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I GENOVESI VISTI DAI CATALANI NEL MEDIOEVO.
DA AMICI A NEMICI
M R Í T E R E S F E R R E R I M L L O L
Di fronte a Genova, nell'altra sponda del Mediterráneo occiden-
tale, la Catalogna incominciò a formarsi lentamente dalla fine del
secolo VIII, quando l'esercito carolingio, con l'aiuto dei naturali del
luogo, riusci a prendere il contrallo o a conquistare le città di Giro-
na nel 785 e di Barcellona nel 801
1
; queste città e il loro territorio si
trovavano in mani agli arabi, che avevano invaso la Penisola Ibérica
nell'anno 711; a poco a poco i conti e i loro discendenti, ai quali i
Franchi avevano affidato il governo in questa frontiera della Cristia-
nità, si indipendentizzarono di fatto e, con le proprie forze, fecero
retrocedere il dominio islámico verso sud e verso ovest
2
.
I conti di Barcellona divennero Pelemento agglutinante della Ca-
talogna, assorbendo gli altri contadi indipendenti e formando cosí
uno stato
3
. Mentre la Catalogna guadagnava il suo territorio all'I-
1
M.T. Ferrer i Mallol è direttrice di ricerca del CSIC, Institución Milá y Fonta nals, B arce l-
lona (nel Dipartimento di Studi Medievali) . Questo lavoro fa parte del progetto di ricerca En -
t re la Penínsu la I béica y e l M edi t er ráneo. I n t eracc iones po l i t i cas , económi cas y cu l t u ra les en
l a B a j a E d ad M ed i a , concesso dal Minister io de Educación y Ciencia (HUM2000-00916) . Be-
neficia anch e dell 'aiuto conc esso al Grup de recerca consolidat L a Co r ona ca t a l a no - a r ago -
nesa , l ' I s l am i el m ón m ed i t er r an i * , dal Departam ent d'Universitats, Re cerca i Societat de la
informació de la Generalitat de Catalunya per il periodo 2005-2009 (SGR2005193).
2
II prese nte articolo è il testo di una confe renza ten uta aH'Uníversítà di Ge nov a il 16 no-
vembre di 2004, all'interno del ciclo: I I m i t o d i G en o v a i n I t a l i a e n el M on d o , a cui ho aggiunto
le note. È una sintesi dei rapporti polítici fra Catalaní e Genovesi destinata a spiegare le opinio-
ni dei primi su quest'ultimi. Ringrazio Luciano Gallinari per la conezione del mió italiano.
3
Studi com plessiv i sulla storia della Catalogn a o di ques to prim o pe riod o: R. D'ABADAI I
DE VINYALS, E l s p r im er s com tes ca t a l ans , B ar ce lo n a, 1 95 8; S. SOBREQUÉS I VIDAL, E ls grans com-
t es de B arcelo na,
B ar ce lo n a, 19 61 ; P. BONNASSIE,
Ca t a lun ya m i l anys en rera ( seg les X -X I ) ,
Bar-
celona, 1979-1981. Cfr. una visione generale in F. SOLDEVILA, H i s tò r i a de Ca ta l u n y a , Barcelo-
na, 1962
2
; J. M . SALRACH, H i s tòr i a dels Païos Cat al ans, d el s or ígens a 1714, coordinad a pe r A.
Balcells , I , Barcelona, 1980.
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María Teresa Ferrer i Mallol
slam e lo organizzava, i Genovesi riuscirono a sviluppare la propria
economia e il commercio marittimo, fino al punto di convertirsi in
una grande potenza militare ed economica mediterránea; anche lo-
ro ebbero a soffrire gli attacchí dei corsari saraceni, ma non dovet-
tero riconquistare il proprio territorio
4
. Questo significa che quando
Catalani e Genovesi entrarono in contatto la loro situazione, nel
processo di sviluppo economico, era molto diversa.
I conti catalani erano interessati ad affermare i propri diritti di
conquista sul territorio occupato dai musulmani in concorrenza con
altri stati vicini, che avevano interessi coincidenti; la Catalogna e l'A-
ragona desideravano ambedue la conquista di Lleida e di Tortosa,
mentre Valenza figurava fra gli obiettivi tanto dei catalani come dei
castigliani. Le isole Baleari potevano essere conquístate da Genova,
Pisa o Sicilia e condizionare lo sviluppo marittimo catalano nel futu-
ro, mentre se l'Aragona fosse riuscita a prendere Tortosa, avrebbe
impedito l'espansione futura della Catalogna. Bisognava affrettarsi a
realizzare gli obiettivi e formare uno stato possibile, ma poiché la
forza demográfica, economica e militare catalana era limitata, si
cercó l'alleanza con le potenze navali di allora.- Genova, Pisa e la Si-
cilia normanna per compiere alcune operazioni espansionistiche.
Vi erano interessi coincidenti. La presenza di focolai di corsari-
sm o islámico a Maiorca o Tortosa rappresentava per i Ge nov esi
o i Pisani un grave disturbo e, per questo, parteciparono ad alcu-
ne imprese militari, apportando la loro flotta, quando la marina
catalana non aveva ancora avuto tempo di svilupparsi a sufficien-
za. Anche se non si conserva nessun patto scritto sull'organizza-
zione di questa spedizione, si sa, da una cronaca araba, che navi
pisane e genovesi collaborarono a un attacco contro Tortosa con-
dotto, nel 1092, congiuntamente dal conte Berengario Raimondo
II di Barcellona e dal re Sancio Ramírez d'Aragona. La flotta mista
4
Studi com ples siv i sulla storia di Ge no va : V. VÍTALE,
B r ev i a r i o del l a st o r i a d i G enova . L i -
neamen tí
storici
ed o r i en l am en t i b i b l i o g r a f i c i ,
G en ov a, 1955 ; T. O . DE NEGRI,
St o r i a d i Genova ,
Milano, 1974; L. BORZANI, G. PISTARINO, F. RAGAZZI,
St o r i a i l l u st r a t a d i Geno v a ,
vol.:
Genova
an t i c a e med i eva l e e Genova nel Q ua t t r o cen t o , Genova, 1993; S t o r i a d i G enova . M ed i t er rá
neo, Euro pa , A t lánt ico ,
a cura di D. Puncuh, Genova, 2003.
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I genovesi visti dai catalani nel M edioevo. Da am ici a nem ici
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genovese e pisana bloccò Tortosa dal mare e probabilmente risali
il corso del fiume per awicinarsi alia città mentre il conte di Bar-
cellona e il re d'Aragona la assalivano per terra. Si trattava degli
stessi vascelli che presero parte, quello stesso anno, a un attacco
del re di Castiglia, Alfonso VI, contro Valenza; nessuno dei due at-
tacchi ebbe successo
5
.
Furono, invece, piü fortúnate altre imprese compiute congiunta-
mente nei decenni successivi. I Pisani collaborarono con il conte di
Barcellona Raimondo Berengario III, nella prima, effimera, conqui-
sta di Maiorca, nel 1114-1115. Con la finalità di eliminare i focolai
di pirateria di Maiorca, i Pisani decisero di organizzare una crociata,
con l'approvazione del papa Pasquale II, contro il regno islámico di
Maiorca, concesso come feudo a Pisa dal papa Gregorio VII (1085).
Esclusa Genova, le città e regioni vicine - Lucca, Siena, Firenge,
Volterra, Pistoia, la Lombardia, Rom a, la Sardegna e la Corsiea -
supportarono l'impresa e vi parteciparono con uomini, prowigioni,
eccetera. La città di Maiorca fu conquistata nel 1115, sebbene i cri-
stiani non poterono mantenerla e si perse quello stesso anno
6
. II
5
R. MENÉNDEZ PIDAL, La Españ del C id , Madrid, 1929, II, pp. 792. La fonte che informa
della partecipazione pisana e genovese è AL MAKKARI,
K i t a b a l i k t i f a ,
in A. IBS MOHAMMED AL-
MAKKARI, The h i s t o r y o f t he M ohamm edan dynas t i e i n Spa i n : ex t r a c t ed f r om t he N a f hu - t - t i b
m i n g bo sn i - l - a n d a l u si - r - r a t t i b w a t a r i k b L i s a n u - d -D i n I b n i - l - K h a t t i b , translated from the co-
pies of the Library of London by P. de Gayangos, London, 1840-1843, II, pp. XXXVIII-
XXXIX. II frammento è riportato in . R. MENÉNDEZ PIDAL, I b i dem , p. 795. Cfr. anche F. SOLDE-
VILA, H i s t o r i a d e Ca t a l u n ya , I, pp. 115 e 124-125, e S. SOBREQUÉS, El s g rans comt es de Ba rce-
l o n a
cit., pp. 133-141. Ho riportato il frammento in M.T. FERRER I MALLOL,
Le comun i caz i on i e
g l i scamb i t r a P i sa e Ba r cel l o na ,
X -X ILL
secc.,
in corso di pubblicazione in •
P i sa n i v i r i i n i n -
su l i s et t r a n sma r i n i s reg i on i bu s potentes• P i sa come nodo d i com un i caz i on i nei seco l i cen -
t ran del med ioevo ,
nota 26.
6
Líber M a io l i ch i n us de gesti s p i sano rum i l l u s t r i b u s , ed. L.A, Muratori, R er um I t a l i c a r um
Scr ip to res,
VI; e di C. Calisse, Roma, 1904. Esiste una traduzione catalana a cura di M. Milet i
Mas, Palma de Mallorca, 1991. Cfr. anche lo studio di J. VIDAL I ALCOVER, E l l i b r e de M a l l o r ca
(L i ber M a io l i ch i nus o M a io r i ch i n us ) . In t r oducc ió a l ' ed i c ió del poema l l a t í a seva t r aducc ió
ca t a l a na ,
in
M a l l o rca . La p r i me ra conques ta cr i s t i ana . E l 1114, cen t qu i nze any s abans de
Jaume I , Fundació Jaume I. Nadala, Barcelona, 1979, pp. 20-78. Cfr. anche S. SOBREQUÉS, E ls
grans com t es de Ba rcelo na ci t., pp. 174 -1 80 ; F. SOLDEVILA, H i s tòr i a de Ca t a l u n ya cit., I, pp.
132-133; M. BARCELÓ,
E xped i c i o n s m i l i t a r s
i
p ro j ec tes d ' a t ac con t r a l es l l es o r i en t a l s d 'A l -A n -
da l us (a l - Jaza ' i r a l - Sha rq i yy a a l t A nda l us ) abans de la conques ta ca ta l an a (1229 ),
in «Estudi
General-, 1/1, 1981, pp. 99-107; J.R. JULIÀ VIÑAMATA, La si t uaz i onepo l í i ca nel M ed i t er ráneo oc-
c i den t a l e a l l ' epoca d i K a im on t o Berenga r i o I I I : l a sped i z i one a M a io r ca de l 1113-1115 ,
in
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conte di Barcellona dovette ritornare in fretta per difendere la sua
capitale perché gli almoravidi avevano lanciato una incursione di
rappresaglia contro la città. Alcune cronache catalane, scritte verso
la fine del Duecento, presentano alcune versioni di questi fatti con
alcuni errori storici, ma con un chiaro proposito di mettere in catti-
va luce i Genovesi, cioè, proiettano sui fatti di centocinquanta anni
prima alcuni sentimenti antigenovesi che cominciavano ad affiorare
allora, sebbene sotto l'amicizía ufficiale. Alcune di queste cronache
rendono protagonisti della crociata contro Maiorca non i Pisani ma
addiritura i Genovesi, i quali, quando il conte di Barcellona
-
dovette
ritornare ín fretta per difendere Barcellona, abbandonarono l'isola,
malgrado gli avessero promesso di custodirla fino al suo ritorno.
