación de los materiales en general, sin daños estructurales

GRADO 4. Buen estado de conservación; afectaciones superficiales (materiales y acabados) X

GRADO 5. Optimo estado de conservación (recién renovado o muy bien preservado)

EDIFICIO NUEVO

CAUSAS DE LA DEGRADACION: Daños comunes por uso cotidiano

ANOTACION:

Se esta reconstruyendo una parte del techo (la de la segunda habitación) con misma técnica ymateriales. El nuevo techo será rebajado respeto al originario y al techo que cubre la habitación delingreso. La razón del cambio de inclinación de las cubiertas es para evitar que se dañen rápidamentelas tejas por causa del viento. Esta, por lo meno, es la explicación de la dueña y del maestro de obra.Los amarres del nuevo techo están hechos con alambre y puntillas en vez de los originarios amarres enfique. La madera del viejo y del nuevo techo no tiene particulares tratamientos o inmunización, por lomeno eso parece a la vista de las porciones de cubiertas sin acabados.Se tratarán las paredes del interior con nuevos acabados, de barniz o de cal.

Si electricidad y agua; no gas (solo bombilla).Lasinstalaciones están escondidas

Todas las paredes perimetrales son de tap ia pisada; las paredes divisorias del interior son de bahareque; lapared exter ior que queda en el patio es tam bién de bahareque; el basam ento de las paredes en piedra no esvisible porqué el acabado, de cal blanca, está presente hasta el pie de los muros. Las paredes en tapia-pisada miden desde 55 hast a 60 cm de espesor; las paredes en bahareque m iden 18-20cm. Hay dos tipos de cubiertas: el primero, de la hab itación principal (desde el ingreso) es del t ipo "par ynudil lo" con vigas de madera, cañas gordas, pañete y te jas de barro cocido, acabado de cal; el segundo techo(que se esta act ualmente renovando) es del tipo senci llo "par e hileras" , de menor altura, misma técnica deconstrucción y ma teriales. Todas las paredes (a l ext erior e interio r); el techo y el alero t ienen acabado de ca lblanca . Ventanas y puertas en madera, de forma y dibujo simple, están pin tadas de barn iz azu l.

I N V E N TARIO TIPOLO G I C O -T E C N O LOGICO DE EDIFICIOS DELC O N J U N TO DE BARICHARA

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F I C H AN. 01

I N V E N TARIO TIPOLO G I C O -T E C N O LOGICO DE EDIFICIOS DELC O N J U N TO DE BARICHARA

CORTES Y DETALLES TECNOLOGICOS

Detalle del apoy o del techo a la pared Encañado del techo Haciendo el encañado del nuevo techo

Techo del ingreso Cumbreras de los dostechos

Techo del ingreso: otro ángulo

Corte trasversal AA'1. Viga tirante (madera); 2. pares en madera; 3.cumbrera; 4. pares; 5. encañado; 6. barro (pegantey aislante); 7. tejas en barro cocido; 8. muro decarga en tapia; 9. adobe del remate de cubierta.

Corte trasversal BB' 1. Viga tirante; 2. nudillo; 3. par en madera; 4. encañado (o cañiz); 5.barro utilizado como pegante y aislante; 6. tejas de barro cocido; 7.pared en tapia pisada; 8. ladrillo concreto; 9. madera ordinaria (alerodel techo).

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ELEMENTOS ANALIZADOS Y EXPLICACIONES PARA LA EVALUACION DE LOS PUNTOS DE DEBILIDADESTRUCTURAL DEL EDIFICIO

DISEÑO YCONCEPCION

INTERVENCIONESREALIZADAS

ESTRUCTURAS DECARGAS: PAREDES YPLACAS

ESTRUCTURAS DECUBIERTAS: TECHOS

PUNTOS DE MAYORDEBILIDAD

PUNTOS AFORTALECER

El diseño originario y la concepción espacial y de las proporciones es bueno: elespacio está subdividido por paredes y áreas regulares, de forma cuadrangulary rectangular; la posición de las aberturas es bastante simétrica, así como lassubdivisiones del espacio. Se nota la proporcionalidad entre planta y alzado yentre llenos y vacíos, a la manera antigua. Donde existe todavía el respeto de la concepción original se puede afirmar conseguridad que el edificio es funcional y estable. En cambio, las intervencionesmodernas (de aproximadamente 20 años atrás) pueden ser causa deafectaciones.

1. Demolición de un muro de carga, trasversal, en tapia pisada (con espesororiginal de 55 cm): substitución del mismo por una pared en ladrillo cocidopuesto en obra por el lado corto. La nueva pared es muy delgada respeto a lapreexistente a la que se anexa y presenta una columna de refuerzo hasta laviga solera.2. Cambio de altura y de estructura de la cubierta de la segunda habitación,con interrupción de la continuidad estructural de la cubierta.

En este ed ificio, hecho por el saber const ructivo popular, y que pertenece a unaa r q u i t e c t u ra de importancia "menor", están respet adas las "reglas" básicas deesta tecnología que sugieren la const rucción de pared de carga en t apia ysubdivisiones, o paredes que no soportan exc e s i vas cargas, en bahareque. Po rmedio de una observación cualitativa parece que las paredes de tapia, yt ambién las de bahareque, son buenas a nivel constructivo y estructural. Apesar de que la casa es una de las más antigua del pueblo, las paredes parecensoportar muy bien e l paso del tiempo y los sism os que se han presentado.

La parte de techo or ig inal que quedó después de la intervención de est osúlt im os días, es constructivam ente m uy buena (hecha a la manera ant igua, cona l t u ra y pendiente del 30%). La parte nueva en cambio se construyó condiferent e t écnica y d iferent e pendiente respet o a la precedente (el nuevo techoes más bajo). Se perd ió entonces la cont inuad estructural de las cubiert as que,al principio, eran constituida por un so lo elemento. Est e cambio puede, en casode sismo, causar daños a las paredes de carga por no permitir un buen ycontinuo amarre del perím et ro de los m uros.

1. La parte nueva de la cubierta recién terminada, más baja de la partepreexistente, causa debilidad en la parte del remate antiguo. El viejo rematequeda descubierto y discontinuo a nivel estructural.2. La nueva intervención con la construcción de la pared en ladrillo y concreto.3. Las grandes aberturas.

1. Recuperación de la cubierta a la "manera antigua" y con la continuidadrespecto a la parte original; o refuerzo del remate de la cubierta más viejo quequedó descubierto.2. Recuperación del muro en ladrillo en concreto con bloques de adobe hechoscon tierra local para evitar el efecto "cuchillo" en caso de sismo.3. Evaluación de las medidas de las aberturas o refuerzo de las mismas condinteles nuevos y largos.

R E F. aF I C H AN. 01

Fecha:10/2004

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C ASA CAMPESINA COLONIAL - 1 PISOTECNICA DE LA TAPIA PISADA Y BAHAREQUE

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Fecha:10/2004

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C ASA CAMPESINA COLONIAL - 1 PISOTECNICA DE LA TAPIA PISADA Y BAHAREQUE

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F I C H AN. 04

FECHA:8.2004

SECTOR:Comercio

UBICACION:Carrera 7, n.7-78

MANZANA:n. 67

EPOCA DE CONSTRUCCION:1920

TIPOLOGIA:Planta a "O"; casa colonialcon patio (claustrada) entapia pisada; 1 piso

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INTERVENCIONES:El dueño la adquirió en el 1991 y encontró la casa así como es hoy, conel mismo volumen. Únicas intervenciones aportadas: abertura de dos ventanas en unapared en tapia pisada; construcción de un baño en lugar de doshabitaciones; mejoramiento de la cocina y disminución de la puerta delmismo vano; nuevos edificios en bahareque en el jardín exterior;demolición del "cielo raso" que ocultaba la cubierta interna.

Levantó: Arq. Alessandra Battistelli

PLANTA Y MEDIDAS

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F I C H AN. 04

DESCRIPCION DE LA TECNICA CONSTRUCTIVA:

MATERIALES DE LA ESTRUCTURA PORTANTE: Tapia pisada; basamento en piedra escondido (alto cm.80 aprox.)

MATERIALES DE LAS PAREDES DIVISORIAS: Solo dos en bahareque (las de las piezas y de lacocina), todo el resto es en tapia pisada

MATERIALES DE LA CUBIERTA:

Vigas en madera de moral (rollizo); bárrete y viguetasen madera de cucharo (rollizos); pañete de barro;tejas en barro cocido, acabado de cal. Techo de lacocina y del jardín sin acabado

ESPESORES MAXIMOS DE LAS PAREDES: Todas las paredes en tapia pisada miden 70 cm.; lasparedes en bahareque son de 20-22 cm.

MEDIDAS MAXIMA VENTANAS Y PUERTAS:Puertas de entrada: ancho 130 cm x largo 270 cm. Puertas internas: ancho 120 cm x largo 270 cm.Ventanas originales: 100 cm x 130 cm.

ACABADOS DEL EXTERIOR:Pañete con acabado de cal blanca hasta el pie de lapared. No es visible el zócalo.

ACABADOS DEL INTERIOR:Cal blanca. Techo con acabado de cal blanca aexcepción del techo de la cocina y de la parte deltecho que se asoma al jardín

PRESENCIA DE INSTALACIONES:

ESTADO DE CONSERVACION:

GRADO 1. Ruinas

GRADO 2. Mal estado de conservación; grav es daños estructurales y de los materiales

GRADO 3. Mal estado de conservación de los materiales en general, sin daños estructurales

GRADO 4. Buen estado de conservación; afectaciones superficiales (materiales y acabados)

GRADO 5. Optimo estado de conservación (recién renovado o muy bien preservado) X

EDIFICIO NUEVO

CAUSAS DE LA DEGRADACION: –

ANOTACION:

La casa está muy bien preservada y renovada. La restauración ha sido muy respetuosa de la técnica yde la topología existente y originaria. El dueño quitó el techo raso (típico de la época republicana) queescondía un magnifico techo en madera originaria, con grandes vigas de cucharo, muy viejas y bienpreservadas. El tipo de techo aparece, en la parte sin acabado, del tipo viejo sin puntillas, con el típicoamarre de las cañabravas en "bejuco de fique". Este tipo de amarre, en material natural, es muy fuertey asegura bien el techo.Todas las maderas (vigas, pares etc.) del techo están inmunizadas por unapelícula constituida por una mezcla de: aceite de carro “virgen”, pintura de laca y un anti-comején(insecticida). Esto preserva la madera y la inmuniza de los ataque de los insectos y también le da uncolor rojo muy agradable y bastante natural. Las habitaciones son muy altas: 5.30 m. desde el pisohasta la cumbre; 4.10 m. desde el piso hasta la solera.

Si electricidad y agua recién renovadas; no gas. Lasinstalaciones están casi todas escondidas y son nuevas

Todas las paredes perimet rales son de t apia pisada, de espesor m uy ancho (70 cm.); las paredes divisoriasde l inter ior son casi todas en tap ia, except o t res paredes de bahareque (dos nuevas); el basamento de lasparedes en p iedra no es visible porque el acabado llega hasta el pie de las paredes (también en el exter ior).El t echo en madera rol liza de moral y cucharo, con encañado y pañete, est á muy bien hecho siendo ant iguo. Las cubiertas son del tipo "par y nudillo" a dos aguas. La cubierta de la cocina, siem pre de l t ipo "par ynudi llo" , no tiene acabado n i pañete, es del tipo "rústico" . El techo del corredor, siem pre del tipo antiguo y sina c a b a d o, tiene amarres en fibra veget al (fiquet ón). En el patio central, de t ipo claustra d o, hay co lum nasc u a d radas de poco espesor, con basamento en piedras vernáculas. Las ventanas, puertas y columnas delpatio est án pintadas con barniz verde claro.

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F I C H AN. 04

I N V E N TARIO TIP OLO G I C O -T E C N O LOGICO DE EDIFICIOS DELC O N J U N TO DE BARICHARA

OTRAS IMÁGENES: INTERIOR Y EXTERIOR

El solar con el nuevo mezanine embarandado

Detalle del techo de una de lashabitaciones

Pared en tapia de70 cm. de ancho

Detalle del techo del comedortipo “par y nudillo”

Techo del patio: detalle angular

Techo de la cocina sin acabadoy amarres en bejuco de fique

Columna del pat ioTecho del corredor: detalle delos amarres en bejuco de fique

Techo del solar sin acabado

El patio claustrado con las columnas en madera

Fachada lateral: el perfil originario de la calle es integro euniforme; no hay nuevas ventanas a que interrumpan la fachada

Conformación de un corredor interno como espacio detransición entre la galería central y las habitaciones

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ELEMENTOS ANALIZADOS Y EXPLICACIONES PARA LA EVALUACION DE LOS PUNTOS DE DEBILIDADESTRUCTURAL DEL EDIFICIO

DISEÑO YCONCEPCION

INTERVENCIONESREALIZADAS

ESTRUCTURAS DECARGAS: PAREDES YPLACAS

ESTRUCTURAS DECUBIERTAS: TECHOS

PUNTOS DE MAYORDEBILIDAD

PUNTOS AFORTALECER

El diseño originario, y del antiguo, que se preservó solo por un 60% es bueno.También la concepción espacial es muy buena: el espacio es subdividido porparedes y áreas regulares, de forma cuadricular y rectangular; simétrico por lapresencia de un patio "claustrado". A nivel estético pero se puede hablar deuna vivienda de estilo "mezclado" entre "campesino" y republicano.El "nuevo" diseño concebí un doble pasillo a través de la construcción de unmuro en tapia pisada, ancho y suelto.La altura del espacio interior es grande y cubierta por techos altos y sólidos;las paredes, en tapia pisada, son muy espesas.

1. El "nuevo" diseño concebí un doble pasillo a través de la construcción de unmuro en tapia pisada, ancho, alto pero suelto por 12-13 m de largo.2. Engrandecimiento de dos abertura en la pared del comedor (pared de cargaperimetral). Estas ventanas resultan muy anchas.3. Se abrieron otras aberturas: una puerta con arco en la pared de divisiónentre la librería y la alcoba y una puerta en la pared suelta entre las dosalcobas de ángulo.

Las paredes antigua, de l proyect o originario, son muy buenas y de buenfuncionam iento estructural. Las paredes nuevas en cambio no son seguras y sondemasiado sueltas. La conformación del doble corredor es inútil por que' es un gasto de espacio ycausa una doble circulación en el mismo lugar.

Las cubiertas, por la f orma de las maderas rol lizas y t orcidas, probablementet enían "cielo raso"; son muy altas (mas de 4,5 m), resist entes y de gran peso.Se not a al term ino de algunas paredes el "escalón" vacío en donde se colocabael remate de cubiert a y en donde se apoyaba el "cie lo raso" (t ípico de la épocarepubl icana) que se quitó en las ultimas in tervenciones. Estos antiguos t echosson muy buenas estructuras. Las viejas maderas (vigas, v a ras, y pares) rollizasson f uertes y fueron inmunizadas y rehabil it adas en los últ im os años, coninmunizant e de insectos a base de aceite de carro y ant iguo mejen.

Las nuevas intervenciones son las que causan las debilidades estructurales deesta construcción: 1. La nueva pared en tapia que conformó el doble pasillo es demasiado sueltorespeto a lo largo (12-13 m de muro suelto), y respeto a la altura y espesor.Esto puede ser un punto crítico en caso de sismo.2. También los nuevos muros de las habitaciones constituyen puntos dedebilidad por que' se le quitó masa con la modificación de las aberturas(puertas y ventanas grandes en la zona del comedor).

1. Restituir el estado originario de la planta (quitar el muro suelto del doblepasillo).2. Darle nueva masa estructural a los punto donde se le había quitado (murosy ventanas).

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Fecha:10/2004

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C ASA REPUBLICANA, "SEÑORIAL" - 1 PISOTECNICA DE LA TAPIA PISA D A

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Fecha:10/2004

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C ASA REPUBLICANA, "SEÑORIAL" - 1 PISOTECNICA DE LA TAPIA PISA D A

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F I C H AN. 06

FECHA:8.2004

SECTOR:Comercio

UBICACION:Carrera 8, Calle 8

MANZANA:65

EPOCA DE CONSTRUCCION:1800 (no acertada)

TIPOLOGIA:Tipologia a "I", casa enbahareque de tipo"campesino"; 1 piso.