Perciò se dovette essere conquistata di nuovo nel 1229 da Giacomo
I, la colpa fu dei Genovesi, che non avevano saputo conservarla.
Questa è la versione che raccoglie il cronista Desclot, uno dei gran-
di cronisti catalani. Ma ci sono altre versioni in cui i Genovesi sono
accusati direttamente di avere tradito la città di Maiorca per denaro.
In una, i responsabili sono Pisani e Genovesi insieme, in un'altra, la
conquista è fatta da i re con i Pisani, ma il tradimento è dei Geno-
vesi, che aiutarono i saraceni a recuperarla
7
.
•Medioevo. Saggi e rassegne», 16, 1992, in special modo pp. 61-68, in cui si fa una sintesi del-
la política internazionale del conte Raimondo Berengario III. Cfr. anche i brevi commenti di
G . SCALIA,
Con t r i b u t i p i s an i a l i a l o t t a an t i - i s l am i ca nel M ed i t er ráneo cen t r o - o c ci d en t a l e du -
ran t e i l seco lo X I e nei p r i m i decenn i del X I I ,
in «Anuario de Estudios Medievales-, 10, 1980,
pp. 135-144 e in special modo pp. 137-140. II prof. Scalia stava preparando una nuova edi-
zione del Liber Maiorichinus; C. VANRELI. BERGA,
L a ràz i a p i s na n o ca t a l a n a co n t r a M a yu r q a
segons el K i t a b a l - i k i f a d ' i b n a l -K a r dabus ÍXI I-X I II J,
.Bolletí de la Societat Arqueològica Luí
liana», LVI, 2000, pp. 403-406. Cfr. anche St. P. BENSCH,
Ba r cel o na and i t s ul ers, 1096-1291,
London, 1995, pp. 223-224; Trad. catalana:
Bar celo na i els seus d i r i gen t s 1096-1291,
Barcelo-
na, 2000. Cfr. una sintesi dei rapporti tra Pisa e la Catalogna fino alia metà del XIII sec. in S.
ORVIETANI BUSCH,
P i sa and Ca t a t onía bet w een t he Tw el f t h and Th i r t een t h Cen t úr i es ,
in
I n t er -
na t i on a l M ed i ev a l Resea rch , 1 . A c ross t he M ed i t er ran ean F ron t i e r s. T ra de, Po l í i cs and Re l i -
g ión 650-1450,
ed. D.A. Agius e I.R. Netton, Turnhou t, 1997 , pp. 139 -155.
7
B . DESCLOT, C ròn i ca , in JAUME I, B . DESCLOT, R . MUNTANER, PERE II I, L es qua t r e grans
cròniques,
ed. de F. Soldevila, Barcelona, 1971, cap. XXIX, p. 425:
- que els genov esos hav i en
desem pa ra da la c i u t a t de M a lo rques e que el s sa r raïs l ' ha v i en cob rada [ . ..] . E s i els geno v esos
haguessen re tengut ço que el bon com t e de Ba rcelo na hav ia gasa i a t , ja aquesta v egada no
ca lg ra l o rei t reba l l a r ne sos ba ron s
»; St. M. CINGOLANI,
H i st o r i o g r a f i a a l t em ps de Pere I I i
A l fo ns I I (1276 -1291) . Ed i c ió i es tud i de tec tos nèit s.- 3 Gesta com i num Ba r ch i n onens i um
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Ritornando alia realtà dei fatti, la spedizione permise ai Pisani di
firmare un trattato con il conte di Barcellona, che era diventato po-
co prima signore della Provenza tramite matrimonio. La Provenza
era molto importante per i Pisani e i Genovesi, che avevano
11
forti
interessi commerciali. Si capisce cosí che quando Raimondo Beren-
gario III visitó, nel 1116, Genova e Pisa fu accolto con manifestazio-
ni di gioia e grandi onori. In entrambe le città il conte espose i pro-
getti per l'organizzazione di una crociata contro l'Islam, con il fine
di conquistare Tortosa e ripopolare Tarragona. Chiese quindi la col-
laborazione delle due potenti città marinare, visto che la flotta cata-
lana e nemmeno quella di Provenza potevano ancora assumere l'o-
nere di un'operazione di tale portata. Sembra che in tutte e due le
città ottenne promesse di collaborazione
8
. A Pisa approfittò inoltre
dell'occasione per ratificare l'alleanza stretta con i Pisani nel 1113
9
-
Cercó anche l'aiuto del Papa Pasquale II, che concesse la crociata
per la conquista di Tortosa
10
. Ma la Crociata non si organizzó per le
complicazioni della política occitana, per le divergenze fra Genova
e Pisa e per la morte del papa Pasquale.
I V ,
«Llengua i Literatura», 15, 2004, pp. 7-30, pubblica a p. 13 un frammento del ms. O, BC
152, f. 32v.-33r. sulla conquista della città di Maiorca dal conte Ramon Berenguer III in cui
appare l'accusa a Pisani e Genovesi di aver tradito la città di maiorca per denaro: il conte di
Barcellona che era ritornato in Catalogna, ricevette la notizia che
-que Isp i sans e I s eno v esos
a qu i el l ' h a v i a i ada , pe r d i ne r s que n ' ha v i en haüt s , hav i en t r ah i da l a ci u t a t deM a l l o r cha e
l a hav i en l i u r ada a l s sa r r ah i n s». II ms. BC 487, gg. Il4v.-115v. di cui lo stesso autore pubbli-
ca un frammento a pp. 15-16, attribuisce ai soli genovesi la consegna della città, che i pisani
comunicarono al conte: -E eren- l i assaber que ja nov esos, per d i ners que n 'av ien presos de
sa r ray ns , av i en t r ay da la c i u t a t de M a l l o rcha . Los ca l ssa r ra yn s h i o ren a lba de m a t íab mo l -
t es naus e ga leas , ab l os anov esos qu i - y a j uda ren ,
l os
ca ls v engren sobt osam ent e descuyd ade,
que non saberen res aque l l s de la ciu t a t f i ns que l l s sarr ay ns or en d i ns, a ca l cosa err en lo s
j anovesos
8
Su qu es ta visita, cfr. M.T. FERRER, Le comun i caz i on i eg l i scam b i t r a P i sa e Bar cel l ona ,
in corso di pubblicazione.
9
II trattato, co pia to in que llo del 1 233 , ven ne pu bblic ato d a P. PIFERER, Recuerdo s y
bel l ezas d e Españ,
M allor ca, 18 42 , pp . 11 0- 11 1; a n ch e da E. GONZÁLEZ HURTEBBE,
Recu l l de
documen ts i nè i t s del rey en faum e I , in I Congré d 'H i s tò r i a de la Corona d 'A ragó , Barce-
lona, 1909, II , doc. 10. Pubbl. anche in LíberM a io l i ch i nus , ed. Calisse, Ap pen dice , núm . 1,
p p . 1 3 7 - 1 4 0 .
1 0
Cfr. la co n ce ss io ne pa pale in D. MANSILLA,
L a documen t a c i ón pon t i f i c i a has t a I nocen -
ci o I I I , Roma, 1955, d oc. 50, pp . 69-7 0. La bolla di papa Pasquale II si trova in Arxiu de la
Corona d'Aragó (d'ora in poi ACA), Bu t l l es Pon t i f ícies, carpeta I, lligall 1, num. 12.
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Mallol
Pisani e Catalani continuarono a mantennere buoni rapporti an-
cora per un po', malgrado il progressivo accostamento dei Catalani
a Genova. Questo awicínamento incominciò con l'ambasciata del
1126, affidata a Lanfranco Awocato, che fini con un incidente di-
plomático e, soprattutto, con il trattato commerciale del 1127 fra il
conte Raimondo Berengario III, il consolé Caffaro e Ansaldo Crispi-
ni in nome di Genova, che assicurò il transito e la sosta sia dei Ca-
talani nei man e nel territorio di Genova sia dei Genovesi in quelli
del conte e regolò le imposte da pagare da ambedue le parti
11
.
L'awicinamento dei Catalani a Genova continuó durante il go-
verno del conte Raimondo Berengario IV, in modo tale che i Pisa-
ni temevano potesse sfociare in un'operazione congiunta catala-
no-genovese per la conquista delle Baleari. Non solo considerava-
no che Pisa avesse un diritto privilegiato in questa conquista, ma
non volevano che Genova se ne appropriasse, con o senza la col-
laborazione catalana
12
.
La spedizione contro Almería
In realtà, i Genovesi parteciparono, nel 1145-1146, alia spedizio-
ne contro Almeria organizzata da Alfonso VII di Castiglia, accanto al
11
Pu bb licato il prim o tratta to da I . VALLE,
D i due documen t i che r i g ua r dano l e r el a z i o n i
d i G enova con l a Ca t a l o gna nel seco l o X I I ,
in
I I R . L i c eo -G i n n a s i o " C . Co l ombo " d i Geno v a
negl i an ni 1931-32, 1932-33, 1933-34,
XI-XII, Gen ova, 19 35, estratto. Pubb licato di nuovo ,
con data 1116-1117, che non si inserisce bene nella situazione política di quel momento, da
J. Ruiz DOMÈNEC,
En t o r no a un t r a t a d o comer c i a l en t r e l a s ci u dades de Genova y Ba r cel o na
en l a p r im era m i t a d del si g l o X I I ,
Atti del I
o
Congresso Storico Liguria-Catalogna (1969), Bor-
dighera, 1974, doc. I. Il secondo trattato è stato pubblicato da A. DE CAPMANY Y DE MONTPALAU,
M em o r i a s h i s tór i c a s sobr e l a m a r i n a , comer c i o y a r t es de l a an t i g ua ci u dad de Ba r cel o na ,
2
a
ed. a cu ra di E. Giralt y Raven tós e C. Batlle y Gallart, Ba rce lon a, 196 2, p p. 4-5; da F. DE BO-
FARULL Y SANZ,
A n t i g ua ma r i n a ca t a l a n a ,
«Memorias de la Real Academia de Buenas Letras-,
VII, 1901, doc. 4; da C. IMPERIALE DI SANT'ANGELO,
Cód i ce d i p l omáico del l a Repubb l i c a d i Ge -
n o v a ,
in
F o n t i p er l a St o r i a d' I t a l i a ,
Roma, 1936-1942, 1, doc. 46, e da J.E. Ruiz DOMÈNEC,
En
t o r n o a u n t r a t a d o comer ci a l ,
doc. II . Cfr. G. PISTARINO,
Genova e O cci t a n i a nel seco l o X I I ,
Actes du I
ER
congrés historique Provence-Ligurie (Aix-Marseille-Bordighera), 1966, pp. 79-80.
1 2
B . GAKÍ,
P i sa y el con t ro l del M ed i t er ráneo no rd occi d en t a l . Ca r t a de lo s cónsu les de P i -
sa a Ra m ón B erenguer TV a m ed i ados d el s i g l o X I I ,
-Acta histórica et archaeologica mediaeva-
lia-, 13, 1992, pp. 9-16; G. PISTARINO,
G enov a e l ' I s l am ne l M ed i t er ráneo occi den ta l e (seco l i
XII-X1I1) ,
-Anuario de Estudios Medievales», 10, 1981, pp. 191-196.
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I genovesi visti dai catalani nel M edioevo. D a am ici a nem ici
143
conte Raimondo Berengario IV di Barcellona, che era vassallo del
re di Castiglia per Saragozza, giacché dal momento del suo matri-
monio con l'ereditíera del regno d'Aragona, Raimondo Berengario
era diventato principe d'Aragona. L'intervento genovese conferma
l'interesse a combattere i focolai di pirateria islamica in collabora-
zione con i sovrani iberici. La terza parte della città sarebbe spettata
ai Genovesi, anche se il re di Castiglia doveva pagare le spese delle
galere genovesi e delle macchine da guerra. Sembra che il conte di
Barcellona partecipasse all'impresa, almeno in parte, con navi ge-
novesi che dovette anche pagare
13
.
Almeria fu presa, ma presto abbandonata; sarebbe stato difficile
conservarla poiché isolata nel territorio islámico. Anche in questo
caso, le cronache catalane di cui ho parlato prima, presentano un
racconto leggendario in cui i Genovesi fanno brutta figura; la città è
presa, il re di Castiglia se ne va, lasciando la città sotto la custodia
di Raimondo Berengario IV, anche questo se ne va e la lascia in cu-
stodia ai Genovesi, che la vendono ai morí per 7 barili pieni di
doppie d'oro; quando sono in alto mare scoprono che soltanto la
parte superiore dei barili contiene le doppie d'oro, mentre sotto vi
è metallo per la coniazione, ma senza valore. La cronaca pone in
rapporto questo tradimento di Almería con le franchigie che i Ge-
novesi ebbero nel luogo. Sono interpretazioni maliziose, prodotto
di un momento in cui i Genovesi non erano piü aprezzati
14
.
1 3
I due documen ti del trattato di Genov a con Alfonso VII di Castiglia del 114 6 sono pub-
blicati in
L i b r i l u r i um del l a Repubb l i ca d i Genova , V6 ,
a cura di M. Bibolini, Roma, 2000, doc.
932 e 933, pp. 3-7. Due minute in pergamena di questo trattato, consérvate in Rússia, sono
pubblcate in E. SÁEZ-C. SAEZ, El ondo españl del A rch i v o de la A cademi a de las C ienc i as de
San Petersburgo,
Alcalá de Henares, 1993, pp. 68-71. Cfr. sulla conquista M. RECUERO ASTRAY,
A l f o n so V I I , emp erad or . E l im per io h i spáni co en e l s ig lo X I I , León, 1979 , pp. 177-183, ch e non
ha notizia di questi documenti. Cfr. anche B.F. REII.LY, T he con t es t o f ch r i s t i a n and mus l im
Spai n (1031-1157),
Cambridge'MA-Oxford, 1922, pp. 211-212, 214, 222-2 23 e, dello stesso au-
tore: The k i ngdom o f Leon -Cast i l l a under K i ng A l f o n so V I I , 1126.1157, Philadelph ia, 1998 .
1 4
St. M. CINGOLANI, H i s t o r i o gr a f i a cit., p. 7 •H e os geno v esos, a cap de t em ps, v eneren la
d i t a ci u t a t a l s sa r ray ns . Los ca l s l us d igueren qu - l s ne dona r i en V I I ba r i l sp l ens de dob les d ' o r ,
he aquel l s genov esos a t o rga ren -ho . H e los demo n t d i t s sa r ray ns v n - l us dona r V i l ba r i l s p l ens
de o l le res, sa l v ant dessus a l a bocha, que av ia a lcun as dob l es. Però lo s enov esos se cuy dav en
que ossen
t ot
dob l es. E anar en-se 'n en G enov a ab les l urs ga leres ar m ades
•; un'altra versione
simile in pp. 17-18 con alcuna variazione: -E l s sa r rah i ns p rome te rn - l os qu - l s en da ríen V I I
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María Teresa Ferrer i Mallol
II trattato del 1146 fra Raimondo Berengario IV e Genova preve-
deva di attaccare, al ritorno dalla spedizione di Almeria, qualunque
località situata nel litorale fra l'Ebro e Almeria, e le Baleari, se si
presentava un'opportunità e il conte di Barcellona era d'accordo; i
Genovesi promettevano, in questo caso di consegnare al conte le
due terze parti di ció che si sarebbe conquistato. Il trattato stabilï
anche l'impresa contro Tortosa, che si realizzò nel 1148. L'accordo
con Genova riconosceva, dunque, che il conte aveva alcuni diritti
nell'espansione da Tortosa a Almeria, quella che fu poi riconosciuta
nel trattato di Tud ellén co n la C astiglia nel 1151. Ma sol tan to al ri-
torno ci fu un attacco contro l'isola di Minorca. Oltre agli obiettivi
militari, il trattatto del 1146 stabilï anche l'esenzione di imposte dei
Catalani a Genova e dei Genovesi nelle terre catalane
15
.
La conqu ista di Tortosa in collaborazione con Genova
La conquista fu prevista nel trattato del 1146 e, come nel caso di
Almeria, si stabilï che Genova dovesse ricevere una terza parte della
città conquistata, in premio per la sua collaborazione, mentre le altre
ba r r i l s p l ens de dob l es . E- ls genov esos a t o rga ren - l os -ho . E- ls s a r r a h i n s apo r t a r en l o s ba r r i l s an
A l ba r i a e l i u r a r en - l o s al s geno v esos, e l s genov esospreseren lo s d i t s VI I bar i l l s e regonegueren-
l os
po ch de sobr e, e v eheren qu e eren do bl es, e cuy da ren-se que to t s ossen pl ens d e bon es do -
b l es ay t a l s com dessús eren , e l i u ra r en - l os l a d i t a ci u t a t d 'A lm a r i a . E- l s ser rah i ns fahe ren
f r a n chs l os genov esos en A lm ar i a . E- ls genov esos m ant in en t par t i r en-se d 'a quí e r ecu l l i r en- se
en I
a
nau e ana ren-se'n . E qua nt fo r en d i ns m ar , regona gueren bét o t s l o s d i t s V I I ba r r i l s , e
a t r o ba r en - l o s to ts p l ens de oy la res , sa l v an t que hav ia dessús a l a bocha del s ba r r i l s unes po -
ques de bones dob l es , perquèls genov esos se t engren p er engana t s fo r t de ls sar ra h i ns , e
foren
dolents [...]•.
15
/ L i b r i l u r i um
cit., 1/6, do c. 934 , pp. 8-11, pu bblica qu esto trattato del 114 6, di con te-
nuto praticamente uguale a quello della minuta genovese che cita ma non pubblica, conser-
vata nell'Achivio della Corona d'Aragona e pubblicata da P. DE BOFARUU,
Co l ección d e docu-
m en to s i néi t o s del A r ch i v o de l a Co r ona de A ragón
, (CODOIN), Barcelona, 1849, IV, doc.
CXLIV, pp. 337-339; F. SOLDEVILA,
H i s t o r i a d e Ca t a l u n y a
cit., I, pp. 176-178 e ÍDEM,
L a u n i ó
am b A ragó i a pa r t i d o d ' Espanya
cit., p. 62. Sulla partecipazione genovese: G. PISTARINO,
G e-
nov a e l ' I s l am nel M ed i t er ráneo occi d en t a l e
cit. , pp. 189-205, specialmente pp. 191-193; M.T.
FERRER I MALLOL,
L a Coron a ca t a l a no -a r agonesa i Cas te l l a (seg les XI I -XTV). E lem ent s de co in -
c i denc i a i de d i ve rgenc i a ,
in
E l comt a t d 'U rgel l a la Penínsu la I bèica .
Reunió Científica. II
Curs d'Estiu Comtat d'Urgell (juliol 1977) coord. F. Sabaté i J. Farré, Lleida, 2002, pp. 55-102,
specialmente 56-58.
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I genovesi visti dai catalani nel M edioevo. Da am ici a nem ici
145
due terze parti dovevano essere per il conte. L'impresa fu appoggiata
dalla Santa Sede con la concessione della crociata; perciò si contó
sull'aiuto di persone di Montpellier, di cavalieri normanni, inglesi e
ñamminghi, dei frati templari e ospitalieri. II 29 di giugno del 1148
l'esercito riunito dal conte e una flotta genovese e catalana di 426 va-
scelli uscirono da Barcellona e sbarcarono nel delta dell'Ebro. La flot-
ta bloccò la città per mare e assicurò il rifornimento dell'esercito.
Nessun aíuto poteva quindi arrivare alia città per mare e nemmeno
dall'interno, perché la presa del castello di Aseó nel corso superiore
del fiume tolse anche questa possibilità. Dopo sei mesi di assedio, la
città capitoló e si arrese nel dicembre del 1148. II 29 di giugno 1149
la città fu divisa in una cerimònia presieduta dall'arcivescovo di Tar-
ragona e Genova ricevette la sua terza parte di Tortosa e una isola
nell'Ebro, chiamata in seguito di San Lorenzo di Genova. Ma nell'an-
no 1153, il comune preferí vendere al conte Raimondo Berengario IV
la sua parte, per ricuperare il forte investimento finanziario che aveva
fatto per la conquista della città, anche se il prezzo, di 16.640 monete
d'oro non fu pagato se non molto piü tardi. Un nuovo trattato com-
merciale fu firmato nell'anno 1149, immediatamente dopo l'impresa
di Tortosa, che confermó l'esenzione reciproca d'imposte in Catalo-
gna per i Genovesi e a Genova per i Catalani
16
.
Si era previsto di sfruttare la presenza della flotta genovese per
realizzare una spedizione contro le Baleari dopo la conquista di
Tortosa. Ma, infine, non ebbe luogo, probabilmente per la stan-
chezza sia dei Catalani che dei Genovesi. L'espansione territoriale
sulle terre occupate dall'Islam era molto piü faticosa dei raid che
erano soliti praticare i Genovesi.
1 6
A. VIRGILI, A d det r im en t um Yspan ie. La conques ta de Tu r t usa i a o rm ac ió de la soc i e-
t a t euda l (1148-1200), Va lenc ia, 200 1, pp. 50- 53 e 75 -81 . Cfr. an ch e R. HIESTAND, Reconqu i -
s ta , K reuzzug und hei l i ger Gr ab . D ie Eroberung vo n To r t osa 1148 im L i ch t e eines neuen Z eu -
gnisses, «Gesam melte Aufsatze zur Kulturgesch ichte Span iens., 3 1, 1 984, p p. 1 36-15 7; L. PAGA-
ROLAS I SABATÉ, E ls Templ ers de les t er r es de TEbre (Tor t osa) . D e Jaum e 1 in s a l 'abo l i c i ó de
l 'O rde (1213-1312) ,
Tar rago na, 19 99 , I, pp . 151-1 56 ; N. JASPERT,
- C a p t a
est
De r t o sa , cl a v i s Ch -
r i s t i a no r um ' . - To r t o sa and t he C rusade, in T he second Cr usad e. Scope an d conseguences, ed.
Jonathan Phillips, Martin Hoch, Manchester-New York, 2001, pp. 90-110. M.T. FERRER,
L a Co -
rona ca ta l ano -a r agonesa i
Cast ell a
(segles
XI I -X1V) cit., pp. 56-58. Cfr. anche la visione gene-
rale di F. SOLDEBILA, H i s t o r i a d e Ca t a l u n ya cit., pp. 178-179.
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María Teresa Ferrer i Mallol
Maiorca non venne dimenticata dai conti di Barcellona, che cer-
carono alcuni anni dopo l'aiuto dei Pisani; nel 1162 si svolsero ne-
goziati con Pisa per ritentarne la conquista, trattative nelle quali
intervenne anche il giudice d'Arbórea Barisone, sposato con la ca-
talana Agalbursa de Cervera, il quale aveva mantenuto contatti
con l'arcivescovo di Pisa e con i consoli della città. Ma alia fine,
l'impresa non fu portata a termine
17
.