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INTERVENCIONES:El dueño la compró hace un año y la rehabilitó casi enteramente perosin destruir las viejas paredes de bahareque, ni las maderas del techo(en cucharo), ni el volumen originario.Se aportaron estos cambios: cierre de una puerta de comunicaciónentre las dos piezas; abertura de una pequeña ventana en una de lashabitaciones; edificación del baño en piedra; edificación de la cocina enadobe y tapia. Para el reforzamiento estructural de las paredes en bahareque se utilizóuna técnica sencilla pero muy eficaz con madera rolliza (ver"anotaciones").

Levantó: Arq. Alessandra Battistelli

PLANTA YMEDIDAS

LEGENDAINTERVENCIONES

Refuerzo delbahareque: palosde madera rolliza

Refuerzo delbahareque:cimentación enpiedra

ingreso desde Carrera 8

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DESCRIPCION DE LA TECNICA CONSTRUCTIVA:

MATERIALES DE LA ESTRUCTURA PORTANTE: Bahareque y madera de cujì (para refuerzo)

MATERIALES DE LAS PAREDES DIVISORIAS: Bahareque y madera de cujì (para refuerzo)

MATERIALES DE LA CUBIERTA:

Vigas y pares en madera de cucharo rolliza, vieja; solouna de moral; encañado; barro; tejas en barro cocido.Techos del corredor y patio sin acabados. Amarres enbejuco de fique

ESPESORES MAXIMOS DE LAS PAREDES:Las paredes en bahareque miden desde 22 cm. hasta40 cm. en los punto en que hay refuerzo en madera

MEDIDAS MAXIMA VENTANAS Y PUERTAS: Puertas: ancho 130 cm x largo 210 cm. Ventana grande: 40 cm ancho x largo 90 cm.

ACABADOS DEL EXTERIOR: Cal blanca en la fachada.Ventanas y puertas en madera natural

ACABADOS DEL INTERIOR:Cal blanca al interior de las paredes.Pisos en piedra en el patio, cocina y baño; piso enbarro cocido en las habitaciones.

PRESENCIA DE INSTALACIONES:

ESTADO DE CONSERVACION:

GRADO 1. Ruinas

GRADO 2. Mal estado de conservación; graves daños estructurales y de los materiales

GRADO 3. Mal estado de conservación de les materiales en general, sin daños estructurales

GRADO 4. Buen estado de conservación; afectaciones superficiales (materiales y acabados)

GRADO 5. Optimo estado de conservación (recién renovado o muy bien preservado) X

EDIFICIO NUEVO

CAUSAS DE LA DEGRADACION: –

ANOTACION:

El proyecto de recuperación: cambio del encañado y recuperación de las maderas podridas y dañadas; cambiode los pares (manteniendo e l mismo dibujo y la misma t ecnología del techo). En la fase de la rehabi lit ación se comet ió el er ror de quit ar el t echo: eso causó debilidad estructural a lasparedes de carga que se abrieron. Por eso fue necesario fortalecer t oda la estructura. El aporte tecnológ ico másimport ante, para rem ediar este error, fue el reforzamiento estructural de las paredes en bahareque exist entes.Por eso se utili zó una t écnica sencilla pero muy eficaz y económ ica: se adhirieron a la estruct ura originariavigas y palos de madera rol liza (cují y cucharo), poniéndolos al lado de cada palo de la estructura originariap a ra no dest ru irla. Después se cubrieron las paredes con pañete y acabado de cal blanca. Pa ra el reforzamient oy el aislamiento de la humedad de las paredes exter iores (en fachadas) se const ruyó un zócalo de piedra dea n c h u ra mayor de las paredes (ver d ibujos). Nuevas const rucciones: el baño, totalm ente en piedra con pareden forma semicircular; la cocina en adobe y piedra. El proyecto de rehabil itación está muy bien hecho y esrespetuoso de lo existent e pero con aport es de modernidad en el diseño de los det alles (ej. estantes en caña ybahareque) y en la t ecno logía de reforzamiento de las paredes.

Si electricidad y agua; gas en bombilla. Lasinstalaciones eléctricas son nuevas y están escondidas

Todas las paredes perimetrales y d ivisorias son de bahareque de espesor bastante ancho: desde 22 cm. hast a40 cm. (se llega a 40 cm. en el punto donde se pusieron los elem entos de reforzamient o en madera rolli za, allado de los palos de la estructura de bahareque, en los ángulos y a los bordes de puertas y ventanas). Lasparedes perimetrales tienen un refuerzo en p iedra de a ltura cm. 60 y que sale del perfil de la fachada de 20c m . Los techos en madera rolliza, muy viejos, con encañado y pañete, al interior de las habitaciones estánamarrados solamente con "bejuco de fique", así como los palos y las vigas de madera. Hay dos tipos detechos en las habitaciones (ver fotos). Los dos tienen acabado de cal sobre el encañado. Para preservar lasmaderas del techo contra los insectos y para darles el color rojizo se utilizó un tratamiento a base de:combustible HCPM mezclado con una gota de trementina en linaza. El techo del corredor no tiene acabado yes bien visible el típico amarre en fique. Las columnas son de madera cuadrada sobre basamento en piedra.El piso está pegado con barro, así como la pared en adobe de la cocina.

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CORTES Y DETALLES TECNOLOGICOS (fotos y dibujos)

Techo del corredor (planta)

Techo de la habitación principalen madera de cucharo

Refuerzo en maderadel bahareque

Detalle de la segundahabitación

Paredes perimetrales (decarga) en bahareque reforzado

Refuerzo angular enmadera

Paredes per im etral en b ahareque:r e f u e r zo en piedra a la base

El baño: nueva construcción enpiedra estructural

Techo: detalleangular

Otro refuerzo del bahareque:viga de madera rolliza adheridaal existente

Techo del corredor: madera yencañado con amarre en fique

Techo del corredor (corte)

Paredes en bahareque reforzado (planta)

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FECHA:9.2004

SECTOR:La Loma

UBICACION:Carrera 9

MANZANA:90

EPOCA DE CONSTRUCCION:2000

TIPOLOGIA:Caney de tabaco; patiorodeado por diferentesvolúmenes; 1 y 2 pisos;tapia pisada

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PLANTA

INTERVENCIONES:El edi ficio es el result ado de una interv ención de un caney preexist ente(el edificio principal), y de otros anexos, al que se aportaron muchoscambios: la construcción que resultó se puede definir casi totalmenten u e va. En las paredes tra s versales del edificio principal, el más alt o, quee ran totalmente cerradas, se abrieron vanos desde el piso hast a lacumbre de la cubierta, en la parte cent ra l del muro; casi todas lasventanas, que estaban mal construidas y desproporcionadas respeto a lasm edidas de las paredes, se cambiaron; se añadió un cuerpo longitudinalcon habitaciones; se cambió el techo y se const ruyó otro edificio , en t apiapisada, de m enores d imensiones en la part e baja del lo te

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DESCRIPCION DE LA TECNICA CONSTRUCTIVA:

MATERIALES DE LA ESTRUCTURA PORTANTE: Tapia pisada; basamento y cimentación en piedra

MATERIALES DE LAS PAREDES DIVISORIAS:Tapia pisada en todas las habitaciones; bahareque enel baño

MATERIALES DE LA CUBIERTA: Vigas, barretas y viguetas en madera rolliza nueva;encañado; barro; tejas en barro cocido

ESPESORES MAXIMOS DE LAS PAREDES:Todas las paredes en tapia pisada miden 50 cm en laparte del caney preexistente; las paredes divisorias,en la zona de la las alcobas miden 55 cm.

MEDIDAS MAXIMA VENTANAS Y PUERTAS:

ACABADOS DEL EXTERIOR: Pañete liso con acabado de cal blanca

ACABADOS DEL INTERIOR:Cal blanca en las paredes; el techo en encañado notiene acabado

PRESENCIA DE INSTALACIONES:

ESTADO DE CONSERVACION:

GRADO 1. Ruinas

GRADO 2. Mal estado de conservación; graves daños estructurales y de los materiales

GRADO 3. Mal estado de conservación de los materiales en general, sin daños estructurales

GRADO 4. Buen estado de conservación; afectaciones superficiales (materiales y acabados)

GRADO 5. Optimo estado de conservación (recién renovado o muy bien preservado)

EDIFICIO NUEVO X

CAUSAS DE LA DEGRADACION: –

ANOTACION:

La casa, implantada en un terreno inclinado, se articula entorno al volumen principal del salón socialinspirado en el caney de tabaco cuya vista frontal se orienta al paisaje explotando al máximo lasvisuales lejanas. Del cuerpo central se desprenden unos volúmenes que generan una planta libre conespacios independientes, en donde la solidez de las paredes de tierra se atenua gracias a la amplitud delos vanos y su relación con los patios. Todo este manejo espacial abierto se debe tanto al clima localcomo al muro de cerramiento compuesto por un antiguo camino en piedra y tapia pisada.El edificio, de nueva edificación sobre una parte preexistente, está localizado en el sector "La Loma",una zona de confín entre Barichara y el campo. La rehabilitación de la construcción es del Arquitectocolombiano Jesús Antonio Moreno Cárdenas, junto a la Fundación Tierra Viva.

Si electricidad y agua; gas en bombilla.Las instalaciones están escondidas y son nuevas

A nivel constructivo la casa es el producto de las normas básica de la Universidad del Perú sobre latecnología de la tapia pisada: los módulos son claros y homogéneos; el diseño y la concepción del espacioson regulados por las reglas de simetrías (ejes verticales y horizontales) sea en el plano como en laselevaciones; prevalen los llenos respeto a los vacíos. Estos constituyen no más del 30% respeto a los llenos;se nota el estudio de las proporciones; el basamento o cimentación, en piedra estructural mide 100 cm. enaltura. Las cubiertas fueron modificadas totalmente: presentan madera rolliza y encañado a la vista,pegante en barro natural y tejas de barro. La parte débil de esta construcción es propiamente el techo queno es del tipo "par y nudillo" y que, por mal diseño, tiene el "sanantonio" y sus refuerzos diagonales en elsentido contrario. La altura de la cumbre del techo del caney mide 500 cm; la cumbre del techo de lashabitaciones mide 370 cm. Un detalle constructivo al parecer sencillo y que, al contrario, es muy importantees la posición de puertas y ventanas: casi todas se enfrentan simétricamente así que sea garantizada laventilación de los locales y de las paredes para evitar la presencia de humedad. Los dinteles de puertas yventanas y de la estructura del mezanin son de madera moderna de talla cuadrada.

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Puertas del corredor de entrada: ancho 110 cm x alto200 cm (con dintel de 50 cm o 60 cm cada lado).Ventanas de las habitaciones: ancho 100 cm x alto145 cm

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OTRAS IMAGINES, CORTES Y DETALLES TECNOLOGICOS

Vista de la casa desde el brazode las alcobas

Detalle de una cubierta de lacasa: el encañado y el pañetede barro

Detalle de la puertadel pasillo-estar

Detalle del balcónen madera en elsalón

Una pared en tapiacon pañete

Una pared en tapiasin acabado

Detalle del pañeteen "cagajón"

El nuevo edificio en tapia conremate de cubierta en adobe

Detalle del mezanindel estar y de lacubierta

Abertura en lafachada principal entapia

Abertura en lafachada principal:vista diurna

Corredor en piedra:vista al techo delbaño

Fa cha da de ingreso al salón: senota la ba se en piedra de 100 cm

Detalle de la ventana y d el d intelen la pa red de ca rga en tapia

Vista del nuevo techo y delmezanin desde el estar de lacasa

Detalle del baño:pared en bahareque

Detalle del mezanin en maderay de la pared de carga en tapiapisada

La pared del baño enbahareque

Detalle del alero del techo: senota el encañado y la maderarolliza

Detalle de laescalera hacia lalibrería

Detalle del techo: tejaspegadas con barro al encañado

Detalle de una pared enconstrucción: piedraestructural, tapia y acabado

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FECHA:9.2004

SECTOR:B a r i c h a ra - p e r i f e r i a

UBICACION:La Antigua

MANZANA:–

EPOCA DE CONSTRUCCION:2001

TIPOLOGIA:Patio rodeado por diferentesvolúmenes. 2 pisos; tapia pisada.

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INTERVENCIONES:El edificio es totalmente nuevo (arquitectura contemporánea)

PLANTA 1. Habitaciones2. Baños3. Espéjo de Agua4. Bosque Nativo5. Terraza6. Patio Central7. Salón8. Comedor9. Cocina10. Ropas11. Depósito12. Tanque de Agua13. Frutales14. Acceso Vehicular15. Acceso Peatonal

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DESCRIPCION DE LA TECNICA CONSTRUCTIVA:

MATERIALES DE LA ESTRUCTURA PORTANTE: Tapia pisada; basamento en piedra

MATERIALES DE LAS PAREDES DIVISORIAS: Tapia pisada

MATERIALES DE LA CUBIERTA: Vigas, barretas y viguetas en madera rolliza de tejasen barro cocido; pañete con acabado de cal blanca

ESPESORES MAXIMOS DE LAS PAREDES: Todas las paredes en tapia pisada miden 50 cm.

MEDIDAS MAXIMA VENTANAS Y PUERTAS:Ventanilla: ancho 110 cm x alto 110 cm. Ventana ancha: ancho 140 cm x alto 110 cm.Puertas y ventanas: ancho 110 cm x alto 200 cm.

ACABADOS DEL EXTERIOR:

Pañete liso con acabado de cal blanca al primer piso;al segundo piso la tapia presenta una texturaondulada, con acabado color ocre, que se obtuvomediante un particular tipo de molde

ACABADOS DEL INTERIOR: Cal blanca en las paredes y en el techo

PRESENCIA DE INSTALACIONES:

ESTADO DE CONSERVACION:

GRADO 1. Ruinas

GRADO 2. Mal estado de conservación; graves daños estructurales y de los materiales

GRADO 3. Mal estado de conservación de los materiales en general, sin daños estructurales

GRADO 4. Buen estado de conservación; afectaciones superficiales (materiales y acabados) X

GRADO 5. Optimo estado de conservación (recién renovado o muy bien preservado)

EDIFICIO NUEVO

CAUSAS DE LA DEGRADACION:Erosión de la tapia pisada y perdida de color de lamadera donde el alero de la cubierta es demasiadocorto y no permite una buena protección de la lluvia

ANOTACION:

La casa, de nueva edificación, está localizada en la periferia de centro histórico de Barichara. La construcción surge en un contexto natural y rural, sin edificios a su alrededor, pero, a pesar de esto,su diseño moderno es respetuoso del lugar, sus proporciones y dimensiones "humanas": la altura es dedos pisos pero la casa no emerge desde la colina y se entreve a través de los árboles. A nivel formal se puede decir que en este ejemplo se mezclaron perfectamente las nuevas exploracionestecnológicas de la tapia pisada, el nuevo lenguaje estético y el respeto de algunos elementos tipológicoslocales (el patio creado por diferentes volúmenes, la relación espacial entre interior y exterior, el uso dela tierra y de la madera locales). La concepción del proyecto es del Arquitecto colombiano Jesús AntonioMoreno Cárdenas junto a la Fundación Tierra Viva.

Si electricidad y agua; gas en bombilla.Las instalaciones están escondidas y son nuevas

La casa se forma por dos vo lúm enes separados por un patio: uno aloja las habitaciones y el otro el áreasocial . El pat io se abre hacia un costado del predio y está bordeado por pérgo las de madera roll iza . Lascubiertas en tejas de barro a una sola agua permit en la formación de mezanin en las habit aciones y prove e nuna mayor altu ra en e l espacio social. Las pendientes del terreno se aprovecharon para acentuar la iden tidadde sus volúmenes. La propuest a arqu itectónica de la casa se apoya en una extensa investigación t écnica yestética sobre los sistem as constructivos. Las gruesas paredes en tierra present as diferentes t exturas que sonel result ado de la invest igación de la Fundación Tierra Viva que exploro' las diferentes posibilidades est éticasde la tapia pisada: la pared de l prim er piso es lisa mientras en t apia que constit uye la pared del segundo pisofue trabajada con un molde a supe rficie ondulada. A n ivel de concepción arquitectón ica el diseño de lasparedes en "L" es interesant e pero est os muros sueltos no funcionan b ien a n ivel estructural , sobre todo encaso de sism o. Las altu ras de las habit aciones miden, desde el piso hasta la cumbre, 2 m al pr im er piso y2.20 m al segundo. La cubierta, a una sola agua, presenta un punto de debi lidad en el alero lateral que, porser demasiado corto , permite la rápida erosión de la pared en tap ia. Ot ro punto de debil idad es la falta deestudio del mater ial tierra util izado: no se mejoró la calidad del materia l y se t rabajó más con el empirismode la sabiduría local.

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OTRAS IMAGINES, CORTES Y DETALLES TECNOLOGICOS

El patio en piedra condiferentes niveles de piso

Detalle del patio Vista en perspectivadel frente principal

Detalle de cubiertaen madera rolliza

Fachada principal:pared y aberturas

Vista de la casa desde el patiode ingreso

Detalle de lafachada lateral: laestructura en tapia

Detalle de la cubierta al interior Detalle del segundo piso: pareden tapia con textura ondulada

CORTES A-A'

CORTES B-B'

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ELEMENTOS ANALIZADOS Y EXPLICACIONES PARA LA EVALUACION DE LOS PUNTOS DE DEBILIDADESTRUCTURAL DEL EDIFICIO

DISEÑO YCONCEPCION

INTERVENCIONESREALIZADAS

ESTRUCTURAS DECARGAS: PAREDES YPLACAS

ESTRUCTURAS DECUBIERTAS: TECHOS

PUNTOS DE MAYORDEBILIDAD

PUNTOS AFORTALECER

La concepción espacial y arquitectónica es interesante y "moderna"; lasproporciones entre la anchura de las paredes y la altura, y entre aberturas ymasa es buena. En cambio en el alzado se nota una diferencia fuerte de lasparedes en vertical. Las paredes en "L" son muros sueltos.

La construcción es enteramente nueva y pertenece a la arquitecturacontemporánea en tapia pisada.

Las paredes de carga son muros sueltos que generan una forma en "L". Las proporciones entre anchura de las paredes y largueza, y entre aberturas ymasa es buena. En cambio en el alzado se nota una diferencia fuerte de lasdos paredes verticales. Esto genera un diferente equilibrio inercial en lasparedes que soportan el peso de la cubierta.La tierra de construcción de estas paredes no fué mejorada. El material no essupremamente bueno y se utilizó sin estudio de mejoramiento, solo a través deun uso "empírico". Pero al interior de las bases de las paredes (cimentación) seutilizó un amarre. Donde no hay amarres aparecieron fisuras de ángulo.

El techo, con media incl inación, es a una sola fa lda. En el a lzado se nota unadiferencia fuerte de las dos paredes en vertica les. Esto genera un diferenteequilibr io inercial en las paredes que soportan el peso de la cubierta: el pesosoportado es dif erente en los dos puntos de descarga.M i rando el perfil de la vivienda se nota que el alero lateral es demasiado corto:esto genera erosión en la tapia pisada, por causa del goteo direct o, donde noh ay acabado de cal, ni pañete. La parte superior de la pared tiene una textura ondulada que se dejó "a lavist a". En estos punt os, que quedan descubiertos y en directo contacto con elagua de lluvia, están apareciendo griet as y fisura s .

1. El material tierra que constituye las paredes de carga no es bueno: no seaportaron mejoramiento ni estudio profundizado del material tierra utilizado.2. El techo: alero lateral demasiado corto.3. El muro de carga más alto es demasiado pesado y, siendo diferente enaltura respeto al segundo muro de carga, puede causar diferencias inercialesen la distribución del equilibrio y del peso de soporte del cargo de cubierta.

1. Mejorar la resistencia de la tierra de construcción para evitar fisuras en lasparedes.2. Adelgazar el muro más alto.3. Mejorar el tipo de acabado.

R E F. aF I C H AN. 13

Fecha:10/2004

I N V E N TARIO TIPOLO G I C O -T E C N O LOGICO DE EDIFICIOS DELC O N J U N TO DE BARICHARAPA RTE II: EVA L UACION DE LOS PUNTOS DE DEBILIDADESTRUCTURAL DE LOS EDIFICIOS INVESTIGADOS

ARQUITECTURA CONTEMPORANEA - 2 PISOSTECNICA DE LA TAPIA PISA D A

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Fecha:10/2004

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ARQUITECTURA CONTEMPORANEA - 2 PISOSTECNICA DE LA TAPIA PISA D A

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3. Tecnología, materiales ypatrimonio

B a r i c h a ra se puede considerar uno de los ejem-plos de pueblos coloniales colombianos casi total-ment e construido en tierra cruda y en buen est a-do de conservación. Pero la peculiaridad respectoa ot ros centros h istóricos en tierra en Colombia,es que las técnicas de la tierra, como ya se had i c h o, se uti lizan desde la fecha de su nacimientohast a la época actual y sin haber encontra d ointerrupciónes.

Entre las diferentes técnicas en tierra que exi-sten se utiliza la tapia pisada, en la gran mayoríade los casos, así como el bahareque, y el adobe,que son utilizados solamente para elementos dedetalles.

Se encuentran también casos de sistema mixto,o sea, tapia con bahareque o tapia, bahareque ypiedra.

La piedra es empleada en todos los casos. Tapiapisada y piedra se consideran las dos técnicas porexcelencia “típicamente baricharense”.

La tapia pisada es todavía la técnica más difun-dida y consolidada, sea en los edificios civiles delcasco urbano, sea en las nuevas construccionesdel centro histórico y del área periférica o rural(Barrio la Loma, la Cantera, Piedra de Bolívar, laAntigua, fincas limítrofes, etc.).

La piedra, conjuntamente con la tierra, es tam-bién un material muy extendido y constituye elpatrimonio constructivo de Barichara así como latapia pisada.

3.1. Descripción de las técnicasconstructivas tradicionales

3.1.1 Tapia pisada

Durante el último año el Ministerio de Culturade Colombia ha declarado la tapia pisada “patri-monio inmaterial de la Nación”.

Este asunto es muy importante porque eviden-cia como el mundo cultural se ha dado cuenta dela existencia de un inmenso patrimonio vernacularque esta desapareciendo y de la necesidad devalorarlo.

En el territorio de Barichara y en sus lugareslimítrofes la tapia pisada es la técnica constructivamás extendida y la que más caracteriza el paisajecultural y arquitectónico de este Municipio (lasviviendas en tapia pisada constituyen aproxima-damente un 60%).

Los maestros de obra locales utilizan este siste-ma importado por los españoles en los tiempos dela colonia, y siguen utilizandolo empíricamentepero mejorandolo gracias a la continua práctica alo largo de los siglos.

Como ya hemos mencionado no solo es el siste-ma constructivo que ha permitido la constitucióndel patrimonio material histórico del casco urbano,sino también es el que identifica el vigente patri-monio cultural de este lugar.

Se emplea en las casas de todos los tipos, sobretodo en las viviendas de estrato medio, en lasseñoriales, también en los modernos barrios (ej.barrio la Cantera, parte del barrio El Portal,)Además representa un símbolo para los estratossociales altos que la emplean en la edificación deviviendas contemporáneas, o que rehabilitan anti-guas casas para hacer sus propias viviendas oviviendas de veraneo (ej. barrio La Loma).

La edificación de una estructura en tapia siguesintéticamente el siguiente proceso: se saca latierra en el mismo lugar de construcción de lacasa, tierra que sale de la excavación para lacimentación. Este espacio, antes de construir losmuros de carga con la tierra extraída, se rellenade piedra, con mortero de cemento, cal y barro,que va a constituir el basamento de cimentación yque mide un mínimo de 40 cm. de profundidadcon un ancho igual al del muro que se apoyará.

Sobre el basamento que sobresale de la exc ava-ción de aproximadament e 60 cm, se com ienza laedificación de los m uros perim et ra les en tapia: seposiciona un cofre de madera b ien cerrado porambos lados llamado t a p i a l, se hecha tierra húm e-da por dent ro y se com pacta (p i s a r) con un inst ru-ment o manual de madera llamado p i s ó n. Pa ra faci-litar la compactación del suelo húmedo en losángulos del encofra d o, que son los puntos más crí-ticos, es necesario utilizar un pison particular.

Al terminar la prim era armada se desarma elcofre y se em pieza el segundo con el mismo pro-ceso hast a que term ine la primera h i l a d a (o sea, elprim er nivel de muro). Se sigue así subiendo envertica l las armadas hast a que se termine la pared.

El rendimiento diario de la primera armada esmediamente de 6 metros cuadrados, incluyendo elcimiento sin excavación, a partir de la primerahilada es de 10 metros cuadrados.

Para un metro cuadrado de muro de 50 cm. (elmínimo espesor que puede medir un muro detapia) es necesario 1 metro cúbico de tierra.

Para construir muros de tapia es necesario uti-lizar un suelo arcilloso (plástico), seleccionado. Siel suelo tiene un alto contenido de arcilla deberámezclarse con arena gruesa.

Los maestros de obra de esta zona hacen unaselección del suelo empírica porque conocen muybien la tierra del lugar y saben donde hay mejorsuelo para la construcción; en cambio los moder-nos arquitectos que trabajan en esta área (comopor ejemplo los profesionales de la FundaciónTierra Viva) seleccionan la tierra de acuerdo apruebas de campo y por medio de ensayo en labo-ratorio, para poder mejorar y controlar la granulo-metría y escoger así la tierra apropiada.

La tierra de esta zona y la experiencia con-structiva de los maestros locales evita de utilizaralgún tipo de estabilizante en la mezcla usada. Elequipe de Tierra Viva utiliza un mínimo porcenta-je de cemento en algunos casos para estabilizar, ocuando es necesario lograr un efecto particular, obien para un mejoramiento de los muros es unanecesidad específica obtener aportes tecnológicos.

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Por lo general la tapia pisada se utiliza en lasparedes de carga; hay casos en los cuales el usode la tapia se da también en las paredes perime-trales de las casas campesinas, aúnque esto nosea la regla general ya que en el área rural seemplea por lo general el bahareque.

En los casos analizados las viviendas en tapiamás antiguas pertenecen a la época colonial(segunda mitad del S. XVIII y S. XIX). Los murosde carga encontrados miden de 70 a 80 cm deancho, en general. Hay también algunos casos deparedes que miden hasta 1 metro de espesor enlas casas más antiguas.

Los muros de tapia cumplen una función por-tante por ser elementos casi monolíticos; son resi-stentes a esfuerzos de compresión, pero al igualque la pared de ladrillo cocido, no a los de traccióny tienen buenas prestaciones igrotermicas. En loscasos inv estigados se han registrado diferenciasde temperatura entre el exterior e interior dehasta 4-5°C.

En las casas de tapia pisada la presencia dev entanas posicionadas simétricamente, o en ejeentre si mismas, permite la aireación y el controlde la húmedad al interior de las habitaciones.

En algunos apuntes elaborados por laFundación Tierra Viva respecto a la realización demuros en tapia sismorresistentes (véase cap. 4.2)se hace mención de las recomendaciones elabora-das y utilizadas en obras contemporáneas: “lasreglas básicas para una buena realización de tapiapisada en áreas sísmicas es la pureza de la forma.Los edificios deben ser compactos con densidad demuros arriostrados en ambas direcciones, simétri-cos para evitar torsiones en planta originadas porlas fuerzas del sismo, con espacios que tiendan aser cuadrados con vanos centrados en los muros”,y con predominio de la masa respecto a los vacíos,(en proporción del 30% al 70% como máximo).

“El peso de la cubierta tiene que ser indepen-diente para evitar los esfuerzos cortantes en losmuros debido al efecto péndulo : por esta razón esaconsejable la realización de una estructura inde-pendiente que soporte el peso dejando trabajarasí a los muros ante una solicitud sísmica”.

“Los vanos deben estar centrados; el borde ver-tical no arriostrado de puertas y ventanas deberáser considerado libre. En zonas de alta sismicidad,la distancia entre el borde libre de un muro y elelemento vertical de arriostre más próximo noex cederá de cinco veces el espesor del muro; deser mayor deberá provederse un arriostre en elborde del vano.

“Los refuerzos verticales y horizontales deberánser de varas de madera; los refuerzos horizonta-les deberán unirse entre si mediante amarres demadera en la esquina” de los muros perimetrales(ref. Fundación Tierra Viva, Memorias taller dearquitectura en tierra, Barichara, 2003).

Las construcciones en tapia pisada analizadasen este contexto responden a la mayoría de lasreglas de proyectacion básicas para hacer unabuena tapia sismorresistente, cosa que los tapie-ros y maestros de obra han experimentado en el

tiempo, eliminando y modificando los elementosde mal funcionamiento del sistema.

Las construcciones coloniales de Barichara ,aúnque soportaron y soportan sismos frecuentes(en Barichara <hay pequeños temblores todos losdías!>) a lo largo del tiempo, se encuentran engeneral en un buen estado de preservación y sinantecedentes de derrumbes de viviendas en lamemoria popular.

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Viejos maestros de obra construyendo un muro de tapia pisada

Obrero pisando tierra en tapial

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3.1.2 Bahareque

La técnica constructiva del Bahareque, respectoa la de la tapia pisada que fué importada por losespañoles, es la técnica constructiva en tierraheredada de los indígenas.

En Barichara, antes de la colonización, los pobla-dores de esta zona, que eran los ind ios Guane, u ti-lizaban cabañas de tierra con t echos de paja con-stru idas con el bahareque (mezcla de tierra, piedray malla est ructural de cañas y madera s ) .

El proceso de colonización en Santander y enesta zona de la región fué, como se dijo anterior-

mente, un proceso pacífico, así que, por muchosaños, se asistió a una relativa coexistencia entreciertos aspectos culturales y prácticas constructi-vas. Algunas de estas costumbres culturales y tec-nologías permanecieron hasta hoy día, entre ellas,el bahareque.

La técnica del Bahareque es muy económica, yasea por la facilidad para conseguir los materiales(que con frecuencia son de reempleo), así comopor su elaboración ya que no necesita de muchosmejoramientos sino que se trabaja con el materi-al básico, ni tampoco se necesita un molde o cofrecomo sucede con la tapia pisada.

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Viejo muro de tapia pisada

Calle hacia la Iglesia Parroquial con casas coloniales en tapia

Casa colonial en tapia pisada (ref. Ficha 01)

Antigua casa colonial, señorial en tapia y piedra

Viejo muro de tapia y piedra

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La técnica del bahareque consiste en la combi-nación de madera y cañabrava con barro y piedra.

La armadura se constituye de madera redonday cañabrava (inmunizadas): se hincan en verticallas maderas principales, o sea, las columnas, secolocan luego las maderas horizontales y diagona-les a las cuales se apuntillan sucesivamente lascañabravas en ambos lados (en esta fase seríamejor inmunizar de nuevo las cañas) y por últimose rellenan los vacíos de esta estructura con barro(tierra humedecida) en forma de pañes y piedrasde tamaño y forma irregular.

La pared resultante tiene que ser muy bienpañetada.

El bahareque puede ser simple o en dobleestructura. Por lo general en los casos analizadosen Barichara se encuentran paredes en dobleestructura cuando el bahareque es utilizado enmuros de carga.

La estructura en bahareque es flexible y ligerarespecto a la de tapia pisada, responde muy biena las exigencias sísmicas.

La flexibilidad se une a un may or deterioro delmaterial y al hecho de que las paredes de carga enbahareque, no siendo monolíticas, son livianas yno soportan pesos demasiado fuertes.

Aúnque no se aconseja la estruct ura de bahare-que en muros portantes es bastante com ún suempleo en todas las paredes de carga en viviendaspobres, en casas de cam po (r a n c h o s) y en genera len el área rural , como sucedía en e l pasado.

Las viviendas del área de Barichara hechas soloen bahareque constan obviamente de un solopiso.

En la época moderna o en antiguas casas detapia pisada se encuentra el bahareque en pare-des divisorias.

Es necesario una armadura bien atada a losmuros y bien construida para mejorar y fortalecerlos muros de carga, sea en obras nuevas asícomo, y esto es importante, para las intervencio-nes en lo preexistente.

Se aconseja ent onces reforzar la nerva d u rae s t r u c t u ral en los puntos críticos, es decir, en lasesquinas y en la mitad de la longitud del muro,por medio de maderas de espesor y resistenciam ayo r e s .

Las ventanas puestas en las paredes de baha-reque son muy pequeñas y están posicionadas enla extremidad superior, para evitar de debilitar losmuros.

Siendo el bahareque una estructura flexible yde paredes livianas, es necesaria una optimacimentación que asegure la estabilidad de losmuros de carga: de hecho las bases en piedra deeste tipo de viviendas son por lo general muyaltas; esto permite también el hecho de aislar lasparedes de carga de la humedad del terreno yaque los muros de bahareque son muy frágilescuando entran en contacto con el agua.