Ormai, tanto i Pisani quanto i Genovesi, nei rapporti con la
Maiorca islamica preferivano i negoziati diplomatici all'intimida-
zione militare. A causa di questo cambio político nelle città mari-
nare italiane, i Catalani poterono consíderarsi liberi da qualsiasi
impegno preso coi Pisani o coi Genovesi riguardo Maiorca e nel
duecento la conquisteranno da solí
18
.
Le ripercussioni dell inimiciziafra Gen ova e Pisa
Fino alia metà del XII secolo le alleanze di conti catalani con
Genova o con Pisa avevano avuto come obbiettivo la lotta contro
l'Islam, ma durante la seconda metà di questo secolo i rapporti sia
con i Genovesi, sia con i Pisani, che ormai erano nemici fra di lo-
ro, si inserirono nel gioco di alleanze continentali per il dominio
della Provenza.
II dominio su questo contado dei conti di Barcellona fu occa-
sione di prestigio e di un maggiore potere per loro, ma fu anche
la causa di molte guerre con i conti di Tolosa, che ambivano al
dominio della Provenza. Dopo la morte señza fígli maschi, nel
1166, del conte Raimondo Berengario III, ñipóte dell'omonimo
conte di Barcellona, il re Alfonso I il Casto, il primo a essere con-
1 7
V. SAIAVERT Y ROCA,
Cerdeñ y l a expa ns ión m ed i t er r ánea de l a Cor ona de A ra gón,
1297-1314,
M adrid, 19 56 , I, p. 5 3, II, doc . 2. Cfr. an ch e J . VENTURA,
A l f o n s e l Cas t . E l p r im er
comte - re i ,
Barcelona, 1961, pp. 82-83; G.B. DOXEY,
Genovesos i P i sans a les I l l es Ba l ea rs
(1146-1229),
in XIV Congresso di Storia della Corona d'Aragona.
L a Co r o n a d 'A r a go n a i n
I t a l i a ( secc. X I I I - X V I I I ) .
2.
P r esenza ed espans ione del l a Co rona d 'A ragona in I t a l i a (secc.
X I I I - X V ) ,
1990, Sassari, 1996, III, pp. 371 e 374.
1 8
M .T. FERRER,
L e comun i ca z i o n i e g l i scamb i t r a P i sa e Ba r cel l o na ,
in cors o di pub -
blicazione.
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I genovesi visti dai catalani nel M edioevo. Da a m ici a nem ici
147
te di Barcellona e anche re d'Aragona, rivendicò il diritto a succe-
dergli. Ma anche il conte di Tolosa, che sposò la vedova del de-
funto conte di Provenza, aspirava a dominare la Provenza e tentó
di occupare la contea
19
.
In quel momento, l 'alleanza con i Genovesi, che disponevano
di una flotta nei mari provenzali, fu preziosa per Alfonso, che do-
veva contenere l 'attacco del conte di Tolosa. I Genovesi decisero
di aiutarlo, però ottennero, con il trattato firmato nel 1167, l 'esclu-
sione dei Pisani, con i quali erano in guerra, dai porti catalani e
occitani da Tortosa a Nizza. L'unica eccezione a questa misura era
per le navi pisane che trasportavano pellegrini, le quali avrebbero
avuto accesso al porto di Barcellona, però non avrebbero potuto
commerciarvi
20
.
Negli anni immediatamente successivi al trattato del 1167, le al-
leanze e i contatti commerciali avrebbero cambiato ancora due vol-
te di segno, dipendendo dagli sviluppi della guerra tra Pisani e Ge-
novesi e dalla guerra occitana tra Alfonso
il Casto
e suo fratello Rai-
mondo Berengario, con il conte Raimondo V di Tolosa.
Nel 1171, Genova si alleava con il conte di Tolosa, suo antico ne-
mico, con un patto che, nel 1174, si transformó in un'alleanza offen-
siva proprio contro il re Alfonso, sebbene Genova vi riducesse i suoi
obblighi, in caso di guerra, quando lo avesse creduto necessario per
salvaguardare le persone e i beni dei numerosi Genovesi che si tro-
vavano nelle terre di Alfonso
21
. Bisogna segnalare che il monarca ca-
1 9
M. AURELI, L es noces del com t e, Barcelona, 1998, pp. 377-380; L. MACÉ, Les com t es de
Tou l ouse et l eu r en t ou rage
XIF-X11P.
R i va l i té, a l l i an ces et eux de pouv o i r ,
Toulouse, 2000,
p p . 2 9 - 3 0 .
20
I L i b r i I u r i um cit., 1/2, a cura di D . Pu nc uh , R om a, 1996 , d oc . 2 93 ; C . IMPERIALE DI
SANT'ANGELO, Códi ce d i p l om ái co del l a Repubb l i ca d i Genova , II, doc. 25; A.I. SÁNCHEZ CASABÓN,
A l fo nso I I rey de A ragón , conde de Bar cel on a y m arqué de Pro venza . Do cumen tos (1162 -
1196), Zarag oza, 1 995 , do c. 40 ; A. DUPONT, Les re la t io ns comm erc ia les ent r e l es ci t é m aríi m es
de L an guedoc et es ci t é m ar íi m es de Lan guedoc et es ci t é méi t err anénnes d'Esp agne et d' I -
t a l i e d u X " a u
X1I F sièle, Nimes, 1943, p. 97; A. SCHAUBE,
St o r i a del comm erc i o dei popo l i l a t i n i
ne l M edi t er r áneo a l i a i ne de l le Cro cia t e, Torino, 1915, p. 663; J. VENTURA, A l f ons el Cas t cit., p.
110; G. PISTARINO,
G enov a e l 'O cci t an i a n el sec . X I I
cit., pp. 110-111. Cfr. una raccolta di dati sul-
le relazioni tra Catalani e Pisani, in special modo politici, tra 1115 i 1326 in G. BENVENUTI, Pisa
y
Españ en l a Ba j a Edad M ed i a , in «Revista de Estudios Políticos*, 174, 1970, pp. 57-87.
2 1
G. PISTARINO, Genov a e O cci t an i a nel seco lo X I I cit., pp. 113 e 114-117.
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María Teresa Ferrer i Mallol
talano-aragonese non cambió all'improwiso le sue alleanze, come
sarebbe stato logico, e non firmó l'alleanza con Pisa fino al 1177. I
Pisani, proscritti dai porti catalani e occitani nel trattato catalano-ge-
novese del 1167 avrebbero goduto per quello catalano-pisano del
1177 di totale sicurezza, con le loro mercanzie e i loro beni, nei mari
sotto la giurisdizione del re Alfonso. Fu un trattato importante per i
Pisani, che nella pace del 1175 con Genova, avevano dovuto accetta-
re di limitare il loro commercio con la Catalogna e con le coste occi-
tane a un semplice cabotaggio, senza poter superare il capo di Salou,
senza cioè poter commerciare con la Spagna musulmana
22
.
Dopo un breve parentesi di amicizia con i Pisani, nel 1186 il re
Alfonso ritornava aH'alleanza con i Genovesi. Con questo trattato,
Alfonso si impegnava a dichiarare guerra a Pisa, al flanco di Ge-
nova, nel caso in cui scoppiasse il conflitto per la successione al
regno d'Arbórea, in Sardegna. In caso di guerra, il re Alfonso si
impegnava a non ammettere i Pisani nei territori catalani e si im-
pegnava a imprigionarli e a sequestrare le loro navi e mercanzie
se vi fossero andati
23
.
Infine però, l'atteggiamento esclusivista e di forza, adottato fino
ad allora da Genova, che cercava di chiudere i porti a Pisa, fu ab-
bandonato nel trattato tra i due comuni del 1188 e, da allora, Pisani
e Genovesi frequentarono i porti catalani sulla base della nórmale
concorrenza
24
.
La tendenza filogenovese continuó a essere ben radicata nella
corte catalana. Il successore di re Alfonso, Pietro
il Cattolico,
fir-
2 2
ACA,
Per gamene d i A l f o n so I ,
carte ila 4 6, nú m . 21 4, pu bb licata da M .I. SÁNCHEZ CA-
SABÓN, A l f o n so I r ey de A ragón cit. , doc. 229, pp. 314-316.
2 3
P. TOLA,
Codex d i p l om a t i c u s Sa rd i n i a e,
in
H i s t o r i a e Pa t r i a e M onumen t a ,
Torino, 1831,
I, pp. 257-259 e C. IMPERIALE DI SANT'ANGELO,
Cód i ce d i p l omái co
cit., II, docs. 164 e 167.
I
L i -
b r i I u r i um
ci t., 1/2, d ocs . 296; F.C : CASULA,
La S to r i a del l a Sa rdegna ,
Pisa, 1992 , p. 32 7. Cfr.
anche A.M. OLIVA,
L a successi o ne d i na s t i c a emm in i l e nei t r o n i g i u d i c a l i sa r d i ,
in
M i s cel l a nea
d i st u d i m ed i oe va l i sa r do - ca t a l a n i , Cagliari, 1981, pp. 27-2 8. G enea l og i e m ed io ev a l i del l a Sa r -
degna,
a cura di L.L. Br oo k, F.C. Casula, M.M. Costa, A.M. Oliva, R. Pavoni, M. T angh eroni,
1983, pp. 59, 76, 135, 168-169, 378-379, 381 e 298; A.I. SÁNCHEZ CASABÓN,
A l f o n so I I r ey de
A ragón
cit. , doc. 432, pp. 575-576.
2 4
A. SCHAUBE, I I comm er ci o d ei p o p o l i l a t i n i cit., pp. 659, 664; J. VENTURA, A l f o n s el Cast
cit., p. 184; G. PISTARINO,
Genova e l 'O cc i t a n i a
cit., pp. 124-125 e 129.
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I genovesi visti dai catalani nel M edioevo. Da am ici a nem ici
149
mò un altro trattato con Genova, nel 1198, che confermava quello
del 118625. Quando nel 1204, si recò a Roma, dove fu incoronato
dal papa, il re aveva intenzione di fermarsi a Genova e a Pisa in
modo da indurre Genovesi e Pisani ad accettare la pace o la tre-
gua che proponeva, perché potessero col·laboraré con luí alia con-
quista di Maiorca. Ma risultava prematuro il tentativo di uniré Ge-
novesi e Pisani in una stessa impresa contro Maiorca e il progetto
non ebbe seguito, sopratutto perché il dramma della crociata con-
tro i Catari coinvolse Pietro
il Cattolico,
ch e morí nella battaglia di
Muret, nel 1213, quando difendeva i suoi vassalli di Occitania, di
fronte all'esercito crociato francese, che distrusse quel territorio e
se ne impadroni
26
.
La corona catalano-aragonese pervenne a un bambino di cinque
anni, che in piü si travava in potere del nemico di suo padre, Si-
món di Montfort, il capo dei crociati francesi. Il papa fece restituiré
il bambino ai suoi sudditi, ma si apri una lunga e faticosa minorità
durante la quale abbiamo poche notizie sui rapporti con Genova.
La conquista di M aiorca (1229)
Appena maggiorenne, il re Giacomo I intraprese la sua prima
grande spedizione militare per conquistare Maiorca; era un obietti-
vo che stava a cuore alia dinastía di Barcellona da piü di cento an-
ni. Ora, nel 1229, si portó a termine con la sola flotta catalana. Lo
sviluppo avuto dalla marina catalana, durante la seconda metà del
XII secolo ed i primi decenni del XIII, permise ai Catalani di conta-
2 5
P. TOIA, Codex d i p l om a t i cus Sa rd i n i ae ci t., p p . 2 5 7 e 2 5 9 ; C . IMPERIALE DI SANT'ANGELO,
Cód i ce d i p l om ái co cit., III, docs. 52 e 53. L'edizione piü recente è quella di I i b r i u r i um cit.,
1/2, doc. 299- Cfr. J. VENTURA,
A l f ons el C as t
cit., p. 184 e G. PISTARINO,
Genova e l 'O cci t a n i a
cit., pp. 124-125 e 129. Cfr. anche G. JEHEL, L es Géoi s en M éit err ané occid ent a l e ( f i n X I
em í
' -
déut XIV- '
W
s ièl e, Paris, 1993, pp. 40-42.
2 6
J . MIRET Y SANS, t i nera r i o del rey Ped ro Id e Ca t a l uñ, l i en A ragón , -Boletín de la Real
Academia de Buenas Letras de Barcelona-, III, 1905-1906, pp. 282-283; F. SOLDEVILA,
H i s t òr i a
de Ca t a l u n ya
cit., I, pp. 222-227; J. VENTURA,
Pe re el Ca tò l i c Sim ó de M on t fo r t
cit., Barcelona,
1960, pp. 63-64. Recentemente si sono occupati di questo tema: D. SMITH, M ot i vo y s i gn i f i c a -
do de la co ronac ión de Ped ro I I de A ragón ,
«Hispania-,
I X /
1, 20 00 , pp . 1 63 -17 9 e M . ALVIRA
CABRER, 12 de sept i em br e de 1213• El ueves de M ur et , Barcelona, 2002, pp. 95-98.
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María Teresa Ferrer i Mallol
re sulle proprie forze, senza la necessità di cercare alleanze che for-
nissero la flotta necessaria all'operazione. Pisa e Genova e altre città
marittime avevano ricevuto, in quegli stessi anni, un ordine papale
affinché non aiutassero, con armi e altri elementi utili alia guerra, i
Saraceni e specialmente quelli di Spagna. II loro ruolo stavolta fu,
dunque, molto diverso: invece di chiedere la partecipazione attiva
si chiese loro non aiutassero il nemico
27
.
Dopo la conquista di Maiorca, i Genovesi e i Pisani, che frequen-
tavano l'isola già sotto dominio islámico, ebbero una situazione
molto privilegiata nell'isola. Giacomo I e Genova firmarono diversi
patti nel 1230, per cui fu rinnovata la liberta di commercio di cui
godevano i Genovesi e l'esenzione delle imposte di transito nei re-
gni di Giacomo I, che s'impegnò, inoltre, a far indennizzare i Geno-
vesi dei danni provocati dai suoi sudditi e a non proteggere, nei
suoi domini, corsari e pirati che li attaccassero. Da parte genovese
si promise reciprocità in tutto per i Catalani a Genova
28
.
II re aveva promesso anche ai Genovesi una porzione di territo-
rio per la costruzione di un fondaco a Maiorca. Questa promessa si
concretó nel 1233 e sempre in quest'anno si stabili l'istituzione di
consolati genovesi nelle città marittime delle sue terre e di consolati
2 7
Su lla co nqu is ta di M aiorca , cfr . A. SANTAMARÍA,
D et erm ina n t es de la conqu i s ta de Ba l ea -
res,
in
E j ecu to r i a del Re ino de M a l l o r ca 1230 -1343
, Palma de Mallorca, 1990 e
I d . , L a expan -
s ión po l í i co -m i l i t a r de la Co ro na de A ragón ba jo l a d i r ección de Ja i m e I : Ba l ea res,
a
Ja im e I
y su éoca.
X Congreso de Historia de la Corona de Aragón, Ponencias, Saragossa, 1979, pp-
91-146. Cfr, anche, ma senza note, P. CATEURA BENNÀSSER,
M a l l o r ca en el seg le X I I I ,
Palma de
Mallorca, 1997 e, naturalmente, la cronaca di re Giacomo I, in
Les quat re grans cròn i ques
op-
pure l 'edizione
L l i b r e del s
Fei t s.
d el re i en Jaum e,
a cura di j . Bruguera Talleda, Barcelo na,
1991 (Els Nostres clàssics, B, 10-11). Sullo sviluppo della marina catalana: A. GARCIA SANZ,
H i -
st o r i a d e l a M a r i n a ca t a l a n a ,
Barcelona, 1977.
2 8
E. GONZÁLEZ HURTEBISE,
Recu l l d e docum en t s i nè i t s del rey en Jaum e I ,
I Congrés
de la Corona d'Aragó, Barcelona, 1913, II, pp. 1186-1192, doc. III e IV. CODOIN, IV, doc.
78; C. IMPERIALE DI SANT'ANGELO,
Cód i ce d i p l omáico
cit. , I, doc. 243;
I L i b r i I u r i um
cit., 1/2,
doc. 300-306 e 310. Documenti commentati in M.T. FERRER I MALLOL,
E l s i t a l i an s a t enes
ca ta l anes (seg les X I I -X V) ,
«Anuario de Estudios Medievales», 10, 1980, pp. 393-467, concre-
tamente pp. 430-433, e M.T. FERRER I MALLOL,
Ca t a l ans i genov esos du ran t el seg le X I I I . E l
d ecl i v i d ' u n a am i st a t ,
-Anuario de Estudios Medievales- , 26/2, 1996, pp. 783-823. Sui dan-
ni provocati dai corsari: J. VENTURA,
A l f o n s e l Cas t .
cit., pp. 79-82 e G. PISTARINO,
Genov a e
l ' O c c i t a n i a
cit., pp. 9 1-9 6. Cfr. an ch e G . JEHEL,
L es Géoi s en M éit er r ané occ iden ta l e
cit.,
p p . 4 0 - 4 2 .
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15/38
I genovesi visti dai catalani nel M edioevo. D a
am
ici a nem ici
151
catalani a Genova. Si trattava di un'estensione in terre cristiane di
una istituzione nata per dar sostegno ai mercanti principalmente in
territorio islámico, approfittando del fatto che già esisteva una sorta
di consolato genovese nella Maiorca saracena
29
. Nasceva in questo
modo un organismo bilaterale, destinato a prestare un buon servi-
zio ai mercanti e a durare alcuni secoli.
II cambio di segno nei rapporti fra Catalani e Genovesi
Durante il regno di Giacomo I le relazioni tra Genovesi e Catalani
furono eccellenti. Ció non significa che mancassero del tutto gli inci-
denti nelle aree di conflitto. Gli incidenti nel Mediterráneo occidenta-
le possono mettersi in rapporto con la guerra tra Genova e Pisa tra
1256 e 1258 e con la guerra tra Genova e Cario d'Angió del 1273-76
mentre quelli del Mediterráneo orientale si possono spiegare con la
guerra tra Genova e Venezia per l'egemonia in Siria e nell'Impero Bi-
zantino nella seconda metà del Duecento. Queste guerre provocaro-
no la presenza di flotte e di corsari genovesi nel mare con le abituali
sequele di attacchi indiscriminati o di detenzione di vascelli neutrali
per verificare se nei carichi ci fossero mercanzie nemiche, ispezioni
nelle quali, sólitamente, si commetevano abusi
30
.
Durante il regno del figlio di Giacomo, Pietro il Grande, si pro-
dusse l'intervento catalano-aragonese in Sicilia. Nel 1262, Pietro
aveva sposato Constanza di Hohenstaufen, figlia del re Manfredi di
Sicilia, figlio naturale dell'imperatore Federico II. Probabilmente,
con quest'alleanza, si pensava di aprire una via d'espansione verso
il Mediterráneo centrale, quando era terminato lo spazio di conqui-
sta nella Penisola, secondo gli accordí con la Castiglia, e non vi era-
no possibilità di espansione verso l'Occitania, un'espansione che si
29
I L i b r i I u r i um cit., 1/2, doc. 307-309 e A. SHAUBE, I I comme rci o dei popo l i l a t i n i cit., p.
667; J. MIRET I SANS, I t i ne ra r i de Jaum e I el Conque r i do r , ed. facsímile di quella del 1918, a
cura di M.T. Ferrer, Barcellona, 2004, pp.
102-104.
3 0
M.T. FERRER,
Ca t a l a ns i genov esos du ran t e el seg le X I I I
cit., pp. 789-794; M.T. FERRER I
MALLOL,
nc i denc i a del co rs a les rel ac i o ns am b O r i en t a
l 'Edat M it jana, in
E l s ca t a l a n s a l a M e-
d i t er ràn ia o r i en t a l a 'Eclat M i t j a n a, Jornades Científiques de l'Institut d'Estudis Catalans (Barce-
lona, 16-17 de novembre de 2000), coord. da M.T. Ferrer, Barcelona, 2003, pp. 259-307.
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152
María Teresa Ferrer i Mallol
era chiusa con la disfatta di Muret e, soprattutto con il trattato di
Corbeil con la Francia, con il quale Giacomo I aveva rinunciato ai
diritti dinastici in Occitania.
Questo matrimonio, malvisto dalla Santa Sede, che odiava la fa-
miglia imperiale tedesca, significo in un certo modo un'alleanza
col partito ghibellino, filo-imperiale; dopo la tragica fine degli
Hohenstaufen che persero il regno e la vita per mano di Cario
d'Angiò, figlio del re Luigi VIII di Francia, a cui la Santa Sede ave-
va concesso il regno, re Pietro d'Aragona divenne il principe che
poteva raccogliere l'eredità Hohenstaufen. E quando, nel 1282, si
produsse la rivolta dei Siciliani contro Cario d'Angiò conosciuta
co m e i Vespri Siciliani , re Pietro fu chiam ato dai Siciliani e cac -
ciò dell'isola gli Angioini
31
.
II fatto che la Sicilia entrasse nell'órbita catalano-aragonese non
deterioro per il momento i buoni rapporti esistenti con i Genovesi.
Genova era allora ghibellina e pertanto nemica di Cario d'Angiò,
che era il campione della causa guelfa. Inoltre, Genovesi e Angioini
si erano affrontati in guerra pochi anni prima (1273-1276). Genova
si mantenne neutrale nella guerra di Sicilia, in parte per le sue sim-
patie ghibelline, in parte perché Pietro il Grande concesse ai Geno-
vesi privilegi commerciali di grande importanza, che i Catalani otte-
nero solo piü tardi, e in parte perché il Comune si trovava occupa-
to in una guerra implacabile contro la rivale Pisa
32
.
3 1
Sull'intervento catalano in Sicilia: F.
SOLDEVILA Jaume I , Pere el G ran ,
Barcelona, 1955,
pp. 108-124; F. SOLDEVILA,
V i d a de Pere el G r an i d ' A l f o n s el L i b er a l ,
Barcelona, 1963. Per l 'al-
leanza matrimoniale con gli Hohenstaufen: F. SOLDEVILA,
Pe re el Gr an ,
nuova edizione a cura
di M.T. Ferrer, Barcelona, 1995; E. MARCOS,
D i e byzan t i n i s ch - k a t a l a n i schen Bez i ehungen im
12. und 13- Jah rh unde r t un t er besonderer Be rücks i ch t i gung der Ch ron i k Jacobs I . v on K a t a -
l o n i e n -A r agón ,
M unich , 1 99 6 e an ch e E. MARCOS,
E l s ca ta l ans i ' I m perí B i zan t í
in
E l s ca t a -
l a n s a l a M ed i t er ràn i a o r i e n t a l a l ' Eda t M i t j a na
cit. , pp. 45-52. Una valutazione delle conse-
guenze dell'intervento catalano in Sicilia vedasi in A. RIERA I MELIS,
E l M ed i t er r a n i o cci d en t a l
a l da r r er qua r t del seg l e X I I I . Cuncu r rèc i a comer c i a l i con f l i c t i v i t a t po lí i ca ,
-Anuario de
Estudios Medievales», 26/2, 1996, pp. 743-750. Dal punto di vista non catalano: M. AMARI, L a
guer ra del V esp ro s i c i l i ano ,
ed. da F. Giunta, Palermo, 1969; S. RUNCIMAN,
V ísperas sic i l i an as.