El basamento propio de las estructuras enbahareque es muy amplio; los bloques de piedras

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Casa en bahareque en el barrio La Loma, Barichara Casa de campo en bahareque, rehabilitada por el maestroMartin Prada (área rural de Barichara)

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son conformados por elementos de gran tamaño,con formas irregulares y, por lo general, sobresa-le del perfil de la pared.

El pegante de las cimentaciones antiguas siem-pre esta constituido por barro o por barro mezcla-do con cal.

Las cubiertas de las viviendas en baharequeque han llegado a la época contemporánea pre-sentan armaduras de madera con tejas en barrococido, parecidas a las que recubren las casas entapia pisada (véase cap. 3. 2). Es posible que enprincipio las techumbres de estas construccionesrurales hayan sido recubiertas de paja o de otrasfibras vegetales y barro, como lo eran las cubier-tas de las cabañas indígenas.

Como el techo en paja está más expuesto aldeterioro, es fácil que con el tiempo haya sufridomodificaciones de modo que se cambiaron estascubiertas con techos más perdurables en el tiem-po, como por ejemplo tejas cocidas, encañados yarmaduras de madera rolliza.

3.1.3 Adobe

El Adobe, bloque de tierra no cocido, no consti-t u ye una t écnica constructiva ut il izada enBarichara.

Los ladrillos de tierra sólo se emplean como ele-mentos accesorios en las partes complementariasde las estructuras, tales como: remates de cubier-tas, culatas, realces de paredes, marcos de aber-turas, columnas o cierres de nichos.

Aúnque no sea la técnica de costrucción local seproduce en Barichara por los mismos maestros deobra de la tapia. Ellos utilizan para la realizaciónde los ladrillos de tierra no cocidos la misma tier-ra utilizada para los muros de tapia pisada.

En el pueblo, hay dos formas para realizar ado-bes: una forma es pisar la tierra, con un pequeñopisón de madera parecido al que se utiliza parahacer muros de tapia, en formaletas de maderacon las que se producen dos unidades al mismotiempo.

Esta práctica es similar a la tecnica de realiza-ción de la tapia pisada pero con un pequeñomolde.

El bloque resultante es de un tamaño mayor deladobe clásico y mide 10 x 20 x 40 cm con un pesoaproximado de 1,7 kg.

En Barichara también se producen los adobes através de la fabricación con maquina Cimva-R am.Con dicho proceso se obtiene un bloque de tama-ño 8,5 x 14 x 29,5 cm con un peso aproximado de700 Kg. y pueden ser utilizados en estructuras confunción portante.

La tierra utilizada por los dos tipos de bloquestiene que ser tierra selecionada y mezclada conpajas nat urales, secas o, como sucede enBarichara, con retal de fique (mota).

Cuando los ladrillos de tierra (sea en el primercaso que en el segundo) se desencofran, se dis-ponen de un lado para hacerlos secar al sol,dejandolos recubiertos con un plástico y aisladosdel piso, sobre estibas, para que no se dañen encaso de lluvia o por la húmedad del terreno.

3.1.4 Estructura mixta: tapia,bahareque y piedra

Es bastante frecuente que las antiguas vivien-das coloniales de dos pisos esten conformadas poreste sistema.

El sistema mixto en tierra cruda esta compue-sto por los siguientes elementos: paredes decarga y paredes divisorias en tapia pisada deespesor ancho para el primer piso y paredes enbahareque de estructura simple en el segundopiso, todo el conjunto con cimientación en piedrageneralmente de talla recta.

Los muros divisorios del primer piso pueden seren bahareque o en tapia indiferentemente.

El menor peso y la mayor flexibil idad del baha-reque responden a las exigencias del sismo evitan-do el derrum de de la estruct ura por sobrepeso.

El uso de armaduras de madera como estructu-ra garantiza también la flexibilidad y cohesión delas paredes y de los puntos de los ángulos que, en

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Antigua casa rural en bahareque. Carretera de Barichara aGuane

Detalle de la piedra del basamento en una casa colonial enestructura mixta

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su mayoría, representan los puntos críticos de lascasas en tierra cruda.

La cimientación en piedra constituye en estesistema un elemento fundamental y siempre pre-sente: a veces, el basamento en piedra sube casia la altura del primer piso por toda la pared, o almenos en los ángulos, en la entrada y alrededorde los portales principales.

La piedra empleada es generalmente de grantamaño y de talla recta.

El sist em a mixt o garant iza la solidez del pri-m er piso junt o a una segunda planta más l iv ianay flexib le . Esta simple practica, herencia de laantigua sabiduría constructiva local, resulta eco-nómica, de fácil aplicación y sobretodo de óptimarespuesta a las exigencias estructurales.

3.1.5 La piedra

Barichara es famosa por la antigua tradición dela talla de la piedra y por la cantidad de canteraspresentes en toda el área del Municipio.

La fuerte presencia de artesanos, talladores,canteros y escultores que trabajan las enormesbaldosas de piedra calcárea, dan testimonio deque el oficio de la talla de la piedra es muy activoen el Municipio y en las localidades cercanas. Arazón de esta vigente práctica se estableció enBarichara un festival desde el año 1994, que se harepetido en diferentes ediciones sucesivas.

La historia de la talla en piedra esta ligada a laépoca de la fundación del pueblo, tradición here-dada posiblemente de los españoles que la utiliza-ron en la arquitectura religiosa. De hecho, templos

e iglesias representan aquellos edificios que debenpermanecer en el tiempo, resistiendo a los efectosatmosféricos.

Casi todas las iglesias y capillas en Baricharaestán construidas totalmente en piedra descua-drada de gran tamaño.

La Piedra Barichara es un calcar duro de colorocre-amarillo en sus diferentes degradaciones.

La talla de los bloques es mayormente en formade rectángulo y de gran tamano.

Las piezas originadas en la cantera pueden con-tener, a veces, en la parte interna, una porción dematerial todavía “joven” y blando, en estado caside arena en polvo, que los obreros llaman “elcorazón de la piedra” y que no resulta laborable.

Los talleres de la talla se encuentran en los bor-des de las carreteras en donde se ven los tallado-res trabajar los grandes bloques para forjar baldo-sas, elementos decorativos, fuentes, bases decolumnas, dinteles de portales y bañeras para losbaños así como también mesas de cocina.

La piedra como material es muy importante enla arquitectura del casco histórico de Barichara: enprimer lugar todas las calles están revestidas porgrandes baldosas de piedra de talla recta; loscaminos periféricos y las “subidas” a algunos bar-rios, tienen bloques de piedra irregulares demenor tamaño; así como los patios de las vivien-das y los espacios habitables externos.

También los andenes de la calle y las escalerasde subida al nivel del anden están realizados conlas mismas baldosas.

Aún más, la importancia fundamental del usode la piedra, es el empleo en todas las cimenta-ciones para los edificios en tierra cruda. En edifi-cios de tapia pisada la cimientación es realizadageneralmente con bloques de talla cuadrada y degran tamaño.

En el exterior de las paredes de tapia la cimien-tación asume el aspecto de un zócalo que puedeser de altura considerable en edificios civiles (cole-gios, edificios representativos, etc.), mientras queen construcciones domésticas puede ser de 90-100 cm y, a veces, subir en los ángulos de lafachada para constituir un refuerzo estructural enla parte de la esquina.

En algunas de las viviendas más importantes,pertenecientes a grandes familias de la épocacolonial, la piedra esta presente como ornamentoo elemento estructural en los portales, con deco-raciones esculpidas en bajorrelieve con motivosfloreales, lineares y esquematizados o simplemen-te motivos geométricos.

En los edificios de bahareque la piedra asumeuna gran importancia porque constituye una partedel sistema estructural de las paredes. Dicha pie-dra, en las viviendas en bahareque, consta de blo-ques de piedra rolliza e irregular; el basamento delos edificios en bahareque en general sobresaledel perfil de la pared.

La extracción de la piedra en la cantera es unoficio todavía artesanal.

Los “canteros” producen los bloques trabajandodirectamente en las minas con sus propias manos,

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Antigua casa colonial sismorresistente: estructura mixta detapia, piedra y bahareque

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rompiendo la piedra martillando con puntillasmetálicas de gran tamaño y cuñas de madera,puestas en hileras; de ahí, a través de cuñas ypalos se extraen los primeros bloques.

En la misma mina los bloques se reducen enbaldosas de diferentes tamaños y se trabajan ensuperficies con instrumentos adecuados para dar-les varios aspectos y texturas, según los pedidosde los clientes.

3.2. Materiales y estructuras delas cubiertas

Las cubiertas analizadas en el casco históricoson totalmente construidas en materiales locales ynaturales, sea en la parte estructural sea en loselementos de detalles y de acabados. Los tipos demaderas más empleadas, en Barichara, para lasarmaduras de cubiertas son el cucharo y el moral,también hay ejemplos, aúnque escasos, del usode madera de cedro.

El cucharo (Rapanea Ferruginea) es un tipo deárbol con un tronco definido que ramifica por enci-ma de los tres metros. Puede llegar a una alturade 6 metros con un diámetro de copa de 3-4 m.

El moral (Morus Nigra) es un árbol que crecelentamente en los terrenos semi arcillosos demedia alcalinidad bastante húmedos, en áreas demucho sol si esta bien resguardado o en zonas debosques; puede llegar a una altura de 15 metros.La madera de esta planta es amarillenta, resisten-te a los cambios de húmedad, y oscurece en eltiempo llegando a un fuerte color marrón-dorado .

Es una buena costumbre santandereana elhecho de reutilizar materiales reciclados en nue-vas construcciones o rehabilitaciones, es decir, eluso de viejas maderas provenientes de estructu-ras no utilizadas o de demoliciones.

El moral y el cucharo son frecuentementeempleadas en carpintería y ebanistería por serbastante resistentes; su utilización en Santanderes muy antigua ya que en esta región abundanestos árboles y son aptos para la construccionesde armaduras. Los techos típicos se pueden sub-dividir en dos grupos con algunas variantes:techos del tipo “par y nudillo” y techos del tipo“par e hileras”.

Otro ejemplo de techo, menos común en lazona del casco urbano, pero frecuente en el árearural o en viviendas más pobres, es el techo“engaberado”. Este último tipo de techo consisteen un sistema de cubierta muy ligero, económicoy de fácil ejecución constructiva, ya que no com-prende el estrato de cañas (encañado, o cañiz)entre las tejas y las vigas de madera.

Este simple elemento constructivo es un techode tipo “campesino” en el que las tejas de barrococido apoyan directamente sobre vigas y paresde madera, la may oría de tipo rollizo, o sobrevigas y pares de cañas gordas, es decir, de cañasde mayor espesor y diámetro respecto a las cañasutilizadas para realizar el cañiz, que se utilizan enlugar de las vigas y los pares cuando este sistemaes muy caro o cuando hay escasez de material.Las tejas de la cubierta se apoyan directamente,sin algún tipo de pegante (de barro natural) a loselementos de madera. Los techos “engaberados”analizados no parecen ser cubiertas muy resisten-tes y por su concepción estructural no es conve-niente su uso en espacios amplios. De hecho tie-nen menor rigidez debido a la falta del cañiz inter-calado (el estrato de cañas) y al uso de las estruc-turas de madera de pequeño diámetro y de menorcalidad.

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Trabajando la piedra en la cantería de la carretera Barichara -Villanueva

Portal en piedra de antigua casa colonial señorial en tapiapisada

Iglesia en piedra: capilla del Jesús cerca del CementerioCatólico de Barichara

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En general, siendo techos “pobres” y rurales, laestructura de carga se presenta con ramas y tron-cos rollizos de diferentes tipos de madera (cedro,moral, cucharo).

Los techos del tipo “par y nudillo” y “par e hile -ras” son tipologías de cubiertas utilizadas frecuen-temente en viviendas, edificios civiles y monu-mentales.

Represent an est ruct uras más elabora d a s ,donde se identifican los siguientes elementos: unaestructura primaria puesta en el sentido perpendi-cular a la primera, y una estructura secundaria enmadera rolliza; un estrato de cañas – llamadotambien encañado o cañiz – que recubre la arma-dura de carga; sobre este, un recubrimiento conun estrato de simple barro utilizado como pegan-te para el apoyo de las tejas de barro cocido.

En las mallas estructurales de cubiertas seemplean, en su may oría, maderas de moral ocucharo; las varas y las vigas utilizadas casi nuncason de talla cuadrada o recta, excepto en ejem-plos de arquitectura moderna o en la parte exter-na de los aleros de la época Republicana.

Los diámetros de las maderas rollizas se ade-cuan para el fin propuesto, y diferentemente encada caso especifico para la resistencia esperada.

La cubierta de tipo “par y nudillo” consiste enuna armadura de madera conformada por unaserie de vigas puestas en forma oblicua generan-do un armazón para cubrir.

La morfología básica es una figura geomét ricaa p r oximada a un tr iángulo isósceles, donde lospares se apoyan en el vértice y reciben el peso delt e j a d o, los tirantes forman la línea horizontal que sec o n t rapone a la tendencia de los pares a separa r s e .

La estructura-tipo se compone de los siguienteselementos: las vigas soleras, colocadas en la partesuperior del muro; la viga hilera, esta dispuestaen la parte superior donde se colocan las pares;las pares son vigas dispuestas en forma oblicuaque apoyan en las soleras y en las hileras; las con -trapar son vigas que se colocan encima de laspares en forma transversal.

Par a que no se descentren las pares, es comúncolocar un trozo de madera, que, si esta dispuestopor debajo, se llama tirante, en el medio nudillo yen la parte superior dillo.

El nudillo es cada una de las vigas horizontalesque une los pares de la armadura.

Las armaduras de cubierta en “par y nudi llo” sonm uy dif usas en las viviendas analizadas enB a r i c h a ra, aún con a lgunas variant es según la con-formación geométrica de los muros, el tipo dem a d e ra utilizado y el tipo de “proceso constructi-vo” vernacular típ ico de cada lugar, que en estazona son preponderantemente técnicas heredadas.

Par a un techo que recubra un espacio de 40 m2son necesarias aproximadamente 300 cañas y 40varas de madera.

La cubierta “par e hileras” es también bastantecomún en Santander y consiste en una variaciónde la armadura de cubierta “par y nudillo”, difierepor la presencia de la hilera, viga horizontal y lon-gitudinal que une por sus vértices todos los paresde la armadura a dos aguas o “par e hilera”.

Al interior del espacio, de los dos tipos decubiertas analizadas, no siempre es visible elt echo porque, por ejem plo, en la épocaRepublicana, se difundio la costumbre de cubrircon un falso techo, o cielo raso, que oculta elespacio entre las paredes y el remate de cubierta.

En Barichara hay casos de presencia de falsotecho o cielo raso, al interior de algunas viviendasque suf rieron intervenciones en la épocaRepublicana, pero, casi todas las casas que serehabilitaron en los últimos años y sobretodo, lasconstrucciones de la época colonial, presentan lacubierta a la vista, así como en los ranchos y enlas viviendas rurales.

El remate de la cubierta puede estar realizadoen ladrillos de adobe o en encañado; siempre conrecubrimiento de acabados. A veces, este espacioestá parcialmente cerrado lo que permite una ven-tilación en el interior de los vanos, sobretodo enlas cocinas.

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Armadura de cubierta “par e hilares” (obra del maestro RafaelMacias)

Armadura de la cubierta “par y nudillo” a dos aguas

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En muchos casos está recubierto por una dobleestructura en madera.

Este elemento no solo es algo funcional sino quetambién aparece en la imagen general del pueblocomo de gran estímulo est ético: algunos aleros soncon encañado y madera a la vista, ot ros son pañe-tados t ot almente en cal blanca; en algunos los canestán pintados de verde, azul o tabaco, según seanlos co lores de puertas, vent anas y zócalos.

Dependiendo de la estructura de la armadurade cubierta, se conforman variaciones en la pen-

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Armadura de cubierta “par y nudillo” a cuatros aguas

Techos con tejas de barro cocido

Escalonamiento del perfil de las cubiertas: detalle de alerosde techos

Armadura de cubierta “par y nudillo” a cuatros aguas

Detalle angular de un techo con mad era rolliza y aca bad o de cal

El elemento exterior más importante en lascubiertas de edificios de tierra es el alero, es decir,la parte inferior del tejado que sobresale del muro.El alero protege dichos muros, a su vez paredesde tapia pisada y lo bahareque permitiendo laventilación hacia el interior de la casa.

A nivel constructivo el alero esta constituido porlos can de madera que se apoyan en la extremi-dad superior de los muros de tapia casi como unaprolongación de las vigas de la armadura que, sinembargo, son independientes de estas.

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diente de los aleros respecto a la pendiente de lacubierta.

En los techos antiguos este cambio y la confor-mación “a faldas de sombrero”, son muy eviden-tes, así como acentuadas son las pendientes delos techos.

El recubrimiento de las techumbres enSantander y Barichara esta constituido por tejasde arcilla cocida , llamadas también “tejas españo-las” (en realidad, de derivación árabe-morisca).

La teja española (o ”mora”) se destaca por suforma como la de la teja romana y la de la tejaplana marsellesa, por su gran dimensión y por laforma cónica que permite una gran variación enlos ajustes entre tejas evitando así la exigencia deuna gran precisión en las molduras para asegurarun correcto encaje.

Para recubrir 1 m2 de cubierta se necesitan al-rededor de 20 a 24 tejas según el tamaño. La faci-lidad de empleo de la teja de barro cocido “espa-ñola” permite, con el uso del mismo molde, quesirva de canal y roblón.

El barro en forma natural y sencilla se utilizacomo pegante entre el estrato de tejas y el cañiz.

3.2.1 Amarres de cubiertas

Hoy en día está bastante difundido el uso delalambre y de las puntillas metálicas para amarrarlos techos. Esta práctica resulta muy rápida, eco-nómica y fácil de trabajar, así, todos los obreros,hasta los menos expertos, pueden realizar la obra,pero es importante acotar que no garantiza elbuen funcionamiento de las cubiertas a lo largodel tiempo, como lo hacen los sistemas “antiguos”con amarres de fibra vegetal.

El amarre en fiqueton o bejuco de fique1 es unamarre en fibra vegetal, muy resistente, obtenidopor laboración artesanal de la planta del fique elcual en la región de Santander abunda.

Los cordones e hilados de fique tienen una resi-stencia a tracción muy fuerte y una gran durabili-dad en el tiempo.

En los casos analizados a través del inventario,se encontraron antiguas casas con viejos techosen los que todavía los amarres de fiqueton, apesar del pasar de los siglos y la acción de losagentes atmosféricos, han permanecido intactos.

En las entrevistas a los obreros y a la poblaciónlocal (ej. los maestros Santiago Bohorguez, MartinPrada, Rafael Macias así como los arquitectos deTierra Viva) todos consideran los amarres de beju-co de fique como los mejores y más fuertes ele-ment os para asegurar cubiertas de cualquiertamaño. Parece que las fibras naturales de fiqueson mejores también respeto al uso de puntillas yde alambres metálicos, aúnque el trabajo pararealizar estos tipos de techos, “a la manera anti-gua”, es más duro, difícil y lento.

Por ejemplo las cubiertas realizadas con amar-res de fibra vegetal necesitan el empleo de unnúmero mayor de corrientes en madera y unamayor inclinación de las aguas, respecto a lostechos modernos. Estas precauciones constituyen

las reglas de buena práctica constructiva de lascubiertas antiguas.

Las cubiertas bien aseguradas, a través de uncuidadoso trabajo con hilos y cordones de bejucode fique son sólidas y seguras. Pero, no todos losobreros saben hacer un buen trabajo utilizando elamarre vegetal, solo los que han trabajado juntoa un viejo maestro o aquellos que ya tienen largaexperiencia con la dificultad en amarrar la fibra yla necesidad de “poner cuidado y paciencia”.

3.2.2 Inmunizantes de las maderas delas cubiertas

En Barichara es costumbre el uso de inmuni-zantes de maderas para preservarlas de los ata-ques de los comejen y las termitas.

Las maderas de cucharo y moral son bastanteduras pero no lo suficiente como para resistir a lospeligros de los insectos tropicales, sobre todo enaquellos casos en los que se utilizan las maderashúmedas o trozos jóvenes y blandos.

La práctica común, probablemente por razoneseconómicas, es la del empleo de tinturas inmuni-zantes obtenidas con mezclas de aceite de carroquemado o aceite de carro “virgen”.

Una de las “recetas” más conocida y utilizadapor los arquitectos y maestros locales es la quenos explicó en una entrevista el profesor VicenteAceveda: “se utiliza aceite de carro virgen, se lehecha pintura en laca y anticomejen y se mezcla.El aceite disuelve la laca de la pintura y deja uncolor rojo-marrón creado por la mezcla de los dos.Después se le hecha brocha a la madera. Esto pre -serva la madera de los insectos y le da un bonitocolor”.

Es importante hacer notar que en Baricharacomúnmente se utiliza, en lugar del aceite ‘virgen’(aquí empleado), el aceite de carro quemado, quees más económico pero muy tóxico.

Otro tipo de inmunizante, más natural pero a lavez más costoso, es el aceite de linaza. Su uso enBarichara, es más frecuente para las maderas depuertas y ventanas que para las armaduras decubiertas. La trementina de linaza, empleada en lamaderas de las armaduras, se mezcla, en gotas,con HPM (insecticida).

No podemos concluir este punto sin acotar quela conservación de una buena armadura de techodepende del uso de madera bien seca, lo cual ase-gura una may or durabilidad y un mejor comporta-miento como material estructural ante las varia-ciones de húmedad y ante los taques de insectos.

3.3. Otros tipos de cubiertas:experiencias y “recetas” demaestros de obra locales

3.3.1 Los techos de Martin Prada

De las tipologías de cubiertas anteriormentem encionadas exist en, por supuesto, algunasvariaciones según la necesidad estructural, lasparticularidades de los detalles de ángulos o laexigencia de elementos de fortalecimiento.

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También las variaciones pueden responder anuevos códigos estéticos que, aún persiguiendo latradición constructiva estructural, de materiales ode los procesos artesanales, se destacan un pocodel lenguaje común en la búsqueda de un nuevomarco arquitectónico que sea capaz de unir la tra-dición con la innovación.

En este proceso es fundamental el aporte demuchos de los obreros, maestros, talladores demaderas y todos los artesanos que operan en elárea de Barichara que, con sus conocimientos,respeto y tradición de los materiales y de las tec-nologías renuevan e interpretan esta “arquitectu-ra viva”.

La presencia en Barichara de un alto numero debuenos “maestros de la tapia” y de la construccio-nes vernaculares, es un elemento de riqueza cul-tural que tendría que ser valorizados, pero que, encambio, pasa desapercibido.

Aún más, estos protagonistas de la arquitectu-ra en tierra son los posedores de la sabiduría y losque pueden permitir el traspaso del saber-hacerconstructivo a las generaciones futuras y a losprofesionales de hoy.

Uno de estos protagonistas, autor de obras degran calidad, es el joven y talentoso maestroMartin Prada que trabaja sobre todo en rehabilita-ciones de antiguos edificios en tapia pisada ybahareque, y que realiza obras de cubiertas magi-strales.

En Los “techos de Martin Prada” encontramos laherencia de las antiguas estructuras de cubiertasen el empleo de materiales tradicionales (a vecesde reempleo) y el estudio de las armaduras típicas“de los antiguos”, conjuntamente a una atenciónen la realizacion de acabados, colores y detallesde un modo más “moderno” en el utilizo del len-guaje del cañiz y de las cañas-guías.

Las “herencias de los antiguos” se encuentranen la utilización de amarres únicamente en fibrasnaturales, tales como el bejuco de fique, coloca-dos en molduras y realizadas en las extremidades

de los pares de la armadura de cubierta. El méto-do es simple, económico y fácil de construir;representa un detalle muy importante que asegu-ra el enganche del bejuco de fique y al mismotiempo, constituye un elemento estético que per-mite individuar el estilo de los techos antiguos.

El detalle de modernidad, y el intento de perso-nalizar son el ejemplo de acabados particulares,obtenidos con materiales tradicionales, como elpañete de barro o pañete de cal, pero trabajadoen textura muy fina, pintado con colores pastel delamarillo, ocre y rosado, siempre con pigmentosnaturales.

Pero, la innovación y el detalle más singular esel empleo y la forma de trabajar las cañas y elencañado: una manera es la de pañetar el cañizfinamente y de pintarlo con colores dejando a lavista las cañas-guías y los pares de la armaduraque sobresalen, superiores respecto al plano delencañado. Las cañas-guías, en este caso, seamarran fuertemente con muchos bejucos defique.

Otra forma es la de pañetar el cañiz en formairregular, con un estrato muy escaso de barro demodo que se entrevea en parte la estructura decañas, viguetas y cañas guías, a través de la tex-tura del pañete. En este último caso se puedentambién recubrir los pares de cubierta, en formaalternada.

La experiencia de Martin Prada releva la obser-vación precisa del funcionamiento tecnológico delas estructuras y no solo la emulación estética ylas fascinaciones de la antigüedad a través de unestudio profundizado de los antiguos maestros, delos cuales siguió las enseñanzas, llevándolos a lacontemporaneidad a través de su ingenio y perso-nalización.

Seguramente Prada no se habrá olvidado de las“lecciones” del viejo maestro de obra SantiagoBohorguez, que trabajó hace unos años enBarichara. El maestro Bohorguez, en una entrevi-sta del agosto 2004, nos habló de su forma de tra-

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Ejemplo de techo con amarres en fiqueton (obra de MartinPrada)

Techo típico de Martin Prada que utiliza un particular acabadocon pañete de barro

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bajar y de armar las cubiertas en edificios de tapiapisada: un buen techo a la antigua es aquel quetiene madera bien seca y amarres de fiquetón;fuertes pendientes en las cubiertas y cañabravapara el cañiz cortado en “luna creciente” que es loque, según la tradición popular, asegura que lascañas esten duras y bien secas.

3.4. Acabados

Los acabados y recubrimientos del exterior ydel interior son de tipo natural a base de elemen-tos locales, así como los elementos utilizados paralas estructuras de carga de las construcciones.

El pañete de barro (o de estiércol), típico aca-bado de las casas de tierra cruda en Barichara, seutiliza sea como recubrimiento de paredes, seacomo recubrim iento de los interiores de lostechos.

3.4.1. Pañete de b arro y cal, pañete deest iércol de cab allo, p intura s a b ase de cal

El acabado típico utilizado tanto en la arquitec-tura contemporánea como en los edificios históri-cos del Municipio y del Casco Urbano de Baricharaes el pañete.

El pañete es el recubrimiento de las paredescuya función principal es la de protegerlas contralos efectos del clima y otras acciones exterioresque puedan causar su deterioro.

El recubrimiento en pañete se utiliza tambiénen esta zona para obtener una mejor textura de lapared, que sea fina y lisa, y que permita con faci-lidad la pintura final del acabado de cal.

El pañete optim iza la inercia térmica de lasparedes en tierra que rest ituyen en las nochesmás frías el ca lor acum ulado durante e l d ía ,m i e n t ras que en los días calurosos inviert e est ep r o c e s o. El estrato de recubrimiento en arcil la,g racias a la com patibilidad químico-f ísico con elmaterial en tierra de los muros, permite est ef enómeno porque deja tra n s p i rar las paredes sini n t e r f e r e n c i a .

Cada región de Colombia tiene su particularpreparación del pañete, debido al tipo de arcillalocal y a los materiales de adjunta necesarios.

En Barichara se utilizan desde hace siglos dostipos de fórmulas que no han sido modificadas conel pasar del tiempo y que se emplean también hoyen día, tanto en la arquitectura histórica como enla contemporánea.

Los dos tipos de pañete más comunes derivande la antigua tradición de los maestros de obraslocales y no utiliza ningún tipo de estabilizante.

El pañete de barro y cal

Es un compuesto de cal, arena y agua en pro-porción recomendada de: una parte de cal; trespartes de arena y tres de agua (1:3:3).

Esta sencilla mezcla es particularmente apro-piada para muros de tierra y, correctamente apli-cado, ofrece una alta durabilidad.

Par a obtener un buen pañete de barro, quequede suave y que pueda “travar” , la mezcla tieneque ser espesa sin llegar a ser dura y esto es posi-ble echándole agua a la arena poco a poco. Aveces es necesario utilizar una malla para facilitarla fijación del compuesto a la pared.

Pa ra la apl icación en las paredes, los m aestros deo b ra locales, después de haber mojado abundante-ment e el muro, lo aplican en dos capas: la primeraesta constitu ida con arena gruesa; la segunda, conarena fina, es la que da una t ext ura lisa, que, porsu calidad y aspecto estético puede quedar “a lav i s t a ”. A esta ú ltima capa se puede agregar el p ig-ment o nat ural (de tipo m ineral) que dará el colord e f i n i t i vo luego de secarse.

El pañete a base de estiércol de caballo

Par a la preparación de este tipo de pañete, abase de estiércol de caballo (en terminologíapopular llamado “cagajón”), los maestros de obralocales recomiendan el uso de las siguientes pro-porciones: ocho partes de estiércol tamizado; cua-tro partes de tierra arenosa, y media parte de cal,mezclada rigurosamente con agua (8:4:1/2).

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Amarres vegetal en Bejuco de fique (fiquetòn) en un techo“campesino”

Arcilla fina y de calidad superior para la preparación delpañete a base de cal o de estiércol de caballo

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La mezcla obtenida tiene que reposar ocho díasantes de su utilización.

El pañete de cagajón es de uso muy frecuenteen Barichara. No solo se considera el más apro-piado para los muros de tierra sino que tambiénofrece una muy buena adherencia gracias a lasfibras vegetales contenidas en el estiércol de

caballo. Dicha adherencia evita el uso de mallas ode otros sistemas. Además, el estiércol tiene bue-nas propiedades de aislamiento térmico.

El aspecto estético del cagajón es muy agrada-ble pero necesita de un frecuente mantenimiento.En Barichara, para obtener una mejor conserva-ción del acabado se da una última capa con un

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Estiércol pasado en la coladura para eliminar los elementosde (tamización)

Consistencia y elaboración de la tierra fina con agua parapreparar el empasto del pañete

Estiércol de caballo necesario a la mezcla del pañete

Consistencia y elaboración de la tierra fina con agua parapreparar el empasto del pañete

Acabado de techo con pañete de barro a base de pigmentomineral

Estiércol de caballo suelto para la preparación del pañete

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recubrimiento de cal blanca, herencia de la tradi-ción colonial andaluza, que, cabe destacar, prote-ge de la acumulación excesiva del calor solardurante el día.

En esta zona, el clima es en su mayoría de tipocalido-seco, bastante árido y con alta insolaciónen gran parte del año; además el periodo máximode lluvias se concentra entre los meses de abril-mayo y septiembre-octubre con presencia deaguaceros intensos pero rápidos. Por estas razo-nes los muros al exterior de las construcciones entierra cruda no necesitan de grandes cantidadesde estabilizantes.

En la t radición const ructiva local no se recomien-da el em pleo de cemento en el pañete de muros ent i e r ra, por su incompat ibi lidad con la tierra .

En caso de necesidad los obreros y maestrosutilizan otros elementos naturales como imper-meabilizantes, tales como: derivados del cactus,del plátano y de la sábila que facilitan y ayudan afijar la cal y las pinturas basándose en agua.

Aquí, específicamente es frecuente el uso delfique, fibra de una planta local muy difusa, quemejora el comportamiento del pañete, sobre todoevitando la creación de micro grietas al secarse.

3.4.2. Fachadas de cal blanca y zócalosen barniz

Acerca de los colores de acabados en fachadas,zócalos y aberturas, se encontraron fuentes docu-mentales orales, por medio de la entrevista hechaal historiador local Heriberto Silva Ángel.

Según esta fuente parece que en la época colo-nial (1750-1850) los acabados de las paredes enBarichara eran pintados totalmente en cal de colorblanco hasta el pie del edificio. Estos colores ymateriales son de derivación andaluza, típicos dela arquitectura importada por los españoles.

En las zonas de “tierras calientes” el uso de lacal como recubrimiento externo de paredes, detapia o de bahareque, se da gracias al color blan-co, y es necesario, sea como protección a los ata-ques de termitas, sea como a la acción del aguade lluvia y del viento, como también del calor solardurante el día.

La presencia del zócalo pintado con barniz apa-rece probablemente a mitad del último siglo, perono se sabe con precisión ya que son datos quederivan de fuentes orales populares y de pocasfotos históricas existentes.