U na h i s to r i a del m undo m ed i t er ráneo a ina l es de l s i g l o X I I I ,
Madrid, 1979; F. GIUNTA,
A r a go -
neses y cat a l an es en el M edi t err áneo,
Barcelona, 1989, pp. 39-47.
3 2
G . CARO,
Genov a e la supr em az i a su l M ed i t er r áneo (1257-1311),
Gen ova , 1974 (-Atti
della Società Ligure di Storia Patria», n.s., XIV), II, pp. 72-101, 135-152, 185-191 e 247-251. Sui
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I genovesi visti dai catalani nel M edioevo. Da am ici a nem ici
153
II re Pietro cercó di mantenersi neutrale in questa guerra, ma gli
incidenti tra Genovesi e Catalani si moltiplicarono a causa della fre-
quentazione dei porti sotto giurisdizione pisana, sia nel distretto di
Pisa sia in Sardegna, da parte delle imbarcazioni catalane oppure a
causa del trasporto di mercanzie appartenenti a Pisani, specialmen-
te dopo la distruzione della flotta pisana nella battaglia della Melo-
ria del 1284. I Genovesi bloccarono Pisa e vollero imporre il blocco
ai paesi neutrali, ma questi, con tutto il diritto, rifiutarono di obbe-
dire. Questi incidenti cominciarono a far cambiare il giudizio che
sui Catalani avevano i Genovesi
33
. Visti dapprima con simpatia dal-
le cronache genovesi, furono poi presentati, a partiré dell'ultimo
ventennío del XIII secolo, ogni volta sotto una luce piü sfavorevo-
lé
34
. Lo stesso fenomeno si produsse fra i Catalani. Lo abbiamo vi-
sto attraverso le cronache a cui ho accenato prima, poco rigorose
dal punto di vista storico, ma che riflettono questo cambio di senti-
menti nei confronti dei Genovesi. Come ho detto, furono scritte du-
rante i regni di Pietro il Grande e di suo figlio prim ogén ito Alfonso .
Tanto quest'ultimo re come suo fratello Giacomo II cercarono di
mantenere Genova dalla loro parte nel conflitto con gli Angió o al
meno tentarono di assicurare la sua neutralità, ma quando infine
Giacomo decise, nella pace di Anagni del 1295, di rinunciare alia
Sicilia, di cambiare bandiera e di allearsi con i guelfi, suoi nemici fi-
no a quel momento, i rapporti con Genova, ancora ghibellina, si
raffreddarono notevolmente
35
.
Sopratutto, l'intervento della Com pagnia Catalana in Orien te
prov ocó gravi incidenti con i Ge nov esi. Questa Com pagnia si era
genovesi in Sicilia, cfr. H. BRESC, Un m ond e m edi t enan een. Économ ie et sociéé 1300-1450,
Roma-Palermo, 1986, pp. 371-374; 378-383; 414-418.
3 3
Sulle co ns eg ue nz e di qu es te g ue rre: M .T. FERRER I MALI.OL,
I mer can t i i t a l i a n i i n t e r r e
cata la ne ne i seco l i X I I -X IV , -Archivio Storico d el Sann io-, III, 199 8; E conom i a e Ter r i t o r i o nel
M ed i oevo . Incontro di Studi (Barcelona, 1996). Atti, pp. 41-101, concretamente 49-50 e anche
M.T. FERRER,
C a t a l a n s
i
geno v esos
cit., pp. 795-801.
3 4
G. PISTARINO, Genova e Bar cel l ona : i ncon t ro e scon t ro d i due civ i l tà Atti del I Congres-
so Storico Liguria-Catalogna (Ventimiglia-Bordighera-Albenga-Finale-Genova, 1969), Bordi-
ghera, 1974, pp. 85-88.
3 3
M.T. FERRER, Ca t a l an s i genov esos c i t ., pp. 801-802; M.T. FERRER, I mer ca n t i i t a l i a n i i n
teñ ca ta l ane
cit., pp. 50-55.
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María Teresa Ferrer i Mallol
formata, a iniziativa di Roger de Flor, in seguito alia pace di Calta-
bellotta del 1302, che pose termine alia guerra siculo-angioina, con
le truppe eccedenti e che si era offerta all'Impero Bizantino che la
assoldò per la lotta contro i Turchi. Era una compagnia mercenaria
privata, ma i Genovesi pensavano che poteva essere usata da re Fe-
derico di Sicilia o da re Giacomo II per impadronirsí dell'Impero Bi-
zantino, cosa che avrebbe significato perdere il potere che avevano
nell'Impero
36
, e perciò ebbero una reazione molto violenta contro i
Catalani in Oriente, e non soltanto quelli della Com pagnia . Anche
in Occidente i Catalani furono spesso attaccati dai Genovesi ghibel-
lini, che si esiliarono nella Riviera, dopo che ebbero perso il potere
a Genova e si erano dedicati alia guerra di corsa
37
.
La conquista della Sardegna
Ma quello che fece nascere una gravíssima inimicizia fra Catalani
e Genovesi fu la conquista della Sardegna da parte di Giacomo II,
tra il 1323 e il 1324. La rinuncia di Giacomo II alia Sicilia nella pace
di Anagni (1295) fu ricompensata dal papa Bonifacio VIII con la
concessione in feudo del regno di Sardegna e Corsica, creato e
concesso in virtü della sovranità che la Santa Sede pretendeva di
avere sulle due isole, unite dal Papa in un solo regno (1297). La
concessione significava soltanto licenza per conquistarle perché la
Chiesa non le dominava. Ambedue le isole erano sitúate in un luo-
go strategico, da dove si potevano contrallare le vie del Mediterrá-
neo e questo era un fattore di cui doveva tener conto una potenza
marittima in piena espansione, come era allora la Corona catalano-
aragonese, che aveva bisogno di basi per proteggere il proprio
3 6
A. RUBIÓ I LLUCH,
D i p l om a t a r i d e l 'O r i en t Ca ta l à (1301 -1409) . Co l ·ecció de docum en t s
per a l a h i s t o r i a de l ' exped i c i ó ca t a l a na a O r i e n t i del s duca t s d ' A t enes i Neopàr i a ,
edició fac-
símil a cura de M.T. Ferrer, Barcelona, 2001. La sintesi piü recente e aggiornata è quella di E.
MARCOS,
E l s ca t a l a n s i ' Im p er i B i z a n tí
cit., pp. 52-61 e E. MARCOS HIERRO,
A lm ogàv ers . L a h i -
s t o r i a
, Barcelona, 2005.
3 7
M.T. FERRER,
I n c i dè c i a del co r s a l es r el a c i o n s amb O r i e n t a l ' Eda t M i t j a na
cit., pp.
264-271.
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I genovesi visti dai catalani nel M edioevo. Da am ici a nem ici
155
commercio; Genova ne aveva, sia in Occidente sia nell'Oriente me-
diterráneo, area nella quale ne aveva anche Venezia.
Dopo lunghe preparazioni diplomatiche, una flotta e l'esercito
catalano-aragonese sbarcarono in Sardegna nel 1323 per impadro-
nirsi di tutto il territorio sardo occupato da Pisa, piü o meno la
metà dell'isola. I Catalani contarono sull'alleanza militare e politica
del giudice d'Arborea, che accettò la sovranità del re d'Aragona e
ne diventò vassall o; e l 'accettaron o a nch e i nobili genov esi che do-
mina van o il Logudo ro, nel n ord d ell'isola. D op o la pac e con Pisa
del 1324, che permetteva a questa città di conservare alcuni dei
suoi possessi sardi in feudo, nel 1325 i Genovesi del nord e anche
la città di Sassari, molto legata agli interessi liguri, si sollevarono ed
ebbero l'aiuto di Pisa e di Genova, che si era pentita della sua pas-
sività precedente davanti all'insediamento dei Catalani in Sardegna;
una passività motivata dal desiderio di vedere la disfatta di Pisa, la
nemica secolare. L'interesse comune, però, finí per farle alleare e
uniré le forze, ma la flotta pisano-genovese fu sconfitta nel golfo di
Cagliari nel 1326. Incidenti ce n'erano stati tanti fra Catalani e Ge-
novesi, ma mai una flotta catalana si era scontrata con una flotta
genovese. Fu la prima di una lunga serie di guerre
38
.
Per quanto riguarda il dominio sulla Sardegna, i Catalani impiega-
rono piü di un secolo a dominarla totalmente, a causa delle rivolte
dei Doria e dei giudici d'Arborea. Durante questo periodo di tempo,
la Sardegna diventò un focolaio d'instabilità nel Mediterráneo
39
.
3 8
Sulla pr ep ara zio ne d ella co nq uis ta dalla Sar de gn a: V. SALAVERT, Cerdeñ y la expan -
sión m edi t erránea cit . Su lla c on quis ta : A. ARRIBAS PALAU, La conqu i s ta de Cerdeñ por Ja im e
II
de Ar agón ,
Barcelona, 1952, pp. 45-46. Cfr. anche F.C. C SVI ,
La Sardegna A ragon ese. 1.
La Co rona dA ragona , Sa ssar i, 199 0; B. ANATRA, D a l l ' un i f i caz i o ne a ragonese a i Sav o ia , in J.
DAY, B. ANATRA, L. SCARAFFIA, La Sardegna med ioeva le e m oderna , To rino , 19 84 ; R. CONDE Y
DELGADO DE MOLINA,
L a Sardegna ara gonese,
in
S to r i a dei Sa rd i e del l a Sa rdegna .
II. II
M e-
d i oe vo , Milano, 1987.
3 9
M.T. FERRER I MALLOL,
La guer ra dA rbo rea a l i a i ne de l
XIV
secol o,
in
G i u d i c a t o dA r -
bo rea e M archesa to d i O r i s tano : p ro i ez i on i m ed i t er ran ee e aspet t i d i s to r i a lóca le, Atti del I
Convegno Internazionale di Studi (5-8 dic. 1997), a cura di G. Mele, Oristano, 2000, pp. 535-
620; M.T. FERRER, I
me r can t i i t a l i a n i i n t e r r e ca t a l a ne,
pp. 57-58; L. GALLINARI,
Nuov e no t i z i e
su i r appo r t i econom i co -po l i t i c i t r a l a Repubb l i ca d i G enova e i l G i ud i ca t o d i A rbó rea t r a T r e e
Q ua t t r ocen t o (1387 -1410) , -Anuario de Estudios Medievales-, 24, 1994, pp. 395-41 7.