La pintura en barniz, a la base de las fachadas,se utiliza sobre todo como acabado final del exte-rior, en forma de un zócalo de color en la base delos muros, hasta aproximadamente 60-90 cm. dealto.

Su función no es tanto estética cuanto protecti-va. Aúnque existan andenes bastantes altos, elestrato de barniz, en forma de zócalo pintado,protege el pie de las fachadas del efecto de la llu-via evitando manchas, erosiones y oscurecimientode las paredes blancas.

Los colores más frecuentes que se encuentranen los zócalos de las viviendas baricharense, quese combinan con los colores de puertas y venta-

nas son: el azul claro, el azul oscuro, el verdeclaro, el verde brillante y el tabaco.

Sobre el origen de los colores de las fachadasno existen todavía estudios, aúnque este tema yel de las aberturas es mencionados en el“Reglamento del Centro Histórico de Barichara”2.

El mismo Heriberto Silva afirma que las venta-nas y puertas, en madera, estaban pintadas en unprincipio de color verde natural o verde hecho(<como las plantas del parque!>).

Pa ra obtenecer esta tint a de verde era necesariocombinar e l p igment o mineral con aceite de linaza.

Al combinar el color con dicho aceite se obte-nían diferentes tonalidades a partir del pigmentomineral básico; el historiador sostiene que habíanhasta más de cinco tonalidades de verdes (verdeesmeralda, verde brillante, etc.).

En la época Republicana (1890-1920), en todaColombia así como en Barichara, aparece, sobretodo en las casas de clase alta, la moda europeade pegar en las puertas y en las paredes del inte-rior el “papel de colgadura” o papel floreado condiferentes motivos y colores.

También en los muros de los templos católicosse empleaban estos motivos florales. Esta costum-bre decorativa llegó a su fin cuando el Municipiode Barichara impuso un decreto dictado por unpárroco local.

Sucesivamente a la época Republicana volvie-ron a aparecer los colores en Barichara. Por mediode los decretos de un alcalde de San Gil fueronimpuestas las tonalidades de amarillo y ocre (lla-mados también los “ocres-amarillos”).

Desde la época del Modernismo (1930) hastahoy, vuelven a aparecer tinturas en diferentescolores en los zócalos que estaban pintados hasta90-100 cm. de altura.

El color marrón (tabaco) apareció antes de1975 por una imposición de un alcalde de San Gilque decidió que las ventanas, las puertas y loszócalos tenían que ser pintados en dicho color tanparecido al tabaco que se produce en estas zonas(ref. la industria tabaquera local La Colombianadel Tabaco).

Actualmente encontramos zócalos en diferentescolores y acabados: en barniz, con piedra a lavista, con enchape, con tonalidades azules, verdeso tabaco y también recubiertos con concreto omateriales cerámicos. Algunos de estos materialesy colores utilizados (como el concreto, los recubri-mientos cerámicos y la piedra tallada con formasextrañas) son una causa de degradación de lasfachadas históricas, a pesar de las indicacionesincluidas en el vigente reglamento municipal3.

3.5. Puertas, ventanas, balcones,elementos decorativos

Puertas y ventanas, rigurosamente en maderason en su mayoría de pequeño tamaño, se pre-sentan en número de 2 o 3 por cada pared haciala calle, con una distancia considerable del piso dela calle y con aberturas en hojas para poder cer-rar el vano. Esto sirve para satisfacer diferentes

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necesidades, entre ellas: respetar las proporcio-nes llenos-vacíos, ocultar el interior para resguar-darlo del calor y de los rayos solares, ocultar elinterior del espacio de la vista desde la calle yaque casi todas las viviendas son de un solo piso.

A v eces, y esto es frecuente en Barichara, lasventanillas tienen una pequeña baranda de made-ra, o reja, que protege del acceso fácil.

La funcion de las aberturas en las casas de tier-ra es fundamental porque permite, así como lasventanas de las habitaciones del interior, hacia elpatio, la ventilación necesaria para mantener un

optimo grado de húmedad y ventilación en el inte-rior de la casa, ya que los muros de tierra, paralograr una longevidad en el tiempo, necesitan deun buen equilibrio igro-térmico.

Siendo Barichara un pueblo mayormente rural yperiférico respeto a los centros mayores, su arqui-tectura es sencilla, sin aparatos decorativos esce-nograficos. Los ornamentos de fachada, las deco-raciones de puertas, ventanas y balcones sonlineares, incluyendo el diseño en las casas seño-riales más importantes o en los templos religiosos.

Son los colores de las aberturas en madera, loselementos que caracterizan las fachadas.

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Ventana en madera colorada Ventana en madera colorada con dintel en madera

Perfil de fachadas: zócalo, puertas, ventanas y balconespintados en verde

Balcón en madera de una casa colonial

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La decoración más rica es paradójicamente enel interior de las casas: los patios con sus colum-nas de madera coloreada y llenos de flores y plan-tas, o las mismas estructuras de madera rollizas ytroncos de ángulos en las armaduras de cubiertaque conforman un ambiente natural agradable, asícomo algunos colores de las paredes interiores otextura de los materiales naturales utilizados.

El uso del balcón no es muy común en la arqui-tectura de este pueblo ya que son pocos los ejem-plos de casas de dos pisos. Edificios de dos pisoscon balcones o con mezanine interna, se encuen-tran alrededor del Parque (la plaza principal) y alo largo de la Calle Real, o sea, en las viviendasseñoriales y más antiguas del pueblo. Los balco-nes, con barandas y columnas en madera tienenformas sencillas y lineares, y solo algunas vecesdichas barandas presentan molduras.

En el interior de los patios, en las viviendas dedos pisos, es com ún la presencia de balcones cor -r i d o s “que conforman la circu lación de la p lantasuperior delimitada por pié derechos y bara n d a s ”4 .

Otro elemento decoratívo poco común, es lapresencia de portales en piedra.

Al exterior desde las fachadas blancas se desta-can los colores de puertas, ventanas y zócalos. Elcolor de estos tres elementos siempre es uniformeal interior de la misma fachada o de las fachadasde la misma vivienda.

Un color comúnmente dominante en los ele-mentos decorativos de los perfiles callejeros delcasco histórico de Barichara es el verde brillanteen tonalidad oscura. Hay también muchos casosde fachadas con puertas y ventanas en tonalida-des de azul, otras en madera natural sin pintura yotras en color tabaco.

La práctica de los colores en los elementos defachada, ha sufrido diferentes cambios en el tiem-po (véase cap. 3.4.2). El hecho se evidencia por lapresencia de diferentes estratos de pintura deba-jo de la primera capa.

A través de fuentes orales del pueblo y de unapreciosa entrevista a don Heriberto Silva, sabe-mos que el tema de los colores de las fachadas fuéun tema tabú en los tiempos de la violencia (entrelos años 50’s-80’s).

En base a estas informaciones se descubrió queciertos colores representaban algunos partitospolíticos y, por ello, al utilizarlos, se hacia alusióna un determinado grupo político, con las conse-cuentes identi ficaciones de las personas. Po rejemplo, el color azul oscuro, extendido en lasdecoraciones de las casas coloniales, identificabaa los liberales.

Para evitar este problema, por decisión de unalcalde, en los años 70’s, se cambiaron a tonalidadtabaco todos los colores precedentes de las puer-tas y ventanas.

Sucesivamente a este periodo, que también esla práctica actual, volvió la costumbre de pintarlos elementos de las casas con libertad e indivi-dualidad, pero siempre utilizando los colores típi-cos de la historia colonial del lugar.

3.6. Pisos

En la época m ás antigua, sobre todo en lasconstrucciones de tipo rural, el piso consistía enun estrato de tierra de campo compact ada, sinn ingún tipo de m ejora ni mezclas, como si fuésela continuación del piso ex terior.

El piso típ ico, uti lizado en la región deSantander y en toda Colombia desde el periodo dela primera colonia hasta hoy, es el piso con aca-bado en tabletas de barro cocido.

Las tabletas, puestas en la planta baja, estánposicionadas directamente sobre la tierra compac-tada; si es el caso de un segundo piso las tabletasapoyan en el entablado de madera que sirve tam-bién como amarre de las paredes de carga.

Se usa pegante en barro o en cemento, segúnel caso, aúnque el pegante de barro crudo estodavía comúnmente empleado, sea en las vivien-das del casco urbano como en el área rural.

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Piso colonial en tabletas cuadradas de barro cocido y peganteen mortero de barro y cal

Piso en cerámica “la Estrella” en una casa señorial de laépoca Republicana (ref. Ficha catalogación n.04)

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4. Tipologías arquitectónicas

4.1. Introducción sobre laarquitectura y el urbanismo deBarichara

La implantación urbanística del municipio deBarichara es típica de los pueblos coloniales: unaretícula de malla cuadrada que se desarrolla alre-dedor de la plaza principal (el Parque) siempre deforma cuadrada.

El trazado principal del pueblo, la llamada CalleReal, con orientación nort e-sur, existe desde1741, fecha de nacimiento del pueblo.

Alrededor de esta calle, y a partir de esa fecha,se desarrollan las manzanas de cada sector.

La implantación de los edificios y de las vivien-das, organizadas alrededor o adyacentes a unospatios, sigue la forma de la malla urbana en elespacio de las manzanas o cuadras, (módulo basede la malla ortogonal urbana) y mide aproximada-mente 100 metros de lado.

Las calles y las plazas principales son en baldo-sa de piedra de talla recta (en forma de rectángu-los) en casi todas las manzanas, mientras que enlas áreas rurales o periféricas se puede encontraren piedras de talla irregular.

Los sectores del centro histórico de Baricharaparecen haberse desarrollado en un arco de tiem-po bastante corto desde el trazado del poblado.

Los habitantes del pueblo, en su mayoría cam-pesinos (80%), vivían y viven mezclados, lo quequiere decir que no existen sectores propiamente« de ricos o de pobres », y la diferencia entre elaspecto exterior de los diferentes sectores no esexcesivamente marcada.

Se puede decir que el aspecto del pueblo esbastante uniforme, aúnque se pueden distinguirunos sectores en los que la arquitectura es deapariencia señorial, y otros con edificios más sen-cillos de estilo campesino-rural.

En las viviendas de Barichara, en las casasseñoriales así como en las rurales y de bajo estra-to social, las tabletas son de forma cuadrada ymiden aproximadamente 20x20 cm.

En cada región de Colombia predominaron ele-mentos de acabados de pisos en barro cocido detamaños y formas diferentes, pero la forma cua-drada es todavía la más común.

En la casa señorial de la época Republicana sedifundió la costumbre de emplear pisos en baldo-sas de cerámica con colores (verde oscuro, rojo-marrón) y dibujos de formas geométricas, impor-tadas por la moda difundida en la capital del país.

Las cerámicas más famosas en esta época sefabricaban en la industria “La Estrella” de Bogota,y fueron encontradas en una de las viviendasincluidas en la clasificación de Barichara, precisa-mente en la casa del Profesor Vicente Acevedaubicada en la Carrera 4 (véase ficha de cataloga-ción n. 04).

Los pisos de los solares, patios secundarios yespacios accesorios al exterior del núcleo habitati-vo, presentan en su mayoría acabados en baldo-sas de piedra tanto de talla recta como de formairregular, en continuidad material y visual con lascimentaciones en piedra de las casas y con elrecubrimiento del piso de las calles.

1 Nota: el bejuco de fique es una fibra vegetal muy resi-stente obtenida por elaboración artesanal, manual, de laplanta del fique de la cual la región de Santander es muyrica. En Barichara y Santander existen diferentes lugaresde producción y elaboración artesanal de esta planta. Elfique tienen varias posibilidades de utilización y se puedeencontrar en forma de tejidos, de bolsos, de cortinas, decanastas, de cordón y también de papel. Los cordones ehilados de fique tienen una resistencia a tracción muyfuerte y una gran durabilidad en el tiempo. Los amarresde bejuco de fique para los techos son los mejores y másfuertes elementos para asegurar los techos.

2 Nota: Ministerio Colombiano de Cultura - Subdirecciónde Patrimonio Cul tural ( Elaborad o por Al bert oSaldarriaga y CEAM - LTDA), Reglamento del CentroHistórico de Barichara, Febrero1994.

3 Nota: Reglamento del Centro Histórico de Barichara -Articulo 51. Colores . <En los muros de las fachadas delos inmuebles y en las bardas de cerramiento de los pre-dios se debe emplear preferiblememte el color blanco. Elzócalo, las puertas y las ventanas pueden llevar un colordiferente que armonice con el conjunto de fachadas dela cuadra> <Si mediante un estudio cromático cuidado-so, realizado por un experto en restauración se com-prueba la presencia de una fachada de colores originalesdiferentes al blanco, esos colores pueden ser permitidosen dicho inmueble>.

4 Not a: Al berto Coor din e An gulo : His toria de l aArqui tectur a Col ombi ana - vol. Coloni a 1538-185 0(Biblioteca de Cundinamarca, Bogotá, 1989)

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Vista general de Barichara desde barrio La Loma

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La uniformidad arquitectónico-urbanística esbastante evidente a nivel cromático, a nivel demateriales y a nivel de las proporciones arquitec-tónicas de cada edificio.

En el interior de este conjunto irrumpen algu-nos ejemplos de la nueva arquitectura hecha conmateriales “modernos” (ladrillo cocido y concreto)dejado a la vista sin acabados; además hay casosde intervenciones “modernas” inapropiadas enalgunas fachadas, que sobresalen totalmente dela uniformidad de materiales y colores caracterí-sticos del perfil urbano histórico por no pertenecera las tradiciones constructivas del lugar.Afortunadamente estos tipos de intervenciones“agresivas” no están tan difundidas y todavía esposible intervenir ante estas actitudes.

El estado de preservación general de los edifi-cios es bastante bueno y, también en este senti-do, no se evidencian diferencias tan marcadasentre los diferentes sectores del casco urbano.

Esto se debe no solo al crecimiento urbano quese desarrolló en el arco de un siglo, en su implan-t ación más o menos definitiva, sino t ambién a lam a n e ra con la cual los habit antes del pueblo edifi-caron su propio hábit at, sus propias v iviendas.Au t o c o n s t r u yeron las calles y los edificios en coope-ración para ellos mismos y para su descendencia.

Los tres sectores que más se diferencian deeste conjunto son el Barrio La Loma, que, de serun barrio periférico campesino, se convirtió en unbarrio de elite después de las rehabilitaciones y de

Vista de la Calle 9: el empedrado y los perfiles de viviendasen tapia pisada

las nuevas intervenciones en tapia pisada en estosúltimos años; el barrio Hospital, en la parte bajadel pueblo, presenta viviendas en bahareque, depequeñas dimensiones y de estilo campesino; enel sector del Centro, quedan los edificios señoria-les más antiguos, algunos de los cuales se trans-formaron en sede de edificios representativos delMunicipio.

Los únicos sectores contemporáneos son el bar-rio “La Cantera”, hecho totalmente en tapia pisa-da y “Bellavista 1” y “Bellavista 2” que son los úni-cos barrios edificados con concreto junto a unaparte del barrio “El Portal”, que queda a la entra-da del pueblo.

4.2. Tipologías históricas ypatrimonio arquitectónico

El tipo básico de construcción en las edif icacionesdel casco urbano co lonial, se efectuó con materia-les propios del lugar: t apia pisada (en su mayo r í a )y bahareque (sobre todo en el área rural o en lasa f u e ras del casco urbano) junto a la cimentación dep i e d ra con acabado de cal b lanca; cubiertas a dos ocuatro aguas con estructura en madera rol liza( m a d e ra de moral, cucharo, cedro, etc.), encañado,barro y pañete, tejas de barro cocido.

Las viviendas son generalmente de una solaplanta. Aquellas de dos plantas, las más antiguasdel pueblo y las que constituyen el patrimonio de“casas señoriales”, se encuentran sobre todo a lolargo de la Calle Real o alrededor del ParquePrincipal.

4.2.1 Casa colonial de 1 piso: tapiapisada, tapia y piedra; tapia ybahareque

Las viv iendas de época colonial de un piso,m ayorm ente constru idas en tapia p isada, represen-tan el patrimonio más num eroso en Barichara, sealas de estrato alto, que las estrato medio y bajo.