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156
María Teresa Ferrer i Mallol
Le guerre con Genova nel Trecento
Come dicevo, a partiré della conquista della Sardegna e sino alia
fine dell'ultimo terzo del secolo XV le relazioni fra Catalani e Geno-
vesi furono un susseguirsi di guerre; i trattati di pace non riusciva-
no a fare sparire l'ostilità fra i due popoli, che si manifestava attra-
verso gli incidenti provocati da corsari e pirati o semplicemente dai
mercanti e padroni di navi che approfittavano delle occasioni favo-
revoli per vendicare alcuni danni ricevuti
40
. Dopo la breve guerra
che segui alia sottomissione della Sardegna, ci furono due altre
guerre nel Trecento, quella del 1331-1336 e quella del 1351-1360, in
cui la Corona d'Aragona si alleò con Venezia contro Genova. Si ma-
nifestarono allora chiaramente l'ostilità e il conflitto di interessi che
si erano man mano prodotti negli ultimi decenni del XIII secolo e
specialmente dopo la conquista della Sardegna, giacché il dominio
dell'isola metteva i Catalani in grado di poter contrallare le vie di
navigazione che convergevano verso Genova
41
. La repubblica ligu-
re si rese conto troppo tardi dell'errare fatto nel permettere che i
Catalani sí insediassero neU'isola. Mentre la guerra del 1331-1336 fu
imposta dalla città di Barcellona al re, quella del 1351 fu sconsiglía-
ta tanto da Barcellona come da Maiorca. Lo dice Bernat de Cabrera,
che era stato il consigliere piü importante di Pietro
il Cerimonioso,
nella sua dichiarazione al tribunale quando fu processato per tradi-
4 0
M .T . FERRER I MALLOL,
L a conqu i s t a del l a Sa rdegna e la guer ra d i co rsa nel M ed i -
t erráneo , in I ca t a l a n i i n Sa rdegna , (c ' è an che una version e in catalan o), Milano, 1984 ,
pp. 35-40; EAD.,
E l cors ca t a l à cont ra G enov a segons un a recla m ac ió de l 1370,
in
Sarde-
gna , M ed i t er ráneo e A t lán t i co t ra M ed io ev o ed Età M oderna . St ud i St o r i c i i n m em or i a d i
A l b e r t o Bosco l o ,
Roma, 1993, II, pp. 270-290; EAD.,
Ba r cel o na i l a po l í i ca m ed i t er ràn ia
ca ta l ana : el Pa r l a m en t de 1400-1401 ,
in XIV Con gresso di Storia della Cor ona d'Arago-
na cit., II/L, pp. 427-443; P.F. SSMBULA,
Co r sa r i e p i r a t i nei m a r i d i Sa rdegna
, Cagliari,
1994; M.T. FERRER I MALLOL,
Co rsa r i os cast el l anos y vascos en el M ed i t er ráneo m ed ieva l ,
B a r c e l o n a , 2 0 0 0 .
4 1
Su qu es te gue rre cfr. J. MUTGÉ,
E l Consel l de Ba r cel o na en l a guer ra ca ta l ano - genov esa
du ran t e el rei na do de A l fo nso el Ben igno ,
-Anuario de Estudios Medievales», 2, 1965, pp . 229 -
256 e G. MELONJ,
Genova eA ragona aü' epoca d i P i et r o i l Cer im on i o so
, Padova, 1971-1982; LL.
TUDELA VILLALONGA,
Ca t a l u n y a , M a l l o r ca i Genova (1336- 1349) . Econom i a i Po l í i ca ,
Mallor-
ca, 2005, ha studiato i rapporti catalani-genovesi fra le due guerre. Per Genova in quest'epo-
ca: G. PETO BALBI, S im ón Boccanegra e la Genov a del 300, Napoli, 1995
2
.
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I genovesi visti dai catalani nel M edioevo. Da am ici a n em ici
157
mento. Affermò che aveva consigliato la guerra con Genova e l'al-
leanza con Venezia perché i Genovesi, in tempo di pace, derubava-
no i Catalani, p erché con grande supèrbia ave vano bruciato du e ga-
lere catalane nella spiaggia di Barcellona in presenza del re, mentre
il figlio del doge aveva attaccato Sassari in tempo di pace. D'altra
parte, disse che l'alleanza con Venezia era utile perche i Veneziani
pagavano la terza parte della flotta di Pietro il Cerimonioso. La di-
chiarazione di Bernat de Cabrera contiene anche una notizia curio-
sa: che si diceva che molta gente di mare catalana portava l'insegna
di Genova nella nave per non essere attaccata
42
.
Nella seconda metà del Trecento, Genova appoggiò tutte le rivol-
te e la lotta degli Arbórea contro i Catalani
43
. Perciò, all'inizio del
Quattrocento, la spedizione catalana in Sardegna del 1408-1409 per
sottomettere gli Arbórea, provocó di nuovo una guerra con Genova
ch e finí nel 141 3
4 4
.
Naturalmente, le guerre non servivano e non servono per ap-
prezzarsi mutuamente; nelle fonti cominciamo a trovare giudizi
negativi sui Genovesi, che vengono qualificati come malevoli e
iniqui, oppure come gente maliziosa e falsa con cui bisogna sem-
pre essere molto cauti; nei documenti, in tempo di guerra, il loro
4 2
M, DE BOFABULL Y DE SARTORIO,
P roceso con t ra Berna rdo de Cabrera ,
in CODOIN, Bar-
celona, 1867, XXXII, pp. 93-94: •os geno v eses de lo nch de t emps ensà sobre pa u e sobr e t reva ,
roba v en et pren ien et eyen gran dam pnat ge a l s sot smeses de l seny or rey d 'A ragó [ . .. ] axí que
[ . .. ] los demé dels nav igan s de l d i t Seny or hav ien a por t a r seny a l de Gèov a, segons que s
deya [ . .. ] e aquestes coses et m ol t es d 'a l t res de gran supèbia f ey en lo s
d i t s
genov eses con t ra lo
d i t Seny or et sos someses [...]. La decisione di fare la guerra si era presa in un consiglio in cu i
c'erano tra 60 e 70 persone, di cui molti consigliarono la guerra, •
no con t resta n t s
l os
p roh ò-
m ens de Ba rch i non a, de M al lo rqu es, qu i eren a l lí per cont rest ar que la d i t a guerr a no- sfes ' .
Anche l'infante Pietro ne era contrario: i b i d em , XXXIII, p. 256.
4 3
Per i rapporti fra catalani e gen ovesi fino alia morte di re Pietro il
Cer im on i o so
: G. ME-
LONI, Genov a eA ragona cit ., P er i regn i di Gíov an ní e M artin o: M.T. FERRER I MALLOL, La pa ce
del 1390 t r a l a Corona d 'A ragona e la Repubb l i ca d i Genova , in M i scel l a nea d i S t o r i a L i gu re
i n memo r i a d i G i o rg i o Fa l co ,
Genova, 1966, pp. 157-191, e EAD.,
A nt ecedent i e negozi az i one
del l a pace d i 1402 f ra l a Corona ca ta l ano -a ragonese e Genova : un t en t a t i v o per f i n i ré la
guer ra i n co rsa , «Archivio Storico Sardo-, XXXIX, 1998 (Studi in memoria del Prof. Giancarlo
Sorgia), pp. 99-138; EAD.,
U na l o t t a ca ta l ana con t ro i co rsa r i ne l L eva n t e (1406-1409 ) ,
in
O r i en t e e O cciden te t ra M ed io evo ed età mo derna . Stu d i i n ono re d i Geo P i s ta r i no , a cura di
L. Balletto, Genova, 1997, pp. 325-355.
4 4
A. BOSCOLO, La p o lí i ca i t a l i a na d i M a r t i n o i l Vecch i o , r e d 'A ragona , Padova, 1962.
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nom e viene acco m pag nato sempre da postille co m e nostri nemi-
ci pu bblici , nem ici perfidi ec c. Ab biam o visto ch e Bernat di
Cabrera li accusava di rompere i patti e di essere gente superba
4
?.
Ma, nel Trecento, quando i periodi di guerra aperta si concludo-
no, le qualifiche peggiorative scompaiono. Le lettere fra il re e le
autorità genovesi che trattano degli incidenti marittimi fra le due
parti sono a volte dure ma non offensive. Anche in tempo di
guerra, per esempio quella del 1331, i Catalani riconoscono che i
Genovesi sono piü bravi di loro in alcune cose. Sono capaci di
armare navi piü in fretta di loro e sono piü abili nel remo, per il
fatto, dicono, che hanno fatto molta pratica nelle guerre fra guelfi
e ghibellini.
Anche l'intervento dei Catalani in Sicilia nel 1392 ebbe riper-
cussioni negative nei rapporti tra catalani e genovesi. La spedizio-
ne militare capeggiata dall'infante Martino, fratello del re Giovan-
ni I, aveva l'obiettivo di riportare al trono isolano la regina Maria,
ora sposata con Martino il Giovane, figlio del infante M artino
47
.
Ci fu una crisi grave nel 1393 con agitazioni popolari contro i Ca-
talani a Genova perché arrivarono voci che i Catalani avevano
4 5
In 1333 i geno vesi son o qualificati cosí: •j an ueneses, péfi do s ho st es nost ros• (ACA, C,
reg. 537, f. 153v.);
- j a nu enses ma l i v o l o s et i n i quos
• (AHC B, CC, Man ual, 2, ff. 128v .-129v .),
oppure 4mpr ob i j a nuenses i n i quo s » 0 , MUTGÉ I VIVES, L a guer ra con t r a G è ov a de 1330-135.
Documen t ado ba r c e l on i na , Miscel·lània de Tex tos Medievals», 36, 19 92, do c. 6) . Ringrazio
Josefina Mutgé per queste indicazioni. Nelle Corti di Perpignano di 1356 i Genovesi sono
qualificati come ' gens cav i l l oses e mest res•, Co r t es de l o s an t i guos rei n os deA ragónyde Va l en -
ci a y P r i n c i pado de Ca t a l uñ. Co r t es de Ca t a l uñ , publ. por la Real Academia de la Historia,
Madrid, 1896-1922, 1-2, p. 472; secondo il Dizionario Català-Valencià-Balear,
mes t r e
ha il sen-
so di falso, inganne vole , mentre ca v i l l ó s significa m alizioso .
4 6
F.C . CASUUS, Cañ rea l i d i p l om a t i che d i A l f onso I I I i l Ben i gno , r e dA r agona , r i gua r -
d a n t i V i ta l ia , Padova, 1970, d oc. 5 11, p. 285 ([1334], ottobre, 19): le gale e son o •i vassosament
a rm ades quan t m as ter l u s an , e són
mol t
pus dest res a l rem que nos t res gens no són, p er
raho n de l a guer ra que l o ngam en t an m enada en t r e el s os gel f s a b l os g i b i l i ns»
4 7
M.T. FERRER, E l s i t a l i an s a te r r es ca t a l a nes cit., p. 438; F. GIUNTA, A r agones i e ca t a l a n i
nel M edi t er r áneo, Palermo, 1953, pp. 224-240 (nella traduzione A ra goneses y cat a l anes en el
M edi t er r áneo,
pp . 22 2- 23 1) ; R. MOSCATI,
Pe r una s to r i a del l a S i ci l i a nel l ' età dei M ar t i n i ,
Mes-
sina, 1954. Le navi armate catalane causarono alcuni danni ai genovesi, secondo le scuse in-
viate dall'infante Martino al d u x Antoniotto Adorno (ACA, C, reg. 2094, f. 210v: 1392, gen-
naio, 29), malgrado l'infante considerass e i geno vesi com e cavi am ichi (ASP, R can., 22, f.
33r„ 1393, maggio 14).
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I genovesi visti dai catalani nel M edioevo. Da am ici a n em ici
159
ucciso alcuni Genovesi in Sicilia, cosa che non sembra vera
48
. Si
diceva a Barcellona, inoltre, che i Genovesi armavano quattro ga-
lere per aiutare i siciliani che si erano rivoltati contro la loro regi-
na. Perciò dalla corte catalana, che si trovava a Barcellona, si se-
guivano con interesse le notizie che arrivavano dalla capitale li-
gure. II 10 settembre 1393 il re informava la regina Violante che a
Genova vi erano in quel momento tre dogi, uno fuori della città e
due dentro e che vi erano grandi scontri fra di loro; quello che
stava fuori li attacava di continuo; si diceva che il Consiglio di
Genova aveva deciso
non
interv en ire in Sicilia e di disarm are le
galere che dovevano andaré all ' isola e il re commentava che face-
vano cosí perché non potevano, non perché non lo volessero.