La t apia en las casas coloniales puede util izarsecon algunas variantes: junto al bahareque o conp i e d ra. El bahareque se em plea en el int erior de unaviv ienda en tapia, como técnica complement ar iap a ra muros divisor ios o en remates de cub iertas.

En las casas coloniales de estilo “urbano” escomún el uso solamente de paredes en tapia y deremates de cubierta en el interior en bahareque.

La piedra, siempre presente en la cimentación oen pequeños basamentos, puede aparecer enaquellas viviendas antiguas de estrato alto enforma de alto basamento que sube hasta casi laextremidad de la pared en los ángulos y/o alrede-dor del portal de ingreso.

En los casos más importantes el portal principalesta hecho con un arco de medio punto y colum-nas laterales en piedra de talla cuadrada.

Las viviendas coloniales se caracterizan segúnla forma de los patios, y según la subdivisión delos predios, con sus solares. En base a esto pue-den conformarse diferentes tipologias en planta:“a claustro”, en “O”, en “L”, en “C”, en “U”, en “L”.

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El patio, casi en todos los casos analizados, estarodeado por columnas de madera (pies derechos)que apoyan en un basamento de piedra.

Siempre esta presente un solar (o más de unoen predios de mayores dimensiones) además delpatio mencionado.

H ay raros casos de patios rodeados por colum -nas y arcos de medio punto en piedra, solo enviviendas de particular importancia como es elcaso de la “Casa del Monseñor” en Barichara. Estaant igua vivienda representa un caso único ybastante singular en Barichara por la presencia dedos patios: el primero, claustra d o, con columnas yarcos de medio punto enteramente en p iedra; elsegundo “el patio de l Tabaco” con dos lados cubier-tos por tejados rectos y co lumnas de madera .

La vivienda colonial de estrato medio o bajo enBarichara es generalmente de dimensiones máspequeñas, obtenida por la subdivisión de los espa-cios libres de los predios, o por la subdivisión decasas más amplias; con un patio de forma dife-rente pero casi nunca en forma de claustro y conuna morfología en planta frecuentemente en “I” oen “L”.

Otras variaciones se presentan en las cubiertasque utilizan vigas y pares de madera irregulares,que algunas veces utiliza los verdaderos troncos.

4.2.2 Casa colonial de 2 pisos: tapiapisada y piedra o sistema mixto

Las viviendas de dos plantas constituyen laminoría del patrimonio en tierra de Barichara. Secuenta con aproxim adament e 16 ejemplares:estas se implantaron en la época de la fundación,alrededor del Parque (la Plaza Principal) y a lolargo de la calle Real, en el eje principal del pue-blo que conecta el Parque hasta la Iglesia deSanta Bárbara, sobre el pueblo.

Las casas coloniales de dos pisos pertenecen ala primera etapa de edificación del pueblo. Casitodas son de apariencia señorial y pertenecían alas antiguas familias de los pudientes.

Su uso principal hoy día es comercial o sede deinstituciones (por ej. Colegio y Biblioteca, coope-rativa y también tiendas), otras son aún utilizadascomo viviendas.

Los edificios hoy ocupados por actividadescomerciales han sufrido algunas mutaciones sobretodo por la subdivisión en el interior.

Las fachadas casi siempre se han mantenido enel estado original (según el Reglamento del CentroHistórico de Barichara, en algunos casos se prevéel mantenimiento de las fachadas por ser edificioshistóricos, pero lamentablemente esto no previe-ne la destrucción del espacio interior). Otras, encambio, se encuentran en estado de deterioro.

Las casas coloniales de dos pisos generalmenteestán realizadas con la técnica de construcciónmixta: un primer piso de piedra y tapia pisada;paredes de subdivisión internas en tapia pisada;paredes del segundo piso en tapia pisada o baha-reque (en el caso de la estructura mixta perfecta-mente sismorresistente); paredes de subdivisióndel segundo piso en bahareque.

Los techos pueden ser en “par y nudillo” o “pare hileras” y utilizan vigas y pares de madera rolli-za de gran diámetro, encañados, pegante de barroy tejas de barro cocido.

Puertas y ventanas en madera (se encuentranpintadas casi siempre en barniz verde); muchasde las cuales presentan balcón o voladizo concolumnas y barandas en madera pintada o balco -nes corridos.

La característica más evidente y peculiar es lapresencia de un patio claustrado, o de un doblepatio con diferentes solares y anexos auxiliaresque, con mucha probabilidad, eran espacios deservicio de la servidumbre; para los trabajos pro-pios de la vivienda, huertos, etc.

En el primer piso, puede desarrollarse un espa-cio libre y abierto con barandas, o galería.

Viviendas de este tipo presentan casi siempreen su interior tecnologías diferentes que respon-den a los distintos usos de los espacios, ademásde una jerarquía espacial.

Las may oría de estos ejemplos son casas muyamplias; con techumbres fuertes y articuladas(detalles de ángulos reforzados, etc.) y cumbrerasmuy altas. Algunas de estas ocupaban el espaciode media o de una entera manzana. Hoy día algu-nos de estos espacios se han reducido, ya que

Casa colonial en tapia en la Calle Real

Patio a claustro en una casa Republicana en tapia pisada

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sufrieron subdivisiones del espacio interior o delespacio libre de los predios que ocupaban.

4.2.3 Casa republicana de 1 piso: tapiapisada

La vivienda dé época republicana esta presenteen Barichara pero constituye una minoría decasos.

Siempre esta constituida por paredes de tapiapisada de ancho espesor (desde 60 cm hasta 90cm); el remate de la cubierta puede ser de baha-reque.

Se diferencia de la casa colonial más que en laforma y en la concepción espacial, en los detallesy elementos estéticos de los aleros y en la made-ra que los constituyen, ya que son de forma rectay con tallados; a veces el alero esta oculto tras unrecubrimiento de pañete. Otra diferencia es lacostumbre de cubrir los techos del interior de lacasa con un falso techo o “cielo raso” con cañizpañetado.

En el exterior los elementos tales puertas, ven-tanas y balcones tienen un ornamento elaboradocon molduras.

En el caso analizado en la ficha n. 04 esta pre-sente el patio claustrado , rodeado por columnasde madera que poyan en la base de piedra.

4.2.4 Casa rural en bahareque

La casa en bahareque, de pequeña dimensión yde planta rectangular, conformada por dos o tresespacios y con diferentes formas de patio y másde un solar, es una tipología difundida sea en elinterior del casco histórico que en el área rural.

Es posible que en una primera fase de la for-mación urbana, estas viviendas estubieran posi-cionadas en áreas todavía no urbanas y que, conel crecimiento urbano, se hay an englobado porcasas de estilo “urbano” y de viviendas coloniales.Por esta razón se hipotiza que las casas en baha-reque sean bastante antiguas.

Las paredes de bahareque pueden ser de dobleo de simple estructura. Por lo general son delga-das, pero en algunas de las antiguas casas anali-zadas en Barichara, se encontraron paredes enbahareque de hasta 80 cm, hechas en estructurasdobles reforzadas.

La cimientacion de las paredes perimetralessiempre es en piedra de gran tamaño y rollizas.Este basamento sobresale del perfil de los murosy sube hasta 0,90-1,00 metros.

En la casa rural en bahareque es frecuente eluso de techos con maderas rollizas y torcidas conrecubrimiento en tejas de barro.

4.2.5 Caney del tabaco

El caney representa una construcción típica-mente campesina del mundo laboral. No nacecomo vivienda aúnque en los últimos años seencuentran casos en Barichara, de viejos caneysrehabilitados para anexos de viviendas.

Casa colonial en tapia y piedra en dos pisos

Tipica vivienda en bahreque del casco historico de Barichara

Antigua casa rural en bahreque, o rancho

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4.3. Arquitectura contemporáneaen tierra cruda: arquitecturapopular y de estrato alto

La arquitectura contemporánea en tierra crudaesta representada mayormente por la arquitectu-ra de la tapia-pisada.

Podemos distinguir entre la arquitectura deestrato alto, donde se están desarrollando lasinvestigaciones y las elaboraciones de nuevos len-guajes estéticos atados al respeto de la tradiciónlocal y la arquitectura de estrato popular o medio-bajo, que sigue unos esquemas estéticos tradicio-nales, y que a veces, aúnque repitiendo lenguajesmantiene una calidad en lo que respecta al empleode materiales y a tecnología.

A nivel constructivo, en ambos los casos, se uti-lizan las tecnologías y procesos tradicionales aún-que existen también ejemplos de renovación, pro-puestos por algunos profesionales locales.

Con respecto a los nuevos ejemplos de arqui-tectura en tierra, se destacan algunas obras ela-boradas por el grupo de profesionales de laFundación Tierra Viva1.

El trabajo de esta Fundación resulta muy inte-resante y se focaliza alrededor de la exploraciónde las posibilidades estéticas de un “nuevo len-guaje de la tapia pisada” y de las técnicas de latierra en general.

Las obras desarrol ladas se caracterizan, a n ive lt e c n o l ó g i c o, por estudios de mejoramiento de last i e r ras em pleadas a través del control gra n u l o m é-trico y también por est udios de simulación delcomport am iento estruct ural y de los puntos débi-les en fase de proyectación (a t ravés del uso de uns o f t ware que permit e la simulación de los esfuer-zos) todo esto unido a la búsqueda de un nuevolenguaje estético de la t ierra, sin dejar a un lado e lrespet o por la tradición y el patr imonio ve r n a c u l a r.

La misión que esta desarrollando la FundaciónTierra Viva tiene como objetivo que el conoci-miento tecnológico, el buen diseño, y sobre todola conciencia cultural de lo local y del patrimonioheredado, aseguren una continuidad de estas con-strucciones con miras hacia un mejoramientofuturo.

Por est a razón este grupo de profesionales sepropone, con sus int ervenciones, e l uso de la est é-tica, la sugestión y e l símbolo de la nueva arqui-t e c t u ra en tierra de estrato alto, para justificar laintroducción, e impulsar e l uso de la tapia p isada yde la tierra en general, en la arquitect ura popular.

El intento es el de elevar la arquitectura de bajorecurso reconociendo su dignidad pasando no solopor el aspecto estético sino también por la calidadde los materiales y de los procesos que puedenser, además, más económicos en relación a lo queofrecen las viviendas populares hechas con recur-sos estatales, respetando además el patrimonioarquitectónico.

Las obras arquitectónicas de la FTV son ejem-plos de construcciones que interpretan la tradicióncon un lenguaje moderno que persiguen al mismo

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El caney del área Santandereana de Baricharase utilizaba y todavía es utilizado para secar lashojas del tabaco.

Por esta razón el caney consta de dos paredes– o mejor dos semi-paredes conformadas porcolumnas separadas – en tapia pisada, muy altasy bastante anchas (60-70 cm), configurándosecomo una estructura abierta, con tan solo dosmuros paralelos.

Las cubiertas son de fuertes pendientes a dosaguas; constituidas por una estructura de maderafina y rolliza, o directamente en armadura decañas gordas y cañas brav as, del tipo “techoengaberado”, dichas pendientes se recubren conpaja.

El techo es evidentemente de tipo pobre, unreparo contra la lluvia si se quiere, y al mismotiempo de muros sueltos y abiertos que permitenel paso del aire estableciendo así el equilibrio cli-mático justo para secar el tabaco.

Ho y día es frecuente encontrar cubiertas deasbesto sobre el engaberado lo cual genera undeterioro del paisaje y de la tapia pisada.

La tapia de los muros es generalmente dejada ala vista sin acabado.

El caney representa propiamente la mezcla, launión de la cultura india con la cultura de los espa-ñoles: la tapia de los muros utilizada por los colo-nizadores; la paja y los techos sencillos de la cul-tura india.

Hay casos en esta zona de Santander de caneysredondos que representan la tipología utilizadapara las cabañas de los indios.

Caney del tabaco, en el área rural de Barichara

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tiempo la continuidad cultural e histórica en lamodernidad.

Esta re lación respet uosa entre tradición ymodernidad, ent re v iejo (ant iguo) y nuevo,g a rantiza el hecho de evitar las mutaciones delcent ro histórico. Adem ás el respeto del patrimo-nio menor pasaría a t ravés de una buena p lanifi-cación de la vivienda popular y de v iv iendas enáreas perif éricas.

Es aquí, en las áreas periféricas de Baricharadonde se desarrollan la mayoría de los proyectosde FTV, para experimentar la nueva arquitecturaen tierra.

Por ejemplo, la Casa Pinto (véase ficha de cla-si ficación n. 13), ub icada en la periferia deBarichara, en el área de la Antigua, es el caso másrepresentativo de la exploración de las posibilida-des estéticas de la tapia pisada.

La const rucción aúnque contemporánea, tieneun d iseño que guarda respeto por e l contex ton a t u ral, es import ante, pero, hacer not ar que noh ay construcciones a ledañas.

Las dimensiones y proporciones son “huma-nas”: la altura de los pisos no emerge desde losrelieves y es en parte ocultada por los árboles.

La investigación de un nuevo lenguaje que per-mita una flexibilidad formal de la tapia pisada estámezclada con los elementos de la tradición tipoló-gica local: el patio rodeado por diferentes volúme-nes; la relación entre espacio interno y externo yexterno, el empleo de tierra y de madera rollizas,propios del lugar.

Se utilizaron en este proyecto gruesas paredesde tapia con diferentes texturas.

La innovación más evidente es la realización deuna pared en tapia con textura ondulada obtenidaa través del empleo de un cofre artesanal enmadera con molduras. La tierra utilizada en estaparte del muro de tapia, en la segunda planta, esde un bonito color rojizo, característico de la tier-ra de Barichara, dejandola a la vista sin acabadoalguno. La pared del primer piso en cambio es lisay con acabado de cal blanca.

Otro elemento de innovación es el diseño deparedes a “L” que representa una interesanteposibilidad estética pero que también es un ele-mento estructuralmente problemático, sobretodoen caso de sismo, por no tener amarres.

Interesante también es el diseño de la cubierta,a una sola agua que, por tener un alero lateraldemasiado corto, puede permitir la fácil erosión dela pared de tapia que no fue estabilizada.

Esta claro que este proyecto tenía un intentoprioritario de pura exploración estética, con el finde reintroducir la tapia pisada en el panorama dela arquitectura contemporánea, antes que aportarmejoramientos tecnológicos.

Otro caso es el ejemplo de la Casa Moreno-Cabeza (véase ficha de clasificación n. 12) querepresenta una rehabilitación casi integral de uncaney de tabaco preexistente que se implanta enuna posición aislada respecto al conjunto deviviendas rurales del Barrio La Loma, en una zonaperiférica del pueblo y lejos del casco histórico.

La rehabilitación de este edificio con la nuevafunción de vivienda, es totalmente moderna: lamodernidad del lenguaje se expresa en eldesprendimiento de los volúmenes, respecto alsalón central; en la forma de planta libre conespacios independientes y en la amplitud de loslocales. Pero en general, la disposición espacialrespeta la implantación urbana, así como lospatios.

El edificio, aúnque de altura considerable (laaltura máxima de la cumbrera es de 5.00 m.),respeta las reglas de los perfiles de fachada en lasmedidas, colores, materiales: no sobresale enmanera evidente de las construcciones limítrofes yaún más, se entremezcla con los árboles y losrelieves topográficos del terreno.

Un elemento de contemporaneidad, es el uso demadera y ebanistería de talla cuadra; la estructu-ra del mezanine del salón y el diseño linear de lasdecoraciones en la madera de puertas y ventanas.

El v olumen principal, es decir, lo que antes erael caney, respeta com pletament e el diseño de latipología t radicional del caney del tabaco, de susproporciones, materiales, y de la sabiduría con-s t r u c t i va ancestral , como por ejemplo el empleo depañetes a base de estiércol de caballo , cal comop i n t u ra en el ext erior, y cal con colores a base depigmentos minerales en e l in t er ior; techos en cañizy madera rol liza y pegante de barro natura l .

En estos últimos ejemplos, se mostraron casosen los que el trabajo de ejecución de la obra sedesarrolló totalmente en equipo: arquitectos ymaestros en colaboración conjunta; pero, en lamayoría de los casos ésta no es la costumbre.Arquitectos, ingenieros y reales ejecutores de lasobras en tierra cruda, que son los que poseen lasabiduría constructiv a tradicional, en est osmomentos no tienen una real interrelación.

Como el mejoramiento de la vivienda de bajosrecursos y la preservación del patrimonio menorpasa a través de un trabajo global, de un trabajode equipo, es necesario difundir cuanto sea posi-ble una conciencia conjunta y crear una colabora-ción entre profesionales y maestros.

Pa ra lograr esto, la FTV int enta forta lecer los t al-leres de tra b a j o, la f ormación y la difusión de estosconocimientos en las nuevas generaciones y sobre-t o d o, la creación por medio de encuentros técnicosy de t alleres de formación, una re lación de colabo-ración entre los profesionales, los m aestros deo b ras y los técnicos de las instituciones para que,tecnología, hábitat social y la nueva arquitecturase desarrol len para el hom bre en nombre delrespet o del patrimonio arquitectónico y cultura l ,cada uno ofreciendo su aporte especifico.

1 Nota: Fundación Tierra Viva es un grupo de investiga-ción que trabaja, desde el 1999, “por el reconocimientoy la pertenencia de la tierra como material de construc-ción para la generación del Hábitat Sostenible con iden-tidad cultural”. Tiene sede en Barichara, Santander. “FTVpromueve y difunde el uso de la tierra como material deconstrucción buscando ante todo la preservación delpatrimonio, la innovación y el desarrollo de la arquitec-tura en tierra” .

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Casa Pinto: vistas de la fachada principal y del perfil lateral

Casa Moreno-Cabeza: fachada del caney con balcon, vistadesde el jardin

Casa Moreno-Cabeza: el estar con mezanin

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Conclusiones, proyeccionesy líneas de trabajo

La investigación desarrollada ha permitido lle-gar a unas conclusiones importantes para cual-quier tipo de futura y necesaria línea de trabajo ointervención en el contexto municipal.

A nivel tecnológico se comprobó el empleo de latierra cruda como material sin ningún tipo de adi-tivos como el uso de cemento, estabilizantes ytecnologías sofisticadas.

Los procesos constructivos y el saber hacer tec-nológico son todavía, en la mayoría de los casos,“populares”, es decir, el conocimiento esta enmano de obreros locales, maestros de obras yalbañiles más que en las de los arquitectos y aca-démicos.

Los profesionales entraron en el proceso en losúltimos años con una posición de colaboración.

La continúa ejecución de obras en tapia pisadaa lo largo de los siglos, por mano de familias deobreros, y la vigencia de la sabiduría constructivapopular permitieron tanto la permanencia delconocimiento tecnológico de la tierra, como elrespeto de las formas y de las tipologías del patri-monio constructivo histórico.

Este patrimonio responde fuertemente al hábi-tat, al clima y a la forma autóctona de “vivir ellugar”.

Aún más, en este contexto, a nivel social, elmaterial tierra constituye un necesario y únicoelemento para permitir una “viv ienda social”humana, económica y digna; por otro lado, el usode las mismas técnicas antiguas en la arquitectu-ra contemporánea, es una de las formas necesa-rias para el respeto del patrimonio arquitectónicomenor que asegura la continuidad cultural y laintegración de lo “nuevo” en el contexto histórico.

Es por esta razón que se hace necesario pre-servar esta fuerte relación local que existe entre“patrimonio arquitectónico y tecnología”.

El uso de la tierra como material en este con-texto, constituye una ventaja por permitir la auto-sostenibilidad sea en el tema de las nuevas con-strucciones, como en el tema del hábitat social,así como también en el tema de la preservacióndel patrimonio material.

Además, la economicidad de la tierra cruda estarelacionada a la disponibilidad de localización de lamateria prima y de su transporte, a lo económicode los procesos constructivos y a una correcta,compatible y fácil manera de intervención en lopreexistente.

A nivel de preservación de Patrimonio, fue pro-piamente la vigencia y la sabiduría constructivalocal y popular en permitir el buen mantenimientodel centro histórico hasta hoy en día, aúnque lasituación se esta modificando.

El buen estado de conservación general de laa r q u i t e c t u ra del casco histórico de Barichara, fuédebido también a la presencia de una práctica con-sol idada por los habitant es en relación a la manu-tención de las fachadas. Cada año, los m ismos

habitantes del pueblo o los obreros pint an lasfachadas que dan hacia la cal le, con acabados abase de cal. Esta práctica común permite e l man-tenimiento de la blancura de las paredes y de launiformidad y buen estado de los perfiles urbanos.

Aúnque el casco histórico esté bien preservado,y a pesar del reglamento vigente, en los últimosaños, se ha verificado un rápido proceso dedegradación, y el solo hecho de haber sido decla-rado Bien de Interés Cultural de Carácter Nacionalno es suficiente para que los mismos habitantesde Barichara se den cuenta de su propio e inmen-so valor.

Los casos más comunes de degradación delpatrimonio arquitectónico se refieren a degrada-ciones de tipos estructurales, tales como: subdivi-siones del espacio interno y mutación de la con-cepción espacial; construcción de anexos y realcesen concreto sobre estructuras de carga en tierracruda con diferente resistencia, cierres de puertasy ventanas efectuados en fachadas de tapia obahareque, con concreto o ladrillos de concreto.Estas prácticas causan problemas estructuralesademás del deterioro del patrimonio y, lo que esmás preocupante, estas construcciones están ubi-cadas en un contexto altamente sísmico.

La causa radica en la introducción de prácticasy técnicas constructivas que no pertenecen a lacultura del lugar y que, por imitación de estilos ylenguajes “importados” de modelos “europeos”,irrumpen en la uniformidad de lo existente.

El primer instrumento vigente de protecciónpara el centro histórico de Barichara, elaborado en1994 por el arquitecto patrimonialista AlbertoSaldarriaga, es un aporte importante y de muchovalor que incluye consideraciones fundamentalesrespecto a la preservación de colores y materialesde las fachadas2 .

Pero sería necesario y urgente, completar, inte-grar y actualizar este instrumento creando accio-nes complementarias para la conservación querefuerce aquellas que ya están en proceso.

El fortalecimiento de los instrumentos de pro-t ección del patrimonio arquitect ón ico deBarichara, la relación entre profesionales y pobla-ción, entre técnicos y habitantes, así como el for-talecimiento de los conocimientos tecnológicos,son objetivos prioritarios ya que el centro históri-co de Barichara tiene una inmensa riqueza yrepresenta un recurso para la misma población,sin necesidad de invertir grandes cantidades dedinero.

La integración, la actualización y el fortaleci-miento de los instrumentos de preservación pasantambién a través de un mayor conocimiento de loexistente.

Faltan aún levantamientos también de los edifi-cios históricos de may or importancia como, porejemplo, la “Casa de la Cultura” y de las viviendasseñoriales más antiguas, además del patrimonioarquitectónico menor que representa el valor fun-damental de este casco histórico.

Por esta razón el resultado de la investigacióndesarrollada lleva consigo la necesidad de ampliar

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el estudio y la documentación a todo el centrohistórico y a su área periférica para un mejorconocimiento del estado de conservación de losedificios históricos y para catalogar todo el patri-monio arquitectónico local, así como las construc-ciones contemporáneas en tierra que ya hacenparte de este conjunto, antes de sufrir una perdi-da del “patrimonio constructivo menor” .

1 Nota: Ministerio Colombiano de Cultura - Subdirecciónde P atrimon io Cul tur al ( El aborad o por Al bert oSaldarriaga y CEAM - LTDA), Reglamento del CentroHistórico de Barichara (febrero, 1994)

2 Nota: Reglamento del Centro Histórico de Barichara -Articulo 49. Materiales. Parágrafo. <Las puertas y ven-tanas en el sector antiguo de Barichara y de su áreaperiférica deben ser construidas en madera. Si seemplean rejas o varillas de hierro, estas deben estarincorporadas como elementos accesorios a la madera>.Reglamento del Centro Histórico de Barichara - Articulo50. Enchapes. Parágrafo. <En caso de encontrarse unaedificación, mediante una exploración adecuada, la pre-sencia de zócalos originales en piedra, estos puedendejarse a la vista>.Reglamento del Centro Histórico de Barichara - Articulo51. Colores . <En los muros de las fachadas de losinmuebles y en las bardas de cerramiento de los prediosse debe emplear preferencialmente el color blanco. Elzócalo, las puertas y las ventanas pueden llevar un colordiferente que armonice con el conjunto de fachadas dela cuadra>. Parágrafo. <Si mediante un estudio cromático cuidado-so, realizado por un experto en restauración se com-prueba la presencia de una fachada de colores originalesdeferentes al blanco, esos colores pueden ser permitidosen dicho inmueble>.

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VERJA: Enrejado que sirve de puerta, ventanacerca a una edificación o a un predio.

VOLADIZO: Saliente sobre el paramento de laplanta baja, con que amplía hacia la calle el áreade cualquiera de las plantas superiores.

ZAGUAN: Espacio interior cubierto que sirve devestíbulo en la entrada de una casa.

ZOCALO: Paramento ornamental, pintado o enrelieve, en la parte baja de la fachada de las edi-ficaciones.

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Terminología

ABARDILLA: Coronación o remate para la protec-ción de un muro, con un saledizo a ambos ladosdel perímetro.

ACERA/ANDEN: Cualquiera de las orillas de unavía pública, comprendida entre la línea de demar-cación del predio y el sardinel, reservada exclusi-vamente para facilitar el tránsito peatonal.

ALERO: Parte inferior del tejado que sobresale dela pared y se proyecta sobre el espacio público.

CAN: Cabeza de viga del techo que carga en elmuro y sobresale a exterior para sostener la coro-na de la cornisa, conformando el alero.

CUADRA: Uno de los lados de una manzana.

CULATA: Es el muro o porción de muro de una edi-ficación expuesta a la vista que colinda lateral oposteriormente con propiedades vecinas.

EMPREDRADO: Pavimento de piedras.

ENLADRILLADO: Pavimento de ladrillo

ENLOSADO: Pavimento de losas de piedra.

GABINETE: Mirador, ventana o balcón, general-mente con celosía de madera.

LOTE: Predio sin construir pero apto para dichoefecto.

MANZANA: Área delimitada por calles que formanparte del trazado urbano.

MATERIALES MODERNOS: en la tradición con-s t r u c t i va popular de Santander y en todaColombia, indica el utilizo de materiales y estruc-turas en concreto, ladrillo de concreto o ladrillococido, cerámica esmaltada y elementos decorati-v os en metal típicos de la arquitectura de estiloeuropeo o, en general, de la cultura citadina. Encontraposición a la arquitectura vernácula o colo-nial hechas con materiales propios del lugar.

PAÑETE: Revestimiento de las paredes.

PATIO: Espacio descubierto delimitado por pare-des o galerías. Según la morfología del patio sedetermina la tipología de la planta de las viviendascoloniales.

REMATE: Ornamento esculpido, moderado o con-struido con el fin de coronar una edificación o unode sus elementos (ej. remate de cubierta).

SARDINEL: Elemento de material durable cuyoborde separa la calzada del andén o del separadorde una vía.

SEMISO TANO: Es la parte parcialmente enterradade una edificación.

SOTANO: Es el local subterráneo de una edifica-ción.

TEJADILLO: Tejado pequeño en una sola pendien-te, adosado a un muro.

TEJAROZ: Alero, albardilla.

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http://www. fundaciontierraviva.telecom.co

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http://eartharchitecture.org

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Asociaciones, centros de estudioy documentación especializados

ACROTERRE (Francia)

AICAT (Italia)

CRATerre EAG (Francia)

CED TERRA (Italia)

CENTRO NAVAPALOS (España)

GESAMTHOCHSCHULE KASSEL (Alemania)

GRUPPO TERRA (Italia)

INTER - ACCION (España)

FUNDACION TIERRA VIVA (Colombia)

PISE TERRE D'AVENIR (Francia)

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Indice

PRESENTAZIONE 3

Introducción 5Problemáticas y “nodo histórico” del hábitat en Barichara 6

1. Contextualizacion y análisis de las problemáticas 7

1.1. Localización e identificación 71.2. Consideraciones históricas 81.3. Conformación geológica del territorio 81.4. Topografía, hidrografía, vegetación 91.5. Clima 91.6. Análisis de las problemáticas socio-políticas y económicas

relacionadas al tema de la vivienda rural y urbana 11

2. El inventario del patrimonio arquitectónico en tierra de Barichara y su conjunto 12

2.1 La ficha de inv entario tipologico-tecnológico: metodología, objetivos, resultados 132.1.1.La ficha sinóptica: resumen esquemático de datos de las 13 fichas de inventario 14

2.2. Ficha de análisis de los puntos de debilidad estructural 15

3. Tecnología, materiales y patrimonio 40

3.1. Descripción de las técnicas constructivas tradicionales 403.1.1 Tapia pisada 403.1.2 Bahareque 423.1.3 Adobe 443.1.4 Estructura mixta: tapia, bahareque y piedra 443.1.5 La piedra 45

3.2. Materiales y estructuras de las cubiertas 463.2.1.Amarres de cubiertas 493.2.2. Inmunizantes de las maderas de las cubiertas 49

3.3. Otros tipos de cubiertas: experiencias y “recetas” de maestros de obra locales 493.3.1.Los techos de Martín Prada 49

3.4. Acabados 513.4.1.Pañete de barro y cal, pañete de estiércol de caballo, pinturas a base de cal 513.4.2.Fachadas de cal blanca y zócalos en barniz 53

3.5. Puertas, ventanas, balcones, elementos decorativos 533.6. Pisos 55

4. Tipologías arquitectónicas 56

4.1. Introducción sobre la arquitectura y el urbanismo de Barichara 564.2. Tipologias históricas y patrimonio arquitectónico 57

4.2.1 Casa colonial de 1 piso: tapia pisada, tapia y piedra; tapia y bahareque 574.2.2 Casa colonial de 2 pisos: tapia pisada y piedra o sistema mixto 584.2.3 Casa republicana de 1 piso: tapia pisada 594.2.4 Casa rural en bahareque 594.2.5 Caney del tabaco 59

4.3. Arquitectura contemporánea en tierra cruda: arquitectura popular y de estrato alto 60

Conclusiones, proyecciones y líneas de trabajo 63

Terminología 65

Bibliografía 67

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Agradecimientos

A FUNDACION TIERRA VIVA de Barichara ,Colombia, un particular agradecimiento por haberpermitido el desarrollo de este trabajo y por elsoporte y la colaboración profesional y humana:Arquitecto Jesús Antonio Moreno Cárdenas, tutory maestro inolvidable; Profesor José' Raúl MorenoCárdenas, presidente de la Fundación Tierra Viva;Ingeniero Santiago Rivero Bolaños; señora IsabelCristina Gómez Navas; Profesora Crystelle Avril.

POLITECNICO DE TORINO - II FACULTAD DEARQUITECTURA: un agradecimiento a los tutoresde esta inv estigación el Profesor Roberto Mattoney la Profesora Gloria Pasero; el grupo de investi-gación del “CRD-PVS” del Politécnico de Torino queha permitido la realización de esta experiencia decooperación internacional, el Profesor MassimoFoti; la Profesora Nuccia Maritano Comoglio; lasarquit ectas Irene Caltabiano e Francesca DeFilippi.

ALCALDIA MUNICIPAL DE BARICHARA: AlcaldeSeñor Guillermo Bautista; Oficina de PlaneaciónMunicipal, Ingeniero Javier; Señora Ligia.

OBREROS, POBLACION DE BARICHARA Y AMI-GOS: Martín Prada, talentoso maestro de obra yamigo; Nidia Cabeza Blanco; Daniela ZaffalonGómez; prof esor Vicente Aceveda y señora ;Gustavo Acosta; maestro Jaime Gómez; maestroSantiago Bohórquez; maestro Rafael Macias;Obreros de la Cantería; señora Anita País Bueno;señor Samuel; señora Wilma Ahumada y señorSantiago Gamboa.

Mis colegas de trabajo y amigos: arquitectosUmberto Ciccarelli y Alida Carletti; arquitectaRaffaella Simonelli; Arquitecta Mina Bardiani.

Mis familiares y queridos que estuvieron a milado en esta experiencia durante el verano del2004: Emilio Battistelli; Adriana Canovari; ChiaraL u d ovica Batt istelli; Eduardo Andrés Mart ínezRomero.

A mis compañeras de sueños, trabajo y ami-stad: las arquitectas Annalisa Mosetto, MichelaBellino, Carmela Gattuso, Chiara Mossetti, RobertaCerrone de la Asociación Cultural “Unamanu” -Torino.

A mi amiga Carmela por la revisión del texto enespañol.

A mi amiga Annalisa por la ayuda concreta y elaporte impagable.