Era effettivamente un momento delicato a Genova dopo l 'uscita
dalla città del doge Antoniotto Adorno, che finí con la dedizione
della città al re di Francia nel 1396
4 9
. Un incidente come quello
del 1393 non era frequente; normalmente, le autorità vegliavano
per la sicurezza degli stranieri e i Genovesi potevano frequentare
i porti catalani e i Catalani Genova. Martín de Alpartil, cronista
dei fatti di Benedetto XIII, il papa Luna, spiega con ammirazione
4 8
Pare che due navi genovesi avessero attaccato quella del catalano Joa n Pineda e c he
per questa causa patroni e marinai genovesi fossero stati carcerati in Sicilia alia fine di marzo:
F. GIUNTA,
A ragones i e ca ta l an i
cit., p. 222, n. 143. Il rumore che si sparse era, invece, che
una galera di genovesi armata a Gaeta era stata presa da una galera catalana e portata a Sici-
lia, dove i siciliani avevano ammazzato tutti i genovesi che c'erano (ACA, reg. 1965, f. 15r.-v.:
lettera di re Giovanni a suo fratello, l 'infante Martino: 1393, maggio, 10). Questo rumore pro-
vocó un tumulto a Genova contro i catalani e la loro detenzione per salvarne la vita-, la noti-
zia provocó la detenzione dei genovesi a Barcellona e a Valenza (AHCB, L l i b re del Consel l ,
26, f. 35r.: 1393, maggio, 8 e ACA, C, reg. 1965, f. 17r.-v.: 1393, maggio, 12), anche se furono
presto liberati quando si seppe che anche i catalani erano stati liberati a Genova (AHCB, L l i -
b re del C onse l l , 26, f. 36r.: 1393, maggio, 12).
® ACA, C, reg. 1965, f. 153r.-154r. (1393 , settembre, 19 ): «han et en Jè ova a l t re duch
nov el l am ent , ax í que ent re d ins e aque l l de or a la ciu t a t ,
qui - l s
guer re j a , n i ha I I I e han en -
t re sí or t grans bregues e aque l l duch que é defora qu i - l s guerr eja e- l s a l a in cessant m ent .
I t em é cert que l es / / / ga lees que-s dey e que s eren arm ades en Jè ov a e ana v en en Sic i l i a
cont ra nost re ra re e en socor s de ls rebel·es no y són ana des, ans l es han desarm ades e lo
Consel l de Jèo va ha dete rmena t que p ro n i con t r a facen a lguna pa r t en
l o
et de Sicíia;
creem que aço- l spro ceex mé de no po der que de bon v ol er- , Su questi awenimenti: T.O. DE
NEGRI,
S t o r i a d i genova
cit., pp. 477-481; G. PETO BALBI,
L a repubb l i ca de i dog i (1339-1396),
in D. PUNCUH, St o r i a d i G enova cit., pp. 259-260.
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l 6 0
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che quando questo papa andò a Genova nel 1405 per trovarsi
con il papa di Roma per cercare una soluzione alio Scisma che
divideva la Chiesa, non ci fu nessun incidente contro i Catalani
che, numerosi, accompagnavano il papa, malgrado che fosssero
nemici capitali dei Genovesi; erano a Genova, dice, cosí sicuri
come se fossero in Catalogna
50
.
I Catalani si erano insediati nei mari vicini a Genova, in Sarde-
gna e in Sicilia, e potevano anche un giorno decidersi a conqui-
stare la Corsica, di cui i re d'Aragona si titolavano re, come di
Sardegna. Naturalmente, Genova sentiva questa presenza come
un pericolo per sé. Questa era la causa principale delle dívergen-
ze fra Catalani e Genovesi. Ma ce n'erano anche altre. I Genovesi
non erano piü interessati alia lotta contro l'Islam e preferivano i
buoni rapporti, piü vantaggiosi dal punto di vista commerciale
51
.
I Catalani, anche se ugualmente commerciavano con i paesi isla-
mici, non avevano abbandonato gli obiettivi di conquista. Finiti
quelli della Penisola perché, in base ad accordi diplomatici, Gra-
nata era riconosciuta come una conquista spettante alia Castiglia,
la Corona d'Aragona aveva come zona di espansione futura, sem-
pre per accordi con la Castiglia, tutta la zona nordafricana di Tu-
nisi e Algeri fino al fiume Muluya. E gli armamenti in corso con-
50
- E t l i c et i l l i d e dom i n i o A r agon i e essen t l a nuensi um i n i m i ci cap i t a l es , ve r um t am en
nunquam a l i q u i d s i n i s t r um con t r a Ca t ha l a no s f u tí a t emp t a t um ; ym o cum t an t a secu r i t a t e
ibam us ine r ipsos et per ipso rum pa t r i am ac s i essem us i n Ca t ha l on i a , de quo sume D eo re-
g r ac iandum est •:
F. EHHLE,
M a r t i n de A l pa r t i l s, Ch r on i c a A ct i t a t o r um t empo r i b u s Bened i c tí
X I I I ,
Pad eborn , 1906, p. 152.
51 Nel Tr ec en to ci fu soltanto qu alche spe diz ion e privata e i l legale , co m e quella di Fi-
l ippo Dor ia e soci contro Tr ípol i di Barber ía ne l 1355, o una spedizione di cas t igo contro
uno de i centr i di corsa barbareschi , come quel la de l 1390, in col laborazione con i f rances i ,
contro Mahadia: L. BALLETTO,
L ' im p resa del genov ese F i l i p po D o r i a con t r o T rípo l i d i Ba r be-
ría nel 1355,
-Intem elion -, 11, 20 05 , pp . 79 -11 7; L. MIROT,
U ne exped i t io n f rançai se en Tu-
n i s i e au X IV " sièl e. L e s ièe de M ahd i a (1390 ),
-Revue des Études Històriques- , XCV II,
1931, pp. 357-406. Ci fu in questa spedizione una col laborazione anche di nobi l i cata lani :
M.T. FERRER I MALLOL,
D ocumen t i ca ta l an i su l l a sped i z io ne f r anco -genov ese con t r o Be rbe-
ría (1390) , M i scel l an ea di Stu di St or íci , Genova, 1969, pp. 213-261. Cfr. anche L. BALLETTO,
Br ev i no t e su l l a sped i z i one f ran co-genov ese i n Ba rbería ne l 1390 ,
in
T ou s az im u t s ... M é
l an ges de rechercbes en l 'ho nn eur du Pro fesseur G erges Jehel ,
Cahmer. Laboratoire d'Ar-
chéologie , 2002, pp. 63-77 .
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I genovesi visti dai catalani nel M edioevo. Da am ici a nem ici l 6 l
tro i barbareschi erano costanti. Questo atteggiamento diverso fu
la causa dei rumori freqüenti su trattative dei Genovesi con gli in-
fedeli, tanto con i saraceni della Penisola ibérica come con quelli
del Magreb. Per esempio, nel 1398, si disse che due navi genove-
si avevano venduto armi in Berbería e che avevano awisato della
flotta che i Catalani preparavano per puniré qualche porto barba-
resco da dove uscivano i corsari che attaccavano le coste catala-
ne, per cui quando la flotta catalana arrivò, i porti erano preparati
per difendersi
52
.
D'altra parte, mentre i Genovesi potevano trovare somiglianze
di interessi e di cultura con il ceto mercantile catalano, la realtà
del potere nella Corona d'Aragona era molto piü complessa che
a Genova; i mercanti avevano un influsso importante presso il re
ma la nobiltà e gli ecclesiastici avevano un grande peso. I comu-
ni, come Genova, suscitavano grandi diffidenze fra la nobiltà;
erano visti come stati rivoluzíonari, che non seguivano l'ordíne
voluto da Dio, per cui a capo di un governo ci doveva essere un
imperatore o un re. Il cronista catalano Ramon Muntaner se ne
5 2
Nel 13 47 V alentin o di Rosio fu accu sato di portare armi ai mori (L. D'ARIENZO, Ca r t e
r ea l i d i p l oma t i che d i P i e t r o i l Cer im on i o so , r e d ' A ragona , r i g ua rdan t i ¡' I t a l i a , Padova,
1970, 144, doc. 285). Nel 1381, si diceva che Onofrio di Piccamiglio aveva costituito una so-
cietà con il visir di Bugia per armare galeotte in corsa contro cristiani (M.D. LÓPEZ PÉREZ, L a
Coron a de A ragón y el M agreb en el si g l o X I V (1331-1410 ) , Barcelon a, 1995, pp. 728 -729 ).
Nei 1398, il re Martino si lamentó del fatto che due navi genovesi avessero rifornito d'armi
Barberia e avessero awisato della flotta che preparavano i catalani (ACA, C, reg. 2242, f.
18r.-19r.: 1398 luglio 23 e 26 e A. DÍAZ BORRÀS, LOS
or ígenes de l a pi ra t ería i slám i ca en Va -
l enci a . L a o fens i v a mu su lm ana t r ecen t i s ta y la reacción cr i s t i ana ,
Barcelona, 1993, p. 200;
su questa armata cfr. anche A. IVARS CARDONA, D os Creauades Va l ec i ano -M a l l o rqu i nes a les
Co stes de Berbería, 1397-1399- Estu di docum ent at , Va len cia , 19 21 ; J . SASTRE MOIX, A p o r t a -
c i ón ma l l o r qu i na a l a A r mada San t a ,
-Butlletí de la Societat Arqueològica Luliana-, 37,
1979, pp. 167-199, 485-518: Fra 1412 e 1413 Rodrigo de Luna, a capo di un'armata organiz-
zata da Benedetto XIII contro i corsari barbareschi, bloccò il l i torale di Barberia perché le
lettere dei genovesi e dei mori non potessero informare dei movimenti della sua flotta (S.
FOSSATI RAITERI, I I p rocesso con t ro Rod r i go de L una per l ' a t t o d i p i r a t ería a i dann i d i una
na v e geno v ese n el 1414, in Atti del I Congre sso Storico Liguria-Catalogna cit., pp. 3 87-3 96;
A. UNALI,
M a r i n a i , p i r a t i e co r sa r i ca t a l a n i nel basso med i oevo ,
Bologna, 1983, p. 122 e
M.T. FERRER,
L a defensa m aríi m a cata la na cont ra el cors bar baresc. L a reacció d espré del
saqu ei g de Ba reny s (1406), in La Coron a ca ta l ano -a ragonesa i el seu en t o rn med i t er ra n i a
l a B a i x a E da t M i t j a n a ,
M.T. Ferrer, j . Mutgé, M. Sánchez eds., Barcelona, 2005, pp. 101-134,
specificamente p. 133).
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fa eco quando dice che nessun signore e in generale nessuna
persona deve fidarsi di uomo di un Comune perché: un uomo
che non sa cosa è la fede, cioè il rispetto dei patti, non la può
tenere
5 3
. Anche se è un'osservazione generale, si riferisce ai Ge-
novesi. È un commento su un incidente awenuto in Oriente. La
mancanza di fedeltà è inoltre una delle accuse costantemente
avanzate ai Genovesi.
I rapporti tra Catalan i e Gen ovesi nel Qu attrocento
Nel Quattrocento, i rapporti fra catalani e genovesi peggiorarono,
durante il lungo regno di Alfonso
il Magnanimo
, ch e intraprese
nuove awenture espansionistiche molto meno prudentí di quelle di
un secolo prima
54
. Decise in primo luogo realizzare quel regno
53
-P er què é o l l t ot seny o r e a l t r e hom qu i es ia de negun hom de comu na ; que h om
qui no sape quèé e, no l a p o t gua r dan - .
R. MUNTANER,
C ròn i ca ,
in
L es quat re gra ns cròn i ques
cit., p. 859 (cap. CCXVIII).
5 4
I